Concetti Chiave
- La poesia "L'assiuolo" di Pascoli descrive un paesaggio notturno, utilizzando il verso dell'assiuolo come simbolo della morte.
- Le tre strofe della poesia terminano con il verso "chiù" dell'assiuolo, creando un'atmosfera malinconica e inquietante.
- Pascoli utilizza figure retoriche come metafore e sinestesie per evocare immagini suggestive, come "alba di perla" e "soffi di lampi".
- Nel componimento "E' dentro noi un fanciullino", Pascoli esplora l'idea del fanciullo interiore che mantiene la nostra immaginazione e spontaneità.
- Il fanciullino è descritto come una figura che ride, piange e comunica con la natura, rappresentando la parte innocente e creativa dell'uomo.
L'assiuolo
L'assiuolo: Un paesaggio notturno
Sintesi e commento: questa poesia fu pubblicata nella raccolta Myricae. L'assiuolo è un uccello notturno ed il suo verso è chiù. La poesia è rappresentata da un paesaggio notturno descritto in modo dettagliato. La poesia è divisa in tre strofe, ognuna finisce con il verso dell'assiuolo che richiama l'idea della morte.
Metafora → alba di perla ( il cielo sembra come un alba di perla), nebbia di latte (nebbia che sembra di latte), un sospiro di vento (il vento può essere paragonato ad un sospiro).
Sinestesia: soffi di lampi (i lampi sembrano essere silenziosi). Similitudine: com’eco d’un grido che fu . Antitesi: nero e bianco.
E' dentro noi un fanciullino
Il fanciullino dentro di noi
Sintesi e commento: in questa poesia Pascoli parla del fanciullino che è dentro ogni persona. Egli dice che nella tenera età, il fanciullo reale e quello metaforico si distinguono tra loro, ma in seguito quando noi creasciamo, aspiriamo e desidariamo cose da grandi mentre lui resta sempre piccolo. In seguito lui descrive il fanciullo; ad esempio lui rappresenta l'immaginazione delle persone quando si parla con gli animali o piante, il fanciullo è quello che piange e ride senza un motivo. Lui è quello che ci salva dalla disperazione. Infine Pascoli con una metafora spiega che il fanciullo è come l'Adamo che diede il nome a tutti gli animali.
Figure retoriche:
Metafora → ultimo verso, del fanciullino.
Alliterazioni → Come Credeva Cebes Tebano,
Anafore → noi (versi da 6 a 13), egli (versi 15 a 36), buio (verso 15).
Similitudine → come nella più matura (verso 11)