Concetti Chiave
- La novella combina il tema della beffa con l'eros, caratterizzando Boccaccio come narratore licenzioso.
- Il prete di Varlungo è descritto come vivace e attratto da monna Belcolore, con cui intrattiene una relazione segreta.
- Attraverso l'uso di metafore, la novella esplora il desiderio fisico in un contesto rurale e popolare.
- Lo stile del racconto varia per adattarsi alla natura della storia, utilizzando un lessico campagnolo e allusioni sessuali.
- La novella funge da documento storico sui costumi della campagna fiorentina del Trecento, influenzando future opere italiane.
Indice
La Beffa e l'Eros nel Decamerone
Come tutte le novelle dell’ottava giornata, anche la novella de Il prete da Varlungo e di monna Belcolore mette in scena una beffa. Tuttavia, al tema della beffa si aggiunge il tema dell’eros in cui l’amore è inteso come puro e semplice desiderio fisico. Questa è una di quelle novelle del Decamerone che hanno contribuito a far etichettare il Boccaccio come narratore spinto e licenzioso.
Il Prete e Monna Belcolore
Nel borgo di Varlungo, a pochi chilometri da Firenze viveva un prete molto attivo [ il termine “gagliardo” adoperato dall’autore si prenda ad un sottinteso erotico] quando si trattava di fare un favore alle donne. La domenica era solito intrattenere i parrocchiani ai piedi di un olmo e quando gli uomini erano fuori casa, più di quanto non avessero fatto i suoi predecessori, divertiva le donne portando loro fino a casa immaginette sacre e rosari. Fra tutte le donne del paese gliene piaceva soprattutto una: monna Belcolore, moglie di un certo Bentivegna del Mazzo. Era una contadinotta bella fresca, mora, in carne, che sapeva macinare molto meglio delle altre [allusione erotica], suonare il cembalo, ballare e cantare. Il prete se ne era invaghito e se la donna era presente alle funzioni religiose, lui cercava, cantando di fare bella figura, altrimenti sbrigava la cerimonia in quattro e quattr’otto.. Per mantenere il rapporto e godere delle sue grazie, ogni tanto le faceva avere della verdura.
Il Pegno e lo Stratagemma
Un giorno, egli incontrò il marito che se ne stava andando in città per sbrigare alcuni affari e approfittando dell’assenza di quest’ultimo si recò a casa di Belcolore. All’inizio la donna è un po’ reticente, ma il prete, con una metafora dice che sessualmente sono come i mulini che per macinare devo aspettare la raccolta e per questo sono più vigorosi. La donna, però chiede 5 lire in cambio. Non avendo sul momento del denaro, il prete propone di lasciarle in pegno il suo mantello, visto che non intende andare in canonica a prendere le 5 lire perché al momento ha la fortuna che il marito non ci sia [“ritta la ventura”, con evidente ambiguità oscena, alludendo all’erezione del suo membro]. Dopo di ché si recarono in una capanna e insieme si divertirono a lungo. Sulla strada del ritorno il prete si pente di aver pattuito una somma di denaro così importante e per questo studiò uno stratagemma che gli permettesse di riavere indietro il mantello. Per questo inviò il figlio di un vicino di casa a chiedere alla Belcolore di prestargli il mortaio di pietra. La Belcolore non oppose alcuna difficoltà e glielo presta.
Allusioni e Continuazione del Rapporto
Quando arriva l’ora di pranzo, approfittando che la donna e il marito stanno pranzando, il prete chiama un chierichetto e gli chiese di andare restituire il mortaio e farsi restituire il mantello dato come pegno. Il chierichetto ubbidì e riferì il messaggio in presenza del marito. Quest’ultimo rimproverò la donna per aver chiesto un pegno al prete. La donna prese il mantello dalla cassapanca, la porse al chierichetto dicendo: “ Dì al prete che non pesterà più la sua salsa nel mio mortaio” [= chiara allusione sessuale, come del resto anche nella successiva risposta del prete].
Il prete come risposta disse al chierichetto di informare la donna che se essa non prestava più il suo mortaio, lui non le avrebbe più prestato il suo pestello”. Il marito non capì nulla di questo scambio di allusioni e il prete e la donna continuarono indisturbati il loro rapporto.
Stile e Lessico nel Decamerone
L’argomento di questa novella è licenzioso se non osceno, per cui non è stato mai inserito nelle antologie scolastiche. Il testo serve a far capire come lo scrittore abbia saputo utilizzare un testo licenzioso a fini stilistici.
Occorre premettere che nel Decamerone c’è posto per qualsiasi tipo di passione amorosa: il sentimento di Federico degli Alberigi di stampo cortese, l’amore tragico di Lisabetta da Messina o l’amore visto nel suo aspetto carnale come in questa novella. Questa diversità si traduce in registri stilistici diversi: stile alto, stile tragico o stile comico.. D’altra parte bisogna riconoscere che sarebbe una stonatura adoperare uno stile elevato per descrivere una situazione popolare e paesana.
Sul piano del lessico che ricrea un ambiente campagnolo le scelte sono molto studite; infatti vi troviamo termini come amorazzo, brunazza, foresozza, gnaffe, zaconato e perfino i nomi propri sono tali da suscitare ironia. La materia sessuale (e perfino oscena) è sempre presente tramite la metafora (macinare, pestello, mortaio, ritta la ventura): questo dimostra che il Boccaccio non è tanto attratta dalla tematica in sé, quanto dal gioco stilistico.
Influenza e Documentazione Storica
La dimensione campagnola e godereccia è interessante anche per gli sviluppi futuri nella letteratura italiana: si pensi a La Mandragola di Machiavelli o a la Nencia di Barberino di Lorenzo il Magnifico, in cui si ritrovano espressioni e termini già presenti in Boccaccio.
La novella presenta anche l’aspetto di una documentazione storica relativamente agli usi e costumi della campagna fiorentina del Trecento: gli affari da sbrigare, la lana filata da consegnare in città, il frequente ricorso a prestiti.
Domande da interrogazione
- Quali sono i temi principali della novella "Il prete da Varlungo e di monna Belcolore" nel Decamerone?
- Come viene descritto il rapporto tra il prete e Monna Belcolore?
- Qual è lo stratagemma usato dal prete per riavere il suo mantello?
- In che modo Boccaccio utilizza lo stile e il lessico nella novella?
- Qual è l'influenza della novella sulla letteratura italiana successiva?
I temi principali sono la beffa e l'eros, con l'amore inteso come desiderio fisico, che contribuiscono a etichettare Boccaccio come narratore licenzioso.
Il prete è invaghito di Monna Belcolore e cerca di mantenere il rapporto con lei attraverso piccoli doni, come verdura, e stratagemmi per godere delle sue grazie.
Il prete invia un chierichetto a restituire un mortaio e a farsi restituire il mantello dato come pegno, utilizzando allusioni sessuali che il marito di Belcolore non comprende.
Boccaccio utilizza uno stile comico e un lessico campagnolo con termini studiati e metafore sessuali per ricreare un ambiente popolare e paesano.
La novella ha influenzato opere come "La Mandragola" di Machiavelli e "La Nencia di Barberino" di Lorenzo il Magnifico, che riprendono espressioni e termini presenti in Boccaccio.