Fabrizio Del Dongo
Genius
9 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La novella è ambientata nella Firenze del Trecento e affronta il tema degli amori tragici, inserendo elementi cortesi nella vita quotidiana.
  • La storia di Simona e Pasquino, giovani innamorati che lavorano la lana, si sviluppa in un contesto sociale umile, evidenziando l'universalità dell'amore.
  • La morte accidentale di Pasquino e Simona, causata da una foglia di salvia avvelenata, sottolinea il binomio amore-morte presente nella letteratura cortese.
  • La novellatrice introduce riflessioni formali, richiamando l'Eneide e utilizzando figure retoriche come l'apostrofe e l'epifonema.
  • La novella offre uno spaccato storico del lavoro e del commercio della lana nella Firenze del Trecento, descrivendo ruoli e terminologie dell'epoca.

Indice

  1. Amore e Morte nella Firenze del Trecento
  2. L'Incontro Segreto di Simona e Pasquino
  3. La Tragica Fine di Pasquino
  4. Il Giudizio e la Verità
  5. La Scoperta del Veleno
  6. L'Amore tra Classi Sociali Diverse
  7. Riflessioni sulla Novella
  8. Il Commercio della Lana nel Trecento

Amore e Morte nella Firenze del Trecento

La novella è collocata all’interno della IV giornata, dedicata agli amori finiti in modo tragico. Si tratta di un esempio di temi di ispirazione cortese, come quello di amore e morte, inseriti nella vita quotidiana della Firenze del Trecento

L'Incontro Segreto di Simona e Pasquino

Simona e Pasquino erano due giovani fiorentini che lavorano la lana.

La ragazza, molto bella, era di origine umile e per guadagnarsi di che vivere filava la lana. Pasquino apparteneva alla stessa classe sociale e si occupava di distribuire lana da filare per conto del maestro lanaiolo presso cui lavorava.

I due erano innamorati, ma Simona non osava rivelare il suo sentimento e ad ogni filo che avvolgeva intorno al fuso sospirava pensando a colui che le aveva dato la lana da lavorare. Dal canto suo, Pasquino ci teneva molto che la lana del suo padrone fosse ben filata, come se la tela dovesse essere tessuta esclusivamente con la lana filata da Simona. Entrambi gradivano i piaceri dell’amore tanto che l’uno non aspettava di essere sollecitato dall’altro, ma si incontravano volentieri in un reciproco desiderio amoroso.

La Tragica Fine di Pasquino

Un giorno, il ragazzo propose a Simona di ritrovarsi in un giardino per stare un po’ insieme, lontano dagli occhi indiscreti della gente. La ragazza fu ben felice di accettare e una domenica, dopo aver detto al padre che andava in una chiesa nelle vicinanze di San Gallo per lucrare indulgenze in compagnia della sua amica Lagina, si recò all’appuntamento. Lo stesso fece Pasquino, accompagnato da Puccino, detto anche lo Stramba. Tra quest’ultimo e Lagina sorse un’occasionale simpatia e le due coppie si appartarono anch’esse.

Nell’angolo in cui Pasquino e Simona si erano appartati, c’era un bel cespuglio di salvia e mentre stavano parlando di fare merenda, Pasquino prese una foglia di salvia e se la strusciò sui denti e sulle gengive, dicendo che le proprietà della pianta erano molto utili per pulire i denti dopo aver mangiato. Quasi subito, il suo viso cambiò aspetto, perse la vista e la parola e morì. Simona chiamò in soccorso Lo Stramba e Lagina. Lo Stramba vedendo com’era ridotto il viso dell’amico, accusò Simona di omicidio per avvelenamento. Accorsero altre persone attirate dalle grida che concordarono con quanto stava affermando lo Stramba.

Il Giudizio e la Verità

Per questo motivo la ragazza fu condotta davanti al Podestà per essere giudicata da un giudice. Quest’ultimo, per capire meglio che cosa fosse successo veramente, chiese di vedere il corpo e il luogo dove era successo il fatto e condusse con sé anche Simona. Tutti si meravigliarono come ciò fosse potuto accadere: lo Stramba ed altri convenuti non chiedevano altro che la ragazza fosse bruciata viva e da parte sua essa se ne stava confusa, timorosa e con il cuore stretto per la morte dell’innamorato e per la paura della crudele pena che l’aspettava.. Per far capire come erano andate le cose, essa volle ripetere il gesto fatto da Pasquino e con una foglia di salvia si sfregò i denti. Nel medesimo istante, cadde a terra con il viso trasfigurato, proprio come Pasquino. La sorte non permise che l’innocenza di Simona fosse calpestata e la morte le indicò la strada per liberarsi da accuse così infamanti.

La Scoperta del Veleno

Il giudice si rese conto che la causa di tutto era la foglia della salvia e dette ordine di estirpare la pianta e bruciarla. Il custode del giardino, nell’eseguire l’ordine, si accorse che la pianta nascondeva un rospo di notevoli dimensioni, il cui respiro velenoso aveva trasformato le foglie di salvia in mortifere. Il tutto fu circondato da una catasta di legno a cui venne appiccato il fuoco.

I corpi di Simona e di Pasquino furono sepolti insieme nella chiesa di San Paolo e di questa incombenza se ne incaricarono Lo Strambo e i suo amici.

L'Amore tra Classi Sociali Diverse

Il primo carattere da evidenziare è la differenze fra le altre novelle che trattano l’amore tragico. Le vicende di Simona e Pasquino si svolgono in un ambiente sociale umile, invece di un ambiente di estrazione borghese. La motivazione di tale scelta è chiarita nella premessa da Emilia, la ragazza che racconta la novella; Amore non abita soltanto le case dei nobili, ma anche quelle delle persone umili e povere. Pertanto se il dominio dell’Amore, con la tradizione cortese si limitava ad interessare la società aristocratica, ora con lo stil novo, si estende a coloro che hanno un animo nobile [gentile] senza fare attenzione all’estrazione sociale. La novità introdotta dal Boccaccio è ancora più evidente se si pensa a quanto afferma Andrea Cappellano nel suo trattato De Amore quando sostiene che i lavoratori della terra non possono amare perché non sono in grado di andare oltre l’istinto sessuale, dato che il compito è di lavorare la terra e non possono capire cose che appartengono “per natura” ad altri. E l’espressione” per natura” la dice lunga. In pratica, Boccaccio rende contemporaneo dal punto di vista sociale e cronologico il tema dell’amore: egli cala nella realtà quotidiana dei lavoratori della lana i grandi miti della letteratura cortese [la vicenda di Simona e Pasquino ci fa pensare a quella di Tristano e Isotta perché in entrambi è presente il binomio amore-morte]. A questo proposito è interessante ricordare che Manzoni parlava di “democratizzazione del cuore umano”.

Riflessioni sulla Novella

Ad un certo punto della novella, interviene la novellatrice per esporre alcune considerazioni, il cui modello è stato senz’altro l’Eneide nell’episodio di Eurialo e Niso. Sul piano formale lo stile diventa elevato, la costruzione è ternaria e si ha un climax ascendente [“O felici anime…… e più felici….. e felicissime…”]. In questa parte della novella, sono presenti due figure retoriche: l’apostrofe e l’epifonema. L’apostrofe si ha quando viene rivolta la parola ad una persona o ad una cosa personificata in modo concitato [O felici anime….]. L’epifonema è una frase con valore di sentenza con cui viene concluso un discorso, in modo ampolloso e ridondante.

Il Commercio della Lana nel Trecento

La novella è anche utile per avere uno scorcio del lavoro e del commercio della lana nella Firenze del Trecento. Veniamo a sapere che esistevano dei datori di lavoro (o maestri) che in proprio nome o in nome di una compagnia (o società) distribuivano ai filatori o alle filatrici la lana purgata e battuta. Esistevano poi dei garzoni, come Pasquino che erano incaricati della consegna della lana da filare e del ritiro della stessa ormai filata e della relativa distribuzione alle tessitorie che fabbricavano le tele. Coloro che pettinavano la lana si chiamavano “scardassieri” [oggi si dice cardare la lana] ed erano delle persone piuttosto rozze come lo Stramba, l’Atticciato e il Malagevole [i soprannomi sono indicativi a tal proposito]. Infine troviamo le filatrici come Lagina e Simona che abitavano fuori dalla città o forse nella campagna.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della novella "Amore e Morte nella Firenze del Trecento"?
  2. Il tema principale è l'amore tragico, ispirato alla tradizione cortese, ambientato nella vita quotidiana della Firenze del Trecento.

  3. Chi sono i protagonisti della storia e qual è il loro contesto sociale?
  4. I protagonisti sono Simona e Pasquino, due giovani di umili origini che lavorano nel settore della lana, rappresentando l'amore tra classi sociali diverse.

  5. Come avviene la morte di Pasquino e quale è la reazione della comunità?
  6. Pasquino muore dopo aver strofinato una foglia di salvia sui denti, e la comunità, guidata da Lo Stramba, accusa Simona di omicidio per avvelenamento.

  7. Qual è la scoperta che porta alla verità sulla morte di Pasquino e Simona?
  8. Si scopre che la salvia era velenosa a causa di un rospo nascosto sotto la pianta, il cui respiro aveva reso le foglie mortali.

  9. Quale aspetto del commercio della lana nel Trecento viene illustrato nella novella?
  10. La novella descrive il sistema di lavoro e commercio della lana, con maestri lanaioli, garzoni come Pasquino, e filatrici come Simona, evidenziando la struttura sociale e lavorativa dell'epoca.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community