TESI VIAGGIO NELLA CITTA INVISIBILE ( L'handicap della sordità)
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L’italiano segnato esatto, o ISE, invece un unione tra
segni Lis e dattilologia e segue perfettamente la struttura della
grammatica della lingua italiana parlata.
L’italiano segnato, o IS, infine, è anch’esso un unione tra
segni della Lis e struttura grammaticale della lingua parlata, ma
omette l’uso della dattilologia dove possibile .
La Lis è , dunque, una lingua che possiede un proprio
lessico e una struttura morfo-sintattica e grammaticale. La
principale differenza tra una lingua parlata e una lingua segnata
sta nei diversi canali comunicativi che vengono interessati; la
prima utilizza l’espressione verbale e l’udito, la seconda
l’espressione gestuale e la vista.
Mentre l’espressione verbale è realizzata in una sequenza
di vocaboli espressi appunto verbalmente e definiti “ parole “,
l’espressione gestuale viene realizzata con movimenti nello
spazio che vengono appunto definiti segni. Inoltre, mentre nella
lingua parlata la parola è composta da un insieme di fonemi, la
parola visiva ovvero il segno è composta da quattro parametri
detti “cheremi”: configurazione, luogo, movimento,
orientamento. 17
La configurazione è la forma che assume la mano nella
realizzazione di quel dato segno; il luogo è il punto dello spazio
in cui viene eseguito il segno. L’area in cui vengono eseguiti i
segni è relativamente circoscritta ed è stata definita spazio
segnico.
Il movimento, è appunto il movimento delle mani che
viene fatto nel momento in cui si esegue un dato segno, infine
l’orientamento riguarda il palmo della mano, che può essere
rivolto verso l’alto, il basso, a destra, etc.
I vocaboli segnati, inoltre, possono essere suddivisi in tre
gruppi:
segni iconici, riproducono in modo chiaro un oggetto;
segni parzialmente iconici, sono quelli non facilmente
percepibili , ovvero apparentemente non si capisce il legame tra
forma e contenuto;
segni opachi in cui è molto difficile recepire il nesso tra forma e
contenuto.
Esistono infine altri componenti nella struttura della Lis: quali
l’espressione facciale è la postura del corpo. Infatti, molti segni
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che rappresentano emozioni e stati fisici sono accompagnati da
una espressione facciale e /o postura del corpo che rispecchia il
6
movimento del segno.
Tutte queste caratteristiche fanno si che la Lis, non solo
possa essere un ottimo canale e mezzo di promozione di
conoscenza e di comunicazione, ma le danno il diritto di essere
riconosciuta come lingua vera e propria voce visibile della
comunità del silenzio, congiunzione tra cultura degli udenti e
cultura dei sordi .
1.4. Tecnologia e disabilità
In questi ultimi anni il mondo della ricerca ha aperto
nuove prospettive nella vita delle persone sorde. La tecnologia e
6 Cfr, R. Pigliacampo, Lingua e linguaggio del sordo, Roma, 1998, Armando Editore
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la lingua dei segni offrono possibilità per abbattere le barriere
comunicative.
Possiamo suddividere i mezzi tecnologici in ausilio alle persone
sorde in tre gruppi:
apparati che migliorano la vita quotidiana (avvisatori luminosi,
Dts, videotelefono, sistema di traduzione);
apparati che consentono di accedere all’informazione e alla
cultura ( computer e sottotitoli);
apparati che migliorano la capacità di utilizzare il residuo uditivo
(protesi ed impianto cocleare).
Al primo gruppo appartengono quei dispositivi che
sostituiscono al segnale sonoro un segnale luminoso: lo squillo
del telefono fa accendere una luce verde sulla porta, il suono del
citofono diventa una luce rossa, il trillo del Dts ( dispositivo
telefonico per sordi) fa lampeggiare la luce collegata, il pianto di
un neonato viene segnalato da una luce, così le fughe di gas, etc.
Oltre a questi apparati, si sono sviluppate altre tecnologie,
come computer e sottotitoli. Gli elaboratori con la possibilità di
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comunicare in tutto il mondo (Internet), i programmi che
facilitano le persone sorde l’accesso alla cultura perché
viaggiano su una modalità visiva, il software specifico per
l’educazione alla lingua parlata offrono opportunità fino a pochi
anni fa impensabili ed hanno un ruolo fondamentale
nell’educazione dei bambini sordi.
Anche i sottotitoli, con la loro diffusione in ambito televisivo
contribuiscono a rompere l’isolamento e consentono ai sordi un
accesso immediato alle informazioni e alle conoscenze. In questo
campo, infatti, molto è stato fatto ma ancora molto si deve fare.
La quantità di ore sottotitolate è ancora troppo limitata, i
telegiornali ad esempio hanno “la finestra” con interprete di
7
lingua dei segni , ma in poche edizioni.
Il terzo punto riguarda l’impianto cocleare. Quest’ultimo è
un sussidio uditivo la cui tecnica era considerata avveniristica
fino a pochi anni fa , sembra oggi. Sulla base dei risultati
ottenuti , suscettibile di creare fondate aspettative nei non udenti.
7 G. Giardi, A. Sapuppo e Tesio, Nuove tecnologie come risorsa per i sordi. In M.C.
Caselli e S. Corazza (a cura di), Lis. Studi, esperienze e ricerche sulla lingua dei
Segni in Italia,1997. Atti del 1° Convegno sulla Lingua dei Segni, Trieste 13-15
ottobre 1995, pp. 218-227 21
Tuttavia i problemi connessi all’adozione dell’ Impianto
Coclearie non mancano : occorre innanzi tutto conoscere ,
attraverso un’attenta selezione quali sono le caratteristiche
cliniche richieste dai potenziali beneficiari.
Infatti , un intervento di implantologia non ridà
immediatamente la possibilità di sentire ma comunque richiede
una terapia logopedia , a volte lunga , per imparare a riconoscere
i suoni. Si hanno dunque , molti casi di famiglie , che dopo aver
sottoposto i loro figli all’impianto coclearie , si ritrovano in vero
e proprio calvario . Tutto ciò invita alla prudenza , non sempre le
famiglie sono sufficientemente informate delle difficoltà a cui si
va incontro , ma prevalgono i toni trionfalistici del miracolo
scientifico , che fanno leva sul desiderio dei genitori di ridare
l’udito ai propri figli . 22
Capitolo secondo
Impianto cocleare
2.1 Impianto cocleare
L’impianto cocleare è il primo organo di senso creato
artificialmente dall’uomo e può essere considerato, giustamente, una
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delle innovazioni più importanti nel campo medico negli ultimi dieci
anni. Nel 1983, in Italia ha inizio la sperimentazione del sistema
House a opera del gruppo Impianti Cocleare Italia, che rappresenta
oggi il mezzo più efficace del trattamento chirurgico riabilitativo della
sordità profonda .
L’impianto coclearie può essere definito , dunque , come una
“ chiocciola artificiale “ in quanto consiste nell’impiantare all’interno
della coclea degli elettrodi che ricevono stimoli da una
apparecchiatura esterna e trasformano l’energia meccanica in impulsi
elettrici in grado di stimolare il nervo acustico e generare in tal modo
sensazioni uditive .
Si possono distinguere diversi tipi di impianti caratterizzati :
1. Numero dei canali o degli elettrodi :
- Impianto monocanale o monoelettrodo ( stimola
globalmente le fibre nervose senza rispettare la tonotopicità
della coclea )
- Impianto multicanale o multielettrodo ( stimola più fibre
uditive con segnale specifico per ciascuna di esse )
2. Posizione degli elettrodi rispetto alla coclea:
- Impianto extracocleare ( all’esterno della coclea )
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- Impianto intracocleare ( all’interno della coclea )
3. Strategia di analisi dell’informazione sonora :
- Impianto con codificazione analogica
- Impianto con codificazione digitale
4 . Modalità di stimolazione degli elettrodi :
- Impianto con sistema monopolare
- Impianto con sistema bipolare
5. Sistema di collegamento tra la parte impiantata e il
processore vocalico :
- Impianto per sistema percutaneo
- Impianto con sistema transcutaneo.
I vari impianti hanno tuttavia in comune il fatto di essere
costituiti da una parte esterna al paziente ed una interna.
La parte esterna comprende :
- il microfono che è agganciato al padiglione e ha la funzione di
captare i suoni;
- lo speech processor: un processore di segnali che analizza e
trasforma in codice i suoni inviandoli poi all’antenna
trasmettitrice; all’interno del processore vengono inserite delle
pile ricaricabili che assicurano l’alimentazione elettrica;
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- l’antenna trasmettitrice che direttamente a contatto con il
cuoio capelluto attraverso un magnete , invia i segnali
codificati alle parti interne tramite onde radio.
La parte interna è composta da :
- il ricevitore – stimolatore che riceve i segnali dall’antenna
trasmettitrice e li pilota direttamente agli elettrodi;
- gli elettrodi che sono costituiti da una lega di platino e iridio
9 – 1, montati su un supporto flessibile isolante di silicone .
L’impianto cocleare è indicato nei pazienti affetti da
ipoacusia neurosensiorale profonda, sempre bilaterale.
Vengono impiantati sia soggetti adulti che bambini
divenuti sordi dopo l’acquisizione del linguaggio ( sordi post-
verbali ); sia bambini in età evolutiva sordi alla nascita ( sordi
pre-verbali o peri-verbali ).
I risultati in entrambi i casi sono soddisfacenti,
particolarmente nei pazienti adulti post - verbali i quali , dopo un
adeguato e breve training logopedico, sono in grado, non solo di
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riconoscere e distinguere suoni verbali e rumori ambientali, ma
anche di controllare il timbro, l’intensità della propria voce e
modularla.
La realizzazione di un programma d’impianto cocleare
richiede, dunque, un’équipe specializzata che formi un gruppo
molto unito nel quale la figura dell’audiologo o
dell’otorinolaringoiatra venga affiancata dal logopedista, dal
bioingegnere, dal neuropsichiatra e dal neuroradiologo .
L’idonietà all’impianto cocleare viene stabilita durante la
fase di selezione che richiede una serie di test audiologici,
logopedici, elettrofisiologici e psicologici superati i quali si
effettua uno studio per immagini ( T.A.C./R. N. M. ).
All’indicazione su esposta, infatti, vanno aggiunti dei
prerequisiti che il paziente candidato all’impianto cocleare deve
possedere quali:
- una buona funzionalità del nervo acustico;
- quoziente d’intelligenza nella norma;
- un buono equilibrio psicologico;
- una valida motivazione per sottoporsi all’impianto cocleare .
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In fase pre-impianto si esegue anche un bilancio
logopedico che testi il soggetto dal punto di vista linguistico e
comunicativo alfine di raccogliere delle informazioni utili e
necessarie per l’adattamento del protocollo terapeutico a ciascun
paziente.
Sarebbe inutile, infatti, fornire una grande quantità
d’informazioni uditive che non potrebbero essere utilizzate se
esistessero dei deficit nel trasporto, nelle elaborazione,
8
nell’intellezione del messaggio.
2.2 Intervento logopedico in età evolutiva: fase pre -impianto
Nella fase di selezione per l’impianto cocleare, il
logopedista ha il compito di individuare l’idoneità all’impianto e
rilevarne eventuali controindicazioni. Il bilancio logopedico si
esplica attraverso la rilevazione di dati rispetto ad alcuni
specifici aspetti della comunicazione .
8 Adriana De Filippis, L’impianto cocleare, Milano, Masson, 2002
28
Tale rilevazione viene effettuata attraverso la
somministrazione di test praticati con la protesi acustica e / o con
l’apparecchio a percezione vibrotattile se il paziente ne fa
normale uso.
I test, infatti, valutano settorialmente :
- Le funzioni uditive
- L’aspetto fonetico – fonologico
- La comprensione linguistica
- Il livello morfosintattico
- Il livello del lessico
- La valutazione del linguaggio in bambini da 2 a 4 anni
- La memoria a breve termine .
Rilevati, dunque i risultati ai vari test si considerano i
valori raggiunti dal soggetto in input e output.
Intendendo per input le capacità percettive e attenzionali
attraverso:
- discriminazione
- comprensione
- categorizzazione
- generalizzazione 29
- attrazione
Per output, la produzione sotto il profilo :
- Fonetico – fonologico
- Semantico
- Lessicale
- Morfosintattico
-Pragmatico :
Il logopedista dunque, che si dedica al recupero del
soggetto sordo profondo pre – verbale in età volutiva può
trovarsi di fronte a cinque gruppi di soggetti:
Gruppo A
Bambino sordo profondo pre – verbale di 2 -3 anni,
protesizzato entro i 10 -15 mesi di vita , che ha praticato una
corretta terapia logopedia oralista .
Questo gruppo di piccoli pazienti è il più fortunato:
l’adattamento all’impianto cocleare e pressoché immediato.
Gruppo B
Bambino sordo profondo pre – verbale di 2 -3 anni che
non ha mai portato la protesi e non ha mai praticato terapia
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logopedica, oppure è stato diagnosticato precocemente ma è
stato mal seguito nella protesizzazione e nella terapia
logopedica .
Questi bambini, se sono riusciti a instaurare un buon
rapporto con i genitori che hanno mostrato loro comprensione e
disponibilità, hanno una prognosi favorevole: il tempo di
recupero è più lungo, non tanto per ciò che si riferisce alle abilità
uditive quanto per l’aspetto cognitivo riguardante percezione,
memoria, livello lessicale, aspetto grammaticale, ma il risultato è
buono .
Gruppo C
Soggetto sordo profondo pre –verbale impiantato in età
pre-adolescenziale ( 6 – 12 anni ) ed adolescenziale (12 - 17
anni ) , rieducato in seguito a diagnosi precoce con una corretta
terapia logopedica oralista .
Questa fascia di pazienti ha in genere già raggiunto:
- buono o quanto meno soddisfacente livello cognitivo verbale
- lessico discreto
- frase strutturata
- buona comprensione del linguaggio parlato
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- buona lettura labiale
- livello didattico discreto pur con sostegno scolastico ed extra
scolastico .
Questi soggetti che sono quasi tutti sordi totali presentano
voce disfonica, elementi prosodici della parola e della frase
alterati, incapacità a esprimere gli elementi sopra –segmentali
del linguaggio, incapacità a comprendere ed esprimere
l’esclamativa e l’interrogativa.
L’adattamento all’impianto cocleare in questo gruppo
richiede una adeguata preparazione prima dell’attivazione degli
elettrodi onde evitare traumi e reazioni abnormi del paziente.
Gruppo D
Soggetto sordo profondo pre – verbale in età pre-
adolescenziale e adolescenziale con protesizzazione e terapia
oralista scorretta o rieducato con il metodo bimodale o lingua
dei segni .
Questo gruppo di ragazzi è il più problematico: sentire
non basta; solo se il livello cognitivo è discreto si può tentare
l’intervento . 32
Gruppo E
Soggetto sordo profondo pre-verbale in età pre-
adolescenziale e adolescenziale con diagnosi e protesizzazione
tardive, affetto da turbe neuropsichiatriche associate .
Questo gruppo di soggetti non trova indicazioni per un
impianto cocleare poiché l’apporto sonoro spesso, in caso di
turbe neuropsichiatriche associate non affrontate precocemente,
non comporta sensibili miglioramenti al quadro globale del
ragazzo.
2.3 Lintervento logopedico: fase post – impianto
L’intervento logopedico nella fase post impianto ha inizio,
invece, nel momento stesso dell’attivazione degli elettrodi.
Il logopedista, presente nel momento in cui il
bioingegnere attiva la “chiocciola artificiale” , potrà osservare le
prime reazioni del soggetto ai “bip” del computer somministrato
per creare la prima mappatura. Da questo momento il bambino
33
comincia a percepire il “ mondo sonoro” che fino ad allora gli
era sconosciuto.
Ogni sua risposta positiva agli stimoli sonori inviati
attraverso il computer, gli permette di prendere consapevolezza
della percezione uditiva.
La percezione uditiva del bambino dunque, da questo
momento è totalmente diversa; egli dovrà essere guidato nel
processo di ascolto sia nell’ambiente che lo circonda sia durante
le sedute riabilitative nella decodifica e codifica delle nuove
informazioni sonore.
Il programma riabilitativo è finalizzato, infatti, al
conseguimento dello sviluppo delle abilità uditive e quelle
cognitive.
Questi due aspetti della comunicazione verbale
interagiscono l’un l’altro e conducono il soggetto alla
maturazione del linguaggio.
Le abilità uditive vengono sviluppate attraverso:
- la presa di coscienza della presenza – assenza del suono:
detezione 34
- la capacità di cogliere l’uguaglianza o la differenza tra
due stimoli sonori: discriminazione ( dai 4 anni di età in
poi )
- la capacità di identificare stimoli sonori in lista chiusa:
identificazione
- la capacità di identificare stimoli sonori con riferimento
in lista semichiusa: riconoscimento con indizio
- la capacità di identificare stimoli sonori in lista aperta:
riconoscimento senza indizio
- la capacità di comprendere un messaggio verbale e di
rispondere a domande: comprensione
- la capacità di ripetere stimoli sonori senza interferenze
semantiche: speech tracking.
La terapia cognitiva procede attraverso:
- stimolazione e sviluppo delle seguenti attività:
percezione, memoria, attenzione, metacognizione:
- sviluppo lessicale;
- uguaglianza, differenze e contrasti;
- classificazione, categorizzazione, generalizzazione e
astrazione; 35
- acquisizione della struttura morfosintattica della frase e
delle parti grammaticali;
acquisizione della lettura precoce per puntualizzare
- l’articolazione, arricchire il lessico, strutturare la frase e
9
favorire la comprensione.
Il soggetto impiantato, poi, viene sottoposto
periodicamente alla valutazione linguistica globale attraverso la
somministrazione degli stessi test usati nella fase pre – impianto.
La rilevazione, seguita dall’analisi critica dei risultati a
ogni test, permette di evidenziare e quantificare i benefici
dell’impianto cocleare. Quest’ultimo, dunque, è l’ultima e più
valida soluzione in presenza di sordità profonda, può essere
utilizzato correttamente se vengono rispettate alcune regole
quali:
- esperienza del logopedista in campo riabilitativo;
- conoscenza ed esperienza sull’impianto coclearie;
- conoscenza profonda del soggetto da impiantare;
- capacità di saper adottare il protocollo terapeutico a ciascun
soggetto in rapporto al suo livello cognitivo uditivo, alle sue
9 De Filippis A. L’impianto cocleare in età pediatrica, Milano, Masson, 1997
36
caratteristiche caratteriali alla sua maturità al tipo di famiglia
d’appartenenza. 37
CAPITOLO TERZO
L’EDUCAZIONE DEL BAMBINO SORDO
3.1. L’integrazione scolastica 38
In Italia i sordi sono circa l’un per mille della
popolazione. Non si tratta però di una categoria omogenea, anzi
dietro la parola sordo ci sono realtà molto diverse tra loro, ad
esempio i bambini nati sordi o divenuti tali entro i tre anni di
vita, cioè prima di avere acquisito completamente il linguaggio,
oppure diventati sordi dopo i tre anni; sordi figli di sordi e sordi
figli di udenti, sordi che conoscono la Lis e sordi che non la
conoscono: sordi rieducati al linguaggio con un metodo
esclusivamente orale; sordi rieducati con il metodo bimodale;
sordi esposti ad una educazione bilingue. A tutto ciò va
aggiunto: il grado di sordità; l’età della diagnosi e della
protesizzazione; l’iter riabilitativo e scolastico; oltre,
naturalmente ai fattori individuali, che costituiscono la
peculiarità di una persona, quali l’intelligenza, la personalità,
l’ambiente socio–culturale, le esperienze vissute, etc. L’elemento
comune a tutte queste Categorie e la necessità di comunicare
attraverso una lingua parlata e scritta che si impara solo dopo un
lungo iter logopedico, visto che non è possibile acquisire per i
sordi il linguaggio verbale in modo naturale, spontaneo e
completo . 39
La storia del nostro Paese, rispetto all’educazione dei
sordi, è caratterizzata, a differenza di quanto è avvenuto in altre
nazioni, da un scelta rigidamente moralista che per quasi un
secolo ha condizionato le scelte pedagogiche e didattiche. La
stessa legislazione scolastica che venti anni fa, mediante la legge
517/77, ha consentito ai sordi di frequentare le scuole comuni
insieme agli udenti, ha pesantemente risentito di questo retaggio
storico. Infatti, la possibilità lasciata alle famiglie dalla 517/77 di
scegliere tra scuola normale e scuola speciale teneva conto e
rispondeva alle diverse e molteplici situazioni che ci sono
nell’ambio della sordità.
La realtà ha fatto sì, però, che i genitori scegliessero per lo
più la scuola comune, senza che in essa fosse pienamente attuato
quel principio di flessibilità, che la circolare Falucci (1975)
aveva con tanta lungimiranza previsto, e che e l’unica garanzia
per un reale inserimento del sordo nella scuola di tutti .
La recente legge Bassanini, invece, sull’autonomia
sembra di riaprire questa possibilità, dando nuove opportunità
alle scuole di giocare la carta della flessibilità, cioè consentire di
adattare l’organizzazione scolastica e le strategie didattiche alle
40
esigenze peculiari dei sordi, di introdurre in modo capillare le
tecnologie, di utilizzare in ambito scolastico la lingua dei segni
quando lo studente è segnante. Più la scuola offrirà allo studente
sordo risposte diversificate, in modo da poter scegliere la
modalità comunicativa a lui più adatta, più sarà una scuola
adeguata a fare emergere le sue potenzialità.
Sull’altro versante, inoltre, a livello di suola speciale in
questi anni abbiamo assistito ad un duplice fenomeno: da una
parte le istituzioni non sempre hanno dato quei supporti
necessari a garantire una elevata qualità d’insegnamento,
dall’altra il confluire in queste scuole alunni pluri-handicappati
che trovano grosse difficoltà ad essere accettati dalla scuola
normale, ha finito in qualche modo per snaturare la didattica
speciale dei sordi che è la caratteristica e il punto di forza di
10
queste istituzioni.
L’inserimento dei sordi nelle scuole comuni è, comunque
meglio realizzato a livello di scuola materna ed elementare , sia
perché le esigenze comunicative dei bambini a questa età sono
10 Cfr., L. Amatucci, La scuola italiana e l’istruzione dei Sordi, 1995. In G. Porcari
Li Destri e V. Volterra (a cura di), Passato e presente: uno sguardo sull’educazione
dei Sordi in Italia, Napoli, Gnocchi. 41
meno complesse sia perché i contenuti scolastici sono più
semplici.
Nella scuola media inferiore, poi, pur essendoci realtà molto
diverse tra loro, l’impostazione interdisciplinare del lavoro alla
base di questo grado si scuola sembra favorire un approccio
globale nei confronti dell’alunno sordo. Egli viene visto nel suo
insieme, con le sue potenzialità e capacità, senza penalizzarlo nei
suoi limiti.
E’ nella scuola superiore di secondo grado e
nell’università, invece, che le problematiche irrisolte sono
maggiori. Da una parte assistiamo ad un incremento significativo
dei ragazzi sordi che si iscrivono nelle scuole superiori di
secondo grado, con prevalenza negli istituti professionali.
Dall’altra, recenti indagini hanno evidenziato che molti di loro
non riescono a raggiungere pianamente gli obiettivi scolastici,
questo per via dell’incapacità della scuola di dare loro le risposte
adeguate.
A livello universitario vi è inoltre una minima percentuale
di sordi che frequentano le lezioni , dà gli esami e si laurea tra
mille difficoltà. L’università, infatti, non sempre è sensibile e
42
DESCRIZIONE TESI
La tesi affronta il tema dell'integrazione dei bambini sordi, con un accenno ai metodi riabilitativi che hanno dominato il panorama italiano dal 1880 ad oggi, soffermandosi principalmente sulla lingua dei segni. Per i sordi, infatti, la lingua naturale è quella segnata perché più idonea a consentire il loro pieno sviluppo mentale e creativo.
Inoltre, un capitolo è dedicato all'impianto cocleare e analizza l'ultima e più valida soluzione in presenza di sordità profonda.
Le cinquantotto pagine della tesi sono suddivisa in tre capitoli correlate da bibliografia.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ivanadodaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica e pedagogia speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Messina - Unime o del prof Curatola Armando.
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