Concetti Chiave
- Giovanni Pascoli, poeta del decadentismo, ha vissuto un'infanzia segnata da tragedie familiari che hanno influenzato profondamente la sua produzione poetica, caratterizzata da temi di lutto e famiglia.
- La figura del "nido" rappresenta il rifugio familiare sacro per Pascoli, reso ancora più significativo dai numerosi lutti che ha subito, e simbolizza l'unità e la chiusura del legame familiare.
- Pascoli ha innovato il linguaggio poetico italiano, dando importanza a dettagli naturali e scientifici, utilizzando un linguaggio preciso e musicale per esprimere una visione caotica e disgregata del mondo.
- La filosofia poetica di Pascoli si identifica con il "fanciullino", una visione prerazionale e immaginativa del mondo che riflette un rifiuto dell'età adulta e della società moderna.
- Le raccolte poetiche di Pascoli, come "Myricae" e "I canti di Castelvecchio", mostrano la sua predilezione per le piccole cose e i simboli, con una sintassi musicale e evocativa, che esprimono semplicità e profondità simbolica.
Indice
Infanzia e Traumi Familiari
Fa parte del decadentismo.
Nasce nel paesino di San Mauro di Romagna; nasce nel 1855-1912.
Condizioni sociali buone, padre Ruggero sovrintendente di una grande tenuta agricola appartenente a un principe —> padre figura importante per lui. Evento traumatico: il primo a lasciare il nucleo familiare è il padre—> muore nel 10 agosto 1867.
Il padre era andato a un imp fiera, prendendo la carrozza trainata da una cavalla (poeticamente Storna), la sera del 10 agosto torna a casa nella stessa carrozza ma morto.
Non si sanno le cause, forse lavorative, lui per tutta la vita vedrà la morte del padre come una ingiustizia assoluta. Lui scriverà una poesia chiamata “10 agosto” proprio per il padre.
Nei dieci anni che seguono in totale ci sono 5 morti (padre, madre, fratelli e sorelle).
Uno dei temi ricorrenti nella sua poesia saranno proprio i morti e la famiglia:
-i morti che ritornano e parlano con i vivi, sempre presenti anche se non ci sono più;
-la famiglia chiamata “il nido”, ovvero una famiglia che non c’è più, e quel nucleo di persone che sono rimaste per lui devono stare particolarmente unito e chiuso in questo nido.
Formazione e Carriera Accademica
Pascoli studia al collegio degli scolopi, prima a Urbino, poi prosegue gli studi a Firenze.
È portato per le materie umanistiche e le lingue classiche (greco e latino). Farà l’università di lettere a Bologna, allievo di Carducci.
si laurea e diventa un esempio di intellettuale italiano che oltre a fare poesia decide di fare—> il professore (e all’inizio fa il supplente in giro per la Toscana).Capirà poi che il suo vero sogno è insegnare all’università, dopo è pian piano riuscirà ad arrivare nei primi del ‘900, insegnante della cattedra in lettere nell’Università di Bologna (prende il posto di Carducci). Pascoli è stato anche un critico letterario
Il Nido Familiare
All’inizio con due sorelle che si porta dietro nei suoi trasferimenti di città in città (Ida e Mariù), perché lo fa? Per tenere insieme la famiglia unita (il cosiddetto nido).
Questo finché la sorella Ida decide di sposarsi, e così la sorella e Pascoli decidono di non parlarle più.
Da quel momento fino alla morte lui vivrà con Mariú, in una casa di campagna “Casa di Castelvecchio di Barga”, luogo a lui molto caro (poesia “i canti di castelvecchio").
Tale atteggiamento ci fa capire come per Pascoli il nido fosse davvero un qualcosa di sacro.
Impegno Politico e Nazionalismo
L’ultima fase della sua vita: si schiera politicamente per la prima volta, con il nazionalismo italiano diventando il poeta ufficiale del nazionalismo, acceso sostenitore della colonizzazione italiana in Africa settentrionale (in quegli anni avvenne la colonizzazione della Libia, e lui in quel periodo pronunciò un imp discorso e scrive un libro “la grande proletaria s'è mossa”).
Il nido familiare: l’accanimento alla famiglia è legato a un passato di lutti e di dolori che inibiscono il poeta a ogni nuovo rapporto relazionale, che viene vista come un tradimento ai legami viscerali della famiglia.
Visione Poetica e Linguaggio
Visione del mondo: Pascoli usa le parole più precise possibili, terminologie: scientifiche, zoologiche, astrali.
Nelle sue poesie darà cittadinanza poetica da elementi fino a quel momento esclusi dalla poesia —> la sua poesia è chiamata “poesia delle piccole cose”(cose che nessuno considera).
Protagonista delle opere: la natura analizzata nelle sue più piccole manifestazioni con linguaggio preciso e scientifico (botanica, astrologia)—> Innovazioni nel linguaggio poetico italiano.
Tutto ciò è sintomo di una visione del mondo in cui non c’è più un ordine, una gerarchia fra le cose—> un mondo che si sta disgregando.
Visione caotica della realtà (collegamento alla crisi del positivismo, decadentismo).
Ciò fa sembrare che Pascoli sia un poeta umile quando in realtà non è semplicemente un poeta realista e legato alla natura ma è un poeta profondamente decadente, ed è questo attaccamento alle piccole cose, che ci fanno capire che è il sintomo di un mondo che sta decadendo.
Il linguaggio preciso lo utilizza poiché per lui la parola ha un significato/un potere magico; per pascoli le parole hanno delle formule magiche (spesso le parole non valgono per ciò che vogliono dire ma valgono per come suonano)—> soprattutto tramite l’utilizzo dionomatopee.
Il Fanciullino e la Poesia Pura
Il nome che lui stesso da a questa sua visione della poesia: per pascoli il poeta si identifica con il “fanciullino”, (titolo di una sua opera in cui ci spiega come mai per lui il poeta è un fanciullo). C’entrano le caratteristiche dell’ immaginazione del bambino, il bambino vede cose che l’adulto razionale non vede più.
Il poeta è un fanciullino perché: ha una visione del mondo legata all’immaginazione, a una curiosità incessante, una visione prerazionale (perché la ragione non si è ancora sviluppata nella mente del bambino): la visione di Pascoli è perciò prerazionale.
Il poeta è come il fanciullino cioè colui che da il nome alle cose che vede in modo spontaneo, ecco perché il poeta è simbolista.
La parola poetica ha proprio il valore di “magia” mentre la poesia è ciò che ci fa vedere veramente ciò che c’è di posto o è negativo nelle cose che abbiamo, cercando di apprezzare ciò che abbiamo ottenuto, e ciò si fa con due occhi infantili.
“Lo scopo della poesia è trovare il sorriso e la lacrima in ciò che ci circonda”. Questo rifiuto dell’età adulta di Pascoli era anche una strategia per chiudersi in se stesso, regredire tornendo bambino e fuggire da questa nuova società in progresso, rivendicare la propria diversità dalla modernità.
Il fanciullino può essere visto come un “eroe decadente” (vicino all’inetto). La poesia pura: per Pascoli la poesia non deve avere fini estrinseci, pratici. La poesia proprio in quanto poesia pura, assolutamente spontanea, può ottenere effetti di suprema utilità morale e sociale.
Temi e Simboli nella Poesia
Temi: nomenclatura ornitologica e botanica, temi astrali, tendenze spiritualistiche e idealistiche, tendenza all’ignoto, al mistero, all’ inconoscibile.
Il mondo appare frantumato, disgregato, non esistono gerarchie tra gli oggetti.
Simboli: gli oggetti materiali hanno un importante rilievo nella poesia Pascoliana, ciò non significa che attui un approccio verista poiché dietro questi oggetti si celano valenze allusive e simboliche —> gli oggetti rimandano al di là di essi/ la sfera dell’io si confonde con quella della realtà oggettiva.
Negli ultimi anni si dedica a una produzione celebrativa ufficiale.
Raccolte Poetiche e Innovazioni
Raccolte poetiche: Pascoli non conosce evoluzioni nella sua poetica, l’unico cambiamento riguarda il suo attaccamento alle ideologie politiche, poiché nell’ultima fase sarà un poeta più “impegnato” in termini politici, all’arte ciò le tecniche poetiche di Pascoli sono sempre quelle.
Abbiamo una serie di raccolte che il poeta organizza per argomento, o per comunanza di forme metriche (quindi di struttura); ma sono raccolte create secondo una svelata di raccoglimento a posteriori e contengono poesie scritte negli anni 90 dell"800.
I tre titoli più importanti:
- Myricae (prima edizione 1891), titolo latino, le myricae in latino sono i piccoli arbusti ma non cespugli qualunque, si tratta di una citazione di un grande autore: Virgilio, dalla quarta bucolica “non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici” (tamerici traduzione della parole myricae). Questa citazione è proprio parte della poetica di Pascoli perché questo passo della bucolica è un momento in cui uno dei protagonisti rifletteva sull’argomento del canto poetico. Myricae riguarda il tratto della bucolica su cui si riflette sul cespuglio, quindi una piccola cosa, un elemento che non a tutti piace, un qualcosa di umile. Perciò lui ritiene che la poesia non debba parlare di una pianta particolarmente importante ma basta anche un piccolo cespuglio, una piccola cosa che ci circonda nella vita quotidiana. In questa raccolta ci sono piccoli componimenti che parlano di elementi naturali (proprio come i piccoli arbusti) MA non in modo “realista”, si tratta di punti di partenza che arrivano a nascondere un simbolo che sta dietro;
I poemetti: poesie più ampie;
I canti di Castelvecchio: luogo "di otium letterario" dove Pascoli si trasferisce in campagna.
Innovazione: i titoli in Pascoli sono importanti, se non ci fossero non capiremo bene la poesia.
Sintassi: spezzata ed ellittica, ricerca di un valore musicale della parola, uso del linguaggio analogico ed evocativo. Visione fanciullesca analogica, oggetti immersi in un’atmosfera o di sogno, discorso allusivo, spostamento tra concreti e astratto.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'evento traumatico che ha segnato l'infanzia di Pascoli?
- Come si è sviluppata la carriera accademica di Pascoli?
- Qual è il significato del "nido familiare" per Pascoli?
- In che modo Pascoli ha innovato il linguaggio poetico italiano?
- Cosa rappresenta il "fanciullino" nella poetica di Pascoli?
L'evento traumatico che ha segnato l'infanzia di Pascoli è stata la morte del padre, avvenuta il 10 agosto 1867, un evento che lui ha sempre percepito come un'ingiustizia assoluta e che ha ispirato la sua poesia "10 agosto".
Pascoli ha studiato al collegio degli scolopi e poi all'università di lettere a Bologna, dove è stato allievo di Carducci. Dopo essersi laureato, ha iniziato come supplente in Toscana e successivamente è diventato professore all'Università di Bologna, succedendo a Carducci.
Per Pascoli, il "nido familiare" rappresenta un rifugio sacro e un simbolo di unità familiare, particolarmente importante a causa dei lutti e dei dolori del suo passato. Questo concetto si riflette nel suo attaccamento alla famiglia e nella sua vita con la sorella Mariù.
Pascoli ha innovato il linguaggio poetico italiano utilizzando un linguaggio preciso e scientifico, includendo elementi fino ad allora esclusi dalla poesia, come la botanica e l'astronomia. La sua poesia è nota come "poesia delle piccole cose", riflettendo una visione del mondo senza gerarchie.
Il "fanciullino" rappresenta la visione poetica di Pascoli, in cui il poeta è paragonato a un bambino che vede il mondo con immaginazione e curiosità. Questa visione prerazionale permette al poeta di dare un nome alle cose in modo spontaneo e simbolico, conferendo alla poesia un valore magico.