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PARTE SECONDA
Tra merito e giustizia
Capitolo I
EGALITARISMI
Sommario: 1. Principi di giustizia egalitari; 1.1 Giustizia distributiva; 1.2 Tra libertarismo e utilitarismo.
1. Principi di giustizia egalitari
L'impianto teorico della meritocrazia è semplice e intuitivo. La meritocrazia oppone al principio della cosiddetta ascription, secondo il quale la posizione sociale di un individuo dovrebbe essere attribuita direttamente dalla famiglia o di appartenenza, il principio dell'achievement, dalla classe sociale per il quale la posizione sociale è raggiunta dall'individuo tramite tre fattori: impegno, perseveranza, talento.
Il sistema sociopolitico delle democrazie occidentali, quindi è fortemente di meritocrazia come realizzazione. L'attribuzione delle ricompense per meriti, in una democrazia che si autodefinisce giusta, dovrebbe derivare difatti dalla realizzazione individuale piuttosto che dalle
Condizioni socioeconomiche della famiglia di appartenenza, dal sesso, etnia o da altri fattori non collegati alle capacità individuali del singolo. Gli argomenti proposti dalla meritocrazia sono molto simili a quelli proposti dal liberismo economico. Da una parte vi è l'individualismo, caratteristica comune di entrambi gli assetti economico sociali. L'assunto fondamentale del liberismo classico è quello, secondo il quale gli individui costituiscono l'unità singola della società1. Secondo l'economista austriaco Ludwig von Mises, l'insegnamento essenziale del liberalismo riguarda fondamentalmente la cooperazione sociale e la divisione del lavoro, che possono essere raggiunti solo in un sistema di proprietà privata dei.
mezzi di produzione, cioè in una società di mercato o capitalistica. Il liberalismo, attraverso un costante processo di riorganizzazione sociale volto a garantire la più ampia libertà del singolo nel perseguire i propri fini individuali, rende possibile l'individualismo.
L'etica individualista è ben illustrata all'interno del concetto di "uguaglianza delle opportunità di partenza". Le politiche meritocratiche si fondono con quelle liberiste nel tentativo di impedire che le differenze di nascita possano influenzare le prospettive di vita degli individui. La terminologia della meritocrazia è penetrata lentamente nel linguaggio di molti liberali, si pensi ad esempio alla dichiarazione del politico e liberale Luigi Einaudi, che affermava: "Ogni uomo dev'essere inizialmente posto nella medesima situazione di ogni altro uomo, sicché egli possa riuscire a conquistare quel posto morale, economico,
politico che è proprio delle sue attitudini di intelletto, di carattere morale, di vigore lavorativo, di coraggio, di perseveranza
L'uguaglianza così intesa acquisisce un contenuto giuridico universale: nessun uomo deve essere posto dalla legge in condizioni di inferiorità rispetto ad altri individui, per motivi di sesso, di colore, di opinioni politiche, di nascita o religione.
D'altra parte, la meritocrazia e il liberismo hanno un altro fondamentale punto in comune, la ricerca incessante dell'efficientismo. Nel liberismo economico la ricerca dell'efficiente allocazione delle risorse assume un valore prettamente assiologico. Si presume infatti, che le risorse, scarse per loro natura, debbano
D. Bell, The Coming Of Post-Industrial Society, Ed. Basic Books Reissue edition, 21 luglio 1976, pp. 411-425
L. von Mises, Lo stato onnipotente, Rusconi Libri, 1° dicembre 1995, p. 75
F.A. von Hayek, Liberalismo, Editore Rubbettino, 16 maggio 2012
pp. 54-556 L. Einaudi, Prediche inutili, Editore Einaudi, Einaudi vario edizione, 1 gennaio 1997, p.203-243 78essere utilizzate dagli agenti economici più efficienti per una migliore funzionedel sistema economico nel suo complesso. La ricchezza prodotta così avràeffetto sull'intera società, e gli individui ne trarranno beneficio in base ai lorocome la ricerca dell'efficienza economica assume un ruolo7meriti. È evidentefondamentale anche all'interno del pensiero meritocratico. Per la meritocrazia,attraverso la libera competizione del mercato vi è una selezione delle personepiù meritevoli e capaci, e quindi più efficienti.Il nesso tra i due concetti è evidente, è tuttavia necessario distinguere le critiche liberali alla meritocrazia, che verranno approfondite nel prossimo capitolo, daquelle basate sulle concezioni della giustizia; in particolare al rapportoapparentemente conflittuale che potrebbe
sorgere tra egualitarismo emeritocrazia.1.1 Giustizia distributiva
La meritocrazia può essere definita, soprattutto in ambito economico, come un sistema attraverso il quale, gli individui che appartengono allo stesso contesto sociopolitico decidono di attribuire le ricchezze prodotte dalla comunità. Tale principio ispiratore, acquisisce la valenza di "metodo giusto" per la suddivisione delle risorse. Ma quando qualcosa può essere considerata giusta? Secondo John Rawls, per giustizia, in senso proprio, deve intendersi un sentimento che si acquisisce in una società bene-ordinata e che consente alle istituzioni sociali di mantenersi stabili rispetto ad una concezione comune di ciò che è definito "giusto". Anzitutto una società bene-ordinata è:
7 D. Lombardini, Sovranismo o liberalismo: politica o efficientismo, ed. rivistaweb, 19 maggio 2019
8 J. Rawls, Una teoria della giustizia, editore Feltrinelli, 6 aprile 2017, pp.
187 -22779“una società, intesa a promuovere il bene dei suoi membri e completamente regolata da una concezione pubblica di giustizia. E', dunque, una società, all'interno della quale ciascuno accetta, e sa che gli altri accettano, i medesimi principi di giustizia e le istituzioni sociali soddisfano, e si sa che soddisfano questi principi (…). [Tale] concezione pubblica di giustizia implica che i suoi membri abbiano un forte desiderio, normalmente efficace, richiedono. Dal momento che una società bene-ordinata di agire come i principi di giustizia dura nel tempo, la sua concezione di giustizia è presumibilmente stabile, vale a dire: quando le istituzioni sono giuste (in quanto definite da questa concezione), coloro che partecipano alla formazione di tali assetti acquisiscono il corrispondente senso di giustizia” 9e il desiderio di continuare a fare la loro parte, conservandoli.Il termine giustizia, nel corso della storia ha modificatoLa propria valenza indica sostanzialmente la conformità a norme e ideali mutevoli secondo il tempo e il contesto. Nel pensiero moderno, il valore di giustizia è stato diverse volte subordinato a valori, che sembravano implicitamente riassorbirlo, come l'utilità sociale, la felicità o il rispetto delle regole per una buona convivenza.
Diversi sono stati i tentativi di definire i contorni del termine giustizia, il contributo del filosofo John Rawls, ne delineava principalmente i contorni, definendolo in ultimo: come un insieme di principi che permettono la distribuzione dei costi e dei benefici tra i partecipanti all'impresa sociale. Tali principi, denominati appunto, principi di giustizia, oltre a permettere una corretta distribuzione delle quote forniscono un metodo, attraverso il quale, possono essere assegnati diritti e doveri agli individui, promuovendo anche il loro benessere.
La concezione della giustizia è quindi un sistema di credenze.
generali ed astratte, che pretende di fornire una risposta coerente alla seguente domanda: qualcosa che può essere giusto lo è effettivamente? Le concezioni della giustizia così, coincidono con delle interpretazioni mutevoli del concetto di giustizia. [1] [2] [3] Tra i vari assetti, la meritocrazia può essere definita come una concezione egalitaria della giustizia. [4] Elemento comune di tutte le strutture politiche che trovano il loro fondamento nelle concezioni egalitarie, è l'idea che a parità di merito gli individui possano godere della distribuzione della ricchezza in egual modo. I problemi di giustizia.intende il riconoscimento della sua dignità e dei suoi diritti fondamentali. L'egalitarismo sociale sostiene che tutte le persone dovrebbero avere le stesse opportunità e i medesimi diritti, indipendentemente dalla loro posizione economica o sociale. Un'altra concezione egalitaria è quella della redistribuzione della ricchezza. Questa concezione si basa sull'idea che la ricchezza dovrebbe essere equamente distribuita tra tutti i membri di una comunità politica. Ciò implica che coloro che hanno più risorse dovrebbero contribuire in modo più significativo alla società attraverso tasse progressive o altri mezzi di redistribuzione. Tuttavia, è importante notare che l'egalitarismo non può essere considerato come un principio generale di giustizia, ma piuttosto come un elemento specifico di concezioni più ampie. Ci sono diverse concezioni della giustizia che possono essere incompatibili tra loro, a causa delle diverse credenze degli individui su cosa sia giusto. Pertanto, il dibattito sulla giustizia richiede una valutazione critica delle diverse concezioni e la ricerca di quella che può essere considerata valida ed efficace.intende una specifica condizione valoriale che conferisce considerabilità morale ed eventualmente diritti al soggetto. Nella comunità filosofica vi è stato un ampio confronto e sono state proposte diverse teorie, attraverso le quali si è cercato di definire le basi di attribuzione dello status morale e i tipi di soggetti ai quali si dovrebbe riconoscere tale status. Anzitutto, la concessione di uno status morale agli individui è una precondizione affinché abbiano considerabilità morale autonoma all'interno di un sistema di relazione valutative rilevanti. Con tale specificazione possiamo 13 N. Riva, Egalitarismi: concezioni contemporanee della giustizia, Ed. Giappichelli, 13 giugno 2016, p.18 14 F. Zuolo, Giornale di filosofia: Il problema dello status morale, ed. Vera tripodi Aphex, 13