Concetti Chiave
- Il paesaggio del Vesuvio, dove cresce la ginestra, simboleggia la fragilità dell'uomo e la sua lotta contro le avversità della natura.
- Leopardi critica l'ottocento romantico per aver abbandonato la razionalità illuminista, ritornando a superstizioni medievali e ignorando il vero progresso.
- L'uomo dovrebbe riconoscere la natura come il vero nemico e unirsi in solidarietà per affrontarla, invece di combattere tra di loro.
- Leopardi distingue tra il tempo infinito della natura e quello finito dell'uomo, evidenziando la paura umana di fronte all'immutabilità naturale.
- La ginestra rappresenta la dignità umana: accetta il suo destino con saggezza, a differenza dell'uomo che si illude della propria immortalità.
Indice
- La fragilità dell'uomo e la natura
- Critica al progresso e al romanticismo
- Solidarietà e verità contro la natura
- Il tempo e la paura della natura
- La dignità della ginestra e dell'uomo
- La verità e il ruolo del poeta
- La piccolezza dell'uomo nell'universo
- Paragoni e la precarietà umana
- Il testamento spirituale di Leopardi
La fragilità dell'uomo e la natura
Il tema della fragilità dell’uomo è dato dal paesaggio dove la natura cresce di rado, dove cresce la ginestra= emblema per la lotta contro le avversità della natura.
Nuclei tematici:
1. Desolazione e consolazione: lo troviamo nei primi 36 versi dove viene descritto il paesaggio del Vesuvio dove vive la ginestra che leopardi aveva già visto a Roma nelle contrade più periferiche.
Da una parte la ginestra che lotta sulle pendici del Vesuvio dall’altro in un ambiente più sereno dove vi sono altri fiori.Critica al progresso e al romanticismo
Dalla seconda metà del verso 37 polemica contro chi esalta la condizione dell’uomo e il fatto che il progresso porta ricchezza e benessere all’uomo. secondo leopardi questi sciocchi personaggi che esaltano la figura dell’uomo e del progresso dovrebbero andare sulle pendici del vulcano per vedere la fatica della vita ostacolata dalla natura.
2. Apostrofe/accusa al secolo superbo e sciocco per secolo si intende l’ottocento romantico in cui si abbandona l’irrazionalità illuminista per vivere di speranze ed illusioni. Un'altra accusa a questo secolo è il fatto che si è abbandonata alla via laica per ritornare alla superstizione medievale e alla religiosità che aveva fermato nell’uomo la sete di conoscenza. La chiesa impediva alla cultura di espandersi. Il romanticismo secondo leopardi abbandona la via della razionalità esaltata dall’illuminismo per recuperare la religiosità medievale che gli uomini avevano abbandonato dal 400 in poi. Critica allo stesso tempo il progresso con la rivoluzione industriale tra 700/800 si era visto in questo forte progresso che veniva visto come soluzione al male quotidiano permettendo all’uomo di migliorare la propria esistenza. Secondo leopardi il progresso dimostra che la vita dell’uomo è peggiorata per molti e ha favorito solo pochi.
3.
Solidarietà e verità contro la natura
La solidarietà dell’uomo. l’uomo nobile è colui che ha il coraggio di spiegare agli altri uomini la verità sulla vita senza aver paura di squarciare il velo. In questo modo l’uomo si rende conto di chi è il vero nemico: la natura. Gli uomini scoprendo la verità potrebbero capire la necessità di allearsi contro la natura. L’uomo primitivo infatti si è aggregato per creare una unità per opporsi ai fenomeni naturali.
4.
Il tempo e la paura della natura
Lo scorrere del tempo. Per Leopardi ci sono due tipologie di tempo:
- Il tempo della natura che è infinito e immutabile
- Il tempo dell’uomo che è mutabile e finito.
2 esempi per farci capire queste tipologie: il giovane che abita in campagna che guarda con paura la cima del Vesuvio aspettando che erutti ancora e vede scorrere il tempo. Questa Pompei distrutta dalla lava 1800 anni prima per cui il tempo si è fermato. La lava in questo caso ha reso tutto immutabile. Un altro elemento che ci fa capire come la natura è immutabile è il fatto che dopo 1800 anni il ragazzino guarda ancora il Vesuvio LA PAURA DELLA DISTRUZIONE NATURALE è immutabile.
5.
La dignità della ginestra e dell'uomo
La ginestra= la dignità dell’uomo. colei che riesce a vivere nonostante le avversità del terreno e che abbellisce un paesaggio altrimenti lugubre che rappresenta la morte poiché lavico. Inoltre la ginestra è quello che dovrebbe essere l’uomo: se il Vesuvio dovesse eruttare dovrebbe piegare la testa davanti alla natura per poi cercare di risorgere la dignità dell’uomo che anche se piegato deve lottare per vivere. Ma mentre la ginestra è mortale e sa che può morire, l’uomo si crede immortale.
La verità e il ruolo del poeta
La morale della solidarietà: leopardi chiede all’uomo di non rassegnarsi perché l’uomo deve conoscere la verità e deve sempre cercare l’attimo di felicità che lo ricompensa del dolore vissuto. Ci dà un’idea diversa di pessimismo: consapevolezza che l’uomo è dominato dal dolore ma l’uomo non di deve arrendere e continuare a lottare per cercare di dare un senso alla sua vita. Leopardi si dimostra completamente diverso dai romantici perché esalta ancora la ragione come unico strumento che possiede l’uomo per comprendere la sua condizione: è un nulla all’interno dell’universo. Il poeta ha lo scopo di testimoniare il vero e anche il dovere di fornire all’uomo lo strumento per cercare di contrastare questo vero che è la collaborazione tra tutti gli uomini contro la natura visione utopistica.
Struttura metrica: classica lirica libera leopardiana.
L’uomo non vuole conoscere la verità perché è più facile fermarsi alle illusioni tipiche della giovinezza in cui non si conosceva l’arido vero. Il concetto di conoscenza il leopardi è sempre fondamentale.
La prima parte della ginestra 1-37 parallelo tra la ginestra di Roma e del Vesuvio come ricordi di due antichi splendori
La ginestra che leopardi vede sul monte sterminatore Vesuvio e che lui aveva visto a Roma, capitale del perduto impero. La bellezza della ginestra in queste contrade ormai desolate sembra essere testimonianza dell’impero romano che ormai non esiste più. La ginestra a Roma sembra ricordare la grandezza dell’impero romano che non c’è più. Sulle pendici invece sembra ricordare quel mondo meraviglioso e la vita di campagna che c’era prima dell’eruzione del Vesuvio e che ormai non c’è più perché lo sterminator vesevo ha distrutto tutto.
2 parte 37-51: invettiva contro quegli uomini che esaltano con lode la condizione dell’uomo
Esorta chi esalta la condizione dell’uomo, chi lo crede eterno a recarsi sulle pendici del Vesuvio e vedere come la natura si interessa dell’umanità. E veda anche la grandezza dell’uomo che è ben poca cosa rispetto alla natura che può distruggere in parte o completamente l’uomo con un solo gesto. In questo luogo sono dipinte le magnifiche sorti dell’uomo: ironia.
3 parte 52-86: critica all’800 romantico che si basa su false credenze
Secolo superbo e sciocco perché ha abbandonato il progresso per tornare indietro al medioevo chiamando tutto ciò progresso. Leopardi che conosce il romanticismo attraverso il neoclassico giordani, considera questo periodo come un regresso. Accusa quindi il secolo superbo e sciocco di essere tornato indietro nel tempo spacciandosi per portatore di progresso. io non ti apprezzerò mai pubblicamente per disprezzarti privatamente come fanno molti intellettuali, ma io mostrerò il mio disprezzo il più possibile e non mi preoccupo del male che potrei ricavarne facendo ciò. Tu vai ricercando la libertà ma allo stesso tempo vuoi che il pensiero sia schiavo della superstizione e della barbaria medievale impedendogli di crescere. Questo pensiero guida il destino del popolo. La ragione ci permette di conoscere la verità in questo modo, tu che annulli la ragione non conosci la verità nel nostro dolore per questo hai voltato le spalle all’ideologia dell’illuminismo che ci ha mostrato il vero. Per cui consideri vile chi si rifà alla verità che la ragione ci ha mostrato ed esalti chi ha voluto elevare il bene dell’uomo oltre le stelle in un mondo ultraterreno.
4 parte 87-157: esaltazione della stoltezza dell’uomo
Un uomo povero, malato non ostenta davanti agli altri una ricchezza e una splendida vita che non ha, non si vergogna del suo stato umile che si tiene per sé. L’uomo intelligente pur essendo umile e povero non ostenta ciò che non ha, ma parla apertamente di ciò che ha e non se ne vergogna perché è quella la realtà. Considero sciocco chi dice che è nato per gioire pur essendo nato per morire e nutrito per il dolore. Di questo concetto, di un orgoglio inutile ne parla e ne scrive illudendo chi ascolta o legge le sue parole si riferisce ai letterati romantici che cercano di dare una soluzione al dolore dell’uomo rifacendosi a delle illusioni e a delle falsità. La nobil natura è il poeta= l’unico che ha la capacità di sollevare gli occhi mortali davanti alla verità e comunicarla agli altri uomini senza veli, ha il coraggio di confessare tutto il male che ci è stato dato in sorte e il nostro stato basso e doloroso. Un'altra funzione importante del poeta vate è far capire agli uomini chi è il vero nemico poiché l’uomo che soffre dà la colpa a un altro uomo. la vera nemica è la natura che ci è madre di parto ma che li danneggia e quindi matrigna di fatto. Per alleviare questo dolore l’uomo deve rendersi conto di dover allearsi con i suoi simili in modo fraterno contro la natura. Fa l’esempio di come sarebbe sciocco se all’interno di un esercito che sta combattendo il nemico, i soldati iniziassero a combattere fra di loro. Quando l’uomo moderno capirà che questo è l’unico modo per sopravvivere al dolore, nasceranno società oneste che non si basano sui falsi principi della religione e della superstizione.
5 parte 158-201 si parla della piccolezza dell’uomo e la precarietà della condizione umana.
La piccolezza dell'uomo nell'universo
Leopardi ci dive che spessi di siede la sera e osserva il Vesuvio le cui pendici sono ricoperte di lava e in alto le stesse che riflettono la propria luce sul mare e sembrano quasi illuminare la terra. Noi quando osserviamo le stelle sembrano dei punti, ovvero un qualcosa di piccolo che passa quasi inosservato. Paragonato alla terra l’uomo è infinitamente piccolo.
- Esalta la piccolezza dell’uomo.
L’uomo che su questo globo è una nullità è completamente sconosciuto alle stelle. Parla della via lattea tutte le stelle che la compongono non riusciamo a distinguerle ma le percepiamo come una scia nebulosa molto tenue che attraversa il cielo, ma pensiamo che anche le stelle che ci guardano non ci distinguono.
- Siamo uguali a tutti gli altri corpi celesti
- Critica alla religione che crede l’uomo al centro dell’universo, creato da Dio.
Verità scientifica = siamo un punto nell’universo contrapposta a quella religiosa.
Domanda: “Come appari, o prole dell’uomo?”
Critica all’uomo che si crede al centro dell’universo e che tutto sia creato in sua funzione. Che desiderio posso avere nei tuoi confronti uomo? non so se il riso o la pietà per un uomo che non si rende della sua nullità.
UOMO= romantico che cerca di riportare in auge le vecchie credenze religiose illudendosi.
6^parte 203-236
Paragoni e la precarietà umana
Per ribadire il concetto che l’uomo è nulla 2 paragoni:
1. Formica-uomo
2. Vesuvio-mela
202-212: esempio di una mela matura che in autunno cade dall’albero sopra un formicaio, costruito dalle formiche con tanta fatica in estate, e lo distrugge. Allo stesso modo quando il Vesuvio eruttò, in un istante distrusse le due città edificate dagli antichi romani sulle sue pendici.
- L’uomo non può proteggersi dagli eventi naturali.
Adesso sulle rovine di Pompei ed Ercolano passeggia una capra.
- La natura tratta allo stesso modo l’uomo e la formica. La scelta della formica è una scelta voluta perché è piccola e vulnerabile.
7^parte 237-296: dall’eruzione del Vesuvio (79 d.C) sono passati 1800 anni eppure il giovane contadino mentre cura le sue vigne che faticano a crescere vicino alle pendici, guarda con timore la minaccia del vulcano che incombe su di lui perennemente. Spesso questo poveretto che teme il risveglio del vulcano passa la notte insonne aspettando un segno che lo avvisi del pericolo. Quando sente l’acqua ribollire nel pozzo scappa con la sua famiglia e vede le sue coltivazioni distrutte dalla lava. Oggi Pompei distrutta dal Vesuvio è tornata alla luce, ma il pellegrino che visita gli scavi ha una duplice visione:
- La visione dei resti dell’antica Pompei che stanno ritornando alla luce
- e la distruzione che ha portato il Vesuvio sulla città
un pellegrino che si aggira durante la notte vede in mezzo alle rovine il luccicare della lava che riflette la Luna. Così ignaro dell’uomo e dell’età dell’uomo che chiama antiche e il susseguirsi delle generazioni, la natura procede per il suo lungo cammino, tanto che sembra sempre uguale. I regimi finiscono passano le genti e le lingue, eppure l’uomo pensa di essere eterno.
8^parte 297-317: testamento spirituale di Leopardi
Il testamento spirituale di Leopardi
Torna a rivolgersi alla ginestra: e tu ginestra che adesso illumini questi luoghi tristi presto soccomberai Leopardi presume che il Vesuvio “presto” si sarebbe risvegliato tornando di nuovo a distruggere
E piegherai il tuo capo innocente sotto la sua forza, senza opporre resistenza. Non piegherai il tuo capo chiedendo pietà e non invocherai le stelle con orgoglio inutile e disperato, né sulle pendici del Vesuvio dove la sorte ha deciso di farti nascere ma soccomberai con dignità. Sarai più saggio e meno pazzo dell’uomo quando non crederai che il tuo essere sarà reso immortale o dal tuo destino o da ciò che hai fatto.
L'uomo può diventare immortale:
- attraverso il ricordo.
- attraverso la poesia.
Leopardi crede nel meccanicismo.
La ginestra si dimostra più grande dell’uomo perché accetta con dignità il suo destino a differenza dell’uomo.
Domande da interrogazione
- Qual è il simbolismo della ginestra nel contesto della fragilità umana?
- Come Leopardi critica il progresso e il romanticismo?
- Qual è il ruolo della solidarietà secondo Leopardi?
- Come Leopardi descrive il tempo in relazione alla natura e all'uomo?
- Qual è il testamento spirituale di Leopardi riguardo alla ginestra e all'uomo?
La ginestra simboleggia la lotta contro le avversità della natura, rappresentando la dignità dell'uomo che, nonostante le difficoltà, cerca di abbellire un paesaggio altrimenti desolato.
Leopardi critica il romanticismo e il progresso per aver abbandonato la razionalità illuminista, tornando a superstizioni medievali e false credenze, e per aver peggiorato la vita dell'uomo, favorendo solo pochi.
La solidarietà è vista come un mezzo per svelare la verità sulla vita e unire gli uomini contro la natura, identificata come il vero nemico dell'umanità.
Leopardi distingue tra il tempo infinito e immutabile della natura e il tempo mutabile e finito dell'uomo, evidenziando la paura della distruzione naturale che rimane costante nel tempo.
Leopardi vede la ginestra come un esempio di dignità, accettando il suo destino senza resistenza, a differenza dell'uomo che si illude di essere immortale attraverso il ricordo o la poesia.