Concetti Chiave
- Giuseppe Ungaretti nacque in Egitto da genitori italiani e visse una fanciullezza tra Alessandria e Parigi, influenzato da letture di Baudelaire e Nietzsche.
- Partecipò alla Prima Guerra Mondiale e le esperienze in trincea influenzarono profondamente la sua produzione poetica, come evidenziato nella raccolta "Il porto sepolto".
- La poetica di Ungaretti è caratterizzata da un ritorno alla purezza, cercando un'espressione essenziale e contemplativa delle emozioni e dell'esistenza.
- Tra le opere principali, "L'allegria di naufragi" e "Sentimento del tempo" esplorano temi di perdita, resistenza e la dimensione temporale, spesso ispirandosi alla mitologia.
- Nonostante le difficoltà economiche e personali, Ungaretti continuò a essere una figura influente nella letteratura italiana, diventando professore e ricevendo riconoscimenti importanti.

La vita e lo stile
Nacque nella cosmopolita Alessandria d’Egitto il 10 febbraio 1888 da genitori lucchesi, attirati in Africa per la realizzazione di un’opera: il taglio dell’istmo di Suez. Il padre Antonio vi aveva trovato lavoro come sterratore, contrasse però una grave malattia durante lo scavo del Canale e ne morì quando lui aveva solo due anni. Tuttavia la madre, Maria Lunardini, non si perse d’animo e continuò a gestire il forno che avevano aperto nel quartiere di Moharrem Bey, vicino al deserto, e che le permise di garantire al figlio una fanciullezza spensierata e un’ottima educazione. Poté infatti studiare prima in collegio all’istituto Don Bosco poi presso un'esclusiva scuola svizzera, qui conobbe Mohammed Sceab, un giovane arabo che poco dopo sarebbe morto suicida in Francia, ma con lui approfondì svariate letture come quelle di Baudelaire, Nietzsche, Leopardi e Mallarmé. Risalgono a questo periodo il suo ingresso in un circolo anarchico fondato dallo scrittore socialista Enrico Pea, e la frequentazione del cenacolo letterario che si riuniva intorno al poeta neogreco Kavafis, nostalgico evocatore della propria patria e millenaria civiltà. Strinse anche amicizia con i fratelli Thuile, due ingegneri francesi che gli parlarono del porto di Alessandria, sprofondato in mare, di cui proprio allora un archeologo aveva avviato i rilevamenti subacquei, di questa inabissamento il poeta si sarebbe ricordato a distanza di anni, intitolando la sua prima raccolta “Il porto sepolto”. Per completare la formazione letteraria e intellettuale, nell’estate del 1912 Ungaretti lasciò l’Egitto alla volta di Parigi, sbarcando però a Brindisi per ammirare la terra degli antenati, fece sosta dunque in Toscana, dove incontrò anche i vociani e solo in autunno raggiunse l’amico Sceab a Parigi. Si iscrisse alla Sorbona e seguì le lezioni di Henri Bergson al Collège de France, il pensiero di questo filosofo esercitò su di lui una notevole e duratura influenza, ispirandogli in particolare la poetica della memoria e il sentimento del tempo. Fervente patriota, allo scoppio della prima guerra mondiale tornò in Italia per arruolarsi anche se non venne mobilitato subito, all’inizio per motivi di salute rimase infatti in osservazione all’ospedale militare di Biella per poi essere assegnato in forza al 19° reggimento della brigata Brescia e spedito in prima linea sul fronte del Carso dove rimase interrottamente fino alla ritirata di Caporetto in cui tra il 24 e il 25 ottobre 1917 si combatté la dodicesima dell’Isonzo tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico e tedesco. In trincea, scoprì “uomo di pena” e nutrì diversi versi di quella capitale esperienza, scrisse infatti alcune decine di liriche, fatte di poche ma dense parole annotate dove capitava, anche sugli incartamenti delle munizioni, poi raccolte nel 1916 per interessamento di un tenente letterato, Ettore Serra e raccolte in “Il porto sepolto”. Finita la guerra, si stabilì a Parigi, avvicinandosi al gruppo dei surrealisti con Andre Breton, nel 1919 diede alle stampe un libricino di poche pagine di poesie in francese intitolato “Le guerre” e per l’editore Vallecchi di Firenze, “Allegria di naufragi”, punto di arrivo della sua prima stagione lirica. Poi iniziò a scrivere per “Il popolo d’Italia”, quotidiano fondato e diretto da Mussolini e poco dopo si sposò con Jeanne Dupoix da cui ebbe due figli: Anna Maria nel 1925 e Antonietto nel 1930. Verso la fine del 1921 si trasferì a Roma, all’inizio stentò ad ambientarsi, infastidito dai monumenti barocchi e angustiato della difficoltà economiche, si rivelarono infatti anni duri tanto che dovette trasferire la propria residenza a Marino, sui castelli romani, dove la vita era meno cara. Per arrotondare andò in cerca di collaborazioni giornalistiche, diventò quindi inviato della Gazzetta del popolo torinese in Egitto, Corsica, Paesi Bassi, Etruria e nel Polesine, tenendo conferenze sul fascismo, nel 1928 al monastero di Subiaco ritrovò la propria fede e frutto di questa conversione fu “La Peità”. Nel 1937 si trasferì in Brasile come professore incaricato di lingua e letteratura italiana, e questo fu un periodo funestato da due lutti: quello del fratello nel 1937 e del figlio due anni dopo a causa di una banale appendicite non diagnosticata in tempo, lo strazio trovò sfogo nei vesti di “Il dolore”. Nel 1942 tornò a Roma come professore alla Sapienza, ricevendo anche la nomina di Accademico d’Italia, ma come tutti coloro che si erano compromessi con il regime, dovette subire nel 1944 un processo di epurazione. La sua fama continuava ad aumentare tanto da essere eletto all’unanimità nel 1962 Presidente della comunità europea degli scrittori, morì a Milano tra il 1° e il 2 giugno 1970.
La poetica: ritorno alla purezza
La poesia per Ungaretti ha una missione che va oltre il compianto delle ferite, proprio in quanto mira ad un traguardo metafisico, deve saper guardare al di là del piano accidentato dell’esistenza, quindi il poeta si cala negli abissi dell’anima, dove giace la memoria misteriosa della beata innocenza delle origini e dell'allegria. Per esprimere questa ricerca nel profondo, ricorre spesso alla metafora del porto sepolto, calandosi in esso come un palombaro, si affaccia sull’essere, lo contempla. Questo fa di Ungaretti un ricercatore continuo di emozioni e nuovi modi di esprimerle: di fronte ai simbolisti dai versi spezzati, Giuseppe associa la propria conoscenza dei classici; di fronte alla fratellanza tra soldati, Ungaretti associa la propria esperienza di guerra. Per questo la sua poesia è un miscuglio di ricezioni esterne, dai suoi amici simbolisti ai suoi amici de La Voce. Ovviamente il tutto fu di difficile e lenta comprensione, poiché si può dire si trovassero tutti di fronte ad un'avanguardista che avrebbe cambiato il modo di scrivere iniziando quella che viene definita: poesia pura ossia priva di "fronzoli", semplice, essenziale e solitaria. Come appunto fosse un simbolo: il simbolo del ritorno alla purezza.
Le opere principali
- L'allegria di naufragi Raccolta di poesie del 1919 e, come quasi tutti i componimenti scritti durante la guerra, l'esperienza maggiormente descritta è quella della gravità delle perdite dei suoi fratelli ma anche l'incitamento a proseguire il viaggio, quello della vita e quello verso la morte.
- Il porto sepolto Scritta nel 1916 e, anche in questo caso, si è di fronte a poesie scritte in trincea, in situazioni ben poco favorevoli e con e su ciò che si trovava vicino. Ma, di nuovo, il poeta è pronto a continuare il suo percorso ed incita il lettore a seguirlo, resistendo alla guerra: inevitabile conseguenza che distrugge l'Italia che subisce.
- Sentimento del tempo In questa raccolta il tema, come si comprende dal titolo, è quello del tempo, anche se lo troviamo in altre raccolte, anche nelle precedenti. Qui, però, il tempo va più lontano rispetto alla guerra: giunge infatti fino al passato prossimo di Dante e degli dei, ricorrendo a molta della mitologia omerica e ai miti della tradizione italiana.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e la formazione di Giuseppe Ungaretti?
- Come si sviluppò la carriera letteraria di Ungaretti durante la Prima Guerra Mondiale?
- Qual è la poetica di Giuseppe Ungaretti e come si esprime nelle sue opere?
- Quali sono le opere principali di Ungaretti e quali temi trattano?
- Come influenzò la vita personale di Ungaretti la sua produzione poetica?
Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto da genitori lucchesi. Studiò in collegio all'istituto Don Bosco e in una scuola svizzera, dove conobbe Mohammed Sceab e approfondì letture di autori come Baudelaire e Nietzsche. Successivamente, si trasferì a Parigi per completare la sua formazione letteraria e intellettuale.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Ungaretti si arruolò nell'esercito italiano e scrisse poesie in trincea, che furono raccolte nel 1916 in "Il porto sepolto". Queste esperienze influenzarono profondamente la sua poetica, caratterizzata da versi brevi e intensi.
La poetica di Ungaretti mira a un traguardo metafisico, cercando la purezza e l'innocenza delle origini. Utilizza la metafora del "porto sepolto" per esprimere la ricerca interiore e la contemplazione dell'essere. La sua poesia è essenziale e priva di fronzoli, rappresentando un ritorno alla purezza.
Le opere principali di Ungaretti includono "L'allegria di naufragi", "Il porto sepolto" e "Sentimento del tempo". Queste raccolte trattano temi come la guerra, la memoria, il tempo e la ricerca di significato oltre le esperienze dolorose.
La vita personale di Ungaretti, segnata da lutti e difficoltà economiche, influenzò profondamente la sua produzione poetica. Eventi come la morte del figlio e del fratello trovarono espressione nei suoi versi, come in "Il dolore", riflettendo il suo dolore personale e la sua ricerca di consolazione attraverso la poesia.