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Concetti Chiave

  • Leopardi vede la natura come benigna, donatrice di illusioni e sogni attraverso l'immaginazione, con un piano armonico che si oppone al progresso e alla scienza.
  • Il pessimismo leopardiano è una variabile storica che deriva dall'allontanamento dell'uomo dalla natura, causato dal progresso e dall'industrializzazione.
  • Leopardi critica il meccanicismo per sopprimere la bellezza e i sentimenti, proponendo invece un sistema armonico che opera per un fine universale.
  • Secondo Leopardi, le illusioni sono elementi essenziali della natura umana, contribuendo alla felicità e all'ordine delle cose.
  • Gli adulti vedono la realtà in modo disincantato, mentre i bambini, come gli antichi, vivono con immaginazione e speranza, scoprendo il tutto nel nulla.

Indice

  1. La Natura e l'Immaginazione
  2. Il Pessimismo Storico
  3. Illusioni e Realtà
  4. Leopardi e le Illusioni
  5. La Felicità e la Speranza

La Natura e l'Immaginazione

Concepisce la natura come benigna che dona agli uomini attraverso una forza misteriosa, un potere insito, le illusioni, i sogni, le fantasticherie che sono vissute attraverso la facoltà immaginativa, in particolare il poeta sente ciò. La natura, poi, è una madre che opera secondo un piano armonico e provvidenziale ma imputando al processo di civiltà e scienza lo stato di infelicità e dolore in cui versa l’umanità. C’è una decadenza e un allontanamento progressivo da una condizione originaria di felicità e pienezza vitale causata dal progresso e l’industrializzazione. A questo proposito Bruno Biral nel saggio “La posizione storica di Giacomo Leopardi” dice il poeta accusa il meccanicismo di essere una visione angusta che sopprime ogni idea di bellezza, atrofizza i sentimenti, non è una macchina ma uno straordinario sistema di forme armoniche che cooperano a un fine universale.

Il Pessimismo Storico

Il pessimismo quindi non dipende ontologicamente dall’uomo ma è una variabile storica: mentre l’uomo progredisce esso si allontana dal suo stato di natura, perde la capacità di immaginare, riduce la realtà in sola materia e sofferenza.

Illusioni e Realtà

Da questa condizione deriva un atteggiamento titanico. Il progresso della civiltà e della ragione, spegne le illusioni, le azioni eroiche e magnanime, la forza fisica connessa a quella morale mentre gli antichi così come i fanciulli che non conoscono interamente il mondo con l’immaginazione e il potere delle illusioni che diventano strumenti conoscitivi, riescono a inventare, ritrovare qualcosa di già esistente, quell’oggetto poetico, nell’assoluto della natura perché non si vuole abolire la realtà (concezione filosofica realistica con qualche retaggio tomistico distanziandosi dalla visionarietà romantica).

Leopardi e le Illusioni

A questo proposito Leopardi scrive:

“Io considero le illusioni come cosa in certo modo reale, stante ch’elle sono ingredienti essenziali del sistema della natura umana, e date dalla natura a tutti quanti gli uomini, in maniera che non è lecito spregiarle come sogni di un solo, ma propri veramente dell’uomo e voluti dalla natura e senza cui la vita nostra sarebbe la piú misera e barbara cosa ec. Onde sono necessari ed entrano sostanzialmente nel composto ed ordine delle cose.”

“Imperocché quello che furono gli antichi, siamo stati noi tutti, e quello che fu il mondo per qualche secolo, siamo stati noi per qualche anno, dico fanciulli e partecipi di quella ignoranza e di quei timori e di quei diletti e di quelle credenze e di quella sterminata operazione della fantasia; quando il tuono e il vento e il sole e gli astri e gli animali e le piante e le mura de’ nostri alberghi, ogni cosa ci appariva o amica o nemica nostra, indifferente nessuna, insensata nessuna; quando ciascun oggetto che vedevamo ci pareva che in certo modo accennando, quasi mostrasse di volerci favellare”

La Felicità e la Speranza

“La somma felicità possibile dell’uomo in questo mondo, è quando egli vive quietamente nel suo stato con una speranza riposata e certa di un avvenire molto migliore. Questo divino stato l’ho provato io di 16 e 17 anni e colla certa e tranquilla speranza di un lietissimo avvenire.”

Al contrario gli adulti e i moderni vedono la realtà in maniera disincantata e scientifica. “I fanciulli trovano il tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione di Leopardi sulla natura e l'immaginazione?
  2. Leopardi vede la natura come una forza benigna che dona agli uomini illusioni e sogni attraverso l'immaginazione, ma critica il progresso e l'industrializzazione per aver allontanato l'umanità dalla felicità originaria.

  3. Come si manifesta il pessimismo storico secondo il testo?
  4. Il pessimismo storico è visto come una variabile storica, non intrinseca all'uomo, che emerge con il progresso, allontanando l'uomo dalla natura e riducendo la realtà a materia e sofferenza.

  5. Qual è il ruolo delle illusioni nella vita umana secondo Leopardi?
  6. Leopardi considera le illusioni essenziali per la natura umana, elementi reali e necessari che arricchiscono la vita e senza cui essa sarebbe misera e barbara.

  7. Come descrive Leopardi la differenza tra la percezione del mondo da parte dei bambini e degli adulti?
  8. Leopardi afferma che i bambini, come gli antichi, vivono in un mondo ricco di fantasia e illusioni, mentre gli adulti vedono la realtà in modo disincantato e scientifico.

  9. Qual è la visione di Leopardi sulla felicità e la speranza?
  10. Leopardi crede che la massima felicità si raggiunga vivendo con una speranza certa e tranquilla di un futuro migliore, una condizione che ha sperimentato personalmente in gioventù.

Domande e risposte

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