Concetti Chiave
- Il "Fanciullino" di Pascoli esplora la parte infantile e spontanea presente in ognuno di noi, con il poeta che traduce questa voce in poesia, simile alla funzione di Adamo nel dare nomi alle cose.
- La poetica delle piccole cose è centrale nel "Fanciullino", descrivendo una natura semplice e bucolica attraverso un linguaggio che unisce elementi pre-grammaticali e post-grammaticali.
- "Myracae" ha avuto una lunga gestazione, iniziata negli anni '70 dell'Ottocento e pubblicata definitivamente nel 1900 con 156 poesie, traendo il titolo dalle tamerici, piante di utilità pratica.
- Il tema del nido, metafora degli affetti familiari e rifugio dalla violenza, ricorre in "Myracae", pubblicato nel 1890 in coincidenza con l'anniversario della morte del padre di Pascoli.
- Lo stile di Pascoli in "Myracae" si caratterizza per l'uso del novenario e la frantumazione paratattica, sottolineando la semplicità e l'essenzialità della sua poesia.
Il Fanciullino e la Poetica
Un'anteprima di circa otto capitoli, su invece un totale di venti, venne pubblicata sulla rivista fiorentina intitolata "Il Marzocco". Il fanciullino rappresenta per Pascoli la parte infantile e spontanea presente in ognuno di noi, ma è il poeta solitamente che lo ascolta e gli dà voce, Omero infatti era vecchio e cieco ma era solito ascoltare la sua anima poetica, quindi proprio al fanciullino.
La curiosità nel conoscere tipica dei bambini deve contraddistinguere anche il poeta, come una sorte di funzione adamica: come Dio aveva affidato ad Adamo, bisogna affidare al fanciullino di dare il nome alle cose per poterle riconoscere. Fondamentale in questo contesto è anche la poetica delle piccole cose, la poesia ruota infatti attorno alle piccole cose quotidiane e agli affetti più intimi, descrive una natura quindi semplice e bucolica:
• Linguaggio pre-grammaticale, tradurre in parole le voci della natura diventando onomatopee per comprendere il messaggio della verità in essa nascosto;
• Linguaggio post-grammaticale, termini specifici nel rispetto del nome e della verità della cosa;
La Gestazione di Myracae
La gestazione di quest'opera appare lunghissima, si pensa infatti che Pascoli abbia iniziato a scrivere negli anni settanta dell'ottocento, quando ancora frequentava l'università da studente, tuttavia la raccolta venne pubblicata definitivamente con cento cinquantasei poesia nel 1900. Il titolo "Myracae" deriva dal latino e significa tamerici, ovvero delle piante non esteticamente molto piacevoli tuttavia con un'utilità interessante, servivano infatti in antichità per accendere il fuoco ma anche per costruire degli utensili utili per la caccia. Inoltre, questo riferimento botanico appare anche nelle "Bucoliche" di Virgilio, il quale le definì dal latino humus, che significa terra, per sottolineare l'estrema semplicità della sua materia e del suo stile letterario. "Myracae" è stato spesso definito come un romanzo dell'orfano e infatti venne pubblicato su "Vita nuova" il dieci agosto del 1890, data che rappresentava il diciassettesimo anniversario della morte del padre di Pascoli, lutto che aveva sconvolto con la sua infanzia e la sua vita. Il tema del nudo ricorre infatti di frequente nelle sue opere, e rappresenta il luogo degli affetti che uniscono la famiglia in maniera esclusiva per lui, la casa è infatti metaforicamente rappresentata dal nido degli uccellini come riparo dalla violenza. Per quanto riguarda lo stile, Pascoli utilizza il novenario e la particolare frantumazione paratattica facendo prevalere le coordinate per arrivare a una poesia essenziale.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del "fanciullino" nella poetica di Pascoli?
- Qual è l'importanza delle "piccole cose" nella poesia di Pascoli?
- Quando è stata pubblicata la raccolta "Myracae" e qual è il suo significato?
- Quali temi ricorrono frequentemente nelle opere di Pascoli?
Il "fanciullino" rappresenta la parte infantile e spontanea presente in ognuno di noi, che il poeta ascolta e a cui dà voce, simile alla curiosità dei bambini nel conoscere e dare nome alle cose.
La poetica di Pascoli ruota attorno alle piccole cose quotidiane e agli affetti intimi, descrivendo una natura semplice e bucolica, utilizzando un linguaggio pre-grammaticale e post-grammaticale per esprimere la verità nascosta.
"Myracae" è stata pubblicata nel 1900, dopo una lunga gestazione iniziata negli anni settanta dell'Ottocento. Il titolo deriva dal latino e si riferisce a piante semplici ma utili, simbolo di semplicità e utilità.
I temi del nido e della famiglia ricorrono frequentemente, rappresentando un rifugio dalla violenza e un luogo di affetti esclusivi, influenzati dal lutto per la morte del padre di Pascoli.