Concetti Chiave
- "La sera fiesolana" è una poesia di Gabriele D’Annunzio ambientata nella campagna di Fiesole, focalizzata sulla descrizione della natura dopo una pioggia estiva.
- D’Annunzio si ispira al "Cantico delle creature" di San Francesco, aprendo le strofe con "Laudata sii", ma non segue rigidamente la metrica tradizionale.
- La prima strofa descrive il tramonto con un contadino che raccoglie foglie di gelso mentre la luna trasforma il paesaggio.
- Nella seconda strofa, D’Annunzio umanizza la natura, descrivendo la sera con "viso di perla" e "occhi umidi" e sottolineando la freschezza post-pioggia.
- La terza strofa esplora il mistero della natura, con il poeta che si presenta come colui che può svelare i segreti della campagna, in contrasto con Pascoli.
“La sera fiesolana” è uno dei più noti componimenti poetici scritti da Gabriele D’Annunzio.
A differenza di Pascoli, D’Annunzio non segue rigidamente la traduzione nella metrica, ma vi è un riferimento al “Cantico delle creature” di San Francesco con l’inizio delle strofe con “Laudata sii”.
Descrizione della natura
La poesia è ambientata nella campagna di Fiesole e vi si racconta di una sera di inizio estate dopo che ha appena smesso di piovere.
Tutto si incentra sulla descrizione della natura, dei suoi suoni e dei suoi profumi.
Nella prima strofa viene descritto il momento in cui il sole sta calando e inizia la sera: di fronte al poeta si trova un contadino che sta raccogliendo le foglie di gelso, la luna sta sbucando all’orizzonte causando cambiamenti di color sia sugli oggetti, sia sul paesaggio.
Inoltre, la prima strofa si apre con “fresche le mie parole ne la sera” come se esse fossero inserite nella natura e assumessero la stessa atmosfera della sera.
Umanizzazione degli elementi naturali
Nella seconda strofa, gli elementi della natura vengono umanizzati: la sera viene definita dal “viso di perla” e dagli “occhi umidi” che anticipano la protagonista della strofa: la pioggia caduta prima che scendesse la sera. D’Annunzio si sofferma su tutti i particolari della campagna. La sera viene anche definita dalle “vesti amienti” (profumate).
Il mistero della natura
Nella terza strofa si parla del fiume, degli alberi e immersi nel silenzio dei monti e delle colline che si incurvano come per racchiudere un segreto: D’Annunzio annuncia che rivelerà il mistero perché secondo lui il poeta sa tutto, è privilegiato perché è in contatto con la natura e quindi può
conoscere il suo segreto (al contrario Pascoli).