Concetti Chiave
- Giovanni Boccaccio, nato nel 1313 a Certaldo, vicino Firenze, viene influenzato dalla sua origine mercantile, riflettendo nei suoi temi l'idea dell'uomo artefice del proprio destino.
- Durante la sua giovinezza a Napoli, Boccaccio sviluppa uno spirito di osservazione e una conoscenza delle persone grazie al contatto con l'ambiente mercantile e aristocratico.
- La crisi economica del 1340 costringe Boccaccio a tornare a Firenze, dove affronta restrizioni economiche e sociali mentre la peste colpisce la città.
- Negli ultimi anni della sua vita, Boccaccio si dedica a studi eruditi e riconosce il valore morale della letteratura come strumento di miglioramento spirituale.
- Rientrato a Firenze nel 1365, la sua casa diventa un centro di interazione intellettuale, spingendolo a scrivere opere significative come il commento alla Divina Commedia.
Indice
L'influenza della famiglia mercantile
Giovanni Boccaccio nasce da una famiglia di mercanti: questo influenzerà i suoi temi, infatti è un uomo che si è fatto da solo, si è costruito da sé, è artefice del proprio destino, Homo Faber fortunae suae.
Boccaccio sa usare l’intelligenza per poter superare gli ostacoli della natura o della fortuna, l’astuzia e l’intelligenza sono abilità tipiche del mercante.
L'educazione e le influenze culturali
Nasce a Certaldo, vicino a Firenze, nel 1313, figlio illegittimo di Boccaccino di Chellino, viene legittimato quando arriva a casa dal padre, il quale si trasferì poi, nel 1327, a Napoli dove rimase fino al 1340 perché era socio della banca dei Bardi, che amministrava la corte angioina.
Napoli era un centro economico, politico e culturale fondamentale per il Mediterraneo. Per questo Boccaccio era a contatto con tantissima gente, anche perché il padre voleva indirizzarlo suo lavoro, quindi era spesso a fare mercato: grazie a ciò Boccaccio sviluppa lo spirito di osservazione e impara a conoscere le persone con cui entrava in contatto. Egli iniziò a partecipare alla vita aristocratica e a dedicarsi alla lettura della letteratura cortese, ovvero i tipici romanzi cavallereschi: Boccaccio aveva una visione naturalistica dell’amore, per lui doveva essere libero, era un istinto naturale. Si appassionò anche di classici latini e moderni, come Dante e Petrarca.Crisi economica e ritorno a Firenze
Nel 1340 la sua esistenza serena viene interrotta dalla crisi della banca in cui il padre lavorava: Boccaccio è costretto a ritornare a Firenze e a vivere una vita fatta di restrizione economiche, ma anche sociali a causa della peste.
Riflessioni sulla letteratura e politica
Durante gli ultimi anni della sua vita comprende il valore morale della letteratura: secondo lui, infatti, la letteratura può aiutarci a migliorare spiritualmente. Questa sua crisi è accompagnata da una crisi politica: nel 1360 vi fu un colpo di Stato compiuto dai suoi amici e per questo Boccaccio venne messo in cattiva luce e allontanato dalla vita politica, perciò inizia a vivere una vita isolata a Certaldo. Nel 1365 torna a Firenze dove gli vennero offerte nuove alternative di attività politiche e pubbliche. La sua casa divenne un centro di scambio e di incontro per gli intellettuali e ciò lo spinge a scrivere il grande commento della Divina Commedia.
Durante i suoi ultimi anni della sua vita Boccaccio si dedica agli studi eruditi, impegnativi (commenta anche i primi 17 canti dell’inferno e scrive il trattato in lauda di Dante).
Boccaccio muore nel 1375 dopo una vita attiva e dinamica.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'influenza della famiglia mercantile su Giovanni Boccaccio?
- Come ha influenzato Napoli la formazione culturale di Boccaccio?
- Quali eventi hanno portato Boccaccio a tornare a Firenze nel 1340?
- Come ha vissuto Boccaccio gli ultimi anni della sua vita?
La famiglia mercantile ha influenzato Boccaccio nei suoi temi, rendendolo un uomo che si è costruito da sé, capace di usare l'intelligenza e l'astuzia, abilità tipiche del mercante.
A Napoli, Boccaccio è stato esposto a un ambiente economico, politico e culturale vivace, che gli ha permesso di sviluppare lo spirito di osservazione e di appassionarsi alla letteratura cortese e ai classici.
La crisi della banca in cui lavorava il padre ha costretto Boccaccio a tornare a Firenze, affrontando restrizioni economiche e sociali a causa della peste.
Negli ultimi anni, Boccaccio si è dedicato agli studi eruditi e alla scrittura, vivendo una vita più isolata a Certaldo, ma tornando poi a Firenze per nuove opportunità politiche e intellettuali.