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CAPITOLO II
FENOMENO CRIMINALE IN CIFRE
Trend della criminalità in Italia: indagini statistiche
L’elaborazione di uno studio statistico
48 relativo alla criminalità non può prescindere da una
“sicurezza”.
breve analisi del tema
Estremamente dispersivo è affrontare il tema sicurezza, per cui la prima analisi deve essere
fatta su quello stato d’animo che nasce quando la sicurezza manca, e cioè la paura.
Possiamo così sostituire al termine paura un vocabolo meno generico ma più specifico per il
cioè” insicurezza”.
tema trattato e
L’insicurezza è quel particolare stato d’animo che ogni persona prova in determinate
situazioni.
Pur trattandosi di un concetto abbastanza soggettivo, il singolo percepisce il senso di
insicurezza sulla base dell’interrelazione continua di parametri bio-psico-sociali, in rapporto
alla qualità della vita ed alla vivibilità delle aree di residenza o di lavoro; a tutto ciò poi si
gli stimoli provenienti dal “villaggio globale con il quale, indipendentemente dalla
sommano
nostra ubicazione fisica o dalla nostra specifica volontà, dobbiamo convivere.
Le guerre, anche se geograficamente lontane, la minaccia terroristica onnipresente, il continuo
attacco all’ambiente fisico e al suo equilibrio naturale, la turbolenza del mercato globale, la
presenza di fenomeni migratori vissuti sempre di più per i suoi aspetti negativi, la perdita di
la tranquillità economica e l’assistenza
punti di riferimento sicuri quali il posto di lavoro,
sociale e sanitaria, delineano nel nostro inconscio ancor prima che nella nostra realtà, uno
scenario di precarietà e di ansia che rappresenta un fertile terreno di coltura per ulteriori
rappresentazioni non sempre giustificate e oggettive.
E’ infatti sulla base di queste rappresentazioni che si traccia il profilo della criminalità intesa
come fenomeno composto da una serie di fattori che considerano la criminalità ufficiale
composta da criminalità reale, criminalità percepita e inciviltà, che assieme concorrono a
Dati forniti dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza -
48 44
costruire in ciascuno di noi il senso di “sicurezza soggettiva” che rappresenta il prodotto
finale si cui si fondano la nostra valutazione della realtà e il nostro giudizio sull’operare dello
Stato e delle agenzie preposte alla nostra sicurezza.
La criminalità percepita è quella che maggiormente incide sul senso di (in)sicurezza
nell’insieme
individuale e collettiva, contribuendo a delineare al comune senso di allarme
deviandola, sull’informazione e di conseguenza sulla
sociale, un sentimento che incide, talora
reale situazione criminale presente in una collettività.
L’esito di questo processo può condurre ad una distorta percezione delle reali condizioni
ambientali, facendo sì che in zone ad alta densità criminosa (in termini quantitativi), la
sensazione di sicurezza sia maggiore rispetto a zone a minore densità criminosa.
Il presente elaborato statistico prende in esame un periodo di tempo che va dall’anno 2001
all’anno 2005 e ha come fonte il Ministero degli Interni.
Il primo tipo di azioni criminose esaminate si riferiscono alla cosiddetta “criminalità
diffusa”cioè ai reati di minore gravità, sotto il profilo della sanzione penale, ma che a causa
della grande diffusione incidono fortemente sulla sensibilità dei cittadini e sulla loro
percezione di sicurezza; gran parte del fenomeno è costituito da reati predatori, o reati contro
il patrimonio, nei quali si annoverano furti e rapine.
Il numero complessivo di episodi delittuosi registrati nel periodo luglio 2001 giugno 2005
sono 9.301.499 di cui per l'appunto il 60% è rappresentato da reati contro il patrimonio
La preponderanza di questo genere di delitti trova conferma nel dato statistico relativo ai reati
ascrivibili alla popolazione detenuta alla data del 31-12-2004:
45
Per la fattispecie più diffusa di reato predatorio, quella dei furti, si registra un’incidenza del
58,6% sul totale generale dei delitti, pari a 5.453.752 episodi, con una suddivisione di questo
tipo :
furti di autoveicoli : 832.905
furti su auto in sosta: 924.617
furti in abitazione: 596.324
borseggi: 547.818
scippi: 102.126
furti in esercizi commerciali: 261.061
Proseguendo con l’analisi affrontiamo ora il tema delle rapine, il quale pur essendo ancora
ricompresso fra i reati predatori, unisce l’aspetto appropriativo ad una componente violenta
perpetrata nei confronti delle vittime.
Nei quattro anni compresi fra luglio 2001 e giugno 2005 gli episodi registrati sono 13.535,
escluse le rapine in abitazione, trattandosi quest’ultimo di un fenomeno piuttosto recente.
La distribuzione del totale rapine in base al bersaglio è ben rappresentata dal grafico seguente:
46
In termini numerici si registrano 10.373 rapine ad istituti di credito, 2.898 rapine ad uffici
postali, e 264 rapine a furgoni portavalori-postali.
Come accennato più sopra le rapine in abitazione sono un fenomeno piuttosto recente,
pertanto il periodo di tempo preso in considerazione va dal gennaio 2004 al giugno 2005.
Il dato elaborato si riferisce esclusivamente agli episodi più gravi, commessi da batterie di tre
o quattro elementi, escludendo perciò altri episodi di minore gravità.
Gli eventi delittuosi più gravi sono sempre riconducibili all’attività di gruppi criminali, aventi
una vera e propria struttura ed organizzazione oppure aggregati solo occasionalmente; in
questo ultimo caso si tratta perlopiù di gruppi di extracomunitari, molto mobili sul territorio
ed in grado di spostarsi velocemente tra le diverse aree geografiche.
Il totale degli episodi criminali registrati è di 483 con una distribuzione prevalente nelle
regioni del Nord Italia (223 episodi), seguono le regioni del Sud e le Isole, (184 episodi) ed
infine il Centro Italia (76 episodi). 47
Un ulteriore approfondimento ci consente di indicare come la Lombardia la regione più
colpita (102 rapine) seguita dalla Sicilia (54) dalla Campania (52) Veneto (36) Emilia
49
Romagna e Puglia (34) Calabria (33) Lazio (31) Piemonte (30).
Un ulteriore dettaglio lo possiamo raccoglie sugli esecutori e le vittime delle azioni delittuose,
registrando che nelle regioni del Nord le bande sono composte prevalentemente da
aggregazioni di cittadini di origine albanese o in generale slava e le vittime appartengono
prevalentemente a ceti sociali medio-alti, mentre nelle regioni del centro-sud ed isole, gli
esecutori sono associati in forma temporanea proprio in funzione alla commissione della
rapina e le vittime sono generalmente soggetti appartenenti a fasce deboli della società quali
pensionati e casalinghe.
Gli omicidi rappresentano una forma di crimine che desta sempre molto allarme, è il delitto
per antonomasia.
L’analisi riguarda solo gli omicidi volontari, escludendo perciò le altre forme di omicidio
(colposo e preterintenzionale) le quali sono la conseguenza di comportamenti non
volutamente assassini.
Il numero di omicidi volontari nel periodo luglio 2001-giugno 2005 risulta essere di 2.740
episodi.
Questo tipo di modalità delittuosa spesso è caratterizzata o da brutali modalità di esecuzione o
da futili motivi che per l'appunto hanno condotto a questo tipo di reato.
Dati forniti dalla Questura di Foggia.
49 48
Gli episodi spesso sono collegati ad interessi economici della malavita organizzata e non, ma
anche da delitti non premeditati scaturiti da improvvisi quanto violenti raptus di rabbia o di
pura “follia” e repentinamente degenerati.
dati di seguito analizzati mostrano sotto l’aspetto quantitativo, due distinte peculiarità del
I
fenomeno in esame: gli omicidi riconducibili alla criminalità organizzata, anche straniera, e
quelli non ascrivibili alla criminalità organizzata.
Per i primi si attesta una percentuale pari al 24% del totale e spesso sono commessi
nell’ambito di faide fra “clan rivali”; i secondi rappresentano il 76% del totale e
comprendono, in particolare, quelli commessi in ambito famigliare o scaturiti da liti violente
(provocate da motivi passionali, di rancore, follia) oppure verificatisi a seguito di risse o per
futili motivi, nonché gli omicidi perpetrati nel corso di un furto o di una rapina, che
riguardano, più da vicino la criminalità comune, e che vengono considerati in questo contesto
generale.
Per quanto riguarda gli omicidi riconducibili alla criminalità organizzata, 648 in totale,
dall’analisi dei risultati dell’attività investigativa condotta dalle forze dell’ordine nel periodo
preso in esame, è emerso che il 49,7% degli omicidi è ascrivibile alla Camorra, il 21,8 alla
‘ndrangheta, il 14,3 alla Sacra Corona Unita, il 12,2 alla Mafia, ed il restante 2% ad altre
organizzazioni di tipo mafioso stanziate sul territorio nazionale (13 il totale degli omicidi)
49
Infine per quanto riguarda il sesso delle vittime, il dato che emerge indica una percentuale del
98% di persone di sesso maschile ed un 2% di persone di sesso femminile.
Emergono poi ulteriori dati riferiti ad ogni singola organizzazione criminale :
50
Gli omicidi non riconducibili alla criminalità organizzata nel periodo in esame risultano
essere 2.092 (il 76%), di cui 353 ad opera di stranieri.
51
Il traffico di sostanze stupefacenti rappresenta sempre una manifestazione tipica della
organizzata transnazionale, che si caratterizza per l’intervento di gruppi criminali
criminalità
di diversi stati che agiscono sinergicamente fra loro.
Negli ultimi decenni si è assistito ad una notevole trasformazione del mercato delle droghe,
per il proliferare delle sostanze illecite che per l’espansione dei
sempre più complesso, sia
consumi, ma soprattutto per la molteplicità e la diversificazione dei produttori e dei trafficanti.
In questo ambito sopranazionale, l’Unione Europea resta un grande mercato di consumo per
tutti i tipi di droga illegale e l’Italia, in particolare, in ragione della sua posizione geografica,
conferma anche le caratteristiche di paese di transito.
In Europa i traffici continuano ad essere dominati, per lo più, da organizzazioni criminali
extracomunitarie.
Il mercato della cocaina è ancora, in larga parte, in mano ai cartelli colombiani.
I sodalizi turchi controllano tuttora il mercato dell’eroina e sono presenti in tutte le fasi di
attività, dalle coltivazioni di oppio del Sud-ovest asiatico ai mercati europei, anche se si va
estendendo la presen