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Concetti Chiave

  • Creusa, figura della mitologia greca e latina, è figlia di Priamo e Ecuba, quindi sorella di Ettore e Cassandra, ed è la prima sposa di Enea nell'Eneide di Virgilio.
  • Nel secondo libro dell'Eneide, Creusa appare durante la fuga da Troia; muore mentre Enea, suo marito, fugge con il figlio Ascanio e il padre Anchise.
  • Creusa predice ad Enea il suo lungo viaggio e il destino che lo aspetta, rassicurandolo riguardo al suo proprio destino come custode del culto della Grande Madre Cibele.
  • Virgilio utilizza la storia di Creusa per collegare la tradizione omerica con un modello di pietas tipicamente romano, esaltando il ruolo di donna e moglie devota.
  • Dopo la morte di Creusa, Enea ha relazioni significative con Didone, regina di Cartagine, e Lavinia, figlia di Latino, che influenzano il mito della fondazione di Roma e le Guerre Puniche.
Questo appunto di italiano si propone di presentare la figura di Creusa, donna troiana e prima sposa di Enea nel poema epico latino Eneide ad opera di Virgilio, dalla sua genealogia alla sua morte durante la fuga da Troia.
Creusa, sposa di Enea nel poema epico latino Eneide articolo

Indice

  1. Creusa e la genealogia della famiglia reale troiana
  2. La fuga da Troia e la morte di Creusa nel secondo libro dell’Eneide
  3. Creusa e il ruolo della donna nell’Antica Roma
  4. Le donne di Enea dopo la morte di Creusa

Creusa e la genealogia della famiglia reale troiana

Creusa è una figura femminile che appartiene alla mitologia greca. Era figlia del Re di Troia Priamo e di Ecuba e di conseguenza sorella dell’eroe dell’IliadeEttore, della profetessa Cassandra, di Paride, Laodice e Polissena. Venne cresciuta dalla nutrice Caieta, dalla quale prese il nome la città di Gaeta. È però nella mitologia latina che trova più ampio spazio avendo un ruolo importante nel secondo libro dell’Eneide virgiliana in quanto moglie dell’eroe Enea. Fu la prima sposa di Enea insieme al quale diede alla luce due figli: Ascanio, chiamato anche Iulo, ed Etia. Sulla seconda figlia tuttavia nella mitologia ci sarebbero discordanze.

La fuga da Troia e la morte di Creusa nel secondo libro dell’Eneide

L’Eneide è un poema epico latino scritto da Publio Virgilio Marone nel I secolo a.C., diviso in dodici libri, ovvero la metà rispetto ai celeberrimi poemi epici di Omero. Esso segue le avventure dell’eroe Enea, figlio di Anchise e Venere, che fuggendo da Troia dopo la disfatta in guerra contro i greci e la caduta della città approda nel Lazio diventando il progenitore del popolo romano e dando origine al mito della fondazione di Roma.
Il poema comincia in medias res, ovvero il protagonista è già in viaggio con una flotta nel Mediterraneo verso l’Italia. Malauguratamente la flotta subisce un naufragio ed Enea con i superstiti viene soccorso ed accolto nel palazzo di Didone, regina di Cartagine. Qui, durante un banchetto, egli racconta le vicende che l’hanno condotto lì, dall’agguato dei greci alla fuga dalla città.
È nel secondo libro che appare il personaggio di Creusa, la prima sposa di Enea e madre del loro figlio Ascanio. Nonostante il poco spazio dedicato, ha un ruolo fondamentale poiché predice ad Enea il lungo viaggio che dovrà affrontare e lo invita a partire. Il racconto inizia con l’inganno del cavallo, frutto dell’astuzia di Ulisse, grazie al quale i greci riuscirono ad entrare nella città di Troia. Il popolo troiano incuriosito dalla struttura la trasportò all’interno delle mura ignaro del fatto che nel suo ventre si nascondessero i nemici achei. I greci approfittando della notte uscirono dal cavallo e attaccarono la città che cercò di difendersi con poco successo. Il re Priamo rimase ucciso nell’attacco e molti si diedero alla fuga. Tra questi vi era Enea, incitato dalla madre Venere a fuggire e portare in salvo la sua famiglia poiché tale era il volere degli dei. Enea prese per mano Ascanio e in spalla l’anziano padre Anchise e fuggì dalla città con Creusa al seguito. Ad un certo punto però, voltandosi, si accorse che la moglie non era più dietro di lui. Disperatamente cercò di tornare indietro ma in quel momento l’ombra del fantasma di lei gli apparve, poiché Creusa era morta durante la fuga sotto i colpi nemici. Con parole commoventi lo incitava a partire per salvare il loro figlio e a seguire i piani che gli dèi avevamo in serbo per lui, tranquillizzandolo inoltre sul proprio destino. Lei fortunatamente non sarebbe finita a fare la concubina o la schiava dei greci poiché era stata assunta come custode del culto della Grande Madre Cibele. Prima di lasciarla l’eroe tentò invano tre volte di afferrare Creusa, la quale ormai era un’ombra impalpabile (il tre è un numero simbolico molto frequente nei poemi soprattutto quando si fa riferimento alle anime dei defunti).
Per approfondimenti sull’Eneide di Virgilio vedi anche qua

Creusa e il ruolo della donna nell’Antica Roma

Raccontando la fine di Creusa, Virgilio sembra voler creare un collegamento tra la tradizione omerica del poema e una struttura antropologia ad essa ignota, rifacendosi ad un modello di condotta delle moglie riconducibile alla tipicamente latina pietas. La pietas era un sentimento di affetto e profonda devozione, verso la patria o la famiglia. Le donne della domus augustea infatti svolgevano un ruolo pubblico il cui modello comportamentale era quello di donna e moglie discreta, sempre al fianco del compagno.
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Le donne di Enea dopo la morte di Creusa

Dopo la fuga e l’addio a Creusa, Enea approda in seguito ad una tempesta a Cartagine, soccorso dalla regina Didone. La regina si innamora perdutamente ma lui è costretto presto ad abbandonarla poiché gli dei gli impongono di proseguire il suo viaggio. Nel quarto libro dell’Eneide vi è l’ultimo colloquio straziante e l’addio dei due personaggi che porta al suicidio di Didone, la quale prima di morire lancia una maledizione su Roma e Cartagine affinché fossero divise da un odio eterno, invocando la figura di un vendicatore che combattesse strenuamente i romani. Questa è la causa mitica delle guerre puniche che individua in Annibale il vendicatore invocato dalla regina di Cartagine.
Approdato nel Lazio, Enea si ritrova a combattere prima contro i Latini e poi contro i Rutuli e dopo averne ucciso il capo prende in sposa Lavinia, figlia di Latino. Finirà poi disperso del fiume Numico soccombendo in un feroce scontro contro Achille.
Per approfondimenti sulle Guerre Puniche vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Chi era Creusa nella mitologia e quale ruolo aveva nell'Eneide?
  2. Creusa era una figura femminile della mitologia greca, figlia del re Priamo e di Ecuba, e moglie di Enea nell'Eneide di Virgilio. Aveva un ruolo importante nel secondo libro del poema, dove predice il lungo viaggio di Enea e lo invita a partire.

  3. Come avviene la morte di Creusa durante la fuga da Troia?
  4. Durante la fuga da Troia, Creusa si perde e muore sotto i colpi nemici. Il suo fantasma appare a Enea, incitandolo a proseguire il viaggio e rassicurandolo sul suo destino come custode del culto della Grande Madre Cibele.

  5. Qual è il significato del ruolo di Creusa in relazione alla pietas romana?
  6. Creusa rappresenta un modello di pietas, un sentimento di affetto e devozione verso la patria e la famiglia, tipico delle donne romane. Virgilio usa la sua figura per collegare la tradizione omerica a un modello di condotta latina.

  7. Quali sono le conseguenze dell'incontro tra Enea e Didone dopo la morte di Creusa?
  8. Dopo la morte di Creusa, Enea incontra Didone a Cartagine. Didone si innamora di lui, ma Enea è costretto a lasciarla per proseguire il suo viaggio, portando Didone al suicidio e lanciando una maledizione su Roma e Cartagine, che diventerà la causa mitica delle guerre puniche.

  9. Cosa accade a Enea dopo il suo arrivo nel Lazio?
  10. Dopo l'arrivo nel Lazio, Enea combatte contro i Latini e i Rutuli, sposa Lavinia, figlia di Latino, e infine scompare nel fiume Numico durante uno scontro feroce contro Achille.

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