Concetti Chiave
- La droga è descritta come un flagello per la salute, alterando la psiche e le attività intellettuali, e spingendo chi ne fa uso a un circolo vizioso di dipendenza.
- Le droghe cosiddette "leggere" possono fungere da porta d'accesso a droghe più pesanti, incrementando il rischio di dipendenza e danni fisici e psicologici.
- La prevenzione è la chiave per combattere la droga, con un ruolo cruciale di scuola e famiglia nel supportare i giovani e affrontare i problemi che li spingono verso l'uso di sostanze.
- Il problema della droga è legato a dinamiche di offerta e domanda globali, con i Paesi produttori spesso spinti a coltivare sostanze stupefacenti da politiche economiche ingiuste.
- Alcuni sostengono che la legalizzazione delle droghe potrebbe ridurre i crimini e la violenza associati al narcotraffico, permettendo un controllo più efficace sotto la supervisione statale.
In questo tema svolto di italiano viene affrontato e sviluppato l’argomento riguardante la droga e gli effetti devastanti causati dall’utilizzo delle sostanze stupefacenti.
Indice
La droga
Un vero flagello per la salute è la droga. Le sostanze stupefacenti danno apparentemente forza, energia, vivacità in realtà avvelenano il fisico, alterano la psiche e le attività intellettuali, rendendo l'uomo più debole e soggetto a malattie.
La stessa parola «stupefacente» dice che queste sostanze danno sensazione di stupefazione, e di contemplazione passiva, cioè di falsificazione, mutamento, anche temporaneo, della persona e della realtà che la circonda. Gli esperti distinguono le droghe leggere, quali hascisc e marijuana, da quelle pesanti, quali cocaina ed eroina, ma tutte le droghe falsificano la personalità e sono nocive. Molti sostengono che anche droghe cosiddette «leggere» sono pericolose perché invitano a passare a quelle pesanti: certo è che se si comincia a soddisfare la propria curiosità con sostanze alienanti, presunte non dannose, è più probabile che la volontà indebolita si sposti su nuove richieste più pericolose. Le droghe pesanti possono causare la morte poiché hanno effetti distruttivi per l'individuo, ma anche perché chi le vende le «taglia», cioè le mescola a sostanze meno costose che hanno lo scopo di aumentarne il peso senza mostrare l'inganno: cemento, talco, stricnina e arsenico. Lo spacciatore di droga è un assassino che premedita il suo delitto, quasi sempre contro la gioventù più debole, senza volontà, afflitta da problemi familiari e personali. Il tossicodipendente comincia con l'essere una povera vittima degli spacciatori. Per questo ha diritto alla comprensione, alla cura fisica e psicologica: spesso è solo una persona che ha bisogno di amore. Le statistiche ricordano che il 51 per cento degli intossicati appartiene a famiglie in crisi: genitori separati, abitazione insufficiente, genitori violenti, ecc. Ma spesso il drogato, per procurarsi la costosa sostanza stupefacente, si trasforma egli stesso in spacciatore o in violento. Per questo la migliore cura è la prevenzione. Particolarmente importante può essere in questo senso l'attenzione della scuola e della famiglia ai problemi dell'età evolutiva. In ogni caso, dalla droga ci si può affrancare. È ormai estesissima, la rete di persone, enti, comunità, pronte a dare una mano a chi vuole risolvere il proprio problema. La droga non è una causa, ma piuttosto un effetto, un rifugio, una fuga, qualche cosa in cui si cerca ciò che non si ha o non si trova. Considerandolo il tossicodipendente come un malato fa si che si incorra nel rischio di farlo passare da una categoria di emarginazione (la droga) a un'altra (la malattia) con conseguenze forse peggiori. C'è, infatti, il pericolo di semplificare il problema droga. Per disintossicare un tossicodipendente possono bastare pochi giorni, ma se non saranno eliminate anche le cause, che sono in lui, negli altri, nell'ambiente, nella società, il "drogato-malato" tornerà a drogarsi come prima. Se, infatti, la droga è la fuga dei deboli da situazioni di insoddisfazione, di vuoto, di paura, di mancanza di fede e di ideali, di delusione, non basta eliminare il rifugio (la droga), magari con una efficace azione contro i criminali spacciatori: bisogna eliminare contemporaneamente i motivi che inducono alla fuga e ricostruire nell'individuo una personalità più forte e cosciente. Ecco perché la lotta contro la droga, definita così, è un concetto insufficiente. Bisogna parlare di azione politica contro ciò che porta alla droga. E bisogna realizzarla su tre piani:
- 1. stroncare il commercio criminale della droga a tutti i livelli, dalle droghe "leggere", che conducono a quelle "pesanti", sino a queste ultime;
- 2. compiere un'azione educativa e formativa sui drogati da recuperare e soprattutto sulle potenziali vittime della droga, che sono i giovani in genere e, in particolare, quelli più deboli per condizione sociale, per effetti ambientali, per esposizione al rischio, ecc.;
- 3. arrivare alla eliminazione delle cause che inducono i giovani a drogarsi: cominciando dal restituire credibilità a tutte le strutture della società, dal fornire ai giovani ciò che essi chiedono e non trovano, nella famiglia innanzitutto, poi nella scuola, nelle associazioni di tutti i tipi, nel fornire loro le occasioni per un impegno ideale, politico, religioso, culturale, civile.
per un ulteriore approfondimento sull'uso delle droghe vedi anche qua
Una possibile soluzion
e
In definitiva, contribuendo a formare per i giovani un "ambiente" adatto in cui ciascuno si trovi a suo agio con sé e con gli altri e possa esprimersi senza bisogno o tentazioni di ricorrere a quel "surrogato di vita" che è la droga. Ma ricordiamoci che le dipendenze sono tante: può essere droga l’alcool, il gioco d’azzardo, la pornografia, il fumo e via dicendo. Quindi per salvare chi si droga sono necessarie non solo leggi che colpiscano più lo spacciatore che il drogato, ma anche un impegno maggiore da parte della famiglia, della scuola, dei medici e anche dei giovani stessi che hanno la forza di trascinare i loro coetanei e di far nascere nuovi ideali. I giovani si stanno impoverendo, infatti, sempre più di ideali e di energie. Il loro atteggiamento, spesso, si limita ad una critica ostile e inerte nei confronti della generazione adulta, accusata di portare avanti falsi valori, incoerenza di vita, esclusive preoccupazioni di guadagno, insensibilità alle ingiustizie. In queste condizioni di disgusto, forse dopo aver cercato dialogo e risposte nell'ambito familiare, hanno scelto la fuga ed il disimpegno da tutto, hanno cercato gruppi a cui appartenere ed in cui identificarsi. È qui dove facilmente si incontrano con la droga eretta a simbolo di rifiuto, usata come compenso e come strumento di cameratismo. La droga è però una scelta di contestazione senza frutti, perché anche se la società è oppressiva e la vita piena di difficoltà piccole e grandi, tentare di superarle con la droga è stupido perché essa diminuisce le nostre possibilità e le difficoltà rimangono: si superano con la volontà e l'intelligenza intatte. Alcuni ritengono che solo la legalizzazione delle droghe potrebbe ridurre le conseguenze drammatiche del vertiginoso sviluppo del traffico di stupefacenti. È risaputo che il narcotraffico muove ogni anno più denaro del petrolio, con cifre da capogiro. La droga più trafficata è senza dubbio la cocaina, la "regina delle droghe": ogni anno vengono immesse sul mercato degli stupefacenti ben 750 tonnellate di polvere bianca proveniente dal Sudamerica. Sono in molti a considerare ormai persa la guerra della droga. Nonostante le campagne di eradicazione, l'impiego di uomini specializzati e di mezzi tecnici sofisticati, quali elicotteri o satelliti-spia, la piaga del narcotraffico si estende sempre più e rischia di strangolare con una stretta mortale tanto le società dei Paesi produttori quanto le società delle nazioni ricche del Nord del mondo, a cui appartiene la maggioranza dei consumatori delle sostanze stupefacenti.
Tale pessimistica constatazione deriva dal fatto che fino ad oggi la lotta alla droga non è riuscita, o non ha voluto, colpire le vere cause che hanno portato al fenomeno del narcotraffico. Quando, ad esempio, si constata che la produzione peruviana di cloridrato di cocaina, collocata sul mercato statunitense vale più di 80 mila milioni di dollari, mentre sono solo 6 i milioni di dollari che il governo USA stanzia per distruggere le coltivazioni di coca del Perù. Il problema fondamentale che sempre ritorna è quello della offerta-domanda: i paesi del Sud del mondo producono droghe perché esiste una crescente richiesta di sostanze stupefacenti da parte dei paesi del Nord; spesso i primi sono costretti al ruolo di produttori di droga a causa delle politiche economiche ingiuste messe in atto dai secondi e dagli organismi finanziari internazionali, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, che i paesi ricchi controllano. Ecco allora l'inutilità di azioni repressive che colpiscono solo i piccoli coltivatori di coca e lasciano intatto il nòcciolo del problema: agire in questo modo sarebbe come chiedere all'Italia di distruggere i propri vigneti perché il vino causa migliaia di vittime per alcolismo. A più voci i paesi latino-americani chiedono la depenalizzazione del consumo di droghe o l'uso delle stesse sotto un severo controllo dello Stato; il rafforzamento della prevenzione e il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini che producono coca; l'incremento della lotta contro il narcotraffico internazionale, colpendo la criminalità che l'accompagna soprattutto nei suoi interessi finanziari.
Alcuni, dinanzi alle conseguenze drammatiche del vertiginoso sviluppo del traffico di stupefacenti, ritengono che l'unico modo di risolvere il problema della droga è legalizzarne la produzione, provocando così la caduta del prezzo della coca e, di conseguenza, la diminuzione degli effetti del narcotraffico, che sono violenza, avidità di ricchezza e corruzione. La legalizzazione delle sostanze stupefacenti avrebbe come effetto una forte riduzione dei crimini e della violenza associati al traffico di droga. A queste condizioni, e soprattutto con l'appoggio alle popolazioni che sono costrette a coltivare la coca per sfuggire ad una vita insicura e senza speranza, la battaglia della droga potrà, secondo alcuni, essere combattuta con qualche speranza di vittoria.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli effetti delle droghe sulla salute e sulla psiche umana?
- Qual è il ruolo degli spacciatori nel problema della droga?
- Quali sono le cause sociali che portano i giovani a fare uso di droghe?
- Quali sono le proposte per combattere il problema della droga?
- Qual è la posizione sulla legalizzazione delle droghe come soluzione al narcotraffico?
Le droghe avvelenano il fisico, alterano la psiche e le attività intellettuali, rendendo l'uomo più debole e soggetto a malattie. Anche le droghe leggere possono portare a quelle pesanti, falsificando la personalità e risultando nocive.
Gli spacciatori sono considerati assassini che premeditano il loro delitto, spesso contro i giovani più deboli. Vendono droghe tagliate con sostanze pericolose per aumentare il peso e il profitto.
Le cause includono crisi familiari, mancanza di ideali, insoddisfazione, vuoto, paura, e delusione. I giovani cercano rifugio nella droga per sfuggire a queste situazioni.
Le proposte includono stroncare il commercio di droga, educare e formare i giovani, e eliminare le cause sociali che portano all'uso di droghe, come restituire credibilità alle strutture sociali e fornire ai giovani opportunità di impegno ideale.
Alcuni ritengono che la legalizzazione potrebbe ridurre le conseguenze del narcotraffico, abbassando i prezzi e diminuendo la violenza e la corruzione associate. Tuttavia, è necessaria anche una prevenzione e un miglioramento delle condizioni di vita nei paesi produttori.