Concetti Chiave
- La poetica di Giovanni Pascoli si lega profondamente al Decadentismo, rappresentando la prima esperienza poetica di questo movimento in Italia.
- Nel saggio "Il Fanciullino", Pascoli descrive la poesia come una forma d'irrazionalità che permette al poeta di svelare i segreti nascosti della realtà.
- La natura ha un ruolo centrale nella poesia pascoliana, simbolizzando solitudine e fragilità umana, come illustrato nelle poesie "Lavandare" e "Novembre".
- Pascoli ricerca un'identificazione con la natura nelle piccole cose, vedendola come rifugio e protezione, espressa in opere come "L'assiuolo" e "Il gelsomino notturno".
- Il linguaggio poetico di Pascoli rompe con gli schemi tradizionali, concentrandosi su effetti sonori e musicali per evocare stati d'animo e sensazioni.

Indice
Il ruolo della natura nel pensiero di Giovanni Pascoli
La poetica pascoliana si lega perfettamente al Decadentismo e ne costituisce la prima esperienza poetica in Italia.
Giovanni Pascoli definisce la sua poetica nella prosa “Il Fanciullino”, nella quale, egli non considera la poesia logos, cioè razionalità, bensì una perenne condizione d’irrazionalità. Ciò che Pascoli chiama “Fanciullino” è una voce presente in ogni uomo grazie alla quale è possibile cogliere, tra le esperienze comuni, le impressioni più nascoste, meno avvertite e contemplare il mistero delle cose con un’infantile innocenza. Il poeta, che è l’unico a mantenere intatta dentro di sé questa capacità, deve liberarsi da ogni struttura culturale per riuscire a svelare il segreto della realtà che si nasconde dietro gli oggetti, dagli elementi più all’immensità dell’universo, trovando fra essi corrispondenza e analogia, come nella poesia “L’imbrunire”. Per il Pascoli, la poesia non è invenzione, bensì scoperta di qualcosa che già esiste, ma che l’uomo comune non riesce a percepire. La natura ha, nella sua poesia, un ruolo fondamentale, come notiamo nella poesia “Lavandare”: un aratro in mezzo alla maggese diventa il simbolo di solitudine ed abbandono, così come nel paesaggio autunnale, il poeta avverte la fragilità della vita umana, simboleggiata dalla foglia (“Novembre”).
Altri aspetti della poetica pascoliana
Il carrettiere nel sonno si sente a suo agio, cullato dalla bufera di vento, si immedesima nella natura a cui gli umili sono più vicini. Attento al minimo mormorio, al semplice, all’incontaminato, il poeta cerca l’identificazione con la natura nelle piccole cose, come dimostrano sia “L’assiuolo” sia “Il gelsomino notturno”. Questa realtà è sentita come propria, madre o rifugio, riparo da una condizione esistenziale da cui sfuggire; nella poesia “Nebbia”, infatti, il poeta desidera allontanare da sé ciò che gli reca dolore e vedere solo il cipresso vicino, l’orto e il cane che gli dà un senso di protezione. In “X Agosto”, egli rivive il dolore provocato dall’uccisione del padre, sentita come un esempio di malvagità umana sulla quale al cielo, nella notte di San Lorenzo, non resta che versare un pianto di stelle. Coerenti con questo modo di vedere la realtà sono il linguaggio poetico e la sintassi che non seguono schemi tradizionali e logici; la parola ricerca effetti sonori, diventa musica espressiva di stati d’animo e stimola sensazioni.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della natura nella poetica di Giovanni Pascoli?
- Chi è il "Fanciullino" secondo Giovanni Pascoli?
- Come si relaziona la poetica di Pascoli con il Decadentismo?
- In che modo Pascoli utilizza il linguaggio poetico?
La natura ha un ruolo fondamentale nella poetica di Pascoli, simboleggiando solitudine, abbandono e la fragilità della vita umana, come illustrato nelle poesie "Lavandare" e "Novembre".
Il "Fanciullino" è una voce presente in ogni uomo che permette di cogliere le impressioni più nascoste e contemplare il mistero delle cose con innocenza infantile, un concetto centrale nella poetica pascoliana.
La poetica di Pascoli si lega al Decadentismo, rappresentando la prima esperienza poetica di questo movimento in Italia, caratterizzata da una condizione d'irrazionalità e scoperta della realtà nascosta.
Pascoli utilizza un linguaggio poetico che non segue schemi tradizionali, cercando effetti sonori e musicali per esprimere stati d'animo e stimolare sensazioni, come dimostrato nelle sue opere.