superman98
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Concetti Chiave

  • Il pastore simboleggia l'uomo oppresso dalla vita, ponendo domande alla luna sulla ripetitività e il significato dell'esistenza, evidenziando l'antitesi tra caducità umana ed eternità lunare.
  • Leopardi riflette sul dolore dell'esistenza, suggerendo che nascere è una fatica e che la vita conduce inevitabilmente a un abisso, sollevando dubbi sul suo significato.
  • Il pastore osserva il gregge, che, inconsapevole del male di vivere, trova riposo, mentre lui è afflitto da angoscia e noia, sentimenti che distinguono l'uomo dagli altri esseri viventi.
  • L'infelicità del pastore deriva da un tedio innato, una condizione di insoddisfazione congenita che non dipende dalla mancanza di qualcosa ma dalla natura stessa dell'esistenza umana.
  • La strofa finale del canto esplora l'idea che il male è comune a tutti gli esseri viventi, arrivando alla conclusione che la vita è una sventura, simboleggiata dal giorno di nascita.

• L’uomo e la natura

Indice

  1. Il Pastore e la Luna
  2. Il Dubbio Esistenziale
  3. L'Inconsapevolezza del Gregge
  4. La Strofa di Chiusura

Il Pastore e la Luna

Il pastore, simbolo dell’uomo vecchio, infermo destinato a cadere nel baratro, oppresso dagli enormi e pesanti carichi datigli dalla vita, pone alcune domande alla luna sul significato dell’esistenza, sulla ripetitività del vivere, sul perché della vita e, così facendo, sottolinea il rapporto di somiglianza e di antitesi tra uomo e luna e l’opposizione tra caducità umana e eternità lunare.

Alla vita errabonda del pastore corrisponde il ciclico movimento degli astri; all’infelicità dell’ingenuo pastore, la silenziosa indifferenza della luna.

Il Dubbio Esistenziale

Leopardi, nei versi 39-60, sottolinea come nascere sia una vera e propria fatica e come ogni uomo sia destinato a cadere nell’orrido abisso dopo una vita caratterizzata da dolore, tale da far sorgere il dubbio se la vita stessa abbia un senso.

L'Inconsapevolezza del Gregge

Il pastore, dopo aver posto alla luna, muta custode del segreto delle cose, domande che non ottengono alcuna risposta, si accorge del gregge, unico suo compagno di vita, che però, vive nell’inconsapevolezza del male di vivere: al riposo piacevole e ristoratore del gregge si contrappone quello del pastore caratterizzato da angoscia, da noia. Il pastore prova l’infelicità nativa dell’uomo, il più sublime dei sentimenti che lo distingue dagli altri esseri viventi, il tedio, un senso di insoddisfazione che non nasce dall’avvertimento di una mancanza, ma che è condizione congenita di infelicità.

La Strofa di Chiusura

La strofa di chiusura del canto è scandita dai forse: prima il pastore pensa che potrebbe essere felice sotto altre spoglie (se potesse volare sino a raggiungere le altre stelle), poi si smentisce arrivando a riconoscere che il male è comune ad ogni essere vivente e che la vita è sventura al punto che funesto a chi nasce il dì natale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del dialogo tra il pastore e la luna?
  2. Il dialogo tra il pastore e la luna rappresenta il confronto tra la caducità umana e l'eternità lunare, evidenziando la ricerca di significato nell'esistenza e la ripetitività della vita.

  3. Cosa rappresenta il "Dubbio Esistenziale" nei versi di Leopardi?
  4. Nei versi 39-60, Leopardi esprime il concetto che nascere è una fatica e che la vita è caratterizzata dal dolore, sollevando il dubbio sul senso stesso dell'esistenza.

  5. Come viene descritta l'inconsapevolezza del gregge rispetto al pastore?
  6. Il gregge vive nell'inconsapevolezza del male di vivere, godendo di un riposo piacevole, mentre il pastore è afflitto da angoscia e noia, provando un'infelicità innata che lo distingue dagli altri esseri viventi.

Domande e risposte

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