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ORIENTALE NEL VERONESE E NEL PADOVANO

L’Italia nordorientale è nota per la presenza delle sue meravigliose ville venete. Esse

costituiscono un fondamentale patrimonio culturale; non sono separate dalla campagna

circostante con giardini elaborati, giochi d’acqua, fontane, statue o elementi di ars topiaria e

creano un forte rapporto con l’uomo. Le ville venete concentrano gli ideali dell’epoca in una

visione del mondo in cui l’essere umano valorizza i propri antenati e si impegna ad incrementare

il proprio valore. Il territorio di Padova, Vicenza, Treviso e Verona si popolò di una prima

generazione di dimore signorili e lo stile che emerge in questo periodo (XII-XV secolo) è il

gotico, un movimento artistico di origine francese che ha generato numerose opere artistiche,

conosciuto per il suo stile innovativo e unico di architettura.

2.1 La villa romana di via Neroniana a Montegrotto Terme (PD)

Figura 2.5: Il logo del Progetto ispirato al pavimento in "opus sectile"

della villa romana di via Neroniana

Duemila anni fa erano famose le “acquae patavinae”, ossia “acque di Padova”, le zone termali situate

lungo il fianco orientale dei Colli Euganei. Il progetto (fig.2.5) è in funzione dal 2005, grazie alla

collaborazione tra l’Università degli Studi di Padova e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del

Veneto e il Comune di Montegrotto. Si tratta di un progetto di valorizzazione che punta alla diffusione

della conoscenza del patrimonio archeologico, storico e culturale del territorio che conduce le tracce

23

di oltre tremila anni di storia. Lo scopo consiste nella creazione del Parco Archeologico delle Terme

62

Euganee ed è formato da percorsi regolati attraverso le realtà archeologiche tutt’oggi visibili.

Nell’area delle “Aquae Patavinae” vi sono tre estese aree archeologiche, tutte collocate nell’attuale

comune di Montegrotto Terme. In queste aree si conservano grandi resti di edifici che risalgono al

periodo compreso tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., quando il territorio interessato ai Veneti era

già facente parte nell’amministrazione che faceva a capo a Roma e le due culture, la veneta e la

romana, si amalgamano in modo eccezionale. Nella zona archeologica sono conservati i resti di una

prestigiosa villa (fig. 2.6) costruita agli inizi del I secolo d.C., usata e rielaborata almeno fino al III –

IV secolo d.C.; sono inoltre percepibili i resti dell’edificio principale relativo all’insediamento di XI-

63

XIV secolo d.C. Figura 2.6: La villa romana di Montegrotto

Il sito (fig.2.6) si ubica in un’area di proprietà demaniale e per la tutela e valorizzazione degli

importanti ritrovamenti sono state ideate delle opere di copertura che dal p.v. volumetrico riproducono

le dimensioni iniziali della villa di età imperiale. Il comune di Montegrotto Terme fa parte del

complesso termale più considerevole d’Europa, le Terme Euganee, ed è posizionato alla fine dei Colli

Euganei a pochi chilometri da Padova. I Veneti nel corso dell’età del ferro furono i primi le proprietà

curative delle acque termali locali, introducendo anche il culto di un dio, poi chiamato Aponus in

64

epoca romana, tanto che l’area fu chiamata Fons Aponi.

Nell’ambito delle Aquae patavinae di età primo-imperiale, la villa di via Neroniana presenta uno degli

edifici di grande importanza che producono il complesso suburbio residenziale, dipendente dal

municipium di Patavium e incrementandosi in pochi decenni per l’esistenza dell’acqua calda salutifera

62 https://www.euganeamente.it/progetto-aquae-patevinae/

63 https://www.aquaepatavinae.it/portale/?page_id=1690&recid=8

64 https://www.collieuganei.it/beni-archeologici/scavi-archeologici-montegrotto

24

naturale. Lo stato attuale degli elementi strutturali della villa è in realtà disorganico, però, l’edificio,

come l’indivisibile area archeologica plurifasica su cui insiste, è stato oggetto per anni di uno scavo

di ricerca, condotto dall’Università di Padova in area demaniale e con un’appropriata disponibilità di

65

risorse economiche ed umane. I primi risultati sono stati eseguiti in questa sede nel 2011 con la

proposta di ricostruzione dei volumi articolati della villa come doveva essere al momento

66

dell’effettuazione e durante la prima fase di vita, in età tiberiana.

I resti originari della villa emersero nel 1988 dopo ad alcuni lavoratori di aratura del terreno in cui era

stata identificata. Tra il 1989 e il 1992 la Soprintendenza Archeologica del Veneto mise in risalto il

sito tramite ricerche e attività di scavo, adoperandosi anche dell’uso di georadar. La villa di via

Neroniana, insieme alle terme inserite sotto l’Hotel Terme Neroniane, istituisce il complesso

archeologico di Montegrotto Terme (Padova) con l’area di via Scavi che comprende i resti di un

piccolo teatro, di edifici creativi, di un ninfeo, di tre piscine e di un eccentrico sistema idraulico di

canalizzazione delle acque.

La villa e le terme di via Neroniana (fig.2.7) furono l’esito di un progetto architettonico, ingegneristico

ed artistico molto ambizioso che coinvolse diverse officine. Esse attraverso l’edificazione e la

decorazione di queste strutture, mostrarono le specifiche conoscenze tecnologiche morfologiche e la

67

consapevolezza della morfologia locale.

Fino al VIII-IX sec la villa si era sviluppata su una precedente struttura che comprendeva almeno:

• Un enorme edificio, costruito nella prima metà del I sec.d.C. ed ampliato su una superficie

di oltre un ettaro;

• Un impianto termale, cui le indagini della Soprintendenza hanno individuato ad ovest della

villa, provvisto di grandissime vasche rettangolari;

• 68

Un ambiente intermedio tra le due strutture, di cui allo stato delle ricerche non si sa nulla.

65 M.Bressan, 2012, p.361

66 Ibid

67 https://www.museionline.info/tipologie-museo/area-archeologica-di-via-neroniana

68 G.P. Brogiolo – P. Forlin, 2011, p. 159 25

Figura 2.7: Montegrotto Terme, foto aerea della zona archeologica di via Neroniana

Le informazioni più importanti sulle fasi post-classiche di questo ampio complesso sono affiorate in

tre zone dello scavo che hanno interessato i settori centrale e meridionale della villa: Saggi H, F, G.

Il primo Saggio (H) corrisponde alla parte più ovest del nucleo della villa che suddivide il cortile

centrale da quello settentrionale. In seguito, vi sono state comprovate diverse strutture di residenza e

sepolture che sono dietro all’utilizzo della villa e a distruzioni almeno parziali, ma davanti alla sua

totale spoliazione.

Il secondo saggio (F) equivale alla zona più ovest dello stesso nucleo. Il terzo (G) invece, ad una parte

del cortile centrale, dove le prospezioni geomagnetiche avevano localizzato una catena di strutture

con un orientamento diverso in rapporto alla villa. Nei saggi F e G, è stata scavata una stratificazione

posteriore all’intera spoliazione della villa, appartenente ad una fase insediativa policentrica con

strutture di diversa qualità architettonica, in muratura e in legno. Le stratificazioni analizzate sono

piuttosto articolate, sia per i diversi tempi e modalità di disfacimento delle strutture romane,

susseguite da fasi di rimescolamento del deposito, sia per le arature che hanno estratto o rivoltato i

livelli più superficiali. Uno strato di livellamento riesce a contraddistinguere la sequenza del Saggio

69

H da quella degli altri due settori.

La composizione dello strato di livellamento non finì i lavori di ridefinizione del sito, e, già in fase di

rioccupazione, venne preannunciato un sinuoso sistema di canalizzazioni. In epoca romana sono stati

introdotti alcuni fossati a sviluppo ortogonale, in parte riorganizzati sui canali già attivati in quel

69 Ibi, p.160 26

periodo; difatti, nella parte meridionale dell’area, è stata osservata con attenzione la dislocazione di

una serie di canali paralleli marcati da un orientamento sud-ovest/nord-est e di grandezze alquanto

70

maggiori rispetto agli altri.

2.2 Le scoperte archeologiche nel sito

Le varie indagini archeologiche eseguite negli ultimi dieci anni nel terreno demaniale collocato nei

pressi di via Neroniana a Montegrotto Terme, tra la proprietà dell’Hotel Terme Neroniane e la linea

ferroviaria Padova-Bologna, hanno fatto rianimare i resti di un edificio di età romana, del quale si

presentano molte strutture murarie. L’edificio di via Neroniana ha una serie di nodi problematici; il

71

primo riguarda proprio l’omogeneità dell’edificio. Gli altri importanti nodi problematici interessano

la cronologia e la funzione. Grazie all’indagine stratigrafica, era fattibile identificare con lucidità la

tecnica di fondazione dell’edificio romano a cominciare da un livellamento areale che ha occupato gli

strati di formazione naturale, ma incisi dalla frequentazione protostorica. Tutte le strutture murarie

fondate con il sistema di fondazione risalgono alla prima fase dell’edificio romano e definiscono la

72

planimetria iniziale dell’edificio stesso (fig.2.8).

Figura 2.8: Planimetria della villa arricchita con i tracciati magnetometrici: le diverse

campiture equivalgono alle differenti tecniche edilizie

70 Ibi, p.161

71 M.Bressan, 2011, p. 89

72 Ibi, p. 90 27

La planimetria della fase d’impianto propone una visione d’insieme che consente di assumere alcuni

aspetti della concezione architettonica dell’edificio, che sarà più integra quando verrà chiarito il limite

occidentale, l’unico ad oggi inesplorato. Il complesso è contrassegnato dall’alternanza di blocchi

edilizi disposti in vani e aree scoperte: il nucleo di vani settentrionale si affaccia a sud su una corte

73

aperta quadrangolare, forse in origine circondata da un portico.

Un secondo nucleo di vani ha come sostegno un lungo corridoio, spostato sul lato settentrionale da

nicchie semicircolari e rettangolari. Si osserva che vi è un certo ritmo nella scansione tra aree scoperte

ed edificate, oltre che la ricerca di un continuo movimento nel perimetro complessivo dell’edificio,

evidente a est. Infatti, si riconosce un vero e proprio leitmotif architettonico sia nei contrafforti

organizzati lungo tutto il tato orientale, sia negli avancorpi presenti a sud e probabilmente a nord

dell’unità di vani settentrionale (17 nord e 18-19), all’estremità sud-orientale del nucleo di vani

centrale (a sud-est del corridoio H) e lungo il lato esterno del peristilio meridionale. Tutto il complesso

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appare concretizzato secondo principi di assialità e simmetria. Il vano 1 della villa di via Neroniana

presenta il centro della zona settentrionale dell’edif

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
99 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/10 Storia dei paesi islamici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jurgeenmetis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte islamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Cadario Matteo.