Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • D'Annunzio adotta elementi dai poeti decadenti, creando un'arte fastosa e sperimentale, senza approfondire quei modelli ma utilizzandoli per esaltare il suo stile unico.
  • Nel romanzo "Il Piacere", D'Annunzio introduce in Italia l'eroe decadente, rappresentato da Andrea Sperelli, che riflette la fragilità e l'estetismo del mondo aristocratico.
  • Con "Le Laudi", e in particolare "L'Alcyone", D'Annunzio esalta la comunione tra l'anima umana e la natura, celebrando l'Estate come entità divina e mito personale.
  • Ne "La sera fiesolana", il poeta umanizza il paesaggio, attribuendo alle cose parole e significato, superando il silenzio imposto dalla natura per svelarne i segreti.
  • "La pioggia nel pineto" esprime la musicalità e il simbolismo di D'Annunzio, dove il silenzio linguistico permette di cogliere il linguaggio della natura e della poesia.

Dai poeti « decadenti », D’Annunzio accogli modi, forme e immagini con una capacità assimilatrice notevolissima, quasi sempre senza approfondirli, ma usandoli come elementi della sua arte fastosa e portata in un’ampia gamma di sperimentazioni. Fin dalla sua prima produzione in prosa, il giovane narratore si presenta già proteso tutto alla ricerca della sensazione forte legata all’affermazione dell’io. Nella sua poetica si avverte ben presto un acceso sensualismo,una sensualità quanto mai disponibile ad ogni sollecitazione della Natura.

Indice

  1. Il mito di Andrea Sperelli
  2. L'Alcyone e la comunione con la natura
  3. La musicalità della natura

Il mito di Andrea Sperelli

Esemplare, in tal senso, è il romanzo “Il Piacere” la cui importanza, non solo sul piano letterario, ma anche su quello del costume, consiste anzitutto nel fatto che con esso viene introdotto in Italia quel tipo di eroe decadente esemplificato già in Francia e in Inghilterra. In questo romanzo, ciò che D’Annunzio vuole mettere in risalto è la raffigurazione di un mondo prezioso e ozioso, capace de i più raffinati godimenti dello spirito e dei sensi. Tutto questo è rappresentato dal protagonista Andrea Sperelli, testimone che percorre il mondo aristocratico che è suo, ma di cui, con la sua sensibilità d’intellettuale avverte la fragilità. Con Andrea Sperelli, D’Annunzio ha creato un mito umano perennemente ricorrente nella sua produzione e destinato da lì a qualche anno ad arricchirsi di altre caratteristiche; quelle derivanti dalla lettura di Nietzsche dalla quale lo scrittore dà un’interpretazione del tutto personale. Il mito umano dell’esteta decadente, rappresentato da Andrea Sperelli che disprezza il tempo solo per motivazioni estetiche, si integra così con una componente di violenza che prima gli mancava.

L'Alcyone e la comunione con la natura

Fra il 1898 e il 1910, lo scrittore raggiunge la sua massima maturità artistica con “Le Laudi” di cui “L’Alcyone” costituisce l’espressione poetica più alta. In questa raccolta di liriche, che si compongono nel suo insieme come un vasto e continuo poema, il poeta esalta l’Estate, sentita come un’entità divina e un nuovo mito sorto dal suo animo in una elementare comunione con la natura. Infatti, D’Annunzio diceva “Le cose non sono se non i simboli dei nostri sentimenti e ci aiutano a scoprire il mistero che ciascuno di noi in sé chiude”. Analogamente ne “L’Alcyone”, egli esprime questa consonanza o comunione dell’anima umana con l’anima delle cose: si immedesimava coi fiumi, con l’ardore della calura, con la pioggia, con gli alberi. Mentre sembra fluire nel ritmo vitale della natura, il poeta la umanizza,la ricrea poeticamente, scopre nel suo perenne ciclo di trasformazioni un armonico ritmo “su cui passano i più tenui riflessi della vita interiore”. La grande poesia de “L’Alcyone” è nei paesaggi: da un lato il poeta sembra svanire in essi, dall’altro, in ciascuno, egli ritrova se stesso perché il mistero e l’impeto della vita che palpitano in loro soni gli stessi che vivono nell’uomo. Ne “La sera fiesolana”, lo spettacolo delle cose della natura sono in funzione delle parole che il poeta dà loro, il paesaggio è come sommosso dalla volontà di dire che è vietata alle colline, al fiume, alla luna, alla pioggia, agli alberi, ma che è concessa al poeta che scioglie il dramma dell’essere muto imposto alle cose e le conduce così a chiarirsi e a manifestarsi, a dire come sono e perché sono e quale sia il loro segreto.

La musicalità della natura

Certamente il Simbolismo opera nella concezione dannunziana, ma più radicalmente D’Annunzio opera sulla natura, sentendola non soltanto oggetto di rivelazione dei segreti che essa nasconde alla scienza e alla ragione, ma addirittura funzione della poesia. La musicalità e il simbolismo trovano la loro espressione più completa ne “La pioggia nel pineto”. In questa lirica il silenzio del linguaggio comune è necessario affinché si possano udire le parole della natura, le “parole più nuove/che parlano gocciole e foglie/lontane”; quel linguaggio delle cose che è il linguaggio stesso della poesia che ne coglie la musicalità nell’occasione rara e preziosa della pioggia che cade sul bosco dei pini.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza del romanzo "Il Piacere" di D'Annunzio?
  2. "Il Piacere" introduce in Italia l'eroe decadente, già presente in Francia e Inghilterra, rappresentato da Andrea Sperelli, che vive in un mondo aristocratico e raffinato, ma fragile.

  3. Come si manifesta la comunione con la natura ne "L'Alcyone"?
  4. Ne "L'Alcyone", D'Annunzio esalta l'estate come entità divina, esprimendo una comunione tra l'anima umana e la natura, umanizzandola e ricreandola poeticamente.

  5. Qual è il ruolo della musicalità nella poesia di D'Annunzio?
  6. La musicalità è fondamentale, come ne "La pioggia nel pineto", dove il silenzio del linguaggio comune permette di udire le parole della natura, esprimendo il linguaggio stesso della poesia.

  7. In che modo D'Annunzio interpreta il mito umano dell'esteta decadente?
  8. D'Annunzio arricchisce il mito dell'esteta decadente, rappresentato da Andrea Sperelli, con una componente di violenza, influenzato dalla lettura di Nietzsche.

  9. Qual è il significato del paesaggio nella poesia "La sera fiesolana"?
  10. Ne "La sera fiesolana", il paesaggio è animato dalla volontà di esprimersi, e il poeta dà voce alla natura, svelando il mistero e l'impeto della vita che vi risiedono.

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