Concetti Chiave
- La novella "Simona e Pasquino" è parte della quarta giornata del Decameron e illustra un amore passionale e tragico, tipico delle storie di Boccaccio.
- La trama si concentra su due giovani amanti di umili origini, il cui amore culmina in un tragico incidente causato da una foglia di salvia avvelenata.
- Boccaccio interviene nel finale, sostenendo che la morte contemporanea dei due amanti rappresenta un lieto fine, preservando il loro amore oltre la vita.
- L'analisi della novella evidenzia la contrapposizione tra un amore cortese e un amore carnale, con la narrazione che eleva l'amore semplice tra Simona e Pasquino.
- L'ambientazione realistica e storica di Firenze e la chiesa di San Paolo sottolineano il naturalismo del racconto, con il giardino come simbolo di pace e serenità.

Le novelle nel Decameron
Simona e Pasquino è la settima novella della quarta giornata del Decameron, il romanzo di Giovanni Boccaccio. Tra le cento novelle del Decameron, moltissime trattano l’argomento dell’amore, sempre passionale e travolgente, con toni realistici e vicini all’esperienza della vita quotidiana dell’epoca.
In alcune novelle la conclusione è felice e lieta; in altre – come in questa – triste e tragica. La struttura del Decameron è un articolato sistema entro cui Boccaccio presenta le 100 novelle del suo capolavoro. La cornice vede dieci giovani, sette ragazze e tre ragazzi, che per sfuggire alla peste nera che imperversa su Firenze si riuniscono in una villa di campagna. Per passare il tempo, ogni pomeriggio - ad eccezione dei giorni di venerdì e del sabato dedicati alla penitenza - ognuno di loro racconta una novella ai compagni, secondo un tema stabilito il giorno prima dalla Regina o il Re della giornata. Solo il personaggio di Dioneo, il più abile dei dieci a raccontare storie, viene dispensato dall'obbligo di attenersi al tema prestabilito, e la sua novella è narrata sempre per ultima (tranne nella prima giornata). Boccaccio cura ogni piccolo particolare, fin dalla scelta dei nomi si definiscono i caratteri e la funzione dei personaggi, tutti nel complesso riflettono poi il carattere autobiografico dell'autore.
Riassunto della novella
Il tema della giornata, scelto da Filostrato è quello degli amori che ebbero infelice fine. La novella è raccontata da Emilia.
Simona e Pasquino sono persone del popolo, semplici e genuine nelle azioni e nei sentimenti. Sono entrambi poveri e si guadagnano da vivere l’una filando e l’altro trasportando la lana. La storia si svolge nella Firenze degli artigiani e dei mercanti, dove l’arte della lavorazione della lana era una delle più praticate e redditizie. Il loro legame affettivo matura e cresce, fino a concretizzarsi nell’atto dell’amore carnale: ma in questo non c’è morbosità o volgarità, bensì la naturalezza dei gesti quotidiani. Una domenica i due ragazzi si danno appuntamento dopo pranzo in un giardino. Simona porta con sé un’amica, Lagina; Pasquino un amico di nome Puccino, da tutti soprannominato lo Stramba. Tra Lagina e lo Stramba nasce un «amorazzo», ovvero un amore occasionale, nato sul momento. Nella parte del giardino dove Simona e Pasquino si sono appartati, c’è un cespuglio di salvia; Pasquino prende a passarsi una foglia sulle gengive e sui denti. Subito dopo, il suo viso inizia a cambiare espressione, poi a non vederci più e, infine, non riesce più a parlare; in breve muore, il suo corpo si gonfia e si ricopre di macchie scure. Simona inizia a gridare, Lagina e lo Stramba accorrono. Vedono Pasquino in quello stato e accusano Simona di averlo avvelenato. Simona, fuori di sé per l’improvvisa perdita dell’amato, non riesce a giustificarsi. Ancora meno riesce a farlo, a causa della sua scarsa istruzione e, quando viene portata davanti al giudice, che la interroga sull’accaduto, non riesce a giustificarsi. Il giudice, allora, chiede di essere portato sul luogo dell’accaduto per vedere con i suoi occhi il corpo del morto. Simona, per far capire meglio ciò che è accaduto, ripete il gesto di Pasquino, e, come lui, si avvelena e cade morta a terra. Giovanni Boccaccio, l’autore, a questo punto, interviene in prima persona, affermando che il loro è stato un “lieto fine”. Hanno infatti posto fine, nello stesso giorno, al loro amore e alla loro vita e se saranno fortunati continueranno ad amarsi e a vivere insieme in un’altra vita. Invece, sottolinea Boccaccio, se Simona fosse sopravvissuta al suo amante, di certo sarebbe stata condannata a causa delle pesanti accuse degli amici di Pasquino, che avrebbero di sicuro chiesto che una così grande malvagità fosse punita con il rogo. Il giudice, dopo quanto accaduto a Simona, afferma che il cespuglio di salvia è senza dubbio velenoso e ordina che venga bruciato. Non appena il guardiano smuove il cespuglio, trovano sotto di esso un rospo e tutti i presenti convengono che la salvia è diventata velenosa a causa del respiro velenoso del rospo, perché – secondo la credenza popolare – alcuni rospi emettono un fiato velenoso. Il rospo viene bruciato assieme al cespuglio di salvia. Il processo ha così termine e Simona e Pasquino vengono seppelliti nella chiesa di San Paolo.
Analisi e commento
L’analisi settima novella della quarta giornata del Decameron comprende la critica ai sistemi di valori di riferimento: ciò che caratterizza la novella narrata da Emilia è la contrapposizione dell’amore tra Simona e Pasquino e Lagina e Stramba. Il primo è un amore con accezione cortese, anche se gli amanti sono di umili origini, mentre il secondo è un amore carnale, che non ha nulla a che vedere con la mente e l’animo nobile. L’amore narrato da Emilia si rivela cortese dal momento in cui la stessa narratrice lo eleva nel testo. Essa introduce infatti la sua novella dicendo: “Quantunque Amor volentieri le case de’ nobili uomini, abiti, esso perciò non rifiuta lo’mperio di quel de’ poveri, anzi in quelle sì alcuna volta le sue forze dimostra (…)” oppure “O felice anime, alle quali in un medesimo di adivenne il fervente amore (…)“.
Per quanto riguarda le coordinate spazio temporali è necessario sottolineare che la scena centrale è ambientata in un giorno di festa (una domenica dopo pranzo). La stagione non è indicata, ma si può intuire che sia primavera o estate, visto che i due innamorati vanno in un giardino all’aperto, senza timore del freddo o della pioggia.
Per quanto riguarda i luoghi, vengono nominati Firenze, la chiesa di San Paolo e il giardino. I primi due sono luoghi reali e storici, il che dimostra ancora una volta il realismo di Boccaccio, mentre il giardino suggerisce uno spazio di pace, di tranquillità, che si contrappone al luogo del lavoro, ossia la città di Firenze.
Per ulteriori approfondimenti sulle novelle del Decameron vedi anche qua.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della settima novella della quarta giornata del Decameron?
- Chi sono i protagonisti della novella e quale è il loro contesto sociale?
- Come si conclude la storia d'amore tra Simona e Pasquino?
- Qual è il significato del "lieto fine" secondo Boccaccio?
- Quali sono le differenze tra l'amore di Simona e Pasquino e quello di Lagina e Stramba?
Il tema principale è l'amore che ha un'infelice fine, come scelto da Filostrato per la giornata.
I protagonisti sono Simona e Pasquino, persone del popolo, semplici e genuine, che vivono nella Firenze degli artigiani e dei mercanti.
La storia si conclude tragicamente con la morte di entrambi, avvelenati da un cespuglio di salvia contaminato dal respiro di un rospo velenoso.
Boccaccio considera un "lieto fine" il fatto che Simona e Pasquino abbiano posto fine alla loro vita e al loro amore nello stesso giorno, suggerendo che potrebbero continuare ad amarsi in un'altra vita.
L'amore tra Simona e Pasquino è cortese e nobile, nonostante le loro umili origini, mentre quello tra Lagina e Stramba è carnale e privo di profondità emotiva.