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Guerinoni era il padre biologico di Ignoto 1. Le indagini si indirizzarono alla ricerca di
tutte quelle donne che avessero avuto una relazione col Guerinoni, volgendo al setaccio
le zone in cui lo stesso aveva vissuto o lavorato. Siamo a Ponte Selva, si fa avanti
Giovanni Mocerino amico del fu Guerinoni, che rivela la relazione tra Giuseppe
Guerinoni e tale Ester Arzuffi. Operaia in una cooperativa di pulizie nel bergamasco, a
soli ventidue anni diede alla luce due gemelli Massimo Giuseppe e Laura Letizia. Sposa
solamente dopo l’arresto
pochi anni prima Giovanni Bossetti che scoprirà, di colui che
sarà riconosciuto quale l’assassino di Yara Gambirasio, della relazione extra-coniugale
della moglie. Ester Arzuffi nega la paternità del Guerinoni, verità e bugie continuano ad
alternarsi, caratterizzando un caso tanto controverso quanto mediatico. Tuttavia, il
campione di DNA dell’Arzuffi era già stato prelevato il 27 luglio del 2012, in qualità di
donna nata in Val Seriana e trasferitasi a Brembate, come rivelerà il PM Ruggeri durante
si presenta sin dall’inizio come un personaggio
una conferenza stampa. Ester Arzuffi
emblematico: sfida la scienza e nega ogni relazione col Guerinoni. Ma è proprio la
scienza, certa per definizione, a smentire le mancate verità della donna: il DNA nucleare
dell’Arzuffi ed il profilo genetico del defunto Giuseppe trovano piena corrispondenza nel
profilo di “Ignoto 1”. Le indagini, seguito acquisizione degli esami di laboratorio, si
focalizzano pertanto su Massimo Giuseppe, nato il 28 ottobre 1970 e muratore a Mapello.
I test di laboratorio non lasciano alcun dubbio: Ester Arzuffi è la madre di Ignoto 1. Il 15
giugno del 2014 Massimo viene sottoposto ad alcool test e dopo oltre tre anni di attesa
viene confermata la corrispondenza tra il profilo genetico di “Ignoto 1” e quello di
Massimo Giuseppe Bossetti. L’assassino di Yara Gambirasio ha finalmente un nome.
1.2.1 La refertazione medico legale della dott. ssa Cattaneo
Il 28 febbraio 2011 il sostituto procuratore Letizia Ruggeri conferisce incarico collegiale
alla professoressa Cristina Cattaneo ed al dottor Luca Tajana, al fine di procedere ad
esame autoptico sul cadavere di Yara Gambirasio. Viene posto il seguente quesito:
"effettuata l'autopsia del cadavere di Gambirasio Yara e gli opportuni esami strumentali,
se la stessa abbia subito violenza sessuale, quali siano state le cause della morte, con
quali mezzi sia stata prodotta, a quale epoca possa farsi risalire, e se vi siano eventuali
Alle ore 20.00 dello stesso 26 febbraio 2011 fu eseguito dalla prof.ssa
concause”.
Cattaneo, coadiuvata da ausiliari, sopralluogo medicolegale, dal quale emerse:
- il cadavere giaceva supino, con la testa reclinata a sinistra, gli arti superiori parzialmente
flessi ed extra ruotati, gli arti inferiori estesi e divaricati; la mano destra sporgeva dagli
indumenti ed era serrata a pugno, mentre la mano sinistra era parzialmente flessa e coperta
dalla manica del giubbotto. La caviglia destra era avvolta da sterpaglie.
La Gambirasio indossava, al momento del ritrovamento:
- Un giubbotto di colore nero con chiusura a lampo;
- Felpa nera con cappuccio posto sotto il capo sul lato sinistro;
- T-shirt di colore blu con la scritta Italia e con la scritta Freddy rispettivamente in
corrispondenza del lato destro e sinistro del torace;
- Reggiseno di colore viola, slacciato;
- Pantaloni di colore nero;
- Calzini colorati;
- Scarpe da ginnastica.
L’esame autoptico condotto dalla prof. inizio con l’ispezione
ssa Cattaneo ha avuto
esterna delle aree cutanee al fine di evidenziare eventuali lesioni localizzate
rispettivamente nella regione mandibolare, sulla superficie anteriore del collo, sui polsi,
in corrispondenza del versante sinistro del torace e dell’ipocondrio sinistro, e nella
regione lombosacrale.
Alle ore 1.10 del giorno seguente il cadavere venne trasferito presso l’obitorio di Milano.
Si procedette pertanto alla disamina del terreno sottostante, che presentava un’area di
colorazione nerastra, in prossimità della sagoma del corpo al momento del ritrovamento.
La superficie del rinvenimento era stata suddivisa in otto aree, al fine di pianificare le
operazioni di campionamento di natura botanica e geologica, con lo scopo di stabilire il
periodo di tempo di giacenza della salma nel luogo ove è stata rinvenuta. Furono
successivamente eseguiti i rilievi tecnici topografici, con l’ausilio del dott. Salsarola. Il
2 marzo del 2011 viene eseguito dal Consulente Tecnico della Procura un secondo
sopraluogo, finalizzato a raccogliere campioni botanici presenti l’area adiacente sul luogo
del ritrovamento, per confrontare i campioni raccolti nel corso del primo sopraluogo.
Precedentemente all’esame autoptico, in data 26 febbraio 2011 il cadavere è stato
sottoposto ad indagini radiologiche presso il Dipartimento di Scienze Cliniche
dell’Università di Milano: questi esami non hanno evidenziato lesioni scheletriche, né
pregresse né recenti, né la presenza di corpi estranei. La medesima risultanza venne
confermato seguito TAC total body.
Durante l’esecuzione delle indagini sono stati acquisiti diversi e sufficienti elementi per
porre risposta al quesito formulato in fase di assegnazione incarico dalla dott. ssa Ruggeri.
Tralasciando per il momento tutti quei fenomeni trasformativi in cui versava il cadavere
al momento del rinvenimento, che hanno evidenziato alcune problematiche di natura
che durante l’ispezione cadaverica sono emerse
interpretativa, è importante sottolineare
due diverse tipologie di lesioni, caratterizzate da mezzi e modalità assolutamente distinte.
All’esame esterno del cadavere sono state rilevate diverse lesioni da taglio e da punta,
ubicate sul margine inferiore a destra della mandibola, sulla superficie anteriore del collo,
sui polsi, sulla regione toraco-mammaria sinistra, sulla regione lombare e sul gluteo
Durante l’ispezione
destro. dei tessuti molli residui del capo sono emerse aree infiltrative
di aspetto emorragico, causate da lesioni ecchimotiche secondarie a traumi di tipo
contusivo. Pertanto, le lesioni riscontrate sul corpo della Gambirasio sono state da punta
e da taglio e contusive. Nel caso di interesse, nella determinazione della fisiopatologia
che condusse la tredicenne alla morte, appaiono salienti le lesioni contusive riscontrate
sulla testa. Secondo quanto emerso nell’esame autoptico la concussione non è solo
un’ipotesi possibile, bensì estremamente probabile: infatti, anche lesioni lievi possono
causare prolungati periodo di incoscienza, senza che ne conseguano evidenze
apprezzabili durante la verifica anatomo-patologica. In relazione alle ferite da arma da
taglio, invece, è emerso che, sebbene trattasi di lesioni vitali che hanno dato luogo a
dispendio emorragico solo concorsualmente hanno contribuito all’exitus. In fase autoptica
è stato valutato l’aspetto asfittico della componente inalatoria ematica ed, in virtù di
un’asfissia
quanto emerso, non è stato possibile ricondurre la morte di Yara ad meccanica
da sommersione interna, ossia causata da inondazione delle vie aree del sangue, stante
–
assenza di riscontro in sede anatomo patologica delle comuni note asfittiche e
dall’assenza di un quadro specifico nella valutazione microscopica standard dei
Infine, determinante è l’aspetto relativo all’ipotermia.
parenchimi polmonari. l’ipotermia è comune anche
Diversamente dal pensiero comune nei climi temperati;
infatti, il concorrere di diverse variabili può determinare il verificarsi di questo fenomeno.
Eziologicamente, temperature inferiori a 10°C possono essere causa di ipotermia in
soggetti particolarmente vulnerabili. Dal punto di vista autoptico la diagnosi di morte per
ipotermia appare sicuramente tra le più complesse, a causa anche di rilievi aspecifici o
addirittura assenti. Sempre in fase autoptica, in caso di ipotermia sono osservabili delle
definite “ulcere”.
erosioni della superficie gastrica, comunemente Orbene, nel caso di
–
interesse, durante gli esami anatomo istopatologici sono state osservate delle lesioni
ulcerative a livello della parete gastrica, associate ad un incremento dei valori dell’acetone
l’incremento di acetone e di
nei liquidi biologici, nella milza e nel muscolo. Pertanto,
catecolamine contribuiscono a confermare l’ipotesi di un prolungato stress agonico in un
contesto di ipotermia letale. Gli esami tossicologici hanno escluso il coinvolgimento di
tossicologico nel determinismo dell’exitus,
un meccanismo chimico da parte di sostanze
stupefacenti o narcotiche.
In conclusione, le indagini condotte dalla Prof.ssa Cattaneo confermano che, sebbene non
Yara, la durata dell’agonia
sia possibile determinare con certezza le cause della morte di
in un contesto climatico sfavorevole ed il concorrere di lesioni traumatiche contusive e
da taglio, trovano riscontro con un decesso concausato da ipotermia e dagli effetti derivati
da lesioni da arma bianca e contusiva. Per quanto concerne la stima del tempo di
permanenza del cadavere a Chignano d’ Isola, luogo del ritrovamento, sono state eseguite
indagini di tipo botanico, entomologico, geopedologico e chimico, le quali hanno rilevato
che il corpo della bergamasca è rimasto nel campo in questione dal momento del decesso,
ove presumibilmente ha avuto luogo l’exitus. Dagli elementi assunti è altamente probabile
che l’aggressione con l’arma bianca e la morte stessa si siano li verificate. Infatti, le
indagini condotte sulle suole delle scarpe fanno desumere che le stesse siano venute a
contatto con il campo di Chignano d’Isola, ossia con terreni con le medesime
caratteristiche. Sostanzialmente, è altamente plausibile che Yara abbia camminato nel
campo di Chignano. Inoltre, sul corpo e su alcuni indumenti della giovane, sono state
rinvenute tracce di calce, conseguenza di una contaminazione dovuta alla permanenza
della ginnasta in un ambiente saturo di queste sostanze, ossia dovuta al contatto con parti
anatomiche (presumibilmente le mani) o indumenti indossati da terzi, imbrattati di queste
dell’edilizia. In
sostanze. Questi reperti sono associabili ad ambienti e materiali propri
relazione al quesito “se l’approccio ispettivo,
la stessa abbia subito violenza sessuale”,
corredato da manovre di divaricazione e trazione delle regioni vulvare e anale, non ha
evidenziato segni di violenze a scopo sessuale. Sono state condotte indagini medico
legale, istologiche genetiche (condotte dai RIS), e chimiche- merceologiche. I tagli
presenti sugli slip sono risultati riconducibili alla produzione di lesioni da taglio sul corpo.
Unico elemento emerso di un atto a sfo