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HILTRUD
Margarethe, Hilde, Gisela, Ansgar…erano tutte così carine! Ce ne siamo
occupate volentieri.
KATRINE
E i cognomi?
Hiltrud scuote la testa.
HILTRUD
È stato tanto tempo fa. Ed erano così tante. Eravamo il principale centro di
accoglienza.
KATRINE
Peccato.
Katrine trattiene un sorriso. È sollevata.
KATRINE
È stata molto gentile. E di grande aiuto.
Tira fuori un giornale e un biglietto da visita.
KATRINE
E se vedrà uno dei nostri annunci sul giornale, non dovrà più rispondere. Se
avrò altre domande, mi rivolgerò a lei.
62 INT. LAVANDERIA DI HILTRUD - GIORNO
Katrine si mette la giacca, mentre ritorna nella lavanderia con Hiltrud, che
22
ha con sè una cesta di biancheria e si mette subito a lavorare al mangano.
KATRINE
Se le verrà in mente qualcos'altro, la prego di contattare me e non lo studio
legale in Norvegia. Questo è il mio numero tedesco. Chiami direttamente
me: è più semplice che attraverso lo studio.
Katrine le dà il biglietto da visita.
Hiltrud annuisce. Lo posa ben in vista, vicino alla cassa. Poi si rimette a
lavorare.
KATRINE
Allora io…
Katrine fa per andarsene, ma Hiltrud si interrompe e si tira su.
HILTRUD
Aspetti, c’era qualcosa.
KATRINE
Sì?
HILTRUD
Riguarda una delle nostre ragazze.
Hiltrud continua a lavorare, ma con molta più calma di prima.
HILTRUD
È andata via per cercare sua madre. In Norvegia.
KATRINE
Che cosa?
HILTRUD
Sì. Sua madre l'aveva cercata qui da noi dopo la guerra, ma di lei non c'era
nessuna traccia. Molto più tardi ho scoperto che in effetti sua figlia era da
noi. Si chiamava Katrine. Le ho raccontato di sua madre. Beh, ecco cos’era.
KATRINE
E poi?
Hiltrud indugia un attimo, poi però ricomincia a raccontare.
HILTRUD
Quel giorno è venuta a sapere della madre norvegese per la prima volta. E
poi è fuggita. Allora però non lo sapevo.
[…] 23
78 D INT. CASA DI KATRINE / CUCINA E SALA DA PRANZO – NOTTE
[…]
SOLBACH
Le ho raccontato di questa bambina, alla quale deve essere successo
qualcosa in Danimarca. Ho fatto qualche ricerca a riguardo. In effetti nel
1969 una donna è stata recuperata dal Mar Baltico ed è stata portata sulla
terraferma, in Danimarca.
Katrine ascolta con attenzione. Cerca di apparire tranquilla.
SOLBACH
Ha dichiarato di essere fuggita dalla RDT con una piccola barca per cercare
la madre norvegese. Era una di quei bambini portati dai nazisti in Germania,
quando erano neonati.
Åse rizza le orecchie.
SOLBACH
Ma sa che cos’è che proprio non riesco a capire?
Katrine ha la sensazione che la stanza stia iniziando a girarle intorno.
Solbach guarda nel suo quaderno di appunti.
SOLBACH
Il nome nel suo passaporto era Kathrin Lehnhaber, ma lei dichiarò di
chiamarsi in realtà Katrine Evensen e di essere alla ricerca di sua madre,
Åse Evensen.
Åse guarda Katrine sbalordita. Katrine si appoggia al bordo del tavolo.
ÅSE
Ma come può essere possibile?
KATRINE
Non ne ho idea.
ANNE
È davvero strano.
SOLBACH
Non riesco a spiegarmelo.
KATRINE
Nemmeno io.
Silenzio.
SOLBACH 24
Beh, allora…Io tolgo il disturbo.
Solbach si alza. Anche Bjarte fa per alzarsi.
SOLBACH
Stia comodo. Conosco la strada.
Solbach va via. Si sente chiudere la porta.
Tutti guardano Katrine. Improvvisamente c'è silenzio. Katrine si schiarisce
la voce.
KATRINE
Ero io. Sono fuggita. Ma non potevo parlarne.
(pausa)
Ma ero io…Kathrin Lehnhaber ero io.
Tutti sono perplessi.
BJARTE
Sei fuggita? Ma tu mi hai sempre raccontato che avevi il permesso il
lasciare la RDT.
ÅSE
Perché non ne hai mai parlato?
KATRINE
La Stasi era dappertutto. Anche all'estero dava la caccia ai fuggitivi della
RDT.
ÅSE
E avevi un altro nome?
Katrine annuisce.
KATRINE
Poco dopo la guerra sono stata adottata da una famiglia di contadini nei
pressi dell'istituto. Si chiamavano Lehnhaber, ma mi hanno riportata
indietro, perché ero una ragazza difficile e piangevo molto. Neanche sapevo
di essere norvegese.
ÅSE
E come l’hai scoperto poi?
KATRINE
Solo quando sono diventata maggiorenne e ho visto per la prima volta il mio
certificato di nascita. Nella confusione del dopoguerra si sono dimenticati di
ridarmi il mio vero nome. 25
ANNE
E poi te la sei squagliata dalla RDT e sei fuggita in Danimarca?
KATRINE
Sì.
ANNE
Come hai fatto?
KATRINE
Con una barca. Con una piccola barca a remi.
Katrine si rivolge a Åse.
KATRINE
Non te lo potevo raccontare mamma. Era troppo pericoloso. Per te, ma
anche per me.
Katrine e Åse si guardano intensamente negli occhi.
93 INT. UFFICI O AMMINISTRATIVO IN DANIMAR CA – GIORNO –
1969 La donna, infreddolita e tremante, è seduta di fronte a una scrivania,
avvolta in coperte di lana.
Cerca di prendere qualche sorso di una bevanda calda. Il suo volto è
nascosto fra le coperte.
Nella stanza ci sono anche un interrogatore, una poliziotta di frontiera, una
segretaria e un interprete.
(Mentre noi guardiamo la scena, sentiamo la voce di Katrine in aula)
INTERPRETE
Da dove ha detto di venire?
GIOVANE DONNA
Ma l’ho già detto. Sono scappata da Hiddensee.
L’interprete traduce in simultanea dal tedesco al danese e viceversa.
L'interrogatore, una figura insistente e antipatica, sembra che capisca un
po' di tedesco, dato che risponde velocemente.
INTERPRETE
Hiddensee nella Germania dell’est?
GIOVANE DONNA
Sì…certo! Sennò mica avrei avuto bisogno di scappare! 26
La rabbia sembra far salire nuovamente la temperatura della giovane
donna. Si risolleva un po'.
INTERPRETE
Chi l’ha aiutata?
GIOVANE DONNA
Nessuno.
La poliziotta di frontiera dice qualcosa in danese all'interrogatore.
INTERPRETE
Qual è stato il motivo per il quale è fuggita?
GIOVANE DONNA
Ho già spiegato che voglio cercare mia madre. In Norvegia.
INTERPRETE
In Norvegia?
GIOVANE DONNA
Sì. Mia madre abita lì, ma non so dove. Mi aveva cercata quando ancora ero
piccola, ma quelli non volevano restituirmi.
Una porta si apre. Un altro uomo entra nella stanza. Sembra avere un ruolo
importante. L'interrogatore si alza e lo saluta. La giovane donna si volta
verso di loro.
Adesso possiamo vedere chiaramente il suo volto. Non è Katrine.
GIOVANE DONNA
Ma…allora mi credete?
99 INT. UFFICIO AMMINISTRATIVO IN DANIMARCA – NOTTE –
1969 La giovane donna è da sola nell’ufficio amministrativo con l’uomo entrato
poco prima. L’uomo continua l'interrogatorio, mentre cammina per la
stanza e si ferma ora davanti, ora vicino a lei, ora dietro di lei. Parla
fluentemente tedesco.
UOMO TEDESCO
Il suo nome è Kathrin Lehnhaber?
GIOVANE DONNA
No, Evensen. Katrine Evensen è il mio vero nome.
UOMO TEDESCO 27
Ah.
GIOVANE DONNA
Mi hanno chiamata Kathrin Lehnhaber. Ma questo non è il mio vero nome.
Semplicemente non ne ero a conoscenza.
UOMO TEDESCO
Capisco. E come lo è venuto a scoprire quindi?
GIOVANE DONNA
Un'assistente del Sonnenwiese me l’ha raccontato.
UOMO TEDESCO
Mi suona tutto molto strano.
La giovane donna lo guarda impaurita. L’uomo fa una risatina di
incoraggiamento.
UOMO TEDESCO
Bene. Poniamo che ciò che lei dice sia vero. Chi crede che possa avere
avuto interesse a nasconderle la sua vera identità?
GIOVANE DONNA
Non ne ho idea… Beh, chi potrebbe? Il direttore dell'istituto? La Stasi?
UOMO TEDESCO
Stasi?
L'uomo ci pensa su.
UOMO TEDESCO
Quindi lei ha avuto contatti con la Stasi.
GIOVANE DONNA
No!
UOMO TEDESCO
Non credo a nessuna sua parola!
GIOVANE DONNA
Non è che mi vuole rimandare indietro, vero?
UOMO TEDESCO
Per quanto tempo lei pensa di rimanere qui?
GIOVANE DONNA
Che razza di domande! Non voglio rimanere qui, non voglio tornare
indietro! Voglio andare da mia madre!
L'uomo la guarda. Silenzio. 28
GIOVANE DONNA
Qui..sono al sicuro, vero?
Le mette una mano sulla spalla.
UOMO TEDESCO
Questo dipende completamente da lei. Vengo dalla Repubblica Federale. La
posso aiutare.
L’uomo fa una risatina e fa scivolare “accidentalmente” la mano sul suo
seno.
[…]
101 INT. CASA DI ÅSE / CUCINA – GIORNO -1970
La giovane donna, che abbiamo visto prima durante l'interrogatorio, e la
giovane Katrine sono sedute al tavolo da cucina della casetta di Åse, nel
paese. La giovane donna sorride.
GIOVANE DONNA
Ma vuoi sapere tutto per filo e per segno!
KATRINE
Cerco solo di capire quello che hai passato.
La giovane donna si alza e guarda fuori dalla finestra. Sembra triste.
GIOVANE DONNA
È stato tremendo.
Katrine le mette una mano sulla spalla.
KATRINE
(amichevolmente)
Perché non me ne vuoi parlare? Puoi raccontarmi tutto, senza paura. Di me
ti puoi fidare.
La giovane donna singhiozza silenziosamente e scuote la testa.
118 INT. STUDIO LEGALE – NOTTE
Solbach è seduto alla scrivania, nel suo ufficio. In mano ha le videocassette,
che la sua assistente gli ha dato in aula insieme agli atti. Ne prende una e la
mette nel videoregistratore.
Sullo schermo appaiono vecchie immagini sfocate: nel cortile di un campo
allestito con baracche alcune persone rispondono alle domande di un
29
giornalista televisivo. Non sentiamo quello che dicono, il volume è basso.
Solbach guarda la televisione.
122 INT. CASA DI ANNE / INGRESSO – NOTTE
Solbach arriva su un ballatoio, passa davanti a diverse porte d’ingresso,
poi si ferma e bussa piano.
ANNE (OFF)
Chi è?
SOLBACH
Sono io. Sven. Scusa se ti disturbo a quest’ora, ma ho bisogno di parlare con
te.
Anne apre la porta. Indossa una camicia da notte leggera.
ANNE
Che cosa vuoi?
Vedendo Anne così da vicino, gli manca il fiato, si sente un po’ disorientato.
SOLBACH
Forse nel corso dell'audizione ti ho dato un’altra impressione, ma io non ho
nulla contro tua madre. Mi piace la tua famiglia.
Studia il viso di Anne.