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Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi, nato a Recanati nel 1798, proveniva da una famiglia nobile con poche risorse, influenzato dall'anaffettività della madre e dalla passione letteraria del padre.
  • Leopardi attraversò due conversioni intellettuali: dal "bello al vero" (poesia alla filosofia) e sviluppò il suo pensiero da un pessimismo storico a un pessimismo cosmico.
  • La poetica di Leopardi si concentra sull'infelicità umana, l'importanza delle illusioni e la memoria come filtro dell'esperienza, rendendolo una figura centrale del romanticismo.
  • I Canti di Leopardi, pubblicati in più edizioni, esplorano temi civili, filosofici ed esistenziali, con un focus particolare sul ciclo di Aspasia e la disillusione amorosa.
  • Leopardi visse tra diverse città italiane, affrontando difficoltà economiche e di salute, concludendo la sua vita a Napoli nel 1837.

Indice

  1. Le origini e la famiglia
  2. Formazione e primi studi
  3. Incontri e influenze
  4. Conversioni e cambiamenti
  5. Delusioni e ritorni
  6. Fase filosofica e pessimismo
  7. Difficoltà e trasferimenti
  8. Ultimi anni e opere
  9. Pessimismo e illusioni
  10. La poesia e la filosofia
  11. Le opere e i temi

Le origini e la famiglia

Nasce a Recanati (borgo dove si trova il palazzo signorile. Le Marche a quell’epoca appartenevano allo Stato pontificio, uno degli stati più arretrati), il 29 giugno 1798. È figlio del conte Monaldo (uomo molto colto) e della marchesa Adelaide Antici, una famiglia nobile con poche possibilità.

La madre era molto anafettiva e il suo comportamento incide molto sulla vita del figlio mentre il padre dedicava quasi completamente tutta la sua vita ai libri tanto da creare una biblioteca con un gran numero di testi di cultura classica e religiosa, che in alcuni momenti diventa come una sorta di prigione per Leopardi.

Formazione e primi studi

A differenza ha un bellissimo rapporto con i fratelli Carlo e Paolina con cui ha una grande confidenza. Leopardi possiede una formazione casalinga svolta da due precettori ecclesiastici, il gesuita Don Giuseppe Torres fino al 1808 e padre Sanchini fino al 1812 dopo che si rifiuta di continuare quest’incarico dal momento che non ho più niente da insegnare al giovane.a Recanati non c’è nessuno al suo livello. Aveva più conoscenze degli intellettuali di quel tempo.

1809-1816 Leopardi definisce questo periodo “studio matto e disperatissimo“ che gli provoca danni dal punto di vista fisico, danni alla vista. In questi anni si dedica agli studi eruditi e filosofici, traducendo e analizzando testi classici ed inizia ad avere le prime idee politiche credendo che l’Italia abbia bisogno di un monarca che il governo in maniera saggia (è a favore del dispotismo illuminato).

Recanati inizia ad essere un ambiente troppo piccolo per lui a mano a mano che aumenta nei suoi interessi e quindi il desiderio di confronto, di scambio, di discussione, aumenta l’intolleranza per Recanati.

1816 Leopardi passa “dall’erudito al bello” ovvero dagli studi di traduzione alla composizione poetica (prima conversione)

Incontri e influenze

1817 Incontra Pietro Giordani e con lui inizia una corrispondenza epistolare. Inizialmente Leopardi lo tratto come un maestro fino a quando Giordani si rende conto della grandezza del giovane e comincia trattarlo da pari. È lui che dà a Leopardi il consiglio di raccogliere le proprie riflessioni in una sorta di diario e da qui nasce lo Zibaldone. Nel dicembre si innamora per la prima volta della cugina Gertrude è da qui nasce anche un’elegia chiamata Il primo amore (che verrà aggiunta ai Canti) e il Diario del primo amore.

Pietro Giordani lo stimola tantissimo e viene colpito dalle intuizioni. Porta così a galla un Leopardi che più di poeta si avvicina ad un filosofo. Da qui nasce la domanda: Leopardi può essere un filosofo? Inizialmente la risposta era no perché Leopardi non aveva un sistema di pensiero, oggi però Leopardi viene considerato un pensatore libero da ogni ideologia e visto che la nostra epoca non è più legata al fatto che è un filosofo dovesse avere un metodo di pensiero viene considerato anche esso un filosofo perché ha un’ideologia libera.

Leopardi inoltre basa la sua riflessione su due criteri:

1- parte dalle esigenze profonde dell’individuo, il suo pensiero parte dal suo corpo (lui è un ragazzo che soffre)

2- condivisione umana: si rende conto che lui soffre ma guardandosi attorno vede che tutta la condizione umana sia così per diversi motivi

1819: si aggrava la malattia agli occhi e non può più scrivere e leggere per molti mesi. Per la disperazione delle condizioni fisiche e della prigionia familiare tenta una fuga da Recanati ma il padre lo scopre e lui rinuncia.

Conversioni e cambiamenti

1820 parti passa “dal bello al vero” ovvero dalla composizione poetica alla filosofia (seconda conversione), qui inizia anche il periodo del pessimismo storico

Delusioni e ritorni

1822: Finalmente ottiene dal padre il permesso di andare a Roma ed è ospite degli zii materni. Anche a Roma però è una grande delusione, ci sono ambienti letterari falsi e meschini.

Maggio 1823: Fa ritorno a Recanati e cerca di far pubblicare i Canti che verranno pubblicati a Bologna grazie a Pietro Giordani.

Fase filosofica e pessimismo

1824: Leopardi si dedica alle Operette morali, brevi racconti i cui protagonisti sono reali, fantastici o storici; la cui stesura corrisponde alla fase filosofica dell’autore. Durante quest’anno si passa anche dal pessimismo storico al pessimismo cosmico.

Difficoltà e trasferimenti

1825: Leopardi lascia di nuovo Recanati e si dirige a Milano. Qui l’editore Stella gli propone di curare alcune opere di Cicerone. Lui non è molto esaltato ma accetta perché questo gli permette di guadagnare e lasciare la casa paterna.

In questi anni vive tra Milano e Bologna e riceve una cattedra a Berlino all’università ma non può accettare a causa del clima per i tuoi problemi di salute. A Milano incontra anche il vecchio Monti. Intanto alcune Operette escono sulla Antologia, la rivista dei moderati fiorentini che ruotano attorno a Pietro Vieusseux, ma Leopardi rifiuta l’invito a collaborare.

Giugno 1827: vengono pubblicate a Milano le Operette morali dall’editore Stella.

Fine del 1827: Leopardi si trasferisce a Pisa.

1828 Ritorna alla scrittura poetica componendo il ciclo pisano-recanatese. Torna a dare voce ai propri sentimenti attraverso il filtro della memoria. Non c'è più quella posizione giovanile nel vedere nel futuro quella positività, non c'è più l'illusione. La poesia di Leopardi è forte, vera, profonda, capace di sondare il dolore.

1828 Leopardi inizia però ad avere difficoltà economiche e a novembre è costretto a tornare a Recanati.

Ultimi anni e opere

1830 gli amici toscani mettono a disposizione una somma sufficiente per permettere a Leopardi di vivere a Firenze per un anno perché con tutte le sue capacità non volevano che morisse a Recanati. L’autore accetta e ad aprile lascia il piccolo borgo.

Arrivato a Firenze consolida la sua amicizia con lo scrittore napoletano Antonio Ranieri e conosce l’affascinante Fanny della quale si innamora.

1831: Esce a Firenze la prima edizione dei canti.

1833: Leopardi si trasferisce a Napoli con Ranieri ma le sue condizioni di salute peggiorano progressivamente fino a diventare cieco.

14 giugno 1837: muore.

(Considerato uno dei più grandi pessimisti italiani ma è uno dei più grandi autori legati alla vita)

Pessimismo e illusioni

Pessimismo storico: perché subentra in un certo periodo ed è la prima fase del pensiero di Leopardi. In questa fase c'è qualche momento di speranza. Leopardi percepisce una sorta di migliorare dell'Italia, un insieme di idee per un risorgimento e si illude che i suoi contemporanei possano recuperare le illusioni per un gesto così eroico. Questa speranza, illusione, trova la sua motivazione sul piano politico. Leopardi spera che i gesti eroici di un impegno politico possano salvare le sorti dell'Italia. Questo è uno dei pochi riferimenti politici di cui Leopardi si occupa fino alla caduta dei moti. Negli anni della prima ondata, falliscono e in Leopardi subentra la delusione. Si convince che l'operato dell'uomo è finalizzato all'utile e non ai valori e agli ideali, solo ad un'utilità personale.

1823 Il tema delle illusioni entra in crisi ed entra in crisi anche la visione che Leopardi ha della natura che lui vedeva come una madre che aveva messo al mondo i suoi figli dando loro illusioni.

In questi anni, oltre alle tante delusioni (moti, natura, Roma), respinge anche l'idea di una vita spirituale e arriva a sostenere che il corpo è l'uomo ed è la causa della felicità e dell'infelicità. È con questo periodo che nasce la teoria del piacere. Il pessimismo non riguarda più solo l'uomo ma tutta la società umana. È qua che passiamo dal pessimismo storico a quello cosmico.

Il primo tema che incontriamo è quello dell’infelicità che però non dipende dalla natura che per lui è l’entità positiva perché dà all’uomo l’illusione che lo rende capace di grandi cose. La cultura umana però ha distrutto quest’illusione. La ragione ha “schiacciato” le illusioni e ha dato la conoscenza, una conoscenza che però riguarda la miseria umana. Ad un certo punto nella vita di tutti arriva il dolore provocato da diverse cose come il pessimismo e l’infelicità.

La poesia e la filosofia

Secondo l’ideale di Leopardi la poesia deve essere in grado anche di utilizzare la prospettiva del ricordo e di dare voce alla tensione verso il piacere. La memoria filtra la delusione e Leopardi si affida a quella visione vaga che non è consolatoria ma che rende più indefinita anche l’idea della poesia. Questo è ciò che rende la poesia di Leopardi filosofia. Per lui la figura dell'intellettuale non si basa sul privilegio sociale ma vive e arriva alla consapevolezza che il ruolo del poeta sia un fatto individuale che si fonda sul rapporto tra io e mondo.

Il poeta rappresenta il rapporto tra io e la realtà. È cosi che si delinea come il poeta più romantico.

Il suo percorso di via o porta a seguire di più il romanticismo tedesco piuttosto di quello italiano.

Lettere private, di vita privata. No fatti pubblici rispetto alle lettere degli altri scrittori che invece erano direttamente destinate alla pubblicazione.

Le opere e i temi

La prima edizione dei Canti esce a Firenze nel 1831 e contiene 23 testi. La seconda esce a Napoli nel 18 e contiene 39 testi, l'ultima viene pubblicata a Firenze nel 1845, curata da Antonio Ranieri, edita da Leonier, contiene 41 teti e quello più antico è del 1816.

Non c'è una struttura unitaria ma ci sono due fasi:

1- piccoli idili 1818-1822

2- grandi idili1828-1831

Indipendentemente dalla data di composizione è più opportuna dividerla in filoni:

civile, filosofico esistenziale, sentimentale

Un'altra classificazione delle poesia di Leopardi è quella del 1831-1837 del Ciclo di Aspasia e la ginestra.

Mentre nelle operette morali Leopardi si concentra su temi profondi come il suicidio è il genere umano; in A Silvia, nei Canti, abbiamo una profondità (anche poetica) e pessimismo estremamente diversa.

La composizione del ciclo di Aspasia (era una prostituta) porta al crollo di tutte le illusioni, e le poesie presenti concretizzano le delusioni d'amore.

I temi di queste poesie sono:

L'amore come esperienza concreta

Delusione e definitivo crollo di ogni speranza

I componimenti del ciclo di Aspasia sono 5:

-Il pensiero dominante

-Amore e morte

-Consalvo

-A se stesso

-Aspasia

Domande da interrogazione

  1. Dove è nato Giacomo Leopardi?
  2. Giacomo Leopardi è nato a Recanati.

  3. Chi erano i genitori di Giacomo Leopardi?
  4. I genitori di Giacomo Leopardi erano il conte Monaldo e la marchesa Adelaide Antici.

  5. Quali sono le due fasi principali del pensiero di Leopardi?
  6. Le due fasi principali del pensiero di Leopardi sono il pessimismo storico e il pessimismo cosmico.

  7. Quali sono le opere più famose di Leopardi?
  8. Le opere più famose di Leopardi sono i Canti e le Operette morali.

  9. Dove è morto Giacomo Leopardi?
  10. Giacomo Leopardi è morto a Napoli.

Domande e risposte

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