Concetti Chiave
- Il periodo romano di D'Annunzio rappresenta la fase dell'estetismo, in cui la vita è vista come un'opera d'arte, in contrasto con i valori borghesi.
- Gabriele D'Annunzio si concentra su bellezza e arte come valori fondamentali, opponendosi all'affarismo capitalista che mercifica anche la letteratura.
- Andrea Sperelli, protagonista di "Il piacere", incarna l'esteta, vivendo per l'arte e la bellezza, ma è anche un riflesso autobiografico dell'autore.
- Il romanzo "Il piacere" esplora temi come il possesso e la sensibilità artistica, con Sperelli che vive una vita intensa e passionale.
- D'Annunzio esprime attraverso frasi e poesie l'importanza del culto della bellezza, vista come un ideale senza tramonti.
In questo appunto di italiano viene descritto l’estetismo di Gabriele D’Annunzio. Come si sa il celebre poeta italiano amava tutto ciò che riecheggiava la bellezza attorno a sé: il vestire bene, le belle donne, per cui aveva un debole e non solo. In questo elaborato viene preso in considerazione il cosiddetto periodo romano, di cui si fa principalmente attenzione alla nota figura dell’esteta. Il periodo romano, infatti, coincide con la fase dell’estetismo nell’ambito della poetica letteraria di Gabriele D’Annunzio.
Il celebre poeta abruzzese inoltre ha come obiettivo principale quello di incentrare la sua intera esistenza sui valori della bellezza e dell’arte, concetti per lui di grandissima importanza. L’elaborato punta anche a soffermarsi sulla figura dell’esteta per eccellenza, ovvero la figura di Andrea Sperelli, il protagonista del romanzo più famoso del vate abruzzese, ovvero Il piacere che è stato pubblicato nell’anno 1889.
Indice
Il periodo romano: la figura dell'esteta
Il periodo romano coincide con la fase dell'estetismo, il cui principio primo è rappresentato dalla “vita come opera d'arte”. Il poeta quindi è tutto proteso a conformare la sua esistenza ai valori della bellezza e dell'arte che vengono contrapposti all'arrivismo e all'affarismo borghesi. D'Annunzio incarna proprio tutte le ambiguità e le incertezze dell'intellettuale di fine Ottocento-inizi Novecento, costretto a dover fare i conti con il predominio della mentalità borghese e capitalistica che tende a mercificare ogni cosa, la stessa letteratura e la stessa immagine del letterato, il poeta cerca in modi diversi di affermare la propria rilevanza.
Esempio di Andrea Sperelli
La figura dell'esteta è al centro del primo romanzo dannunziano, Il piacere, pubblicato nel 1889, ed è incarnata da Andrea Sperelli, giovane di peculiare sensibilità, che intende vivere la sua vita esclusivamente all'insegna della bellezza e dell'arte. Nel romanzo già si preannunciano alcuni aspetti che saranno costanti nelle produzioni successive: innanzitutto il carattere autobiografico del protagonista, personaggio dell'intellettuale in cui confluiscono di volta in volta gli stati d'animo, i pensieri, l'ideologia dell'autore. In questo lavoro si riflette in tutta la sua chiarezza la fase dannunziana dell'estetismo. Andrea convinto che bisogna “habere non haberi” (possedere non essere posseduti) si sente un individuo dotato di una sensibilità al di fuori del comune e di una grande elevatezza spirituale, ama tutto ciò che è raffinato e aspira a modellare la propria vita sui supremi valori dell'arte. Ma il giovane, trascinato dall'ossessione per Elena Muti, con la quale ha avuto un'intensa e passionale relazione, finisce con l'appiattisti, svuotarsi.
per ulteriori approfondimenti sulla figura di Andrea Sperelli vedi anche qua
Alcune frasi e una poesia di Gabriele D’Annunzio sulla bellezza
“Gli uomini d'intelletto, educato al culto della Bellezza, conservano sempre, anche nelle peggiori depravazioni, una specie di ordine.”
“Riconobbi la più alta delle mie ambizioni nel desiderio di portare un qualche ornamento, di aggiungere un qualche valor nuovo a questo umanomondo che in eterno s'accresce di bellezza e di dolore.”
“Difendete la Bellezza! È questo il vostro unico officio.”
“All’ideale che non ha tramonti, alla bellezza che non sa dolori!”
La bellezza di Roma
Dolcemente muor Febbraio
in un biondo suo colore.
Tutta a 'l sol, come un rosaio,
la gran piazza aulisce in fiore.
Dai novelli fochi accesa,
tutta a 'I sol, la Trinità
su la tripla scala ride
ne la pia serenità.
L'obelisco pur fiorito
pare, quale un roseo stelo;
in sue vene di granito
ei gioisce, a mezzo il cielo.
Ode a pié de l'alta scala
la fontana mormorar,
vede a 'I sol l'acque croscianti
ne la barcall scintillar.
In sua gloria la Madonna
sorridendo benedice
di su l'agile colonna
lo spettacolo felice.
Cresce il sole per la piazza
dilagando in copia d'or.
E passata la mia bella
e con ella va il mio cuor.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale dell'estetismo di Gabriele D'Annunzio nel periodo romano?
- Chi è Andrea Sperelli e quale ruolo ha nel romanzo "Il piacere"?
- Quali sono alcune delle frasi celebri di Gabriele D'Annunzio sulla bellezza?
- Come viene descritta la bellezza di Roma nella poesia di D'Annunzio?
- Qual è l'importanza del concetto "habere non haberi" per Andrea Sperelli?
Il tema principale dell'estetismo di D'Annunzio nel periodo romano è la "vita come opera d'arte", dove il poeta cerca di conformare la sua esistenza ai valori della bellezza e dell'arte, in contrapposizione all'arrivismo e all'affarismo borghesi.
Andrea Sperelli è il protagonista del romanzo "Il piacere" di D'Annunzio, rappresentando la figura dell'esteta che vive esclusivamente all'insegna della bellezza e dell'arte, riflettendo il carattere autobiografico e l'ideologia dell'autore.
Alcune frasi celebri di D'Annunzio sulla bellezza includono: "Gli uomini d'intelletto, educato al culto della Bellezza, conservano sempre, anche nelle peggiori depravazioni, una specie di ordine" e "Difendete la Bellezza! È questo il vostro unico officio."
Nella poesia di D'Annunzio, la bellezza di Roma è descritta attraverso immagini vivide e sensoriali, come la piazza che "aulisce in fiore" e l'obelisco che "gioisce, a mezzo il cielo", evocando un senso di serenità e splendore.
Per Andrea Sperelli, il concetto "habere non haberi" (possedere non essere posseduti) è fondamentale, poiché riflette la sua convinzione di essere un individuo con una sensibilità e un'elevatezza spirituale fuori dal comune, aspirando a modellare la sua vita sui supremi valori dell'arte.