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INDICE

Premessa ........................................................................................... 3

Capitolo 1: Le origini del Grand Tour .......................................... 5

Capitolo 2: Il Grand Tour in Sicilia nel XIX secolo ................... 10

2.1 Itinerari del viaggio ............................................................... 10

2.2 Modalità del viaggio ................................................................ 16

2.4 Il diario di viaggio ................................................................. 19

Capitolo 3: Jules Verne in Sicilia ................................................. 22

3.1 La vita di Jules Verne ........................................................... 22

3.2 Testimonianza del suo viaggio in Sicilia .............................. 24

Conclusione .................................................................................... 28

Bibliografia ..................................................................................... 29

Ringraziamenti ............................................................................... 30

2

“La parte migliore è il viaggio. Esiste una strada sola per arrivare alla meta designata, ma

scegliere quella strada non significa abbandonare tutte le altre, è quello che accade nel

cammino, anche la più lunga camminata comincia con un passo.”

“Viaggiare allarga la mente, si dice, perché il

desiderio di cercare mete sempre più esclusive fa

parte della storia del viaggio”

Premessa

Ho deciso di svolgere la mia prova finale, scegliendo come argomento proprio

il Grand Tour, in particolare ho voluto raccontare l’esperienza di un

viaggiatore francese “Jules Verne”, che non è stato solamente uno dei tanti

personaggi ad aver intrapreso questo viaggio, ma è stato anche un famoso

scrittore di romanzi fantascientifici, questi tipi di romanzi mi hanno da sempre

affascinato, quando un giorno mi sono imbattuta in un romanzo che scrisse nel

1864, chiamato “Viaggio al centro della terra”, romanzo scritto dopo aver

“il

intrapreso il viaggio in Sicilia, e me ne sono innamorata. Si dice mondo è

(Sant’Agostino),

un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina” così

è iniziata la mia voglia di scoprire il mondo, iniziando a viaggiare.

Nel primo capitolo ho introdotto il tema del Grand Tour in Italia, dov’è nacque

L’ immagine che ho inserito, l’ho realizzata io stessa,

e come si è diffuso.

rappresenta il ritratto di Goethe nel ponte Sant’Angelo a Roma.

Nel secondo capitolo ho affrontato molti temi riguardanti il Grand Tour in

Sicilia, nel 19° secolo, come veniva intrapreso il viaggio, quali erano i mezzi

per poter viaggiare, e mi sono voluta concentrare non solo sui famosi diari di

viaggio scritti in prima persona dai viaggiatori, ma anche delle tappe più

L’immagine che ho inserito, è un disegno

famose che i viaggiatori visitarono.

che raffigura la Sicilia in generale.

Nel terzo capitolo, che è il cuore della tesi, ho descritto Jules Verne e il suo

3

viaggio in Sicilia. Ho anche voluto parlare di alcuni dei suoi romanzi, perché

sono i suoi diari di viaggio, scritti dopo aver intrapreso il viaggio. Nei due

sotto capitoli ho inserito due immagini, la prima è un disegno, realizzato da

mia sorella, che rappresenta Jules Verne e due viaggiatori intenti ad esplorare

dell’Etna, e l’ultima foto, realizzata da me, rappresenta i tre

le viscere (cuore)

viaggiatori che arrivano al centro della terra, esplorando la meraviglia che

hanno appena scoperto, ho preso spunto dal libro e dal film Viaggio al centro

della terra. 4

Capitolo 1: Le origini del Grand Tour

Nel XV secolo in gran parte d’Europa si diffonde un tipo di turismo ante

parola “Tour” identifica appunto il

litteram chiamato Grand Tour, la giro di

Paesi, con partenza ed arrivo nello stesso luogo.

Il grande tour è un viaggio graduale che dura da alcuni mesi a diversi anni, è

un viaggio destinato ad essere un momento arricchimento culturale e umano,

diventa durante l’età dei lumi un’esperienza di crescita per i rampolli

che

dell’aristocrazia europea. Questi giovani impararono a conoscere la politica,

la cultura, l’arte e le antichità dei paesi europei.

Il viaggiatore tipico arrivò in Italia per mare o per terra a cavallo e a partire

dall’Ottocento in treno. Egli era munito di guide che mostravano i monumenti

più importanti e davano indicazioni per evitare le strade infestate dai briganti

che saccheggiavano i ricchi viaggiatori che spesso si muovevano in carrozze.

Intraprendevano questo viaggio accompagnati da un protettore, che vegliava

su di loro, gli faceva da guida e si occupava degli alloggi.

Per facilitare gli spostamenti furono stampate anche delle carte geografiche e

itinerari di viaggio. Gli itinerari cambiano nel tempo in base alla fortuna di

ciascuna città, regione. Questo viaggio veniva intrapreso principalmente da

chi aveva un maggiore sostegno economico e per questo avevano la possibilità

di potersi spostare più rapidamente e ricorrere al migliore alloggio. Chi però

5

non aveva questa possibilità economica, doveva accontentarsi di mezzi di

fortuna per continuare il suo viaggio.

Difatti i più numerosi furono gli inglesi, che costituirono il primo codice del

tour, determinando le finalità di questo cursus honorum, tracciando gli

itinerari e fissando le destinazioni obbligate. Un numero maggiore di stranieri

varcò la Manica per visitare i Paesi Bassi e la Francia, per poi arrivare fino in

Italia, che era la destinazione principale, via mare da Marsiglia o Nizza. Da

qui procedevano con un veliero per Genova, o giungevano direttamente a

Livorno per fermarsi a Firenze e girare per la Toscana. Altri sbarcavano a

Civitavecchia, fino ad arrivare a Napoli. Sulla via del ritorno si ripercorrono

gli stessi luoghi per poi risalire la penisola fino a Torino, passando dalla

Francia e imbarcandosi a Calais, o fino a Milano e Venezia, per avviarsi verso

le Alpi.

Nella seconda metà del Settecento, molti intrapresero il viaggio in Sicilia;

Alcuni per via terra passando dalla Puglia e dalle Calabria, altri invece si

imbarcavano a Napoli, per poi approdare a Palermo.

Gli itinerari scientifici prevedevano tappe obbligatorie ai principali siti

archeologici del Mezzogiorno o ai luoghi di cui era possibile poter godere sia

del paesaggio che del panorama. Gli itinerari artistici prevedevano le soste agli

Osservatori astronomici, agli ospedali, alle Accademie delle scienze.

Dal XVI all’inizio del XIX secolo, la tappa obbligatoria di ogni itinerario era

l’Italia.

L’Italia, culla del rinascimento, è stata per secoli al centro della vita culturale

e artistica europea ospitando nelle sue corti un gran numero di studenti

stranieri, che con il suo clima, il suo paesaggio e la sua tradizione storica e

artistica, con la sua eredità della Roma antica e con i suoi monumenti, divenne

uno dei posti più popolari da visitare.

L’Italia divenne la meta privilegiata del Grand Tour anche per i giovani di altri

Paesi europei: fra questi, vi fu il sommo poeta tedesco Johann Wolfgang

Goethe, che fece il suo celebre Viaggio in Italia fra il 1786 e il 1788.

Il “Viaggio in Italia” di Goethe fu una sorta di fuga: egli si mise in viaggio

immediatamente quasi come un fuggiasco, partendo di nascosto. Perché ebbe

6 l’Italia

la necessità di evadere e di riprendere interesse per il mondo. Per lui,

rappresentava la speranza di una nuova rinascita. Terminato il viaggio in Italia,

un’opera che non è l’insieme preciso dei suoi appunti,

Goethe elabora ma

piuttosto una rielaborazione degli stessi: non si tratta di una generica

descrizione ma di un racconto personale; scritto con la forma epistolare, che

gli permise di avviare una riflessione sul senso del viaggio stesso, su quello

avuto. L’Italia per lui

previsto e prefissato e su quello che effettivamente ha

fu, terra di ispirazione. la scuola per l’intero mondo,

Goethe definì Roma come studiò le opere con

animo nostalgico, proiettandosi verso il bello ideale, fedele alle statue e

infedele al tempo, rimase generalmente legato a quelle forme anche dopo la

sua morte. Però, sebbene resterà particolarmente colpito dalla capitale, che

sarà la sua casa per molto tempo, la rivelazione per Goethe fu Napoli. Napoli,

con le sue strade luminose, il mare e la gente libera e felice, la città sarà

definita il “paradiso” da Goethe. vedeva l’arte e la vita

Egli quotidiana

scontrarsi e unirsi.

“Napoli è un vero paradiso; ognuno vi vive nell’ebbrezza di una specie di

oblio di sé stesso ed io fo come tutti gli altri; quasi più non mi riconosco e mi

pare essere divenuto altro uomo. Ieri io pensavo o che ero pazzo in passato,

1

ovvero che lo sono diventato ora” .

Le tappe principiali del Grand Tour in Italia erano 4: Roma, Napoli, Venezia

e Firenze.

Roma è, per molti secoli, la tappa principale di questo tour, grazie al

contributo dei viaggiatori internazionali che attingono alle sue bellezze. I

protestanti che allora visitavano la città, non erano del tutto indenni dai rischi,

ed il conflitto religioso era così forte, che fino alla metà del Settecento, il

passaporto inglese era sottoposto alla firma del re ed escludeva la Spagna e

Roma. Si cercava di non essere rilevati tra i viaggiatori non cattolici, anche

per paura dell’Inquisizione.

Vi erano grandi difficoltà nei mezzi di trasporto, che impedivano un facile

1 J. V. Goethe, Viaggio in Italia, Ricordi di viaggio 1786-87, trad. Augusto Nomis di

Cossilla, Bambù Edizioni, 1875, p.137 7

collegamento con la restante parte del regno, continentale o insulare, che

spingevano i viaggiatori a considerare Napoli come ultima tappe del loro tour.

Nella maggior parte degli itinerari che accompagnano il cammino dei

viaggiatori europei verso il Sud d’Italia, Napoli è la principale meta e in alcuni

l’ultima tappa del viaggio.

casi anche Tuttavia, non sono pochi quelli che

scelgono la capitale del Regno delle Due Sicilie come punto di partenza di un

nuovo percorso che li porterà a scoprire altre città e paesi del Mezzogiorno.

A partire dai primi decenni del Settecento le montagne erano percorse dagli

ingegneri militari e dai cartografi che avevano l’esigenza di “mappare

potenziali territori di guerra” 2 .

Tra il XVIII e XIX secolo erano i naturalisti a scalare le montagne e furono i

primi a pubblicare i risultati delle loro ricerche scientifiche. A partire

dell’Ottocento ingegneri e naturalis

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
30 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher katherine33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Frasca Elena.