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Scopo della tesi

Dai dati di letteratura emerge sempre più chiaramente come l'infezione da HPV rappresenti un fattore di rischio per l'insorgenza di tumori e come questa sia sempre più diffusa. Da qui la necessità di aumentare i programmi di screening e di vaccinazione per l'HPV. Durante il mio lavoro di tesi ho eseguito la genotipizzazione per l'HPV utilizzando tre diverse metodiche in un gruppo di soggetti (uomini e donne) con sospetta infezione da HPV, dopo aver riscontrato anomalie in precedenti esami di screening ginecologici, per determinare la diffusione del virus nel nostro territorio e per stabilire le caratteristiche della stessa in termini di ceppi più frequenti sia per quelli a basso rischio, sia per quelli ad alto rischio.

Materiali e metodi

Il campione di pazienti tipizzati per l'HPV è costituito da 18 individui, di cui 2 uomini e 16 donne, complessivamente di età compresa tra i 19 e i 60 anni. Il DNAutilizzatoper la rilevazione dell'HPV è stato estratto principalmente a partire da tamponicervicali e solo in un caso da tampone anale, buccale, uretrale e da liquido seminale. Dei 18 pazienti complessivi, 17 sono giunti alla nostra osservazione su indicazione del ginecologo, mentre per una sola paziente si trattava di ripetere il test perché precedentemente positivo. Estrazione del DNA Composizione del kit Il kit utilizzato per l'estrazione del DNA da tampone cervicale si chiama ''Bact ExtraPure Kit'' della ditta ''Euroclone'' e presenta la seguente composizione. QUANTITÀ CONSERVAZIONE VOLUME RACCOMANDAZIONI (Range, °C) (ml) Lysis Buffer 20-26 35 1 Irritante Wash Buffer 1 20-26 10 1 Irritante Wash Buffer 2 20-26 7,5 1 Elution Buffer 20-26 1 4 Spin Columns 20-26 - 50 Poly A Carrier 20-26 - 1 Proteinase K 20-26 - 1 Irritante / Gravi effetti per la salute ''Bact Extra Pure Kit'' deve essere conservato

A 20-26°C (temperatura ambiente), poiché tutti i reagenti sono stabili a questa temperatura, fino alla data di scadenza indicata sulle etichette. Poly A Carrier e Proteinase K, una volta risospesi, devono essere conservati tra -18 e -22°C.

Protocollo di estrazione

Il materiale di partenza è rappresentato da campioni citologici, ovvero secrezioni vaginali, cervicali o uretrali, cellule della cavità orale o liquido seminale. Questi vengono raccolti con uno swab o con un piccolo spazzolino sterile e successivamente depositi in un contenitore sterile adatto al trasporto, contenente una soluzione fisiologica isotonica (PapilloCheck Sample Tube). Il contenitore viene quindi portato in laboratorio per l'estrazione del DNA.

Il campione può essere conservato da +2°C a +8°C e l'estrazione degli acidi nucleici deve essere effettuata entro le 48 ore (se non è fattibile entro le 48 ore, i campioni devono essere conservati da -20°C a -30°C).

μl di Working Wash Buffer 2. 34− Centrifugare a 6000 RCF per 1 minuto.− Trasferire la spin column in un nuovo tubo di raccolta e centrifugare a 12000 RCF per 2 minuti per asciugare la membrana.− Trasferire la spin column in un nuovo tubo di raccolta e aggiungere 50 μl di eluente.− Incubare per 1 minuto a temperatura ambiente.− Centrifugare a 12000 RCF per 1 minuto per raccogliere l'RNA estratto.− Conservare l'RNA estratto a -80°C per l'analisi successiva.

μl diWorking Wash Buffer 2.

− Centrifugare a 6000 RCF per 1 minuto a temperatura ambiente.

− Gettare la soluzione contenuta nel tubo e centrifugare a 14.000 RCF per 3 minuti a temperatura ambiente.

− Gettare il tubo e inserire la colonnina in un nuovo tubo da microcentrifuga di 1,5 ml.

− Aggiungere 50 μl di Elution Buffer e incubare a temperatura ambiente per 1-2 minuti.

− Centrifugare a 13.000 RCF per 1 minuto a temperatura ambiente.

Dosaggio del DNA

Lo strumento utilizzato per il dosaggio del DNA prende il nome di ‘’QuBit 4.0 (codiceQ332266)’’ e la ditta produttrice è la ‘’Thermo Fischer Scientific’’. Questo strumento permette di dosare gli acidi nucleici, mediante rilevazione della fluorescenza emessa da uno specifico fluorocromo, che lega gli acidi nucleici in modo aspecifico.

Materiali necessari

− Tubi di reazione da 0,5 ml

− →QuBit Reagent (Reagente A) non deve essere esposto alla luce

Perché è fotosensibile?

QuBit Buffer - QuBit Standard (Standard 1 e Standard 2)

Protocollo di lavoro:

  1. Accendere lo strumento inserendo il cavo nella presa elettrica (assicurarsi che non ci siano tubi all'interno).
  2. Programmare lo strumento.
  3. Preparare una provetta con la Working Solution, mediante l'aggiunta in un tubo di reazione di 0,5 ml, di QuBit Buffer e QuBit Reagente (Reagente A). Sono necessari 119 μl di Buffer e 1 μl di Reagente A per il numero di campioni da dosare (considerando anche i 2 standard), aggiungendo al volume ottenuto il 10% di esso (ad esempio se è necessario dosare un campione e i due standard, moltiplicare 119 μl di QuBit Buffer per 3,3 e 1 μl di Reagente A per 3,3). Invertire la provetta.
  4. Preparare la provetta Standard 1, mediante l'aggiunta in un tubo di reazione di 0,5 ml, di 190 μl di Working Solution e 10 μl di QuBit Standard 1. Agitare tramite vortex.

per 2-3 secondi.

Preparare la provetta Standard 2, mediante l'aggiunta in un tubo di reazione di 0,5 ml, di 190 μl di Working Solution e 10 μl di QuBit Standard 2. Agitare tramite vortex per 2-3 secondi.

Preparare la provetta Campione, mediante l'aggiunta in un tubo di reazione di 0,5 ml, di 199 μl di Working Solution e 1 μl di campione. Agitare tramite vortex per 2-3 secondi.

Incubare gli Standard e i Campioni per 2 minuti a temperatura ambiente.

Avviare lo strumento QuBit.

Leggere la concentrazione del DNA, espressa in ng/μl, sia per i 2 standard che per il campione.

Procedure alternative

Una volta effettuati estrazione e dosaggio del DNA, è possibile ricorrere a 3 procedure alternative per l'identificazione dell'HPV. Due di queste procedure si basano sull'utilizzo di kit diagnostici rapidi in commercio e quindi sono ufficialmente valide; si parla quindi di procedure CE (certificate) IVD (in vitro diagnostic).

La procedura per la diagnosi di laboratorio delle malattie genetiche può essere eseguita utilizzando diverse tecniche. Una delle tecniche più comuni è la PCR (Polymerase Chain Reaction), che consente di amplificare una sequenza di DNA in modo esponenziale. Questo metodo richiede la denaturazione della doppia elica di DNA ad alte temperature, seguita dall'annealing di un oligonucleotide di innesco (primer) all'estremità del singolo filamento di DNA stampo. Successivamente, la Taq polimerasi sintetizza una nuova catena di DNA complementare.

Un'altra tecnica utilizzata è il sequenziamento diretto del DNA, che consente di leggere direttamente ogni base della sequenza genomica. Questa procedura è più classica e richiede più tempo, in quanto si parte dalla PCR e si arriva al sequenziamento diretto del DNA.

Per garantire una maggiore affidabilità dei risultati, è consigliabile sottoporre il campione ad almeno due delle procedure contemporaneamente.

La procedura classica per la diagnosi di laboratorio delle malattie genetiche comprende i seguenti step:

  1. PCR
  2. Elettroforesi su gel
  3. EXOSAP
  4. Reazione di sequenziamento
  5. Purificazione della sequenza

La PCR è il primo step della procedura classica. Durante la PCR, la sequenza di DNA viene amplificata utilizzando un oligonucleotide di innesco (primer) e la Taq polimerasi.

Dopo la PCR, si procede con l'elettroforesi su gel, che consente di separare i frammenti di DNA in base alla loro dimensione.

Successivamente, si esegue l'EXOSAP, una reazione che rimuove gli oligonucleotidi di innesco e le basi libere non incorporate durante la PCR.

Dopo l'EXOSAP, si passa alla reazione di sequenziamento, che consente di determinare l'ordine delle basi nella sequenza di DNA.

Infine, si esegue la purificazione della sequenza, che rimuove eventuali impurità e prepara il campione per l'analisi finale.

Il filamento complementare ad esso.Ovviamente questo avviene sia sul filamento senso (a partire dall'estremità 3' con il primer Reverse), sia sul filamento antisenso (a partite dall'estremità 5' con il primer Forward). Per allestire una reazione di amplificazione è necessario preparare una MIXin una provetta da 1,5 ml, miscelando le seguenti quantità di reagenti: 10 μl di HotStarTaq Master Mix, 5,5 μl di acqua, 1μl primer Forward e 1 μl di primer Reverse. La MIX, quindi, contiene i primer Forward e Reverse relativi al gene che vogliamo amplificare ed è quindi necessario preparare tante MIX per quanti sono i geni da amplificare nel campione. Nel caso specifico della ricerca del genoma di HPV, i geni da amplificare sono: MY09, MY11, GP05 e GP06. I primer utilizzati per l'amplificazione sono appositamente costruiti in laboratorio grazie e sistemi bio-36In realtà, per essere sicuri che l'amplificazione sia

avvenuta correttamente, informatici. Oltre ad amplificare i geni di nostro interesse, si amplifica il Bianco, cioè un campione che contiene esclusivamente acqua (privo di DNA). Questo vuol dire che al momento della lettura del gel, se l'amplificazione è avvenuta correttamente, in corrispondenza del bianco non dovremo rilevare alcuna banda. La prova del Bianco si effettua relativamente ad ogni gene, per cui i reagenti di ogni MIX dovranno essere moltiplicati per 2,2 (2 per il campione e per il bianco + il 10%). Quindi complessivamente la MIX sarà composta da: 22μl di HotStar Taq Master Mix, 12,1 μl di acqua, 2,2 μl di primer Forward e 2,2 μl di primer Reverse. Una volta preparate le MIX, ciascuna di esse viene suddivisa in 2 provette da 0,2 ml. In una di queste provette aggiungeremo alla MIX il DNA del nostro campione; nell'altra provetta aggiungeremo l'acqua (prova del Bianco), per arrivare in entrambi i casi ad un volume finale di reazione di

20μl (aggiunta di 2,5μl di DNA o acqua rispettivamente). In questo modo in ciascuna provetta contenente il campione avremo inserito gli elementi necessari affinché possa avvenire l'amplificazione del gene che lo specifico primer contenuto nella MIX è in grado di amplificare. È importante specificare che la quantità di acqua richiesta per la MIX è valida nel caso in cui la concentrazione di DNA, rilevata con il dosaggio QuBit, sia pari a 50 ng/μl. Questa, tuttavia, è una condizione ideale che raramente si verifica e spesso la concentrazione del DNA nel campione è inferiore. In questo caso è necessario dividere la concentrazione ideale di DNA per quella reale ed il valore ottenuto corrisponderà ai μl di DNA che dovre
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
72 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/18 Genetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silva96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Genetica umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Massari Serafina.