Concetti Chiave
- L'impollinazione artificiale sostituisce i vettori naturali per ottenere risultati migliori, come nella produzione della vaniglia in Uganda.
- Questa tecnica è utile per ottenere incroci specifici e garantire risultati certi, proteggendo i fiori dai pollini esterni fino all'allegagione.
- In caso di piante poco attraenti per le api, si utilizza l'impollinazione artificiale di supporto per garantire la fecondazione.
- Il polline viene conservato a 4°C e distribuito tramite macchine o atomizzatori quando i fiori femminili sono pronti.
- Per agevolare l'impollinazione anemofila, si possono usare ventole o droni, specialmente in vigneti e coltivazioni di noci.
Impollinazione artificiale delle piante
Quando si parla di impollinazione, di solito si intende quella anemofila, quella effettuata dagli insetti, dagli uccelli, tramite acqua od altro. Tuttavia esiste anche quella che può essere operata dall’uomo, quando, con la sostituzione sostituire dei vettori naturali, si vogliono ottenere dei risultati migliori. L’impollinazione manuale, che consiste nel prelevare il polline per deporlo sugli organi femminili del fiore, ha costi molto elevati.
Attualmente essa viene praticata in Uganda per la produzione di vaniglia. Un altro caso in cui si ricorre all’impollinazione artificiale è quando vogliamo ottenere dei particolari incroci e vogliamo avere la certezza dei risultati. Prima dell’intervento, i fiori , sia maschili che femminili, sono chiusi in un sacchetto prima della fioritura per evitare che siano contaminati da altri pollini oppure che siano soggetti all’intervento di vettori naturali. Essi rimangono protetti fino all’allegagione; l’allegagione è la fase iniziale dello sviluppo dei frutti successiva alla fioritura. Esistono anche dei casi in cui i fiori di certe piante hanno poca attrazioni per le api e anche in questo caso si ricorre all’impollinazione artificiale che viene chiamata “di supporto”. La tecnica attuale prevede l’aspirazione del polline con delle apposite macchine ispiratrici. Il polline prelevato viene conservato per 5/6 giorni in frigoriferi a + 4° per essere poi diffuso con apposite macchine distributrici oppure con atomizzatori; in quest’ultimo caso, il polline viene mescolato con dell’acqua, però, in ogni caso, bisogna sempre aspettare un’alta percentuale di fiori femminili si è schiusa. A volte può essere anche necessario agevolare l’impollinazione anemofila e in questa ipotesi si utilizzano delle ventole: è un sistema che si adopera soprattutto per i filari di viti. Per altre piante anemofili, come il noce, si ricorre ai droni, laddove si hanno ampie estensioni di coltivazione di questo albero da frutto.