Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
VIII. La notizia potrebbe essere uno scherzo: a volte può essere difficile distinguere
le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire (come succede con il
sito Lercio.it). Controllare se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli
e il tono della notizia ne rilavano lo scopo umoristico è fondamentale.
pag. 25
IX. Sulla rete molte notizie sono intenzionalmente false. Secondo i consigli
riportati da Facebook sul decalogo, bisogna sempre usare il proprio pensiero
critico (ovvero quel tipo di pensiero caratterizzato dai processi mentali di
discernimento, analisi, e valutazione) quando viene letta una notizia online
per cercare di capire se è un contenuto attendibile o meno e la si deve
condividere, quindi, solo se non si ha nessun dubbio sulla sua veridicità.
X. Questo però non è tutto. È anche importante analizzare le foto o video
scioccanti che servono come supporto per un testo che, generalmente, è di una
fake news.
Per quanto riguarda le fotografie, possiamo trovare immagini che sono
chiaramente ritoccate in digitale o protette dal diritto d’autore (e di
conseguenza con un bel watermark stampato addosso) e che spesso non
c’entrano con la notizia vera e propria.
Per quanto riguarda i video, succede qualcosa di simile. Ad esempio, possiamo
individuare clip di eventi che si sono verificati prima della notizia e in un altro
luogo, e anche i video estratti da film/serie e che vogliamo vendere come un
fatto reale. pag. 26
2.4 I diversi tipi di fake news
Anche se il risultato è (quasi) sempre lo stesso, ovvero far credere il falso, non tutte le
fake news appartengono alla stessa categoria. Le false notizie, difatti, possono essere:
-Quelle effettivamente manomesse da una cattiva volontà: In questa categoria
appartengono quelle notizie ingannatrici e costruite ad arte per attaccare una
reputazione (personale e aziendale); Un esempio di questa tipologia di falsa notizia
è indubbiamente la foto di papa Francesco che circola ormai ininterrottamente da
ben tre anni e cha avuto migliaia di condivisioni sui social network. In questa
fotografia si vedrebbe il papa baciare la mano agli attempati Rockefeller,
Rothschild e Kissinger. Il gesto rappresenterebbe, nell’immaginario collettivo, un
Papa e una Chiesa sottomessi ai poteri economico-finanziari e mondialisti.
In realtà la foto è stata scattata durante la visita di Papa Francesco in Israele nel
maggio 2014, al memoriale di Yad Vashem, dove bacia simbolicamente le mani di
vari sopravvissuti della Shoah. 22
In questa categoria è necessario citare anche il caso #Pizzagate (caso che ho
pienamente analizzato all’inizio di questo capitolo) che ha danneggiato malamente
la reputazione della politica statunitense Hillary Clinton.
-Contenuti manipolati: In questa seconda categoria rientrano quelle notizie che, anche
se hanno una base di verità, vengono manipolate ad hoc. Questo è il caso di una delle
vicende più cliccate del 2017: “Blue Whale: il gioco che ha già portato al suicidio 130
adolescenti”
22 https://www.informarexresistere.fr/papa-francesco-bacia-i-piu-potenti-uomini-della-finanza-mondiale-una-
bufala-clamorosa/ pag. 27
Il blue whale è (o è stata) una “sfida social” che spingerebbe i ragazzi ad affrontare
cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino al suicidio. Tra le 50 regole di
23
questa “challenge dell’orrore”: tagliarsi il braccio con un rasoio lungo le vene, non
parlare con nessuno per tutto il giorno, guardare video psichedelici e dell'orrore per
24h, camminare sull'orlo dei binari (da immortalare e condividere online) …fino ad
arrivare all'ultima prova, appunto, che consiste nel togliersi la vita. Si verrebbe
ingaggiati tramite social network: Instagram, WhatsApp, Facebook, chat. E ad
orchestrare le operazioni ci penserebbe quello che è stato definito "il curatore": una
persona pronta a guidare i ragazzi psicologicamente vulnerabili prova dopo prova,
dopo averli convinti di possedere informazioni che possono far male alla loro famiglia.
La storia della “Blue Whale”, però, ha molti punti non verificati. Diverse le testate
internazionali che hanno provato a ricostruire nel dettaglio le origini del fenomeno
e a provarne l’autenticità, senza riuscirci con precisione. I primi a parlarne, nel
maggio 2016, è il sito online russo d’informazione indipendente Novaya Gazeta che
pubblica un lungo articolo dal titolo “I gruppi della morte”.
Tutto inizia da un social network russo, VKontakte (VK): un social network simile a
Facebook molto diffuso in Russia, che come quest’ultimo ha gruppi chiusi di svariato
genere tra cui alcuni dedicati ai depressi o agli aspiranti suicidi (da tener presente
che in Russia i suicidi tra adolescenti sono 3 volte più frequenti rispetto alla media
mondiale). All’interno di questi gruppi chiusi, quindi, sarebbe stato fatto circolare
questo “macabro gioco” e portato a suicidi improvvisi. Secondo l’autore dell’articolo,
infatti, da ottobre 2015 ad aprile 2016 ci sarebbero stati ben 130 suicidi tra i teenagers
russi, tutti legati al gioco. Non c’è nulla, però, che colleghi al 100% questi suicidio
col blue whale, se non supposizioni. 24
23
http://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2017/05/31/news/blue_whale_cosa_sappiamo_e_cosa_no_del_gi
oco_mortale_dei_giovani-166914237/
24 http://www.butac.it/blue-whale-game-giornalismo/
pag. 28
Da allora si sono aggiunti altri dettagli. Dopo diversi mesi dall’avvio dell’indagine,
nel novembre 2016 arriva la notizia dell’arresto di Philipp Budeykin, un ragazzo
russo di 21 anni, amministratore di diversi dei gruppi chiusi incriminati su VK, con
l’accusa di aver incoraggiato adolescenti al suicidio. Secondo gli investigatori i
ragazzini suicidati in diverse aree della Russia sarebbero però “soltanto” 15.
Quel che è interessante di questa storia è che non è ancora chiaro come mai, ma la
notizia di questo “gioco” è arrivata sui siti di news internazionali soltanto a partire
dal febbraio del 2017, e si è diffusa soprattutto ad aprile (quasi un anno dopo
l’articolo russo). Le prime testate che hanno raccontato la storia, riprendendo
l’inchiesta di Novaya Gazeta, accentuandone i toni allarmistici, e trascurando la
verifica dei fatti, sono stati i tabloid britannici, da sempre poco affidabili e
sensazionalistici. La storia ha di conseguenza iniziato a essere discussa anche su
social network e siti come Reddit e 4chan, dove sono iniziate a circolare le
conseguenti fake news sull’argomento come le presunte 50 regole della “Balena
blu”. 25
In Italia si è iniziato a parlare dell’argomento su diverse testate nel marzo 2017. Tutti
gli articoli hanno riportato la notizia con più o meno lo stesso titolo: “Blue Whale: il
gioco che ha già portato al suicidio 130 adolescenti”. La preoccupazione vera e
propria sul caso “Balena blu” in Italia, tuttavia, scoppia realmente nel maggio 2017,
grazie alla fantasiosa ricostruzione di un servizio di Matteo Viviani, inviato della
famosa trasmissione Mediaset “Le Iene” che ha convinto il pubblico italiano
dell’esistenza di un’epidemia di suicidi gigantesca (addirittura 157 morti solo in
Russia) di cui sarebbe responsabile il macabro gioco, collegando il fenomeno al
recente suicidio di un ragazzo di 16 anni a Livorno dopo che un compagno di classe
ha raccontato della sua partecipazione a un qualche tipo di sfida online e dei suoi
25 http://www.ilpost.it/2017/05/17/blue-whale-suicidi/
pag. 29
comportamenti insoliti. Per diverse settimane dopo il servizio, infatti, tutti, compresi
i media e le forze dell’ordine, hanno dato il loro contributo a creare un clima da
emergenza nazionale.
Intanto però, i servizi delle Iene venivano smontati. I video mostrati durante la
trasmissione, difatti, erano farlocchi: uno per esempio è stato girato in Cina (mentre
Viviani diceva che erano tutti stati girati in Russia), un altro risale al 2010, prima che
il presunto fenomeno cominciasse, e un altro ancora ha molti elementi che fanno
pensare si tratti di un falso. Lo scorso giugno, dopo le accuse, la iena Matteo Viviani,
ha ammesso che i terribili suicidi usati per pompare il servizio non c’entravano nulla
con la storia, e ha inoltre dichiarato di non aver fatto tutte le verifiche necessarie sui
video mandati in onda. Me li ha girati una tv russa su una chiavetta e ammetto la
leggerezza nel non aver fatto tutte le verifiche , ha spiegato, ma erano comunque
esplicativi di quello di cui parlava il servizio . E ancora, cambiava qualcosa se mettevo
un voice over di 4 secondi in cui dicevo che quei video non erano collegati a Blue
Whale? . Dichiarazioni che non sono piaciuta al popolo del web, che era
26
letteralmente impazzito dopo quel servizio.
Tra le centinaia di segnalazioni ricevute in quel periodo, la procura di Milano a oggi
avrebbe infatti accertato un solo caso connesso in qualche maniera al gioco: una
ragazza, ora indagata, avrebbe istigato un adolescente a infliggersi tagli sulle braccia.
Per il resto i PM parlano esplicitamente di psicosi.
Un chiaro episodio di notizia che, anche se con una base di verità, viene manipolata
ad hoc per creare spettacolo.
26
http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2017/06/08/falsi-video-sul-blue-whale-bufera-
iene_qJd3rer2vabUbTXTIpPJEJ.html pag. 30
-Tra le diverse categorie di fake news esistono anche quelle che hanno come unico
scopo guadagnare ingannando le persone. In questo tipo di “news” viene spesso usata,
oltre al già citato clickbait, la tecnica del articolo civetta: un sistema conosciuto
nell’ambito Marketing, dove viene promesso ai consumatori un prodotto eccellente e
incredibilmente scontato, ma che alla fine è praticamente impossibile da acquistare. A
quel punto vi viene offerto un prodotto simile, ma più costoso, tanto che il
consumatore lo compra comunque per compensare il mancato acquisto del prodotto
precedentemente promesso Nel gennaio 2015 molti circuiti pubblicitari hanno iniziato
a diffondere un banner contenente il seguente annuncio: “Madre single di Roma
guadagna 7650 euro al mese da casa”. Una bufala clamorosa che induce le persone a
27
sperare di poter ottenere tali elevati profitti seguendo lo stesso metodo di questa
inesistente madre single. L’unico intento di questa incredibile “notizia”, però, è quello
di spingere il lettore a cliccare su un certo link, anche solo per curiosità, ritrovandosi
così ad andare sempre più vicino al cuore della fake news e ad acquistare un prodotto,
anche se inizialmente promesso gratuitamente.
-Fake news inventat