Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Ser Ciappelletto, un grande peccatore, inganna un frate confessore fingendosi un uomo devoto e virtuoso per ottenere l'assoluzione.
  • La novella esplora la parodia della virtù attraverso il comportamento opposto di Ser Ciappelletto, che si finge santo mentre vive una vita di peccato.
  • Il tema centrale è la beffa, rivolta contro Dio e la Chiesa, che si lasciano ingannare dalla falsa confessione di Ser Ciappelletto.
  • L'ambientazione mercantile del XIV secolo è rappresentata in modo negativo, con usurai e personaggi che operano al limite dell'illegalità.
  • Lo stile narrativo utilizza l'iperbole per accentuare il contrasto tra la realtà peccaminosa di Ser Ciappelletto e la sua falsa immagine di uomo retto.

Indice

  1. Il Peccatore Ser Ciappelletto
  2. La Confessione Ingannatrice
  3. La Parodia della Virtù
  4. La Beffa e il Contesto Mercantile

Il Peccatore Ser Ciappelletto

Ser Ciappelletto è un grande peccatore; ha commesso e sommette peccati di ogni tipo: è un ladro, un assassino, un bestemmiatore, un sodomita, un goloso, un falso testimone, un ubriacone, un giocatore d’azzardo. In sintesi, è il peggiore uomo che sia mai esistito sulla terra. Un giorno viene mandato in missione in Borgogna per recuperare un credito e alloggia in casa di due fratelli he di professione sono usurai.

Qui si ammala e pare che si in fin di vita. I due fratelli hanno paura che la morte di ser Ciappelletto in casa loro li possa mettere in cattiva luce e per questo sono preoccupati. Ser Ciappelletto li rassicura dicendo loro che non hanno nulla da temere e chiede di poter incontrare un confessore.

La Confessione Ingannatrice

Di fronte al frate confessore, egli si presente come un uomo bigotto, pieno di scrupoli e con delle fissazioni ni religiose. I peccati che confessa sono questi (e tutti di poco conto): non ha mai commesso peccati con le donne (ma non dice di essere un omosessuale incallito), non si è mai fatto vincere dal peccato di gola, di non praticare l’usura e di praticare il commercio soltanto per aiutare i poveri con il ricavato. Qualche volta si anche lasciato prendere dall’ira perché si è scagliato contr i peccatori, a volte ha parlato male di un marito giusto per salvare la moglie che era costretta a subire le sue percosse. Confessa anche di aver sputato una volta, in chiesa. A questa ammissione, il frate risponde che anche i religiosi hanno l’abitudine di sputare in chiesa, al che ser Ciappelletto arriva a rimproverare il religioso. Infine, ser Ciappelletto confessa un peccato che non ha mai rivelato a nessuno: una volta è arrivato ad imprecare contre la madre e a insultarla. IL frase lo assolve e ser Ciappelletto, una volta morto ha diritto ad un degno funerale, viene sepolto in terra consacrata e tutti sono convinti che egli abbia condotto una vita da santo.

La Parodia della Virtù

Del protagonista ci viene fornito un quadro molto particolareggiato, ma negativo, ossia tutto il contrario che dovrebbe essere una persona per bene. IN pratica è la parodia della virtù. Pur essendo notai, ama produrre atti notarili falsi; era sua abitudine rendere testimonianze non vere e godeva nel creare inimicizie fra amici e parenti; con grande gusto prendeva parte ad omicidi e come ladro aveva gli stessi scrupoli con cui una persona generosa fa la carità (ossia nessun scrupolo). Il suo è un comportamento al contrario: non entra mai in chiesa, ma frequenta soltanto luoghi dove si pratica la disonestà e anche i suoi gusti sessuali sono aldi la della morale comune [è omosessuale]. Per lui praticare il vizio non comporta alcun senso di colpa.. Durante la confessione, egli imbastisce una scena degna della commedia più comica; non si cala nei panni di un cristiano qualunque come si converrebbe ad un peccatore in punto di morte che chiede l’assoluzione, bensì recita la parte del bigotto, esibisce una bontà puntigliosa in modo da esibire tutte le virtù di cui è l’esatto contrario. Anche il ruolo del confessore e del penitente sono invertiti. Nella sua falsità, ser Ciappelletto riesce a ribaltare la funzione del frate. Quando quest’ultimo confessa che i religiosi tutto il giorno sputano in chiesa, egli si ritrova vittima con il dito di Ser Ciappelletto puntato contro “E voi fate gran villania!”

La Beffa e il Contesto Mercantile

Il tema della novella è quello della beffa che non è un semplice inganno ma un modo per ottenere un divertimento gratuito. Ci possiamo chiedere: “Ma chi è il beffato?” Tutti i peccato sono commessi sotto lo sguardo di Dio che il protagonista ha ingiuriato per tutta la vita. Pertanto la beffa è rivolta contro Dio stesso, contro la Chiesa e i suoi ministri che si lasciano abbindolare.

L’ambiente della novella è quello mercantile del XIV secolo, una classe sociale a cui il Boccaccio apparteneva. Di esso non ci viene data certamente un’immagine positiva. L’ambiente mercantile è duro e cattivo: è pieno di usurai che operano al limite dell’illegalità

La figura retorica dominante nel testo è l’iperbole che caratterizza il protagonista sia nelle vesti di peggior peccatore che sia mai esistito, che in quella falsa di uomo retto e rispettoso dei precetti cristiani. Dal punto di vista narrativo, la prima e la terza parte sono affidate ad una voce narrante esterna [il narratore Panfilo], mentre la parte centrale è affidata perla maggior parte, a Ser Ciappelletto. Esiste, pertanto, un metto distacco fra di esse: il linguaggio di Panfilo è ironico e ricco di arguti modi di dire, tipici della lingua parlata. Invece quella di ser Ciappelletto e del frate confessore è il linguaggio della letteratura devozionale.

Domande da interrogazione

  1. Chi è Ser Ciappelletto e quali peccati ha commesso?
  2. Ser Ciappelletto è descritto come un grande peccatore, avendo commesso vari peccati tra cui furto, omicidio, bestemmia, sodomia, e molti altri, rendendolo il peggior uomo mai esistito.

  3. Come Ser Ciappelletto inganna il confessore?
  4. Ser Ciappelletto inganna il confessore presentandosi come un uomo devoto e pieno di scrupoli religiosi, confessando solo peccati di poco conto e nascondendo la sua vera natura peccaminosa.

  5. Qual è la parodia della virtù rappresentata da Ser Ciappelletto?
  6. La parodia della virtù è rappresentata dal comportamento di Ser Ciappelletto, che, pur essendo un grande peccatore, si finge un uomo virtuoso e devoto, invertendo i ruoli di confessore e penitente.

  7. Qual è il tema principale della novella?
  8. Il tema principale della novella è la beffa, che non è solo un inganno ma un modo per ottenere divertimento, con la beffa rivolta contro Dio, la Chiesa e i suoi ministri.

  9. Qual è l'ambiente sociale descritto nella novella?
  10. L'ambiente sociale descritto è quello mercantile del XIV secolo, caratterizzato da usurai e pratiche al limite dell'illegalità, con un'immagine negativa di questa classe sociale.

Domande e risposte

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