aurora.leso
Ominide
7 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Giovanni Boccaccio nacque nel 1313, probabilmente a Certaldo, e trascorse i primi anni a Napoli, dove sviluppò le sue abilità letterarie frequentando la corte angioina.
  • La crisi economica del 1340 costrinse Boccaccio a trasferirsi a Firenze, dove la peste del 1348 influenzò profondamente la sua visione del mondo e ispirò il "Decameron".
  • Nel "Decameron", scritto tra il 1349 e il 1351, Boccaccio presenta una visione positiva della donna, dedicando l'intera opera a figure femminili forti e decisive.
  • Il "Corbaccio", scritto dopo il "Decameron", offre una visione più critica e satirica delle donne, forse influenzata da delusioni personali.
  • Nell'ultimo periodo della sua vita, Boccaccio si dedicò alla critica letteraria, commentando opere di Dante e Petrarca, dimostrando il suo interesse per la modernità letteraria.
In questo appunto di letteratura italiana approfondiamo la figura di Giovanni Boccaccio, autore del “Decameron”, che segnò profondamente la letteratura italiana del 1300.
Giovanni Boccaccio: Vita, Opere e Influenze nella Letteratura Italiana articolo

Indice

  1. Giovanni Boccaccio: i primi anni a Napoli
  2. La vita a Firenze: la peste
  3. Il Decameron e il Corbaccio: la donna in Boccaccio

Giovanni Boccaccio: i primi anni a Napoli

Giovanni Boccaccio nasce nel 1313 a Certaldo o forse Firenze (sebbene spesso associato a Dante, che morì nel 1321, i due autori sono di epoche diverse, e hanno una diversa visione del mondo). Della prima parte della vita di Boccaccio, purtroppo, non abbiamo molte informazioni. Come Dante non ebbe alcun successo fino ad un certo punto della sua vita. Per ricostruirne le vicende biografiche ci rifacciamo dunque alla sua stessa autobiografica, che però fu fantasiosa: diceva di essere nato a Parigi e figlio di una principessa persiana fuggita dal suo regno. Il luogo di nascita è, come visto, incerto. Sappiamo però che nasce nel 1313 forse a Certaldo, vicino a Firenze, perché a un certo punto della sua vita si rifugia nella villa dove dice di aver passato la sua infanzia. È figlio illecito di un mercante e di una cameriera, ma il padre lo riconosce e viene perciò cresciuto come figlio legittimo. Il padre vorrebbe avviarlo al suo stesso lavoro, tanto che nel 1327 lo porta con sé a Napoli (egli era assunto presso la banca dei Bardi). Boccaccio frequenta dunque la corte angioina mentre si trova a Napoli: la banca in cui lavora il padre ha una filiale a Napoli perché gli angioini erano in forte relazione con i banchieri dei Bardi. Il padre l’aveva portato perché sperava che imparasse a lavorare in banca, ma Boccaccio non aveva alcuna propensione per l’economia, e passava il tempo nella corte. Si dice che durante questo periodo egli abbia avuto delle relazioni con alcune cortigiane. Sicuramente faceva una vita di svaghi, ed era già un bravo scrittore: componeva poesia prevalentemente in latino ed era apprezzato a corte. Napoli offriva la possibilità di avere uno sguardo su tutti gli strati della popolazione: convivevano a poca distanza la corte angioina e i quartieri più degradati. Boccaccio scrive nella sua autobiografia e nel “Decameron” alcune novelle che si riferiscono a quartieri più degradati, altre che si riferiscono all’aristocrazia. Egli aveva rapporti un po’ con tutti gli strati, osservava, conosceva la vita del popolo, della borghesia e degli aristocratici.
Per ulteriori approfondimenti su Dante, Petrarca e Boccaccio vedi qui

La vita a Firenze: la peste

Nel 1340 comincia la crisi: la banca dei Bardi chiude, e nel 1341 il padre e Boccaccio si trasferiscono di nuovo a Firenze dove rimarrà tra il 1341 e il 1361 quando scoppia l’epidemia di peste. Questo tragico evento cambia la visione del mondo di Boccaccio (e ne ispira l’opera del Decameron), e gli fa perdere i genitori. Dopo la peste Firenze cerca di rinascere, e si cercano nuove persone che lavorino per il comune. In questa occasione Boccaccio viene chiamato per le missioni diplomatiche (incontri con altre corti europee o italiane), poiché intellettuale e grande conoscitore del latino. Nel 1361 vi è una sommossa contro il comune di Firenze e Boccaccio viene accusato di essere uno dei cospiratori (mai provato), quando in comune ci sono i guelfi neri che impongono leggi dure, secondo le quali solo i più ricchi potevano accedere all’amministrazione comunale.
Per ulteriori approfondimenti sulla peste a Firenze vedi qui
Giovanni Boccaccio: Vita, Opere e Influenze nella Letteratura Italiana articolo

Il Decameron e il Corbaccio: la donna in Boccaccio

Lui è costretto a ritirarsi dalla vita di Firenze, perciò si ritira nella sua villa a Certaldo fino al 1365. È in questo periodo che Boccaccio compone il “Corbaccio” nel quale traspare una certa critica nei confronti della donna. Nel “Decameron” (1349-1351) Boccaccio ha una visione nuova della donna e proprio a queste ultime dedica la raccolta. In alcune novelle infatti sono le donne le protagoniste assolute delle vicende e prendono decisioni importanti e rappresentano valori nobili. Ma nel “Corbaccio”, scritto successivamente, è il contrario: il testo è un poemetto ispirato satiricamente alla “[url=https://www.google.com/url?q=https://www.skuola.net/dante/divina-commedia/&sa=D&source=docs&ust=1667398146165518&usg=AOvVaw3F5gvjfF17xOQPF8pM_243]Divina Commedia[/url]” in cui un uomo muore è quando va nell’inferno ci sono tutte le donne che hanno compiuto misfatti contro gli uomini. Alla fine lui avendo passato tutta la vita di fianco a sua moglie aveva già passato l’inferno in vita quindi non doveva più scontare pene. Forse ciò che gli fece cambiare idea fu una delusione amorosa, non si sa. Nel periodo in cui non lavora prende i voti minori e diventa chierico (1360), così può mantenersi (lo fa anche Petrarca): aveva uno stipendio pagato dalla chiesa ma non celebrava messa (leggenda: avevano predetto che sarebbe morto in poco tempo, e non voleva morire nel peccato). Nel 1365 torna a Firenze, e nel 1375 muore a Certaldo. Nell’ultimo periodo egli compone opere di commento e critica verso altri autori (fu lui a definire “Divina” la Commedia di Dante). Commenta la commedia di Dante, e fa delle lecture Dantis per conto del comune, ovvero letture pubbliche in cui commenta l’opera. È anche ammiratore di Petrarca, suo contemporaneo, e tiene diverse conferenze sul “Canzoniere”. Petrarca era molto famoso, sarà un intellettuale internazionale, si riteneva molto importante, mentre Boccaccio sarà apprezzato soprattutto dopo la morte, fuori da Firenze infatti era poco noto. Proprio questa sua passione e interesse per Dante e Petrarca ci dimostra quanto Boccaccio fosse un intellettuale con grande capacità di visione sulla modernità di alcuni autori anche contemporanei.
Per ulteriori approfondimenti su Boccaccio vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e i primi anni di vita di Giovanni Boccaccio?
  2. Giovanni Boccaccio nacque nel 1313, probabilmente a Certaldo o Firenze. Era figlio illegittimo di un mercante e di una cameriera, ma fu riconosciuto dal padre e cresciuto come figlio legittimo. Trascorse i primi anni a Napoli, dove frequentò la corte angioina.

  3. Come influenzò la peste la vita e le opere di Boccaccio?
  4. La peste del 1348 cambiò profondamente la visione del mondo di Boccaccio, ispirandolo a scrivere il "Decameron". Questo evento tragico lo privò dei genitori e influenzò la sua carriera, portandolo a lavorare in missioni diplomatiche per Firenze.

  5. Qual è la rappresentazione della donna nelle opere di Boccaccio?
  6. Nel "Decameron", Boccaccio presenta una visione positiva delle donne, spesso protagoniste delle novelle. Tuttavia, nel "Corbaccio", scritto successivamente, emerge una critica nei confronti delle donne, forse dovuta a una delusione amorosa.

  7. Quali furono le attività di Boccaccio dopo il suo ritiro dalla vita pubblica?
  8. Dopo il ritiro, Boccaccio si dedicò alla scrittura e alla critica letteraria, componendo opere di commento su Dante e Petrarca. Divenne chierico per mantenersi e tenne conferenze pubbliche sulla "Divina Commedia" e il "Canzoniere".

  9. Qual è l'eredità intellettuale di Giovanni Boccaccio?
  10. Boccaccio è ricordato per la sua capacità di visione sulla modernità di autori contemporanei come Dante e Petrarca. Sebbene fosse meno noto fuori Firenze durante la sua vita, il suo apprezzamento crebbe postumo, grazie anche al suo contributo alla letteratura italiana del 1300.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community