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LA STRUTTURA COGNITIVA DEL PERIODO OPERATORIO FORMALE: LE OPERAZIONI
INTELLETTUALI FORMALI
Solo nel periodo operatorio formale, che compare durante l’adolescenza, il ragazzo diviene
capace di risolvere dei problemi puramente ipotetici, esplicitati in modo esclusivamente
verbale, senza cioè alcun supporto materiale.
Secondo Piaget la forma di pensiero più evoluta non si ha durante il periodo operatorio
concreto bensì nel periodo operatorio formale, quando cioè il ragazzo dimostra di possedere
una struttura cognitiva capace di stabilire relazioni logiche tra leggi generali e fatti specifici,
attraverso l’induzione e la deduzione.
Tale struttura cognitiva si caratterizza per la presenza di 4 regole:
1. Identità
2. Negazione
3. Reciprocità
4. Correlatività
e consente un tipo di pensiero che lui definisce formale o ipotetico-deduttivo.
Il pensiero ipotetico-deduttivo consiste essenzialmente nella capacità di condurre ragionamenti
logicamente corretti senza la necessità di partire da un dato di esperienza e di verificare la
conclusione del ragionamento attraverso un controllo effettivamente eseguito. Tale pensiero
consente di ragionare in termini puramente probabilistici.
GLI ASSUNTI TEORICI DI BASE: IL COSTRUTTIVISMO
Secondo Piaget quindi lo sviluppo cognitivo implica l’acquisizione di strutture cognitive sempre
più evolute che consentono al bambino di comprendere il mondo, inizialmente attraverso
schemi d’azione, poi con rappresentazioni e infine attraverso operazioni interiorizzate e
organizzate.
Dobbiamo abbandonare un livello descrittivo dello sviluppo per analizzare il livello
interpretativo.
Per comprendere appieno la teoria di Piaget bisogna risalire ai fondamenti biologici della sua
impostazione. Secondo lui lo sviluppo mentale è una forma di adattamento all’ambiente e
le sue modalità di funzionamento sono omologhe a quelle delle strutture biologiche. Per Piaget
l’intelligenza è una forma di adattamento biologico e il suo sviluppo deriva dal
prolungamento di meccanismi biologici di adattamento. L’anello di congiunzione tra biologia e
logica è individuato nell’azione. Gli atti sensomotori sono poco differenziati dalla loro base
biologica, cioè sono mezzi adattivi di funzionamento, ma sono già mezzi di
rappresentazione e di elaborazione, quindi sono sia biologici che psicologici.
Postula che l’individuo costruisce attivamente le proprie strutture cognitive e la propria
conoscenza attraverso un processo di interscambio tra organismo e ambiente. L’individuo è
infatti attivo e interattivo e si modifica attraverso gli scambi con l’ambiente. L’organismo
trasforma l’ambiente e ne viene contemporaneamente trasformato.
Le strutture cognitive pertanto non sono innate, ma si costruiscono per mezzo dell’attività
dell’individuo. La principale caratteristica di questi interscambi tra individuo e ambiente è la
loro bidirezionalità: organismo e ambiente giungono gradualmente ad adattarsi l’uno all’altro.
Al contrario, la posizione interazionista di Piaget ritiene che l’esperienza abbia un ruolo
cruciale nel consentire al bambino di costruire la propria conoscenza, ma allo stesso tempo
assume che l’esperienza sia interpretata attraverso le strutture cognitive già esistenti.
Piaget individua nella maturazione biologica, nell’esperienza fisica con gli oggetti e con
le proprietà dell’azione, nel linguaggio e nella trasmissione sociale alcuni fattori rilevanti
che contribuiscono allo sviluppo dell’intelligenza. Ciononostante secondo lui lo sviluppo è reso
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possibile dalla presenza di alcune funzioni che rimangono invariabili durante lo sviluppo
l’adattamento
intellettuale e che egli chiama appunto invarianti funzionali innati, ovvero ,
l’organizzazione l’equilibrazione cognitiva
e li definisce come dei meccanismi generali
determinati biologicamente capaci di provocare cambiamenti di portata generale nella
struttura cognitiva.
IL PRIMO INVARIANTE FUNZIONALE: L’ADATTAMENTO
Il primo invariante funzionale indicato da Piaget è l’adattamento o accordo del pensiero
con le cose. L’adattamento viene ottenuto attraverso l’interazione tra due funzioni
complementari che governano ogni aspetto del funzionamento dell’organismo:
1. Assimilazione: si verifica quando l’individuo trasforma i dati dell’esperienza in funzione
delle strutture cognitive di cui dispone, o più semplicemente quando l’individuo
incorpora una nuova conoscenza nelle proprie strutture cognitive
2. Accomodamento: consiste nella modificazione delle strutture cognitive in funzione
delle caratteristiche della realtà assimilata.
Riassumendo possiamo dire che secondo Piaget i principali responsabili del cambiamento
cognitivo sono i meccanismi dell’assimilazione e dell’accomodamento. È attraverso la loro
azione che le strutture cognitive cambiano.
IL SECONDO INVARIANTE FUNZIONALE: L’ORGANIZZAZIONE
Il secondo invariante funzionale è l’organizzazione cognitiva o accordo del pensiero con
se stesso. Si riferisce alla tendenza dell’organismo a integrare, coordinare e organizzare le
proprie strutture cognitive in totalità che possiedono proprietà e leggi intrinseche. Il principio
dell’organizzazione implica che sia l’intera struttura cognitiva che si adatta e non parti
isolate di essa. Ciò comporta che il soggetto non possa fare progressi importanti in un ambito
di conoscenza senza che questo comporti una modificazione qualitativa di tutta la struttura.
IL TERZO INVARIANTE FUNZIONALE: L’EQUILIBRAZIONE
Gli invarianti funzionali dell’adattamento e dell’organizzazione implicano un terzo invariante
funzionale: l’equilibrazione. Indica la tendenza di ogni individuo a raggiungere uno stato di
equilibrio con l’ambiente e con se stesso. Ogni cambiamento nell’organizzazione delle strutture
cognitive o nell’ambiente comporta uno stato di disequilibrio che può essere superato
attraverso lo sviluppo di nuove strutture che consentono diverse modalità di interazione con il
mondo. Pertanto l’adattamento intellettuale consiste nel mettere in equilibrio il meccanismo
assimilatorio e quello di accomodamento. Il processo di equilibrazione è il generatore
dell’autosviluppo a lungo termine. Dato che lo sviluppo è un processo di instabilità
formativa che si combina con un movimento progressivo verso la stabilità, fin dall’inizio i
sistemi biologici di autoregolazione tendono ad approssimarsi progressivamente a uno stato
ideale di equilibrio.
LE RISPOSTE ALLE DOMANDE CENTRALI DELLA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO COGNITIVO
COSA SI MODIFICA NEL CORSO DELLO SVILUPPO E COME AVVENGONO QUESTI CAMBIAMENTI?
Secondo il modello teorico strutturalista proposto da Piaget lo sviluppo cognitivo implica una
modificazione sostanziale delle strutture mentali che il bambino utilizza per interagire
con la realtà. Esistono 4 diverse strutture cognitive, ciascuna delle quali caratterizza uno
specifico stadio dello sviluppo:
1. Nel periodo sensomotorio è lo schema d’azione che media le interazioni del bambino
con il mondo esterno
2. Nel periodo preoperatorio è la logica delle azioni interiorizzate che conservano le
caratteristiche delle azioni reali
3. Nel periodo operatorio concreto è la comparsa delle operazioni intellettuali: l’azione
mentale diventa reversibile
4. Nel periodo operatorio formale è la comparsa delle operazioni intellettuali formali.
Secondo Piaget il passaggio da uno stadio all’altro dello sviluppo cognitivo avviene grazie a una
serie di meccanismi generali determinati biologicamente, chiamati invarianti
funzionali.
LO SVILUPPO COGNITIVO E’ UN PROCESSO DOMINIO-GENERALE O DOMINIO-SPECIFICO?
Ogni stadio dello sviluppo si caratterizza per la presenza di una specifica struttura
cognitiva, che pervade e controlla ogni aspetto del comportamento e del pensiero del
bambino. Secondo piaget il bambino sarà in grado di risolvere qualsiasi compito di
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conservazione solo quando disporrà di una struttura cognitiva capace di un pensiero
reversibile. Proprio per questo la teoria paigetiana può essere considerata un esempio
rappresentativo di una visione dello sviluppo dominio-generale, poiché lo sviluppo è inteso
come determinato da processi di funzionamento comuni a tutti i domini di conoscenza e dalla
modificazione progressiva di strutture unitarie che controllano il comportamento e il
pensiero di ciascuno stadio. La teoria di Piaget si presta a essere definita come una teoria
dominio-generale.
QUAL È IL RAPPORTO TRA FATTORI BIOLOGICI ED ESPERIENZA NELLA DETERMINAZIONE DEI
CAMBIAMENTI CHE AVVENGONO NEL CORSO DELLO SVILUPPO?
La posizione costruttivista di Piaget rappresenta un punto di contatto intermedio tra la
prospettiva innatista e quella empirista.
L’idea di costruttivismo è l’equivalente, sul piano psicologico, della nozione di epigenesi a
livello dell’espressione genetica in biologia. Così come ogni struttura biologica è il prodotto
emergente di un sistema autorganizzato e delle sue complesse interazioni bidirezionali con
l’ambiente, così lo sviluppo cognitivo è un processo di tipo epigenetico poiché procede
da uno stato di relativa indifferenziazione e disorganizzazione verso uno stato di progressiva
diversificazione e crescente complessità, attraverso scambi bidirezionali tra l’organismo e
l’ambiente. Questa analogia tra lo sviluppo biologico e lo sviluppo psicologico è alla base del
concetto di epigenesi costruttivista introdotta da Piaget che, ispirandosi alla visione
epigenetica dello sviluppo proposta da Werner, enfatizza fortemente il ruolo attivo
dell’individuo nella costruzione delle proprie strutture mentali e della propria conoscenza,
realizzata attraverso continue interazioni con l’ambiente.
LO SVILUPPO È UN PROCESSO CHE AVVIENE IN MODO CONTINUO O DISCONTINUO?
La presenza di questa struttura cognitiva specifica per ogni stadio rende ciascuna fase dello
sviluppo qualitativamente diversa dalla fase precedente e da quella successiva. In questo
senso lo sviluppo si presta a essere descritto come un processo discontinuo, caratterizzato
da modificazioni strutturali profonde e di ampia portata a carico delle strutture cognitive
sottostanti il comportamento e il pensiero.
Tuttavia, se da un lato Piaget lo considera come un processo discontinuo, in quanto comporta
una modificazione sostanziale di tipo qualitativo delle strutture mentali, dall’altro postula
l’esistenza di alcuni processi, determinati biologicamente, che rimangono costanti e che
mediano il cambiamento in og