Concetti Chiave
- L'endiadi è una figura retorica greca che esprime un'unica idea attraverso due parole separate dalla congiunzione "e".
- Utilizzata per rafforzare e amplificare l'immagine rappresentata, spesso impiega coppie sinonimiche.
- Shakespeare utilizzava frequentemente l'endiadi per aggiungere profondità e enfasi ai suoi testi letterari.
- Esempi di endiadi nella letteratura includono opere di autori come Dante, Petrarca e Leopardi.
- L'endiadi permette di esprimere concetti con maggiore enfasi rispetto a una combinazione convenzionale di sostantivo e modificatore.
All’interno di questo appunto è descritta una delle figure retoriche, ovvero l'endiadi. Di seguito sono riportate tutta una serie di informazioni che riguardano la sua definizione, esempi di endiadi ed esempi nella letteratura.
Cos'è l'endiadi
Quando si parla di endiadi ci si riferisce ad una figura retorica che deriva dal greco, letteralmente significa "uno per due", utilizzata solamente per la presentazione di una sintassi grammaticale in cui due parole indipendenti, che normalmente sono dei nomi, sono separate dalla congiunzione "e" e sono impiegate per esprimere un’unica idea. Per esempio, per dire “È venuto nonostante la pioggia e il tempo”, invece della solita combinazione di una parola indipendente e del suo modificatore, si può dire così utilizzando l’endiadi "È venuto nonostante il tempo piovoso." Nelle endiadi, le due parole adoperate sono la stessa. La figura retorica dell’endiadi pone uguale enfasi su entrambe le parole unite dalla "e", mentre se il concetto è stato reso letteralmente, come "tempo piovoso", l'enfasi della frase si trova sul sostantivo e non sul modificatore.Inoltre, questa figura retorica ha lo scopo di amplificare, accrescere l’immagine da rappresentare in modo tale da rafforzarla e renderla più chiara. Essa può essere definita dittologia sinonimica oppure coppia sinonimica, quando utilizza coppie di parole dallo stesso significato, che prendono il nome di sinonimi.
Ad esempio, Shakespeare generalmente usa l'endiadi con una struttura che va dal semplice al profondo. Nello specifico, nella tragicommedia di Shakespeare dal titolo "Cymbeline”, il cattivo Iachimo è citato dicendo: “La pesantezza e la colpa nel mio seno tolgono la mia virilità”. Qui si ottiene una maggiore enfasi attraverso l'utilizzo di due sostantivi che sono “pesantezza” e “colpa” per la combinazione più convenzionale che coinvolge un sostantivo e il suo modificatore. Allo stesso modo, il verbo singolare asserisce in modo efficace i sostantivi e crea nel lettore il presupposto che sia intesa una pesante colpa.
Esempi di endiadi
Ecco alcuni esempi con l'utilizzo dell'endiadi:- Frase normale: Questo è un buon caffè caldo;
Frase con endiadi: Questo caffè è buono e caldo
In entrambi i casi, si dice che il caffè è abbastanza caldo, non che il caffè in sé sia buono. - Frase normale: Il vento freddo è andato giù per il corridoio
Frase con endiadi: Il freddo e il vento scesero nel corridoio.
Anche qui, le forme aggettivale e nominale della parola sono identiche. - Frase normale: Qualunque cosa tu preghi e chieda.
Frase con endiadi: Qualunque cosa chiedi in preghiera
In questo caso, vediamo come vengano impiegate due parole, ma viene espressa solo un'idea. Una delle parole esprime l'idea e l'altra la rafforza trasformandosi in un aggettivo di grado superlativo che rappresenta maggiormente un mezzo per rafforzare l'enfasi sull'idea.
Endiadi nella letteratura
Di seguito sono riportate tutta una serie di esempi che fa notare come la figura retorica dell’endiadi sia molto utilizzata dagli autori della letteratura e che gli permette, insieme agli altri artifici letterari, di esprimere al meglio un concetto e rendere il componimento più elevato.
"…ched oltre ’n parte lo taglia e divide…"
(Guido Guinizzelli, Lo vostro bel saluto e ‘l gentil sguardo, v.6)
Qui, i due verbi utilizzati dal poeta, ovvero taglia e divide, definiscono lo stesso concetto eppure, se scritti insieme vanno a rinforzare l’immagine della potenza dell’amore che pugnala il cuore.
"Movesi il vecchierel canuto e bianco…"
( Francesco Petrarca, Canzoniere, XVI, v.1)
In questo caso, due aggettivi adoperati, ovvero canuto e bianco, possiedono un significato analogo e insistono sullo stesso concetto che è quello della capigliatura bianca del vecchio.
"Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero…"
(Michelangelo, O notte, o dolce tempo, v.5)
Anche qui, i due verbi utilizzati, ovvero mozzi e tronch, esprimono un egual significato però se scritti insieme rafforzano l’immagine della quiete notturna che permette di superare qualsiasi angoscia.
"“…O eletti di Dio, li cui soffriri
e giustizia e speranza fa men duri… …"
(Dante, Divina Commedia - Purgatorio, Canto XIX)
Il grande poeta Dante utilizza l’endiadi giustizia e speranza piuttosto che scrivere la speranza della giustizia, rafforzando il concetto.
"…resti come morta e senza senso…sarebbe pieno il mondo di ignavia e di torpore…"
(Guicciardini, Ricordi)
In questo caso, è presente una doppia endiadi.
"… amaro e noia
la vita, altro mai nulla…"
(Giacomo Leopardi, A se stesso, vv.9-10)
Il poeta Giacomo Leopardi utilizza l’endiadi amaro e noia invece di scrivere amara noia.
"…Turba d'aure vezzosa e lusinghiera…"
(G.B. Marino, Elogio della rosa, Ottava 157)
"…scopri le pompe tue superbe e belle…"
(G.B. Marino, Elogio della rosa, Ottava 159)
Possiamo trovare altri esempi di questa figura retorica sfuggente nell'opera di Shakespeare. Uno dei più famosi è tratto da un'opera teatrale dal titolo, Macbeth, che è stato scritto intorno al 1606 proprio quando Shakespeare era diventato più moderato con il suo uso di endiadi: il riferimento di Macbeth a 'suono e furia' può essere considerato come un’endiadi perché il significato è 'suono furioso', piuttosto che 'suono' e 'furia' come due idee distinte. Una delle cose più coinvolgenti e affascinanti sull'utilizzo dell'endiadi da parte di Shakespeare è la frequenza con cui i suoi esempi oscillano tra la semplice congiunzione e l'endiadi più complessa. Insomma, si può agire in modo meno che valoroso, ma essere comunque valorosi o coraggiosi in altre cose.
Domande da interrogazione
- Cos'è l'endiadi?
- Qual è lo scopo dell'endiadi?
- Come viene utilizzata l'endiadi nella letteratura?
- Puoi fornire un esempio di endiadi da Shakespeare?
- Qual è la differenza tra una frase normale e una con endiadi?
L'endiadi è una figura retorica che deriva dal greco e significa "uno per due". Consiste nell'uso di due parole indipendenti, solitamente nomi, unite dalla congiunzione "e" per esprimere un'unica idea, amplificando e chiarendo l'immagine rappresentata.
L'endiadi ha lo scopo di amplificare e accrescere l'immagine rappresentata, rafforzandola e rendendola più chiara. Può essere definita dittologia sinonimica quando utilizza coppie di parole dallo stesso significato.
Nella letteratura, l'endiadi è utilizzata per esprimere concetti in modo più elevato e per rafforzare l'immagine rappresentata. Autori come Shakespeare, Dante e Leopardi hanno impiegato l'endiadi per dare maggiore enfasi ai loro componimenti.
Un esempio di endiadi da Shakespeare si trova in "Macbeth", dove il riferimento a "suono e furia" è considerato un’endiadi, poiché il significato è "suono furioso" piuttosto che due idee distinte.
In una frase normale, si utilizza una combinazione di un sostantivo e il suo modificatore, mentre in una frase con endiadi, due parole indipendenti sono unite per esprimere un'unica idea, come "Questo caffè è buono e caldo" invece di "Questo è un buon caffè caldo".