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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI VERONA
LAUREA IN INFERMIERISTICA
Sede di Trento
TROMBOSI VENOSA CORRELATA ALLA PRESENZA
DI PICC: FATTORI DI RISCHIO
Relatore:
Dott. Manfred Pfaender
Correlatore:
Inf. Tommaso Rinaldi ANNO ACCADEMICO 2013/2014
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI VERONA
LAUREA IN INFERMIERISTICA
Sede di Trento
TROMBOSI VENOSA CORRELATA ALLA PRESENZA
DI PICC: FATTORI DI RISCHIO
Relatore:
Dott. Manfred Pfaender
Correlatore:
Inf. Tommaso Rinaldi ANNO ACCADEMICO 2013/2014
INDICE
1. PREMESSA
2. INTRODUZIONE
2.1 definizione di catetere venoso centrale
2.2 definizione di catetere venoso centrale a breve termine
2.3 definizione di catetere venoso centrale a lungo termine
2.4 il PICC: catetere venoso centrale a medio termine
3. RISCHIO DI TROMBOEMBOLISMO VENOSO ASSOCCIATO A
CATETERI VENOSI CENTRALI INSERITI PERIFERICAMENTE
(PICC): REVISIONE SITEMATICA E META-ANALISI
4. COMMENTO
5. IMPLICAZIONI PER LA PRATICA
6. CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
ALLEGATI
1. PREMESSA
Questa tesi nasce da un interesse che mi è sorto durante il tirocinio in
chirurgia generale. In questa occasione infatti ho avuto modo di vedere il
posizionamento di un PICC e in un secondo momento ho visto come esso
veniva gestito.
Negli ultimi anni il catetere venoso centrale ad inserimento periferico ha
ottenuto un sempre maggior impiego in ambito clinico grazie alle sue
caratteristiche: in particolare il suo facile inserimento, i molti usi (come ad
esempio somministrazione della terapia, prelievo venoso), la sua percepita
sicurezza da parte del paziente e soprattutto i costi che si riducono rispetto al
posizionamento di altri cateteri venosi centrali. Questo dispositivo intravasale
è utilizzato in molti contesti, come l’area critica, l’area medica e anche quella
chirurgica grazie alla sua semplicità di inserzione e alla bassa percentuale di
complicanze legate al suo impiego.
Questo tipo di catetere venoso centrale ad inserzione periferica può essere
posizionato direttamente dagli infermieri. Loro si trovano altamente coinvolti
nel management del catetere, sia in termini di utilizzo, sia nella gestione
quotidiana per la prevenzione delle complicanze ad esso correlate. Visto
l’elevato coinvolgimento dell’infermiere nella gestione del catetere venoso
centrale ad inserzione periferica si è resa necessaria l’adozione di protocolli
che prevedono norme sequenziali di comportamento, derivanti da vari studi
per ridurre il rischio di complicanze legate alla scorretta gestione del
dispositivi intravasali.
L’obiettivo di questa tesi sarà quello di definire quali sono i fattori di rischio
per la trombosi venosa profonda PICC correlata , e se l’uso del catetere
venoso centrale ad inserzione periferica aumenta il rischio di trombosi
venosa profonda rispetto al posizionamento di altri cateteri venosi centrali.
2. INTRODUZIONE
2.1 definizione di catetere venoso centrale
Il catetere venoso centrale (CVC) è un dispositivo la cui estremità si trova nel terzo
inferiore della vena cava (superiore o inferiore) o a livello dell’atrio destro. (Stacey et
al.,1991; Davidson e Al-Mufti, 1997; Royer, 2001; Galloway e Bodenham, 2004) E’
un sottile tubicino di materiale plastico biocompatibile (silicone o poliuretano)
assemblato in maniera differente secondo la sua specificità. Questo dispositivo
permette il collegamento tra la superficie cutanea ed un distretto venoso ad alto
flusso.
I dispositivi venosi centrali devono garantire:
- stabilità dell’accesso venoso
- possibilità di un suo uso discontinuo
- massima durata
- protezione dalle complicanze infettive e trombotiche
- massima biocompatibilità
Le misure di un catetere sono espresse in French per il diametro esterno, in Gauge
per il diametro interno di ogni singolo lume di cui esso si compone e in centimetri
per la lunghezza.
I lumi dei cateteri possono essere uno o più di uno (solitamente due o tre).
La punta del catetere può essere:
• Aperta, e quindi è necessario somministrare eparina quando il catetere viene
utilizzato
• Chiusa, con valvola antireflusso alla punta prossimale del catetere. In questo
caso non è necessario somministrare eparina quando il catetere non viene
usato, poiché la valvola chiusa previene il reflusso ematico all’interno del
catetere e non comporta il rischio di embolia gassosa in caso di
deconnessione accidentale della linea di infusione.
Un catetere può rimanere in sede mesi o anni a seconda del tipo di catetere
impiantato, del materiale, della sede, del presidio scelto (esterno, totalmente
impiantabile), per questo si dividono in cateteri a breve, a medio e a lungo
termine.
Ci sono tre modalità principali di accesso venoso centrale:
• Cateteri venosi centrali inseriti attraverso una vena periferica (PICC);
• Cateteri venosi centrali tunnellizzati transcutanei;
• cateteri con serbatoio impiantato a permanenza (PORT).
2.2 definizione di catetere venoso centrale a breve termine
Il catetere venoso centrale a breve termine è un catetere flessibile che viene inserito
per via percutanea all’interno di un vaso venoso centrale.
Gli accessi possono essere la vena giugulare interna o esterna, la vena succlavia e
raramente la vena femorale; questi consentono un rapido accesso venoso per il
monitoraggio emodinamico, per la somministrazione intravenosa di liquidi e farmaci.
Questo tipo di catetere venoso ha un utilizzo esclusivamente ospedaliero, per un
limitato periodo di tempo che va da una a quattro settimane.
Non essendo cateteri tunnellizzati, presentano un maggior rischio infettivo per le
manipolazioni dirette al punto di inserzione; inoltre, comportano un più alto rischio
trombotico per i pazienti rispetto ai più morbidi cateteri in silicone.
Vengono utilizzati abitualmente nel trattamento di pazienti sottoposti a chirurgia
maggiore, nei casi di nutrizione parenterale totale (NPT), di chemioterapia (CT) di
breve durata e per la raccolta e l’infusione di cellule staminali. Questi CVC devono
essere eparinati, se non utilizzati, ogni 7 giorni.
2.3 definizione di catetere venoso centrale a lungo termine
Si distinguono due tipi di accesso venoso a lungo termine: cateteri venosi esterni
(CVC tunnellizzati) e sistemi totalmente impiantabili (PORT). La scelta dell’impianto
di un catetere esterno o totalmente impiantabile si basa su diverse considerazioni:
• L’utilizzo quotidiano orienta verso la scelta di un sistema esterno, l’uso ciclico
o episodico verso quello totalmente impiantabile;
• Condizioni fisiche generali del paziente (prognosi);
• Età del paziente;
• Utilizzo domiciliare/ambulatoriale o ricovero, i cateteri esterni sono più adatti
all’uso in pazienti in trattamento domiciliare o in regime di ricovero, mentre
quelli totalmente impiantabili si prestano meglio all’uso discontinuo
ambulatoriale .
Si distinguono in vari modelli per le seguenti caratteristiche:
• Materiale poliuretano o silicone;
• Calibro da 3 a 9,5 French;
• Lunghezza
• Punta aperta o chiusa con valvola;
• Presenza di cuffia in Dacron adesa al CVC posizionata nel tratto
tunnellizzato ed ha due funzioni: generare una reazione connettivale che
ancora il catetere al sottocute evitandone il dislocamento; quella di
barriera alla migrazione di germi dal sito di ingresso cutaneo verso il
segmento endovascolare del catetere
• Presenza, in alcuni modelli, di una seconda cuffia che va posizionata al
sito di emergenza cutanea del CVC, con funzione antibatterica, giacché
è impregnata con sostanze antimicrobiche
Tra i sistemi più usati c’è il catetere di Groshong, che è un catetere venoso
centrale tunnellizzabile, a punta chiusa, dotato di valvola.
Altro tipo di CVC a lungo termine è ‘Hickman, in silicone, a punta aperta, con
cuffia in Dacron, privo di valvola antireflusso.
Il Broviac, sempre in silicone, a punta aperta, con cuffia in Dacron, è utilizzato
prevalentemente in pediatria.
Tutti i CVC sono disponibili anche a due vie per l’infusione contemporanea di
farmaci non miscelabili. Va ricordato che il rischio infettivo aumenta con
l’aumentare del numero di vie.
I sistemi totalmente impiantabili sono costituiti da due elementi fondamentali:
- camera - serbatoio detto reservoir (PORT), impiantato sottocute, dotato di un
setto perforabile in silicone;
- catetere venoso centrale connesso al reservoir tramite un sistema di raccordo.
Il catetere connesso al PORT può essere a punta aperta o chiusa, il sistema
può essere a lume singolo o doppio, quindi reservoir singolo o doppio.
Il PORT può essere impiantato nel torace, nell’arto superiore, in addome, in
sede peritoneale e in sede spinale.
L’accesso al PORT avviene mediante puntura percutanea con un ago.
2.4 IL PICC: caterere venoso centrale a medio termine
definizione di PICC:
I cateteri venosi centrali a inserzione periferica sono cateteri che vengono
inseriti tramite una vena periferica e fatti risalire lungo il braccio, e la cui
punta è situata nel terzo inferiore della vena cava superiore.
Figura PICC a singolo lume
tipi:
I cateteri a inserzione periferica possono essere in silicone o in poliuretano,
normalmente entrambi contengono un filo guida per garantire la rigidità
necessaria per l’inserzione. La maggior parte dei PICC ha un lume doppio o
singolo, esistono anche quelli a triplo lume ma sono utilizzati solo
nell’assistenza del paziente critico ( Costa e Ferguson, 2002). Il lume del
catetere dipende dal materiale utilizzato. I CVC a inserzione periferica in
silicone hanno un lume più piccolo, il che comporta un flusso minore e un
maggior rischio di rottura in caso di infusioni ad alta pressione. Il poliuretano
è un materiale più resistente e consente di costruire dei cateteri con pareti
più sottili e un diametro interno del lume maggiore. Questo aumenta in
maniera significativa i flussi e riduce la possibilità di rottura del catetere
(Mayer e Wong, 2002). Le misure sono comunemente riportate in French e
vanno da 2 a 7 French, possono essere lunghi da 50 a 70 cm e possono
essere tagliati a livello della punta e altri lungo il decorso; i cateteri in
poliuretano che hanno la punta in silicone non possono essere tagliati. Le
punte possono essere aperte oppure possedere una valvola all’estremità o
lungo il decorso.
Figura PICC a doppio lume Figura PICC a triplo lume
indicazioni per il posizionamento:
• Accessi venosi a media lunga durata
• Pazienti che necessitano di un accesso venoso affidabile anche per
brevi periodi
• P