Concetti Chiave
- La poesia evoca un senso sacrale simile al Canto di San Francesco, lodando gli elementi naturali.
- Il poeta si rivolge a un "tu" indefinito, creando una dimensione di indeterminatezza.
- D’Annunzio descrive minuziosamente la natura usando termini botanici specifici come "gelso" e "olivi".
- L'ulivo simboleggia la pace, contribuendo all'atmosfera quasi sacrale del testo.
- La divinità rappresentata è la Luna, una teofania che emerge con l'arrivo della sera.
Indice
L'ottica sacrale nella poesia
Aspetti più importanti della poesia “La sera fiesolana” di D’Annunzio:
- Nella poesia è presente un’ottica quasi sacrale che richiama il canto all’origine della Letteratura italiana, ovvero il Canto di San Francesco in cui il Santo ricerca la lode degli elementi attraverso la quale elogia le creature naturali (“Laudato sii” verso 15, verso 32 e verso 49).
Indeterminatezza e descrizione naturalistica
- Il poeta si rivolge ad un “tu” indefinito. Esso è volutamente indefinito affinché tutta la poesia si collochi in una dimensione di indeterminatezza.
- In questa poesia D’Annunzio compie con minuziosa attenzione la descrizione degli aspetti naturali, utilizzando il linguaggio settoriale della botanica ( “gelso” v.3 e v.22, "olmi" verso 22, “olivi” v.29, “viti” v.22, “pini” v.23”).
La dimensione naturalistica e la Luna
- L'ulivo è la pianta sacra che indica la pace; nella poesia è, infatti, presente un'ottica quasi sacrale.
- La divinità presente nella poesia non è quella sacra della cantica di san Francesco, ma consiste in una dimensione naturalistica; è come una teofania, ovvero l’apparizione di una divinità che altro non è che la Luna stessa con la quale sorge la sera.
- Nella poesia la Luna non viene descritta effettivamente nel momento in cui sorge, poiché se fosse stato così sarebbe mancata quella dimensione di indeterminatezza che è fondamentale nella poesia.
- Il momento topico è quello della Primavera.