Concetti Chiave
- Durante il periodo fiorentino, Giovanni Boccaccio scrive opere influenzate dalla peste, utilizzando il "Decameron" per descrivere l'impatto emotivo dell'epidemia sulla popolazione.
- Tra le opere fiorentine di Boccaccio figurano "La commedia delle ninfe fiorentine", "L’amorosa visione", "L’elegia di madonna Fiammetta" e "Il Ninfale fiesolano", ognuna con temi e stili distintivi.
- Il "Decameron" è un'opera centrale nella carriera di Boccaccio, narrando di giovani che si rifugiano dalla peste nelle colline di Firenze, esplorando varie tematiche attraverso racconti giornalieri.
- Boccaccio stringe un'importante amicizia con Petrarca, che influenza il preumanesimo italiano e contribuisce alla sua crescente fama letteraria e agli incarichi ricevuti a Firenze.
- Verso la fine della sua vita, Boccaccio attraversa una crisi spirituale, dedicandosi allo studio dei classici e alla produzione di opere come "Il Corbaccio" e "Genealogia decorum gentilium".

Indice
Il contesto storico – sociale della Firenze degli anni della peste
Giovanni Boccaccio, dopo un'infanzia trascorso nell'ambiente fiorentino, si trasferisce con la famiglia a Napoli, dal momento che il padre Boccaccino desidera avviarlo alla professione di mercante, dal momento che lui stesso la svolgeva per la famiglia Bardi, nota famiglia di banchieri di Firenze.
Ci si rese subito conto di quanto Boccaccio fosse poco avvezzo alla professione e preferisse piuttosto concentrarsi sulla sua vocazione letteraria. Intorno agli anni Quaranta del Trecento, il giovane Boccaccio fa ritorno a Firenze, nonostante la sua insofferenza verso gli ambienti della città cominciasse a farsi sentire e lui desiderasse assolutamente fare ritorno a Napoli. Il periodo che Boccaccio si trova ad affrontare durante la sua permanenza a Firenze è molto difficile e drammatico sotto tanti punti di vista. La peste, che si sviluppa e si diffonde in Europa, diventa uno degli elementi propulsori per tutti gli eventi successivi.
Per descrivere questa malattia, Boccaccio usa il “Decameron” e già nella prima Giornata ci dice: “Nascevano nel cominciamento d’essa a’ maschi e alle femine parimente o nella anguinaia o sotto le ditelle certe enfiature, delle quali alcune crescevano come una comunal mela, altre come uno uovo, e alcune più e alcun’ altre meno, le quali i volgari nominavan gavoccioli. E dalle due parti del corpo predette infra brieve spazio cominciò il già detto gavocciolo mortifero indifferentemente in ogni parte di quello a nascere e a venire: e da questo appresso s’incominciò la qualità della predetta infermità a permutare in macchie nere o livide, le quali nelle braccia e per le cosce e in ciascuna altra parte del corpo apparivano a molti, a cui grandi e rade e a cui minute e spesse. E come il gavocciolo primieramente era stato e ancora era certissimo indizio di futura morte, così erano queste a ciascuno a cui venieno”. Il valore che viene dato a questi eventi dalla Storia è sicuramente più emotivo che documentario, proprio per la sua violenza e per la difficoltà della popolazione di gestire le conseguenze improvvise di questa epidemia.
Boccaccio e le opere fiorentine: tra peste e letteratura
Boccaccio deve tornare malvolentieri a Firenze, assieme alla famiglia, dopo il periodo napoletano.
Durante il periodo fiorentino scrive:
- La commedia delle ninfe fiorentine, romanzo pastorale in prosa e in versi che tratta dell’amore del pastore Amleto per la ninfa Lia.
- L’amorosa visione, poema allegorico – didattico in terzine dantesche, diviso in cinquanta canti, nei quali Fiammetta guida l’autore verso la salvezza.La vicenda descrive un'esperienza onirica dell'autore che descrive di essere giunto in un castello, vedendo sulle mura, personaggi appartenenti al passato. L'influenza dantesca è molto evidente in quest'opera, anche se l'autore è restio a considerare la redenzione.
- L’elegia di madonna Fiammetta, romanzo- confessione in prosa, raccontato secondo la prospettiva femminile, nel quale Fiammetta, amata e celebrata da Boccaccio si rivolge alle donne innamorate per raccontare loro il proprio dramma: l’esistenza reale di Fiammetta è incerta poiché molti ritengono che sia solo un espediente letterario per competere “Alla pari” con Dante e Petrarca.
- Il Ninfale fiesolano, poema in ottave che declama le origini di Fiesole e di Firenze, fondate dai discendenti del pastore Africo e della ninfa Mensola, i due protagonisti di tutta l’opera.L'opera vuole essere anche un omaggio alla città di Firenze, cercando di conquistarne il favore.
- Il Decameron, che narra di un gruppo di ragazzi che decide, dopo un incontro alla chiesa di Santa Maria Novella, di rifugiarsi nelle colline di Firenze per sfuggire alla pestilenza che ormai stava dilagando nell'Italia di quel periodo e nella città di Firenze. L'opera introduce numerose tematiche e ognuna viene portata avanti dal re o la regina della giornata, allo scopo di riempire il tempo da passare assieme fino al termine dell'epidemia.

Giovanni Boccaccio: la fama acquisita, il Decameron e altre opere importanti
Nel 1349 Boccaccio inizia a dedicarsi alla stesura del Decameron, rivolto ad un pubblico borghese ed elevato. Nel 1350 Boccaccio conosce e instaura una corrispondenza con Petrarca, la quale amicizia svolgerà un ruolo chiave nel preumanesimo italiano.
La sua fama letteraria aumenta e nel 1351 Boccaccio inizia a ricevere incarichi importanti dal comune di Firenze. Durante la permanenza nella città spera di tornare a Napoli, dove si reca nel 1355, ma nonostante non venga nominato segretario regio il viaggio gli serve per visitare la biblioteca di Montecassino, trascrivendo alcuni codici e scrivendo opere in latino e il trattatello in laude di Dante il volgare. A causa di un colpo di stato falli tra il 1360 e il 1361, Boccaccio, il quale era amico di molti rivoluzionari è esonerato da incarichi pubblici e viene messo nelle condizioni di ritirarsi a Certaldo. Nel 1360 intraprende i voti ecclesiastici e vivendo una crisi spirituale si allontana dalla mondanità per dedicarsi allo studio delle opere classiche e alla trascrizione di alcuni codici antichi. Nel 1363 inizia a delineare il Corbaccio, l’opera risulta un cambio radicale nel rapporto con le donne, passando dalla filologia alla misoginia, quindi all’amore e all’odio verso l’intero genere femminile. Il titolo richiama il malaugurio, riferito sia al corvo sia alla protagonista dell’opera, una signora vedova che porta sfortuna a tutti coloro che la incontrino. Gli ideali umanistici e la crisi religiosa ribadiscono il disprezzo per la vita mondana, che non è un ritorno al passato attraverso il moralismo, ma una forma di “ascetismo” letteraria e umanistica che tende a elevare l’uomo attraverso la meditazione, il distacco dal modo e il culto della letteratura. La situazione politica fiorentina subisce un mutamento, Boccaccio e i suoi compagni tornano in città e lo scrittore riceve nuovamente incarichi dal comune. Nel 1356 si reca da Urbano V ad Avignone per farlo tornare a Roma, nel 1368 incontra Petrarca a Padova e nel 1370 trascrive il Decameron in codice autografo. Nonostante le precarie condizioni di salute accetta dal comune di Firenze di leggere e commentare la commedia di Dante nella chiesa di Santo Stefano di Badia. Da qui alla morte si dedica alla stesura della “Genealogia decorum gentilium”, trattato mistico- mitologico. Muore a Certaldo il 21 dicembre 1375.
Per ulteriori informazioni su Giovanni Boccaccio, vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico-sociale di Firenze durante gli anni della peste?
- Quali opere ha scritto Giovanni Boccaccio durante il suo periodo fiorentino?
- Come ha influenzato la peste la produzione letteraria di Boccaccio?
- Qual è il significato del "Decameron" nella carriera di Boccaccio?
- Quali sono stati gli sviluppi successivi nella vita di Boccaccio dopo la stesura del "Decameron"?
Durante gli anni della peste, Firenze vive un periodo drammatico e difficile. La peste si diffonde in Europa e diventa un elemento propulsore per eventi successivi, influenzando profondamente la società e la letteratura, come descritto da Boccaccio nel "Decameron".
Durante il suo periodo fiorentino, Boccaccio ha scritto diverse opere tra cui "La commedia delle ninfe fiorentine", "L'amorosa visione", "L'elegia di madonna Fiammetta", "Il Ninfale fiesolano" e il celebre "Decameron".
La peste ha influenzato profondamente la produzione letteraria di Boccaccio, spingendolo a scrivere il "Decameron", dove descrive la malattia e le sue conseguenze attraverso storie raccontate da un gruppo di giovani rifugiati nelle colline di Firenze per sfuggire all'epidemia.
Il "Decameron" è un'opera fondamentale nella carriera di Boccaccio, che gli ha permesso di acquisire fama letteraria e di rivolgersi a un pubblico borghese ed elevato. L'opera introduce numerose tematiche e riflette la società del tempo.
Dopo la stesura del "Decameron", Boccaccio ha instaurato una corrispondenza con Petrarca, ha ricevuto incarichi importanti dal comune di Firenze, e ha vissuto una crisi spirituale che lo ha portato a dedicarsi allo studio delle opere classiche. Ha continuato a scrivere e trascrivere opere fino alla sua morte nel 1375.