Concetti Chiave
- Giacomo Leopardi, nato a Recanati nel 1798, visse in un ambiente familiare ostile alle nuove ideologie e trovò nello studio l'unica via di espressione.
- La sua poetica è caratterizzata da una visione pessimistica dell'esistenza, articolata in fasi: individuale, storico, cosmico ed eroico, influenzate da esperienze personali e filosofiche.
- Il passaggio dalla poesia alla filosofia segnò il suo rifiuto della religione e l'adesione a una visione materialistica e meccanicistica del mondo.
- Le sue opere, come i "Canti" e le "Operette morali", esplorano temi di infelicità, il contrasto tra antico e moderno e la ricerca di una verità oltre le illusioni.
- Leopardi visse in diverse città italiane, come Milano, Bologna, Firenze e Pisa, che influenzarono la sua produzione poetica e il suo coinvolgimento nei dibattiti culturali.
Indice
Vita di Giacomo Leopardi
Nasce (1798) a Recanati, città marchigiana (Stato pontificio). Il rapporto con il paese fu complicato; tutti chiedevano informazioni al poeta denotando ignoranza. La famiglia appartenente alla nobiltà terriera, osservava una rigida economia (Giacomo accuserà il padre di tedio). Rimarrà legato ai due fratelli, Carlo e Paolina con cui passerà molto tempo: il padre è ostile a tutte le nuove ideologie mentre la madre è nota per il forte sentimento religioso e l’incapacità di coltivare affetti. Giacomo troverà nello studio l’unica via per esprimere la precoce vivacità intellettuale: utilizza la biblioteca paterna (16.000 volumi), iniziando i sette anni di studio matto e disperatissimo. Intraprende le lingue classiche come greco, latino ed ebraico, e quelle moderne; coltiva la filologia e compone tragedie. 1815-1816 = conversione letteraria dall’erudizione al bello, dallo studio alla composizione di originali testi poetici in cui vi è il rimpianto per la spenta giovinezza. Questo atteggiamento esistenziale viene conferito dai malanni (deviazione della spina dorsale, occhi, malattia nervosa) che comportano una crisi. Viene addirittura accusato di essere pessimista per queste problematiche ma dimostra che tutto deriva dalla concezione filosofica della vita. Accanto all’amore per gli antichi, subentra l’entusiasmo per i moderni come Goethe o Foscolo con cui ha i primi contatti del movimento romantico. 1817 = stesura dello Zibaldone, amicizia con Pietro Giordani e sofferta esperienza sentimentale. 1819 = tentata fuga dalla casa paterna (fallita) che segna il passaggio dalla poesia alla filosofia, dal bello al vero; matura il rifiuto della religione e l’adesione alla concezione materialistica meccanicistica. 1822 = si reca a Roma dove soggiorna dallo zio materno; presenta una forte delusione dati gli ambienti intellettuali chiusi e antiquati. Tornato a Recanati inizia la stesura delle operette morali con cui formula il pessimismo cosmico: natura come fonte di ogni sventura perché conferisce agli uomini il desiderio di felicità destinato ad essere deluso. Inizia il periodo di cinque anni in cui sospende la poesia che sostituisce con la scrittura in prosa, attività saggistica.Tramite l’editore milanese, si rende indipendente dalla famiglia; dopo un breve soggiorno a Milano si stabilisce a Bologna, successivamente a Firenze dove incontra Manzoni e infine a Pisa apprezzata per il clima che allevia le problematiche di salute. Inizia la seconda stagione della poesia con i primi componimenti dei grandi idilli. Fa ritorno a Recanati immerso in una profonda malinconia ma un anno dopo si trasferisce a Firenze dove partecipa al dibattito culturale. Frequenta il salotto di Fanny Targioni Tozzetti che ispira l’ultimo deludente amore. 1833 = si stabilisce a Napoli assistito dall’amico Ranieri; impegno decisivo nei confronti della realtà del suo tempo tramite un atteggiamento combattivo e un sentimento di solidarietà umana. Nel 1837 scoppia un’epidemia di colera, perciò decidono di trasferirsi il 14; sarà invece la data di morte del poeta.
Pensiero e poetica
L’intera poetica si articola intorno allo stato di infelicità dell’uomo; il destino è contro l’individuo. Fortissimo studio filosofico e storico. Si osservano quattro fasi:Pessimismo individuale = visione amara dell’esistenza e volontà di rinuncia; considerazioni derivanti da una vicenda personale segnata dalla sofferenza.
Pessimismo storico = decadenza del presente rispetto al mondo antico; tramite Rousseau contrappone l’età primitiva, dove si viveva in armonia con la natura che dilettava l’immaginazione, con il moderno dove prevale la ragione e il vero (dalla fanciullezza all’età adulta). L’ abbandono della natura è la causa dell’infelicità che si evidenzia nella corruzione. I moderni sono infelici data la perdita di vitalità degli antichi, che erano felici nella loro ingenuità. Propone di recuperare ciò ma ne contesta l’impossibilità.
Pessimismo cosmico = i mali biologici rappresentano il percorso di tutti gli esseri viventi in quanto ogni realtà va incontro all’usura. La ragione è riabilitata come strumento conoscitivo poiché l’illusione non compensa la sofferenza. La natura appare indifferente.
Pessimismo eroico = temi del romanticismo; infelice è chiunque sia dotato di sensibilità e aspirazioni. La protesta trova compimento nel suicidio che dà voce al titanismo (eroe perseguitato dal fato); la natura appare ingannatrice e ambigua.
Più volte lamenta i limiti di un ambiente chiuso; le prime prose riflettono gli orientamenti del padre e dello zio. Si intravede il modello di un letterato cristiano, conservatore, ma attento alla funzione pedagogica e morale. L’attività culturale gli appare come una battaglia contro i pregiudizi, come una missione culturale.
Teoria del piacere = l’uomo ricerca il piacere come fonte della propria felicità ma quest’ultima esigerebbe un piacere assoluto e duraturo mentre nella realtà è temporaneo. Emerge la natura non più madre ma matrigna: addolcisce l’esperienza umana con l’immaginazione ma è responsabile della ricerca continua della felicità. L’uomo cessa di essere il fulcro dell’universo.
Nichilismo = “il nulla“, il tedio è lo stadio di sopraffazione che si presenta nella mancanza di attività. Non-senso dell’esistenza dell’uomo legato alla noia e alla mancanza di ogni passione.
Vitalismo = consolante distrazione offerta dall’attività fisica, dal rischio, dal movimento e dall’azione: rivitalizza le nostre energie.
Il suicidio viene rivisto come metodo di ribellione e ciò che lo può contrastare è la fratellanza; morale laica definita eroica riproponendo l’atteggiamento eroico e titanismo degli anni giovanili. Non si sconfigge la sofferenza ma si allevia.
Per Leopardi il filosofo pare riflettere quella dell’illuminista ovvero l’intellettuale incline a esaminare e valutare i fenomeni utilizzando la storia, la morale e la legislazione. Forti rapporti con Illuminismo francese, col materialismo e con il nichilismo: non vanno sottovalutati lo gnosticismo (rappresentazione della natura come essere pensante) e il platonismo (figure femminili stilizzate e astratte). Gli interessi si centrano sui comportamenti umani nonostante il rifiuto dell’antropocentrismo (uomo al centro dell’universo). A livello politico (inizio) è rappresentato dagli orientamenti del padre ma successivamente si presenta il nazionalismo retorico, rimpianto di una gloriosa tradizione di una grandezza smarrita. Svolge un quadro storico e antropologico della penisola evidenziando i mali quali l’assenza di spirito nazionale; gli italiani non godono più dei vantaggi dell’arretratezza ma neppure conoscono un’etica nuova. Evita di schierarsi espressamente a favore di un preciso programma, nel contempo rifiuta la tradizione degli antichi regimi di cui si faceva paladino il padre. Nei versi di “all’Italia” la penisola viene paragonata ad una donna che si prostituisce priva di nessuno che combatte per essa; sarà il poeta a procombere (titanismo).
La sua posizione politica rimane isolata: né progressista né reazionario. Egli rifiuta l’inconcludenza dei moti liberali e la fiducia del progresso (rifiuta l’ottimismo data la visione negativa della vita); manifesta un sentimento di estraneità nei confronti del proprio tempo.
1816 = definì l’abbandono della filologia e la scoperta della poesia; al traduttore comincia a sostituirsi il poeta intento a comporre gli idilli. Questi presentano alcuni aspetti essenziali:
Rimembranza = ricordo della base dei grandi idilli
Idillio = componimento breve dove si parla della natura
Verso sciolto
Mitologia = miscredente neoclassicoImmettere nella produzione il proprio io
Nella lettera ai compilatori della biblioteca italiana prende le parti dei classicisti nella polemica che gli opponeva madame de stael e ai romantici lombardi. In ogni caso la poesia è la rappresentazione dell’impulso sovraumano (ripudio delle regole) secondo la visione preromantica. Il primato dell’antico viene descritto all’interno del “discorso di un italiano intorno alla poesia romantica” indirizzato alla rivista “lo spettatore” di Milano. In questa descrive:
Egli pone la poesia in uno stretto rapporto con la natura come Rousseau evidenziando la decadenza degli autori moderni.
Persistenza di una sola e stessa natura immutabile.
Inclinazione al primitivo
Questa equivalenza tra poesia classica e primitiva avvicina Leopardi al romanticismo (venne ideato come attacco ma poi equivalse ad un manifesto romantico). Rifiuto delle regole, richiamo all’attualità, ricerca di impatto emotivo sono tutte caratteristiche del romanticismo europeo ma generalmente estranee al romanticismo lombardo: è soprattutto contro questo gruppo intellettuale.
Nel romanticismo tedesco riprende la differenza fra:
Poesia ingenua = tipica degli antichi.
Poesia sentimentale = tipica dei moderni.
La sintonia con i massimi teorici del romanticismo europeo si manifesta nella scelta del genere lirico dato che veniva rivisto come lo strumento più adatto alla libera manifestazione dell’individualità: nella lirica si riversano con spontaneità i sentimenti e le inquietudini dell’io. Questo primato si traduce nell’adozione di due forme: l’idillio (poesia di immaginazione) e la canzone (poesia sentimentale e filosofica). La priorità dell’artista deve essere il piacere: assegna alla poesia tale funzione rivendicando la matrice sensista e individualista. Inoltre il vago e l’indefinito esercitano un potere magico ed evocativo simile a quello della memoria dato che i piaceri derivano da ciò che sfugge alla realtà. Anche nella lingua si riflette il processo di incivilimento e razionalizzazione; sarà compito del poeta privilegiare il ricorso a parole ricche di risonanze e ricorrere agli arcaismi (richiamo epoche remote) e vocaboli rari.
Utilizza altri generi oltre il lirico come la prosa: le operette morali rappresentano il tentativo di offrire il modello di una lingua filosofica moderna e segnano l’accostamento al genere satirico. Utilizzo di registro comico per contenuti tragici ricorrendo al ridicolo. Nella sua stagione conclusiva l’argomentazione del pensiero si sostituisce alla suggestione delle immagini, linguaggio aspro e spezzato, atteggiamenti polemici e combattivi e volontà di ricerca e trasformazione.
I canti
41 liriche disposte in ordine cronologico:Nove canzoni di argomento patriottico, e concentrate sul confronto tra la grandezza del passato e la mediocrità del presente.
Piccoli idilli (1819-1821) = contenuto autobiografico; l’infinito, alla luna, precedute dal passero solitario (anche se composto dopo).
Canti pisano-recanatesi (1828-1830) = il passero solitario, il Risorgimento, a Silvia; caratteristica tipica è il ricordo.
Ciclo di Aspasia
Due canzoni sepolcrali
Palinodia al marchese Gino capponi
Il tramonto della luna
La ginestra
Brevi brani e traduzioni
Il passero solitario
Contrapposizione della propria vita a quella di un passero solitario. In entrambi i casi, durante la giovinezza, non si svolgono le tipiche attività tra compagni, ma viceversa rimangono isolati e pensanti. La differenza sostanziale è che durante la vecchiaia solo il poeta si pentirà della spenta giovinezza, mentre il passero no date le attività svolte per istinto.
L’infinito
Nel paesaggio familiare, della natura del paese, Leopardi si abbandona alla contemplazione del cielo che comporta un viaggio mentale che lo conduce all’infinito del tempo e dello spazio in cui poi si perde dolcemente.Operette morali
Vengono composte tra i grandi e piccoli Willy, durante i cinque anni di pausa della lirica; operette perché opere piccole, mentre morali e denunciano i vizi dell’umanità. L’edizione definitiva viene pubblicata nel 1845 che comprende 24 testi. La struttura formale prevalente il dialogo ma non solo, per dimostrare la sperimentazione dei generi diversi. Anche i protagonisti possono essere personaggi storici, mitologici, personificazioni ecc..
I temi sono:
Superamento dell’antropocentrismo
Sfiducia nell’umanità contemporanea
Degenerazione della natura
Corruzione
Contrapposizione del mondo antico a quello moderno
Tedio e vitalismo
Concezione materialistica e meccanicistica
Suicidio
Potenza della morte
Infondatezza delle speranze e delusioni
Battaglia per la verità
Domande da interrogazione
- Qual è l'anno di nascita di Giacomo Leopardi e dove è nato?
- Quali lingue e discipline ha studiato Leopardi durante i suoi anni di formazione?
- Qual è stata la causa principale del pessimismo cosmico espresso da Leopardi nelle sue opere?
- In quali città ha vissuto Leopardi dopo aver lasciato Recanati e quali influenze hanno avuto questi trasferimenti sulla sua opera?
- Quali sono le principali fasi del pensiero e della poetica di Leopardi e come si evolvono nel corso della sua vita?
Giacomo Leopardi è nato nel 1798 a Recanati, una città marchigiana nello Stato pontificio.
Leopardi ha intrapreso lo studio delle lingue classiche come il greco, il latino e l'ebraico, oltre a quelle moderne. Si è dedicato anche alla filologia e alla composizione di tragedie.
Il pessimismo cosmico di Leopardi deriva dalla sua concezione secondo cui la natura, fonte di ogni sventura, conferisce agli uomini il desiderio di felicità, destinato però ad essere deluso.
Dopo aver lasciato Recanati, Leopardi ha vissuto a Milano, Bologna, Firenze e infine a Pisa, apprezzata per il clima che alleviava le sue problematiche di salute. Questi trasferimenti hanno influenzato la sua opera, portandolo a partecipare al dibattito culturale dell'epoca e a intraprendere la seconda stagione della sua poesia con i grandi idilli.
Le principali fasi del pensiero e della poetica di Leopardi includono il pessimismo individuale, legato alla sofferenza personale; il pessimismo storico, che vede una decadenza del presente rispetto al mondo antico; il pessimismo cosmico, che considera i mali biologici come destino comune di tutti gli esseri viventi; e infine il pessimismo eroico, che trova nella protesta e nel suicidio un compimento del sentimento di infelicità. Queste fasi si evolvono nel corso della sua vita, riflettendo la sua crescente riflessione filosofica e la sua reazione alle condizioni umane e sociali del suo tempo.