Franco_97
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Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi, uno dei principali poeti dell'Ottocento, visse una vita segnata dalla solitudine e dalla riflessione filosofica, culminando in un pessimismo "cosmico".
  • Il poeta trovò conforto nei suoi componimenti, che esploravano temi universali di sofferenza umana e la ricerca di dignità di fronte al destino.
  • Leopardi rifiutò il Romanticismo dominante, sviluppando una poetica personale basata sull'analisi esistenziale e la natura insensibile.
  • Ne "Il passero solitario", Leopardi utilizza il parallelismo tra la sua solitudine e quella dell'uccellino per esplorare il rimpianto di una gioventù non vissuta.
  • La lirica riflette il contrasto tra la vitalità della primavera e la solitudine del poeta, simbolizzando la transitorietà della giovinezza e della vita.

Indice

  1. Infanzia e formazione di Leopardi
  2. Viaggi e delusioni esistenziali
  3. Composizioni e riflessioni filosofiche
  4. Ultimi anni e testamento spirituale
  5. Il parallelismo del passero solitario
  6. Riflessioni sulla gioventù e solitudine

Infanzia e formazione di Leopardi

Giacomo Leopardi è uno dei maggiori poeti dell'Ottocento europeo. Nato nel 1798 all'interno di una famiglia della piccola nobiltà di Recanati, allora sotto lo Stato pontificio, ebbe un'educazione severa e priva di affetto.

A causa della salute cagionevole , ebbe un'adolescenza solitaria, trascorsa nella fornitissima biblioteca paterna. Lo studio, "matto e disperatissimo" , gli permise di formarsi una vasta cultura classica. L'amicizia con Pietro Giordani, un intellettuale di idee democratiche e liberali conosciuto nel 1817, gli rese sempre meno sopportabile il gretto e chiuso ambiente recanatese, spingendolo al suo primo , non riuscito , tentativo di fuga (nel 1819).

Viaggi e delusioni esistenziali

Un viaggio compiuto a Roma nel 1822 divenne motivo di un'ulteriore delusione della quale scaturì il pessimismo "cosmico" del poeta: egli vedeva nella vita - finalizzata esclusivamente alla morte - e nella Natura - insensibile matrigna

delle proprie creature - la fonte di ogni sofferenza umana.

Composizioni e riflessioni filosofiche

A partire dal 1824 egli scrisse le Operette morali che, sotto forma di dialogo , riproponevano le sue meditazioni su questi temi. Dopo aver viaggiato tra Milano, Bologna, e Firenze, approdò a Pisa nel 1828, ma l'aggravarsi delle due condizioni di salute lo costrinse ben presto a rientrare a Recanati. A

questo periodo appartengono alcune delle sue più importanti composizioni (Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia), note anche come Grandi idilli. Nel 1831

riuscì a pubblicare le sue liriche riunite sotto il titolo di Canti.

Ultimi anni e testamento spirituale

Stabilitosi a Napoli nel 1834, compose altri scritti, tra cui il suo testamento spirituale (La ginestra) attraverso il quale lanciava all'umanità un'estrema invocazione alla fratellanza e alla solidarietà. Il 14 giugno 1837 un attacco

d'asma più violento del solito spegneva per sempre la breve e travagliata esistenza del poeta. Tutta la profondità del pensiero di Leopardi è racchiusa nei suoi componimenti poetici, che egli considerò unico conforto al dolore

dell'esistenza: non soltanto dolenti effusioni delle sue personali sofferenze, ma voci di valore universale proprie dell'intero genere umano; perennemente portatrici degli interrogativi esistenziali che ogni uomo si pone , sempre e

ovunque , sul senso della vita e della morte . Il pessimismo da cui scaturiscono non è mai una resa, bensì un punto di partenza per scoprire la grandezza e la dignità dell'uomo che coraggiosamente accetta il destino che gli è stato dato in sorte. Vissuto in pieno Romanticismo Leopardi non vi si riconobbe e coltivò una poetica del tutto diverso e personale.

Il parallelismo del passero solitario

La lirica è imperniata sul parallelismo tra la vita del passero solitario, che per sua natura se ne sta in disparte, isolato dalle festose gazzarre degli altri uccelli nel cielo di primavera, e la vita del poeta, ugualmente solitaria,

escluso (per scelta) dalla gioia di vivere che anima tutta la gioventù del borgo. Il paesaggio esterno, con le sue presenze visive e sonore, diventa paesaggio interiore dell'anima: nel tramonto del sole si riflette il tramonto

della vita mentre quasi insostenibile si fa il rimpianto delle lontane speranze puntualmente deluse dall'ingrato destino.

Riflessioni sulla gioventù e solitudine

Con tono commosso, alieno da ogni enfasi retorica, il poeta Leopardi riflette sulla sua condizione , paragonando la sua gioventù e le sue abitudini a quelle di un passero solitario. Strutturalmente possiamo dire che il componimento si

sviluppa in tre parti, corrispondenti alle tre strofe della canzone , legate da significativi parallelismi. Nella prima strofa il passero è il protagonista, al cui canto armonioso fa riscontro lo splendore della primavera, descritta dal

poeta con pochi tocchi di incomparabile suggestione. La solitudine del piccolo volatile rimanda, per antitesi, alle immagini liete degli altri animali, la cui spensieratezza è sottolineata dai mille voli degli uccelli che così festeggiano la giovinezza, primavera della vita.

D'in su la vetta della torre antica,

Passero solitario, alla campagna

Cantando vai finchè non more il giorno;

Ed erra l'armonia per questa valle.

Primavera dintorno

Brilla nell'aria, e per li campi esulta,

Sì ch'a mirarla intenerisce il core.

Odi greggi belar, muggire armenti;

Gli altri augelli contenti, a gara insieme

Per lo libero ciel fan mille giri,

Pur festeggiando il lor tempo migliore:

Tu pensoso in disparte il tutto miri;

Non compagni, non voli,

Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;

Canti, e così trapassi

Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia

Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,

Della novella età dolce famiglia,

E te german di giovinezza, amore,

Sospiro acerbo de' provetti giorni,

Non curo, io non so come; anzi da loro

Quasi fuggo lontano;

Quasi romito, e strano

Al mio loco natio,

Passo del viver mio la primavera.

Questo giorno ch'omai cede la sera,

Festeggiar si costuma al nostro borgo.

Odi per lo sereno un suon di squilla,

Odi spesso un tonar di ferree canne,

Che rimbomba lontan di villa in villa.

Tutta vestita a festa

La gioventù del loco

Lascia le case, e per le vie si spande;

E mira ed è mirata, e in cor s'allegra

. Io solitario in questa

Rimota parte alla campagna uscendo,

Ogni diletto e gioco

Indugio in altro tempo: e intanto il guardo

Steso nell'aria aprica

Mi fere il Sol che tra lontani monti,

Dopo il giorno sereno,

Cadendo si dilegua, e par che dica

Che la beata gioventù vien meno.

Tu solingo augellin, venuto a sera

Del viver che daranno a te le stelle,

Certo del tuo costume

Non ti dorrai; che di natura è frutto

Ogni nostra vaghezza

A me, se di vecchiezza

La detestata soglia

Evitar non impetro,

Quando muti questi occhi all'altrui core,

E lor fia voto il mondo, e il dì futuro

Del dì presente più noioso e tetro,

Che parrà di tal voglia?

Che di quest'anni miei? Che di me stesso?

Ahi pentiromi, e spesso,

Ma sconsolato, volgerommi indietro.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati gli elementi principali dell'infanzia e formazione di Giacomo Leopardi?
  2. Giacomo Leopardi è nato nel 1798 in una famiglia della piccola nobiltà di Recanati. Ha avuto un'educazione severa e priva di affetto, trascorrendo un'adolescenza solitaria nella biblioteca paterna, dove ha acquisito una vasta cultura classica.

  3. Come ha influenzato il viaggio a Roma del 1822 la visione del mondo di Leopardi?
  4. Il viaggio a Roma nel 1822 ha portato Leopardi a una delusione esistenziale, contribuendo al suo pessimismo "cosmico", vedendo la vita come finalizzata alla morte e la Natura come una matrigna insensibile.

  5. Quali sono alcune delle opere più importanti di Leopardi e cosa rappresentano?
  6. Tra le opere più importanti di Leopardi ci sono "Le ricordanze", "La quiete dopo la tempesta", "Il sabato del villaggio", e "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia", note come Grandi idilli, che riflettono le sue meditazioni filosofiche e il suo pessimismo.

  7. Qual è il significato del testamento spirituale di Leopardi, "La ginestra"?
  8. "La ginestra" è il testamento spirituale di Leopardi, in cui lancia un'invocazione alla fratellanza e alla solidarietà umana, esprimendo la profondità del suo pensiero e il suo approccio al dolore dell'esistenza.

  9. Come viene rappresentata la solitudine nel "Il passero solitario"?
  10. Nel "Il passero solitario", la solitudine è rappresentata attraverso il parallelismo tra la vita del passero, che vive isolato, e quella del poeta, escluso dalla gioia di vivere, riflettendo il rimpianto delle speranze deluse.

Domande e risposte

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