Concetti Chiave
- Il periodo di scoperta del continente americano e l'invenzione delle armi da fuoco segna un'epoca di grande trasformazione culturale e mentale.
- Michel de Montaigne sintetizza nella seconda metà del Cinquecento la mutazione universale vissuta dall'umanità tra avventura e lacerazione.
- Machiavelli e Guicciardini, con stili diversi, analizzano il dinamismo della realtà, elevando la politica e la storiografia a livelli comparabili ai classici antichi.
- La riflessione di Machiavelli sulla storia romana sviluppa una visione complessa del potere e della moralità, influenzando la politica moderna.
- Guicciardini osserva l'azione umana con un occhio antropologico, creando una scrittura dinamica che esprime la sfiducia nei discorsi tradizionali.
Indice
L'inquietudine dell'era delle scoperte
Un’inquietudine sottile invade il mondo nell’età in cui si inventano le armi da fuoco e si scopre un nuovo universo impensato, il continente americano, al di là dei confini che nessuno mai aveva varcato prima nella storia. D’improvviso l’essere umano è travolto da novità
epocali, gettato in un universo in espansione. È l’immagine stessa del cosmo a esplodere, mandando in frantumi un edificio mentale costruito in secoli di teorie, di visioni della realtà, di rappresentazioni simboliche. L’uomo nuovo vive, pensa, scrive fra avventura e lacerazione. Uno dei più grandi “moralisti” europei, il francese Michel de Montaigne, nella seconda metà del Cinquecento, sintetizzerà con esattezza questa mutazione universale.
Machiavelli e Guicciardini: testimoni del cambiamento
Di quest’epoca incerta e problematica Machiavelli e Guicciardini sono testimoni attenti, acuti, sensibilissimi. Entrambi, sia pure in forme e modi diversi, misurano con la loro scrittura lo spazio del reale, sia esso pubblico o privato, cogliendone il movimento dinamico e il continuo mutare. Nelle loro pagine la politica e la storiografia colgono finalmente una grandezza di pensiero e di lingua paragonabili a quelle dei classici antichi.
La riflessione politica di Machiavelli e Guicciardini
In Machiavelli la meditazione sulla storia romana e sul decadimento dei costumi attuali fa maturare una complessa visione del potere e della responsabilità morale nella sua gestione, su cui i secoli successivi rifletteranno, sviluppando la prima grande riflessione politica dell’età moderna. In Guicciardini lo sguardo inquieto di un antropologo, studioso attento dell’agire umano in tutte le sue manifestazioni, si distende sulla «pioggia delle cose» che si abbatte sulla banale quotidianità del vivere. Ne nasce una scrittura dinamica, altalenante, che riflette l’agilità e gli scatti di un pensiero spinto dalla pressione degli eventi di ogni giorno. I Ricordi sono l’amara manifestazione della sfiducia nella parola “piena” del discorso che si sforza, invano, di riempire i vuoti fra le “cose”. Solo con Leopardi la letteratura italiana saprà ritrovare un osservatore della nuda vita altrettanto sensibile nel guardare l’ottusa, illusoria realtà che fluisce irrimediabilmente, là fuori.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali novità che caratterizzano l'epoca descritta nel testo?
- Come Machiavelli e Guicciardini interpretano i cambiamenti del loro tempo?
- Qual è il contributo di Michel de Montaigne alla comprensione di questa mutazione universale?
L'epoca è caratterizzata dall'invenzione delle armi da fuoco e dalla scoperta del continente americano, eventi che sconvolgono la visione del mondo e l'immagine del cosmo.
Machiavelli riflette sulla storia romana e sulla decadenza dei costumi, sviluppando una visione complessa del potere e della responsabilità morale. Guicciardini, invece, osserva l'agire umano con uno sguardo antropologico, producendo una scrittura dinamica che riflette la pressione degli eventi quotidiani.
Michel de Montaigne sintetizza con esattezza la mutazione universale dell'epoca, rappresentando uno dei più grandi "moralisti" europei della seconda metà del Cinquecento.