Concetti Chiave
- Giovanni Pascoli è un poeta novecentesco di rilievo, noto per la sua vita appartata e il trauma dell'infanzia segnato dalla morte violenta del padre.
- La poetica del fanciullino di Pascoli enfatizza l'importanza di riscoprire l'ingenuità infantile, mettendo da parte la razionalità adulta per vedere il mondo con occhi nuovi.
- Pascoli promuoveva un socialismo utopico, credendo nella necessità di condividere risorse e di un umanitarismo universale basato sull'onestà.
- Pur sostenendo il socialismo, Pascoli vedeva l'imperialismo come essenziale per l'Italia, auspicando l'espansione territoriale per migliorare la sua posizione internazionale.
- Nel pensiero politico di Pascoli, centrale è il ruolo del piccolo proprietario rurale, simbolo di saggezza e gestione responsabile della terra e della famiglia.
Indice
La vita e la carriera di Pascoli
Giovanni Pascoli è uno dei poeti più importanti, originali e acclamati della poesia novecentesca. Egli fu un uomo che visse sempre in maniera appartata, nonostante fosse stato raggiunto da una grande fama; venne, ad esempio, chiamato ad essere il successore di Carducci nella cattedra di italiano all’Università di Pisa e fu investito di una serie di premi tra cui quelli importantissimi legati a dei concorsi di lingua latina tenutisi ad Amsterdam. Egli rifuggiva le situazioni mondane e si ostinò a vivere fino alla fine della sua vita in un piccolo borgo, San Mauro di Romagna nel difficile tentativo di recuperare quell’unità familiare che il poeta aveva perso nella sua infanzia.
Il trauma familiare e la poetica
La vita di Pascoli, infatti, fu segnata da un profondo trauma, quello dell’uccisione del padre. Il padre di Pascoli venne ucciso a fucilate da alcuni suoi rivali di lavoro nella notte di San Lorenzo del 1867 e a questa uccisione seguirono una serie di lutti. Pascoli rimase solo, in compagnia delle sorelle Mariù e Ida; finché Ida non si sposò e l’autore percepì tale gesto come un grande tradimento. Il trauma familiare che colpì Pascoli durante la sua infanzia, causerà una grande insofferenza nel poeta che influenzerà tutta la sua vita e la sua poetica. La poesia “X Agosto” è dedicata proprio alla morte del padre e in essa irrompe con forza la personalità di Pascoli: il suo essere schivo, il suo restare attaccato ad una famiglia che non esiste più, l’idea che la Terra sia un atomo opaco del male, cioè un piccolo pianeta oscuro e insignificante caratterizzato dalla presenza del male. Pascoli, dunque, ha una visione pessimistica della realtà: è convinto che il male sia dentro l’uomo e al suo esterno e l’unica difesa, per il poeta, nei confronti di questo mondo minaccioso consiste nell’erigere un muro tra lui e il mondo.
La poetica del fanciullino
La cosiddetta “poetica del fanciullino” rappresenta il nucleo della poetica e dell’ideologia pascoliana, secondo cui il poeta coincide con la figura del fanciullino, ovvero quel bambino ingenuo, incapace di comprensione, inesperto, che si approccia alle cose perché le vede per la prima volta e che dà un nome a tutto ciò che vede. Per Pascoli, infatti, il poeta deve essere un uomo che cancella dentro di sé la parte razionale, intellettuale, dando voce a quell’ingenuità, a quella freschezza propria di un bambino. Secondo l’autore esiste dentro ogni uomo un fanciullino, anche in coloro che si sono dimenticati della propria infanzia.
Ideali socialisti e visione politica
Pascoli condivideva un ideale di socialismo utopico; egli venne anche arrestato da giovane perché professava idee di stampo socialista. L’autore, infatti, era convinto che nella vita fosse necessario che ciascuno cedesse del proprio agli altri e che il Partito socialista potesse creare una sorta di umanitarismo e di bontà generale, simile all’ideale di Cicerone del "consensus omnium bonorum", ovvero un accordo di tutti gli uomini onesti. Pascoli scrisse dei testi a riguardo, come “La grande Proletaria si è mossa”, testo emblematico che celebrava la conquista della Libia da parte di Giolitti; egli, infatti, era convinto che l’Imperialismo fosse necessario per fare in modo che l’Italia tornasse ad essere uno Stato ammirato e rispettato. L’Italia, per l’autore, era una nazione modesta, con un governo incapace di dare lavoro per tutti e per questo doveva allargare il suo territorio, creando delle colonie. Inoltre è centrale nel suo pensiero l’idea dell’importanza del piccolo potere, del piccolo proprietario rurale, del piccolo borghese, che coltiva personalmente la Terra e guida con saggezza la propria famiglia.
Domande da interrogazione
- Quali eventi traumatici hanno influenzato la vita e la poetica di Giovanni Pascoli?
- In cosa consiste la "poetica del fanciullino" di Pascoli?
- Qual era la visione politica di Pascoli e come si manifestava nei suoi scritti?
- Come si riflette la vita personale di Pascoli nella sua scelta di residenza?
- Qual è l'importanza del "piccolo potere" nel pensiero di Pascoli?
La vita di Pascoli fu segnata dall'uccisione del padre, un evento traumatico che influenzò profondamente la sua poetica, portandolo a una visione pessimistica della realtà e a un attaccamento alla famiglia perduta.
La "poetica del fanciullino" rappresenta l'idea che il poeta debba riscoprire l'ingenuità e la freschezza di un bambino, cancellando la parte razionale per dare voce a una visione pura e nuova del mondo.
Pascoli condivideva un ideale di socialismo utopico, credendo nella necessità di cedere del proprio agli altri. Scrisse testi come “La grande Proletaria si è mossa”, sostenendo l'imperialismo come mezzo per rafforzare l'Italia.
Nonostante la fama, Pascoli scelse di vivere in un piccolo borgo, San Mauro di Romagna, nel tentativo di ricostruire l'unità familiare perduta durante l'infanzia.
Pascoli valorizzava il piccolo potere del proprietario rurale e del piccolo borghese, che coltiva la terra e guida la famiglia con saggezza, riflettendo un ideale di vita semplice e radicata.