simonemartini25
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Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi, nato nel 1798, fu influenzato da un ambiente familiare e sociale conservatore e bigotto, che contribuì alla sua formazione intellettuale e al suo pessimismo.
  • Leopardi è noto per il suo "pessimismo cosmico", per il quale la natura è vista come maligna e l'infelicità umana è inevitabile e non derivante dallo stato di natura.
  • Nel "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia", il pastore riflette sull'infelicità e il dolore intrinseco della vita umana, in dialogo con la luna, simbolo della ciclicità e dell'invariabilità.
  • "La Ginestra" rappresenta il "pessimismo eroico", dove Leopardi invita l'umanità a unirsi contro le forze distruttive della natura, riconoscendo la dignità nella sofferenza.
  • Il linguaggio leopardiano è caratterizzato da termini indeterminati, sonorità dolci e l'uso di parole antiche, creando un effetto vago e melodioso nelle sue composizioni.

Indice

  1. Infanzia e formazione di Leopardi
  2. Conversioni e prime opere
  3. Viaggi e delusioni
  4. Pessimismo storico e cosmico
  5. L'infinito e la contemplazione
  6. Ricordi e giovinezza perduta
  7. Dialogo con la luna
  8. La natura e la società
  9. Dialogo della natura e di un islandese

Infanzia e formazione di Leopardi

Si dichiara classicista (pessimismo).

Nacque il 29 giugno 1798 a Recanati nelle marche figlio di Aldo Monaldo severo che lo scoraggia e Adelaide Antici religiosa e anaffettiva. Una famiglia nobile marchigiana che si trovava in condizioni cattive patrimoniali.

Crebbe in ambiente bigotto e conservatore che influenzò le sue idee e i suoi orientamenti.

Fu istruito da 10 precettori ecclesiastici ma introno agli anni 10 continuò gli studi da solo per 7 anni “studio matto e disperato” che contribuirono a indebolire il suo fisico fragile. Si formò rapidamente una vastissima cultura.

Conversioni e prime opere

Ha avuto tre conversioni.

Tra 1815-1816 conversione letteraria, si entusiasma per i grandi poeti.

Amico di Pietro Giordani, intellettuale classicista, dove trova una confidenza affettuosa che gli manca nell’ambiente famigliare. Con esso segue idee patriottiche.

1817 inizia stesura zibaldone (taccuino con i suoi pensieri e riflessioni)

1819 abbandona il cattolicesimo diventa laico e abbraccia ateismo e materialismo. In questo stesso anno aveva tentato di raggiungere Roma poiché Recanati= infelicità ma venne scoperto dal padre.

Viaggi e delusioni

1822 si reca a Roma ma è deluso poiché la grandezza monumentale delle città che lo infastidisce.

Tornato a Recanati nel 1823 si dedica alle Operette morali (pensiero pessimistico).

1822 va a Firenze. Tra 1827 e 1828 va a Pisa dove favorisce un sentimento di dolcezze e di immaginazione.

14 giugno 1837 muore a Napoli.

Pessimismo storico e cosmico

Pessimismo storico: uomo è felice nello stato di natura, benigna che da illusioni. La civiltà ha distrutto le illusioni mostrando una condizione di infelicità grazie alla ragione. Il progresso rende infelice l’uomo 1822

pessimismo cosmico: infelicità non dipende da stato di natura, la natura è maligna, ma desideriamo un piacere infinito. Attesa della felicità= felicità stessa. Teoria del Piacere visto che si può ambire ad un piacere finito. 1823-25

pessimismo eroico: l’uomo può uscire dall’infelicità solo unendosi in una social catena .Ginestra.

È un idillio (riquadro che rappresenta la natura, piccola poesia), scritto nel 1821 quando ha 21 anni. Pessimismo storico. Usa parole desuete e poco utilizzate.

L'infinito e la contemplazione

Un colle solitario e una siepe impediscono di vedere l’orizzonte e Leopardi immagina cosa possa esserci al di là dell’ostacolo, sovraumani silenzi e profondissima quiete; in questo pensiero il suo cuore prova paura per la percezione dell’infinito. Ascolta il vento tra le piante e lo paragona al silenzio infinito. Pensa all’eternità, l’infinito del tempo, le epoche della sua vita trascorse e quella presente. Immaginando l’infinito il suo pensiero smarrisce. Il perdersi nel mare dell’infinito provoca dolcezza nell’interiore.

Vi è una contemplazione della natura e il tema del limite che può essere superato. L’infinito per il poeta è un’esperienza piacevole, ricercata, desiderata.

È diviso in due parti simmetriche.

È una canzone leopardiana: libera, senza rime fisse, versi variabili per numero.

Ricordi e giovinezza perduta

È dedicata a Teresa Fattorini, un’amica vicina di casa figlia del cocchiere della casa di Leopardi e la vedeva sempre dalla finestra mentre cantava e lavorava. Morta di tubercolosi molto giovane (21 anni)

La ricorda quando è viva, bella e felice tra il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza, che associa alla primavera; mentre tesseva e pensava al suo futuro. Parla della giovinezza come la miglior parte della vita. L’ascoltava mentre cantava ed era felice. Funzione del ricordo: il tempo passato ricordandolo diventa migliore rispetto a ciò che è stato.

Rimprovera la natura in quanto illude e disilludi di avere un futuro felice.

Abbandona la giovinezza e con questo la primavera e passa all’autunno, sia per cambio stagione che per età. Con la morte di Silvia muore anche la speranza della vita e il senso della vita. (sia fisicamente che la speranza in Leopardi).

Si rivolge a silvia e cita le speranze passate. Per Leopardi la verità fa male è arida e brutale. Il destino umano è la tomba e la morte.

È una canzone di Leopardi. Pessimismo cosmico

Dialogo con la luna

Pastore=condizione umile, persona comune.

Senso della vita= dolore, infelicità.

Il pastore dialoga con la luna con domande esistenziali (valgono sia per occidente che oriente) il modo elegante e delicato. Le pone alla luna perché hanno cose in comune cioè la vita ciclica e cose differenti in quanto la luna vede gli uomini dall’alto. Chiede se ha visto la felicità dell’uomo e se non è stufa di fare la stessa vita.

Domande esistenziali: che serve la vita, che scopo ha l’esistenza.

La vita del pastore è faticosa e piena di sacrifici e la paragona ad un vecchierello bianco.

Si parla della nascita del bambino che già dal primo atto che è il pianto prova dolore e i genitori fin da subito lo consolano; il parto è doloroso per la donna e vi è un rischio di morte. Chiede alla luna perché continuiamo a vivere se la vita è sfortuna ma fa una precisazione dicendo che lei non è mortale e questo discorso non gli interessa. Tanto che lo dice ironicamente dicendo che lei sa il senso della morte e quindi comprende.

Per Leopardi la vita è male.

Termina le domande alla luna e si rivolge al gregge non trovando risposte.

Dice che il gregge è beato poiché non conosce la miseria e lo invidia, secondo lui gli animali sono più felici perché non sono consapevoli della morte.

Gli animali, per l’autore, scordano ogni paura.

Dice che se sapessero parlare vorrebbe chiedere come siano soddisfatti e liberi da ogni angoscia al contrario suo.

Alla fine, fa tre ipotesi provando a dare una risposta ai due interlocutori:

Se avesse le ali sarebbe più felice guardando dall’alto.

Forse sbaglia quando dice che gli animali non soffrono.

Forse sia l’animale che la persona inizia il suo dolore al momento della nascita e continuerà a soffrire.

Con questo spezza l’ipotesi di felicità.

La natura e la società

La ginestra è un fiore giallo solitario che non ha bisogno di cura.

“E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”: l’uomo preferisce le tenebre della religione che illudono ad una vita dopo che alla luce della ragione che ci fa capire che la vita è finita.

Viene descritto il Vesuvio come una forza negativa della natura a cui l’uomo non può opporsi, in quanto aveva ricoperto tre paesi di lava. Proprio sul Vesuvio aveva visto la Ginestra come nei borghi di Roma anche qui era solitaria. La piccola ginestra non fa grandi cose ma abbellisce, profumo e può consolare il deserto=natura consolatrice delicata. Leopardi dice che sotto alla lava vi erano luoghi di ricchezza e felicità e il Vesuvio li ha distrutti. E ha un tono ironico rivolgendosi a chi non crede che la natura è maligna dice di venire a vedere cosa ha portato riferendosi a terremoti e eruzioni. Dice che la natura è immensamente + potente dell’uomo. Per Leopardi il 19° secolo è tornato indietro poiché ha abbandonato il pensiero illuminista.

Secondo Leopardi l’uomo povero e malato che si mostra se è saggio non si mostra forte e ricco ma non nasconde il suo stato senza vergona, altrimenti non si è saggi. Ritiene che essendo la natura nemica l’uomo saggio chiede aiuto agli altri uomini ma è consapevole della malvagità della natura. Un uomo che crede nella felicità è stolto, non coraggioso e saggio poiché basta un gesto della natura che si distrugge tutto. È saggio chi guarda il proprio destino riconoscendo il dolore e ritiene responsabile delle miserie la natura e non gli altri uomini.

La natura è nemica della società e la società umana si è unita per contrastarla.

È da stolti far male ad un altro uomo o fare ostacoli a dei nemici perché è come se in una battaglia si combattesse contro i propri alleati. (amore e aiuto)

È importante creare una social catena per vivere un una società onesta con giustizia e pietà.

La ginestra insegna che bisogna essere umili, piegandoci davanti a chi non possiamo combattere senza orgoglio o pietà. Bisogna avere coraggio di affrontare le situazioni senza orgoglio o supplica.

Bisogna vivere con umiltà e coraggio riconoscendo le forze più grandi di noi e adattandoci senza combattere perché sarebbe inutile, facendo scelte utili.

Dignità della sofferenza

È un linguaggio vago (termini indeterminati, fraintendibili), sonoro (con parole dolci per creare linguaggio sonoro) e pellegrino (usa parole antiche, desuete)

Idillio e canzone.

Dialogo della natura e di un islandese

Dialogo della natura e di un islandese.

È un’operetta morale: testo in prosa con racconti fantastici, come tema principale infelicità umana che mostra l’arido vero con un tono ironico.

Un islandese lascia la propria terra e va in Africa dove incontra un essere gigantesco e mostruoso raffigurato come la natura. È sconfortato poiché lui cerca di sfuggire dalla natura, ritenuta come ogni male e lei gli domanda perché odiasse la natura. Risponde che vive in un luogo inospitale e credeva che il problema fosse la sua terra e trovando un luogo migliore cambiava la sua idea. A questo punto si rende conto che non dipende dalle fasce climatiche.

Islandese inizia a fare delle domande alla natura. La natura dice che lei è capitata nel mondo e non dipende nell’infelicità e felicità dell’uomo.

Islandese dice che lui che è nato senza volerlo vuole vivere in luogo ospitale.

Paragone: se vengo invitato in una villa se non vengo accolto, non mi aprono e entrano in luogo inospitale non vi è motivo di essere invitato.

La natura dice che non ha capito nulla poiché lei si occupa di garantire la conservazione, distruzione e produzione della specie. (nascita, crescita, morte). L’islandese non si arrende e pone l’ultima domanda: se chi subisce il danno non gode e chi lo crea parzialmente c’è sempre infelicità.

Qui finisce, poiché l’islandese muore non si sa bene il motivo. O sbranato da due leoni, o da una tempesta di sabbia e sepolto in una tomba.

Questo fa capire che la natura è sempre + potente. Se da due leoni la morte ha portato la crescita dei medesimi, se con la tempesta (indomabile, impossibile opporsi).

In entrambi i casi la natura non ha a cuore la felicità ma la produzione, conservazione e morte della specie umana.

Domande da interrogazione

  1. Quando è nato Giacomo Leopardi?
  2. Giacomo Leopardi è nato il 29 giugno 1798.

  3. Quali sono le tre conversioni di Leopardi?
  4. Le tre conversioni di Leopardi sono la conversione letteraria nel 1815-1816, l'abbandono del cattolicesimo nel 1819 e la conversione al pessimismo eroico.

  5. A chi è dedicata la canzone "A Silvia" di Leopardi?
  6. La canzone "A Silvia" di Leopardi è dedicata a Teresa Fattorini, un'amica vicina di casa.

  7. Qual è il tema principale de "La Ginestra" di Leopardi?
  8. Il tema principale de "La Ginestra" di Leopardi è il pessimismo eroico.

  9. Qual è il linguaggio utilizzato da Leopardi nei suoi scritti?
  10. Leopardi utilizza un linguaggio vago, sonoro e pellegrino nei suoi scritti.

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