Concetti Chiave
- Il tema centrale della VIII giornata è quello delle beffe fini a se stesse, con Calandrino come vittima principale delle burle.
- Calandrino è descritto come un personaggio credulone e sempliciotto, facile preda degli inganni dei suoi amici Bruno e Buffalmacco.
- La storia ruota attorno alla ricerca di una pietra magica, l'elitropia, che si dice renda invisibili, inganno orchestrato dai suoi amici.
- Nonostante le evidenze della burla, Calandrino si convince del potere magico delle pietre e incolpa la moglie Monna Tessa per la loro presunta inefficacia.
- Monna Tessa rappresenta il buon senso e la realtà quotidiana, in contrasto con le fantasie e ingenuità del marito Calandrino.
Indice
Il Ciclo di Calandrino
Siamo nella VIII giornata. Il tema è quello delle beffe in generale, il cui fine non è esclusivamente il godimento amoroso come nelle novelle della giornata precedente; il fine è il gusto stesso della finzione e del racconto beffardo. All’interno di questa giornata (e anche di quella seguente) troviamo delle novelle in cui compaiono gli stessi personaggi fino a formare un piccolo “ciclo”: il ciclo di Calandrino. Calandrino, accompagnato da Bruno e Buffalmacco (fra l’altro due persone realmente esistine nella Firenze di fine Duecento e inizio Trecento, è stato definito “il beffato d’obbligo”, cioè un personaggio sprovveduto, sempliciotto e credulone che facilmente diventa vittima degli inganni. Le beffe hanno lo scopo di dimostrare l’inferiorità della sua intelligenza rispetto a quella dei due compari. Si tratta sempre di beffe di intelligenza fini a se stesse. Alla fine di ogni novella, Calandrino non si rende mai conto di essere stato beffato, anzi i suoi persecutori gli fanno credere di essere stato lui il furbo che si è preso gioco di loro.
La Beffa dell'Elitropia
Dopo la presentazione di Calandrino come uomo sempliciotto, il racconto prende l’avvio dalla descrizione del paese di Bengodi, dove si trovano pietre con grandi poteri magici e, soprattutto, dove si ha una grande abbondanza di cibo e di buon vino. Calandrino, incuriosito, chiede dove si trovi e dalla fantasiosa descrizione di Maso, egli deduce che non deve essere troppo lontano. La curiosità per le pietre è rimasta ed egli chiede a Maso se non vi siano pietre magiche anche dalle loro parti. “Certo, risponde prontamente il beffatore, ce ne sono due, una delle quali è l’elitropia, una pietra che ha il potere di rendere invisibili. Calandrino non resiste alla voglia di condividere la sua scoperta, e cercati gli amici Bruno e Buffalmacco, li mette subito al corrente. I due capiscono subito l’antifona e, una domenica mattina, lo portano sul greto del Mugnone, in cerca della pietra miracolosa. Dopo che Calandrino ha raccolto un bel po’ di pietre, Bruno e Buffalmacco fingono di non vederlo più e, per dare maggior valore alla propria bugia, finiscono quasi per lapidarlo, sempre facendo vista che egli sia diventato invisibile. Calandrino si convince allora del potere magico delle pietre che ha con sé e torna a casa dalla moglie, monna Tessa, la quale non sapendo nulla della questione, ovviamente lo vede. Calandrino si convince che è colpa della donna se l’elitropia ha perso il suo potere e la picchia selvaggiamente. Giunti a casa sua anche i due burloni, egli spiega loro che cosa è successo e deve subire anche i rimproveri dei due amici che si fingono molto adirati di essere stati beffati da lui. Calandrino avrebbe dovuto avvertire la donna perché, come è risaputo, le donne fanno perdere le virtù magiche alle cose.
Calandrino e la Realtà Fittizia
Calandrino è un personaggio fuori dall’ordinario: è credulone, bizzarro e sempliciotto, ma soprattutto stravagante. Quanto viene introdotto del racconto sembra una persona normale perché si mostra interessato alla novità del suo mestiere di pittore, mentre sta osservando con attenzione le pitture e gli intagli del tabernacolo della chiesa di San Giovanni. È proprio questa mescolanza di normalità e di ingenuità estrema che lo rende contemporaneamente integrato, ma anche marginale.
In pratica egli diventa beffatore di se stesso perché è lui che svela agli amici il potere magico dell’elitropia; lui li coinvolge nella ricerca, lui che sottolinea il vantaggio che deriva dall’essere invisibile. A questo punto i beffatori non fanno altro che razionalizzare la proposta di Calandrino: si informano del nome della pietra, vogliono sapere com’è fatta, consigliano di andare a cercarla sul greto del Mugnone (Un fiume alla periferia di Firenze) solo di domenica. Arrivati sul greto, la loro funzione si capovolge e da beffatori i due amici diventano i beffati. A questo punto Calandrino protegge, in modo paradossale la realtà fittizia della beffa in cui è stato attirato: sopporta di essere lapidato (tanto è invisibile), si convince che nessuno lo veda (ma la città deserta), quando la moglie rompe “l’incantesimo” non pensa minimamente che si sia trattato di una beffa e quando i compagni, giunti a casa, continuano a recitare la parte dei beffati, Calandrino ha pronta una giustificazione della sua perdita di invisibilità.
Monna Tessa e il Buon Senso
Monna Tessa è la moglie di Calandrino. Essa rappresenta il principio di realtà da cui Calandrino vorrebbe evadere.. Non è la solita moglie bisbetica, in uso spessa, nella letteratura medioevale. Essa è “bella e valente donna” e rappresenta il buon senso e la vita quotidiana.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della VIII giornata del ciclo di Calandrino?
- Chi sono i personaggi principali del ciclo di Calandrino e qual è il loro ruolo?
- Cosa succede nella beffa dell'Elitropia?
- Come reagisce Calandrino quando la moglie Monna Tessa lo vede?
- Qual è il ruolo di Monna Tessa nel racconto?
Il tema principale è quello delle beffe, il cui fine è il gusto della finzione e del racconto beffardo, piuttosto che il godimento amoroso.
I personaggi principali sono Calandrino, Bruno e Buffalmacco. Calandrino è il "beffato d'obbligo", mentre Bruno e Buffalmacco sono i beffatori che dimostrano la loro superiorità intellettuale attraverso inganni.
Calandrino viene ingannato a credere che una pietra chiamata elitropia possa renderlo invisibile. Bruno e Buffalmacco fingono di non vederlo e lo lapidano, convincendolo del potere magico della pietra.
Calandrino si convince che Monna Tessa ha fatto perdere il potere all'elitropia e la picchia, credendo che le donne facciano perdere le virtù magiche alle cose.
Monna Tessa rappresenta il buon senso e la realtà quotidiana, contrastando il desiderio di evasione di Calandrino. Non è una moglie bisbetica, ma una donna di buon senso.