Concetti Chiave
- La fecondazione artificiale ha avuto un impatto significativo sul miglioramento zootecnico e sull'eradicazione delle malattie infettive.
- L'organizzazione territoriale iniziale richiedeva centri di produzione e distribuzione efficienti, con tecnici appositamente formati.
- L'introduzione del seme congelato ha semplificato la struttura organizzativa, permettendo scambi internazionali e riducendo i centri di produzione.
- In Italia, dal 1985, i tori per la fecondazione devono provenire da centri genetici gestiti da associazioni di razza.
- La legge italiana del 1974 ha creato la figura dell'operatore pratico per espandere la pratica della fecondazione artificiale, migliorando la produttività zootecnica.
Organizzazione della fecondazione artificiale
La realizzazione di estesi programmi di fecondazione artificiale, attuati nei primi decenni del XX secolo, ha reso evidente a governi e organizzazioni l'importanza del metodo sia per l'eradicazione delle malattie infettive che, soprattutto, per il miglioramento del patrimonio zootecnico.Si ritiene che nessun'altra tecnologia di miglioramento delle produzioni agricole, a eccezione dell'utilizzo delle sementi ibride e dei fertilizzanti, abbia avuto uno sviluppo così continuo e costante e risultati così eclatanti.
La diffusione della fecondazione artificiale ha imposto la presenza sul territorio di una struttura tecnica ben organizzata costituita da:
- un centro di produzione del materiale seminale (centro tori), con annessi laboratori per il controllo e la preparazione delle dosi;
- una struttura per la distribuzione delle dosi di materiale seminale costituita da un centro di stoccaggio, uno o più centri di fecondazione artificiale e recapiti e una rete di distribuzione;
- strutture di stoccaggio aziendali o mobili in dotazione ai tecnici inseminatori;
- operatori pratici appositamente formati.
Con l'utilizzo del seme fresco, dato il suo limitato periodo di conservazione, l'organizzazione doveva essere particolarmente ramificata sul territorio e i centri di produzione coprivano necessariamente una zona delimitata; l'affermazione del seme congelato ha permesso una semplificazione della struttura organizzativa svincolandola dal rapido trasferimento delle dosi prodotte dal centro di produzione al luogo dove queste devono essere utilizzate.
Il congelamento del materiale spermatico e la sua conservazione per una durata indefinita hanno portato a una forte diffusione del metodo e a una progressiva trasformazione dell'organizzazione della fecondazione artificiale in tutto il mondo; l'eliminazione dei vincoli territoriali ha facilitato lo scambio internazionale del materiale seminale e provocato una progressiva riduzione del numero di strutture di produzione e la loro crescita dimensionale: negli Usa ad esempio si è passati da 97 centri operanti nel 1950 ai 14 attivi nel 1992 con circa 2500 tori, che hanno venduto complessivamente 19.774.664 dosi, delle quali 5.582.608 esportate.
In Italia, secondo l'Istat, nel 1992 risultavano operanti 16 centri di produzione del materiale seminale con 1025 tori.
Nel nostro paese dal 1985 i tori da adibire alla fecondazione artificiale devono obbligatoriamente uscire dai centri genetici gestiti dalle associazioni di razza. In questi centri i torelli permangono per circa 6 mesie vengono sottoposti a numerosi controlli e addestrati al prelevamento del seme.
Gli interventi di fecondazione artificiale vengono effettuati in Italia da circa 8500 tecnici, dei quali circa 2500 veterinari e circa 6000 operatori pratici; la figura dell'operatore pratico, il cosiddetto "laico" nasce in Italia, seguendo l'esempio degli altri paesi, nel 1974 con l'emanazione della legge n.74 che ha l'intento di diffondere maggiormente la fecondazione artificiale nel nostro paese. Gli operatori pratici italiani sono per la maggior parte allevatori e hanno curato particolarmente il miglioramento produttivo e morfologico-funzionale del patrimonio zootecnico che è la premessa essenziale per mantenere il successo economico degli allevamenti.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'importanza della fecondazione artificiale nei primi decenni del XX secolo?
- Come ha influenzato l'uso del seme congelato l'organizzazione della fecondazione artificiale?
- Quali sono le strutture necessarie per la fecondazione artificiale?
- Qual è il ruolo degli operatori pratici in Italia nella fecondazione artificiale?
La fecondazione artificiale è stata fondamentale per l'eradicazione delle malattie infettive e il miglioramento del patrimonio zootecnico, dimostrando un impatto significativo simile a quello delle sementi ibride e dei fertilizzanti.
L'uso del seme congelato ha semplificato l'organizzazione, eliminando i vincoli territoriali e facilitando lo scambio internazionale del materiale seminale, riducendo il numero di strutture di produzione e aumentando la loro dimensione.
Sono necessari un centro di produzione del materiale seminale, strutture per la distribuzione e stoccaggio delle dosi, e operatori pratici formati, con una rete di distribuzione ben organizzata.
Gli operatori pratici, introdotti nel 1974, sono principalmente allevatori che si concentrano sul miglioramento produttivo e morfologico-funzionale del patrimonio zootecnico, contribuendo al successo economico degli allevamenti.