innerBiscuit
Ominide
7 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Giovanni Pascoli, in "Arano", esplora il lavoro nei campi attraverso una lente sentimentale, focalizzandosi sui piccoli paesaggi e sulla vita contadina.
  • La poesia descrive il lavoro agricolo da diverse prospettive: quella della vegetazione, dei contadini, e degli animali, mostrando un ciclo naturale interconnesso.
  • La struttura metrica della poesia è quella del madrigale, composta da endecasillabi raggruppati in due terzine e una quartina con rime intrecciate.
  • Pascoli utilizza un linguaggio che alterna termini letterari e quotidiani, combinando latinismi con parole del lessico agricolo per arricchire la descrizione.
  • La musicalità è centrale nel testo, con figure retoriche di suono come onomatopee e allitterazioni che evocano il canto degli uccelli e il ritmo del lavoro nei campi.

Arano, scritto da Giovanni Pascoli, è inserito nella stessa raccolta a cui appartiene anche Novembre, Myricae. Il termine myricae deriva da un verso delle Bucoliche virgiliane al quale si rifà Pascoli. Myricae vuol dire appunto piccole tamerici, piccole piante. Quindi vi è una maggiore attenzione ai piccoli paesaggi. Prevale l’idea che si possa guardare alla natura con un approccio più sentimentale e connotativo.

Indice

  1. Vita e prospettive di Pascoli
  2. Descrizione della poesia Arano
  3. Ciclo universale della natura
  4. Struttura metrica e lessicale
  5. Immagini visive e lentezza
  6. Musicalità e figure retoriche
  7. Descrizione del lavoro nei campi

Vita e prospettive di Pascoli

Come D’Annunzio, anche Pascoli condivide l’idea per cui il terreno che calpestiamo possa essere analizzato in maniera differente e più profonda da quella oggettiva.

Ovviamente fra i due vi è comunque un diverso atteggiamento verso la vita contadina. Infatti, mentre D’Annunzio ha vissuto principalmente una vita mondana, fatta di intensa attività sociale e politica, e quindi più legata alla città, Pascoli ha vissuto in stretto contatto con la natura, poiché il padre era proprietario di una tenuta nella zona di San Mauro di Romagna. Ne consegue che Pascoli possiede una maggiore dimestichezza all’interno delle meccaniche del lavoro nei campi, di cui egli fa appunto utilizzo attraverso l’inserimento nella sua lirica di termini tecnici e precisi legati al mondo della campagna.

Descrizione della poesia Arano

Il titolo del componimento (Arano) descrive perfettamente l’immagine della giornata lavorativa nel campo. Se volessimo potremmo sintetizzare il contenuto della lirica come quadro di vita contadina. Infatti, il tema centrale della poesia è l’analisi, l’osservazione del lavoro nei campi. L’autore scatta una sorta di fotografia del panorama agricolo, descritto da punti di vista differenti. Nella prima strofa vi è una descrizione del campo sul piano della vegetazione, della flora. Nella seconda strofa entrano in gioco gli esseri viventi come i contadini, atti a lavorare nei campi, e le vacche. Nella terza strofa viene presentato il lavoro agricolo dal punto di vista del passero e del pettirosso, che sono animali più liberi a differenza delle vacche.

Ciclo universale della natura

La natura viene rappresentata come un unico ciclo universale. Non vi sono realtà differenti, ma è tutto collegato. Fra la realtà della natura, quella dei contadini e, infine, quella degli animali non vi è quindi opposizione. Esse sono invece tre prospettive di un’unica realtà.

Struttura metrica e lessicale

La struttura metrica è quella del madrigale. I versi, tutti endecasillabi, sono raggruppati in due terzine e una quartina e legati dalla rima ABA-CBC-DEDE.

Una delle caratteristiche della lirica è la continua alternanza, a livello lessicale, di termini appartenenti a un registro letterario e a un registro quotidiano. Pascoli tende a mettere insieme parole nobili e ricercate, spesso latinismi, come tintinno e cor, a parole appartenenti al lessico agricolo, quindi più tecniche e colloquiali, quali porche (zolle di terra), marra (particolare tipo di zappa) e pampano (foglia di vite).

Immagini visive e lentezza

Nella prima terzina prevalgono le immagini visive quali il luccichio rossiccio delle foglie di vite e la nebbia mattutina che si innalza dal terreno.

Nella terzina centrale Pascoli ricorre a inversioni, ripetizioni (lente grida, lente vacche), pause ed enjambements (lente/vacche, ribatte/le porche) per generare un senso di lentezza, quasi immobilità, che elimina ogni tipo di movimento alla descrizione del lavoro dei contadini. Tale sensazione di lentezza è ottenuta anche attraverso l’immagine delle vacche che si muovono lente. Infine, anche la dieresi su paziente, che obbliga la pronuncia delle due sillabe con due emissioni di fiato distinte, crea un ulteriore rallentamento.

Musicalità e figure retoriche

La poesia di Pascoli punta molto sulla musicalità del verso, per cui sono numerose le figure retoriche di suono soprattutto nella quartina. Per esempio, il tintinno (onomatopea), cioè il trillo del pettirosso, o anche i suoni allitteranti s e t in “siepi s’ode il suo sottil tintinno” richiamano il canto dell’uccellino.

Oltre alle figure fonetiche sono presenti anche figure di significato come la similitudine in “tintinno come d’oro” che paragona il canto del pettirosso al tintinnio delle monete d’oro, la sinestesia in “sottil tintinno”, infatti sottil e tintinno appartengono a sfere sensoriali differenti, e l’ipallage, cioè l’allontanamento dell’ordine tradizionale delle parole all’intero del verso, in “marra paziente”. L’aggettivo paziente, in base al sostantivo a cui si riferisce, consente due interpretazioni distinte. La marra è detta paziente perché il lavoro del contadino è lento, faticoso e costante mentre la pazienza del contadino va intesa come la sopportazione della fatica e dello sfruttamento.

Descrizione del lavoro nei campi

Nel campo, dove nelle distese di piante d’uva qualche foglia brilla di un colore rossiccio, e dalla vegetazione spontanea l’umidità della terra si solleva quasi come se fosse nebbia, i contadini arano la terra:

mentre stanno lavorando, tra i vari contadini uno, a grida lente, tenta di far avanzare in avanti le mucche che si muovono lente, un altro semina la terra, un altro ancora spiana paziente con la sua zappa le zolle di terra smosse dal passaggio dell’aratro;

e il passero, che guarda dai rami spinosi del gelso, sapendo della semina è felice perché tra un po’ può cibarsi dei semi e; e gode anche il pettirosso che, assieme al passero, spia il lavoro dei contadini: dalle siepi si sente il cinguettio del pettirosso che è simile al tintinnio delle monete d’oro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale della poesia "Arano" di Giovanni Pascoli?
  2. Il tema centrale della poesia "Arano" è l'osservazione e l'analisi del lavoro nei campi, rappresentato come un quadro di vita contadina attraverso diverse prospettive, inclusi i contadini e gli animali.

  3. Come viene rappresentata la natura nella poesia "Arano"?
  4. La natura è rappresentata come un ciclo universale in cui non vi sono realtà differenti, ma tutto è collegato, mostrando l'interconnessione tra la natura, i contadini e gli animali.

  5. Quali sono le caratteristiche metriche e lessicali della poesia "Arano"?
  6. La poesia segue la struttura del madrigale con versi endecasillabi raggruppati in due terzine e una quartina, e presenta un'alternanza lessicale tra termini letterari e quotidiani, inclusi latinismi e termini tecnici agricoli.

  7. In che modo Pascoli crea un senso di lentezza nella poesia?
  8. Pascoli utilizza inversioni, ripetizioni, pause, enjambements e la dieresi per generare un senso di lentezza, accentuato dalle immagini delle vacche che si muovono lentamente e dalla descrizione del lavoro dei contadini.

  9. Quali figure retoriche sono presenti nella poesia "Arano"?
  10. La poesia include figure retoriche di suono come l'onomatopea e l'allitterazione, e figure di significato come la similitudine, la sinestesia e l'ipallage, che arricchiscono la musicalità e il significato del testo.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community