Concetti Chiave
- Il Canto notturno di Leopardi esplora l'indifferenza della natura, rappresentata dalla luna, rispetto alla condizione mortale dell'uomo.
- La vita umana è vista come un viaggio affannoso verso una morte certa, in contrasto con l'immortalità della luna, evocando una sensazione di smarrimento esistenziale.
- Leopardi riflette sulla sofferenza e il pericolo sin dalla nascita, sottolineando l'incapacità della natura di occuparsi degli uomini.
- La quarta strofa affronta questioni filosofiche e sentimentali, mettendo in luce il pessimismo cosmico e l'infinito come smarrimento esistenziale.
- Nella sesta strofa, la noia è il tema centrale, paragonando la condizione umana a quella degli animali e riflettendo sul desiderio di una vita semplice e priva di ragione.
Indice
L'ispirazione leopardiana
Canzone scritta durante la seconda fase della poetica leopardiana, rientrante nei “Grandi Idilli”.
Leopardi era stato suggestionato da una notizia di una rivista francese che descriveva l’usanza dei pastori nomadi asiatici di rivolgersi alla luna intonando tristi canti.
Interlocutrice è la luna “silenziosa” (v.2), in seguito indicata con numerosi epiteti.
La luna e il pastore
Prima strofa. La luna è “vergine” e “intatta”, non è toccata dalla miseria della condizione umana. Essa è “solitaria” e “pensierosa”, il che indica la distanza dal pastore. È “candida”, ossia pura. La luna è anche immortale. La luna rappresenta l’ostilità della natura (immortale) nei confronti dell’uomo (mortale). La natura non si occupa delle sua creature, e infatti la luna silenziosa.
Il poeta individua un tratto di somiglianza tra la luna e il pastore: entrambi fanno sempre le stesse cose.
Già alla fine della prima strofa si nota la distanza abissale: al vagare breve dell’uomo è contrapposta l’immortalità della luna.
Riflessioni sulla condizione umana
Seconda strofa. riferimento a Petrarca (canzone L).
Se per Petrarca il vecchietto era un pellegrino in cerca di pace (alla fine trovata), per Leopardi il vecchio pastore è l’immagine della condizione umana, che si affanna per poi giungere a una morte annunciata.
Nella seconda strofa c’è una punteggiatura fitta, che rappresenta la corsa del vecchio.
La vita e la nascita
Terza strofa. Leopardi spiega che tutta la vita dell’uomo può essere compresa sin dalla nascita. La nascita è un momento di sofferenza e pericolo. Anche crescendo, il bambino viene sorretto dai genitori.
vv. 50-51: incoraggiare è la cosa migliore che i genitori possano fare.
v. 60: la luna si disinteressa dello stato degli uomini.
Poesia e filosofia
Quarta strofa. Più densamente poetica, con espressioni più vicine alla poetica del vago e dell’infinito. Quando il pastore si pone domande esistenziali, ontologiche, la poesia diventa sentimentale e filosofica.
vv. 61-85: parte poetica.
vv. 85-104: parte filosofica, con in conclusione la riscoperta del’arido vero.
v. 72: dimensione temporale dell’infinito.
vv. 87-89: dimensione spaziale dell’infinito.
Ora l’infinito ha un’accezione negativa. I termini usati e il concetto sono quasi gli stessi, ma nell’”Infinito” la percezione che si ha di esso è positiva; con il pessimismo cosmico l’infinito rappresenta lo smarrimento esistenziale.
Dal v. 86 il poeta si pone domande esistenziali.
La noia e il dolore
Sesta strofa. L'interlocutore del poeta diventa il gregge.
Il tema centrale è la noia. Leopardi riprende la teoria di Schopenhauer: la vita è un pendolo tra noia e dolore. L’uomo prova piacere, secondo Leopardi, solo negli intervalli.
Leopardi paragona la noia degli uomini alla condizione degli animali: ritiene essi fortunati, in quanto sono privi di ragione.
Speranza e dubbio
Settima strofa: “forse” (v.133), se si potesse nascere in una condizione diversa da quella umana, si potrebbe vivere felici (tema della speranza).
vv. 137-138: chiasmo rispetto agli interlocutori (nel testo prima si parla con la luna e poi con il gregge).
Il “forse” al v.139 insinua il dubbio.
Il “forse” al v.141 segna la caduta della speranza.
Domande da interrogazione
- Qual è l'ispirazione dietro la canzone leopardiana nei “Grandi Idilli”?
- Come viene rappresentata la luna nella prima strofa?
- Qual è la riflessione di Leopardi sulla condizione umana nella seconda strofa?
- Qual è il tema centrale della sesta strofa?
- Cosa rappresenta il "forse" nella settima strofa?
Leopardi è stato ispirato da una notizia su una rivista francese riguardante i pastori nomadi asiatici che cantavano alla luna, che diventa l'interlocutrice silenziosa nella sua poesia.
La luna è descritta come "vergine", "intatta", "solitaria", "pensierosa" e "candida", rappresentando l'ostilità della natura immortale nei confronti dell'uomo mortale.
Leopardi vede il vecchio pastore come simbolo della condizione umana, che si affanna per poi giungere a una morte inevitabile, in contrasto con la ricerca di pace di Petrarca.
Il tema centrale è la noia, con Leopardi che riprende la teoria di Schopenhauer, vedendo la vita come un pendolo tra noia e dolore, e considerando gli animali fortunati perché privi di ragione.
Il "forse" introduce il dubbio e segna la caduta della speranza, suggerendo che una condizione diversa da quella umana potrebbe portare alla felicità.