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Fig. Lord Elgin e L’imperatore della Cina, vignetta umoristica contenuta nella Rivista Punch,1860.
Capitolo1
“ Occidente e Oriente a confronto: Lo sviluppo dei rapporti tra
Impero Britannico e Cinese nell’epoca coloniale”.
1.1 L’apogeo della Gran Bretagna tra rivoluzione industriale, l’Età
Vittoriana e la mancata Rivoluzione Industriale in Cina.
I viaggi transoceanici voluti dai sovrani delle corti europee tra il XVI e XVII
secolo, permisero di incrementare i contatti con differenti parti del mondo, in
modo particolare con nazioni dell’estremo oriente come: India, Giappone e Cina
con cui i rapporti nei secoli precedenti erano stati limitati. A beneficiare degli
scambi relazionali oltreoceano, tra le grandi potenze occidentali, fu in modo
particolare la Gran Bretagna che aveva nel giro di due secoli annesso al suo
impero nuove colonie nell’area geografica che comprendeva l’oceano indiano
(alcune isole dell’arcipelago indonesiano e l’Australia) e alcune nazioni costiere
dell’Africa meridionale, sviluppando così i suoi traffici commerciali esteri. Il
successivo boom economico avverrà verso la seconda metà del diciottesimo
secolo, quando l’evoluzione tecnologica e i cambiamenti sociali apportati dalla
rivoluzione industriale (1760-1830) contribuiranno ad aumentare il benessere
dell'impero britannico . Le innovazioni immediate furono quelle riguardanti la
2
natura della produzione:
La manodopera fu trasferita dalla produzione di materie prime a quella di
1. manufatti e servizi.
2 Spiazzi ,Tavella 2008:402,403. 8
Il numero di prodotti commerciabili aumentò considerevolmente e
2. l’efficienza tecnologica fece registrare progressi eccezionali, pur se fra
grandi contraddizioni nello sviluppo economico internazionale.
Kenneth Pommeranz, in base ai fattori prima menzionati, sosteneva che agli inizi
del diciottesimo secolo Europa e Cina fossero sullo stesso livello economico.
Mark Elvin nel suo saggio Global Dimensions of Modern China's Environmental
History, formula anche l’ipotesi che in quel periodo il paese orientale fosse
vicino a una rivoluzione industriale simile a quella Inglese e traccia un profilo
dell’economia cinese in epoca Qing .
3
La struttura sociale ed economica della dinastia mancese non presentava, nel suo
primo secolo di regno (XVII secolo), grosse variazioni rispetto alla dinastia
precedente. La Cina, nel periodo successivo, fu anche protagonista di uno
sviluppo economico che interessò l’area compresa nel delta del Fiume Azzurro
che raggruppa i maggiori centri urbani del Paese quali: Shanghai, Hangzhou e
Nanchino. Si ebbe simultaneamente anche un incremento demografico e della
produzione agricola grazie all’introduzione di nuove colture provenienti dalle
Americhe (patata , arachidi ), supportato anche da un sostanziale sviluppo delle
colture industriali ,come quella del tabacco che interessò maggiormente le città
costiere e le regioni della Cina Centrale. Nella sua tesi sulla mancata crescita
economica cinese , Kenneth Pommeranz sostiene che mentre lo sviluppo
economico britannico ha interessato tutte le aree del paese , in Cina invece questo
è avvenuto in maniera non omogenea, perché ha coinvolto solo alcune aree del
paese . Bisognosa aggiungere che la Cina della seconda metà del diciassettesimo
4
secolo fu protagonista di un fenomeno di colonizzazione molto particolare:
l’assorbimento dei Mancesi da parte dell’etnia Han, che modificarono lentamente
le loro tradizioni e abbandonarono la loro lingua materna . I Mancesi
5
controllavano, nella prima metà del 700 i traffici commerciali della Mongolia e di
3 http://www.historycooperative.org/journals/whc/6.1/muscolino.html3/06/2011..
4 Pommeranz 2000: vol.4
5 Sabattini e Santangelo 2000:564,565. 9
alcune zone costiere del Sud-Est Asiatico (nel Borneo, ad esempio una comunità
del Guandong aveva stabilito una specie di repubblica marinara). Un'altra
differenza sostanziale tra impero Britannico e Mancese stava nella gestione del
commercio internazionale.
La politica coloniale inglese mirava ad accrescere il prestigio dell’impero,
cercando di stipulare traffici commerciali oltremare, mentre la dinastia Qing,
nello sforzo di dimostrare il proprio attaccamento alla tradizione confuciana, di
cui l’armonia sociale era uno dei valori fondamentali, seguì una politica dirigista
e indifferente nei confronti del commercio estero . A respingere la tesi che il
6
Confucianesimo impedisse l’industrializzazione in Cina fu Lloyd
Eastman(1929-1993) secondo cui la causa del mancato sviluppo economico del
paese orientale era da ricercarsi nell’instabilità della ricchezza privata e
dall’emanazione di esazioni governative che scoraggiavano le attività
imprenditoriali . Cosa diversa avvenne per gli inglesi che spronati dai successi
7
economici e dallo sviluppo di nuove correnti filosofiche e scientifiche in Europa,
incoraggiarono le teorie sulla “ Selezione delle razze più adatte” come il
Darwinismo sociale di Herbert Spencer (1851), dedicandosi a una delle maggiori
attività che li aveva caratterizzati nei secoli precedenti: Lo sviluppo del prestigio
internazionale dell’impero mediante l’espansione territoriale.
Dopo la perdita delle colonie americane nel 1783, l’onore britannico era stato
messo a dura prova e s’iniziò a interagire con le nuove colonie, imponendo loro
di seguire il sistema giurisdizionale britannico e di adottare i costumi e la lingua
anglosassone. L’invio di ambasciatori e di truppe militari sul posto, avrebbe reso i
possedimenti coloniali più facili da gestire. Grande sostenitrice della politica
coloniale sarà la regina Vittoria, la più giovane degli eredi di re Giorgio III che
salì al trono nel 1837. Il suo regno durò fino alla sua morte nel 1901 e fu segnato
da una costante crescita della ricchezza nazionale . Sotto la sua guida, la Gran
8
6 Sabattini e Santangelo 2000:ibidem.
7 Roberts 2009:304.
8 10
Bretagna ricoprì una posizione incontestata nella leadership economica e politica
mondiale del XIX secolo. Agli inizi dell’Ottocento, l'impero gestiva gli enormi
traffici commerciali con l’oriente tramite la Compagnia delle Indie Orientali
(1600) che avrebbe detenuto il monopolio commerciale in India, nell’isola di
Hong Kong e Singapore, fino al suo scioglimento nel 1864. La politica straniera
imperialistica dell’epoca Vittoriana, ebbe l’effetto negativo di sviluppare nella
mente di molti cittadini britanni attitudini gingoiste, cioè atteggiamenti di “
Patriottismo estremo”, in cui la propria identità nazionale doveva essere in prima
posizione rispetto a quelle delle altre nazioni e pertanto si considerava
l’espansione coloniale, una missione internazionale . I pregiudizi sociali ,
9
derivati dall’eccesiva politica nazionalistica dell’Ottocento, resero difficoltosa la
costruzione di un sistema comunicativo tra i governi dei paesi occidentali e
orientali .
L’impero Vittoriano si renderà conto tuttavia, che non sempre un popolo con una
tradizione culturale salda, come lo era quello cinese, lasciava che la propria
identità etnica venisse manipolata e i contatti tra i rappresentanti dei due governi
durante le missioni diplomatiche del XVIII e XIX secolo saranno una
dimostrazione lampante. A influenzare le transazioni diplomatiche saranno anche
i modelli comportamentali che i Qing avevano assimilato , come vedremo nel
paragrafo successivo.
1.2 I Sovrani barbari nell’era moderna : L’impero Qing e il suo
rapporto con la società interna e la definizione di Cina per gli
occidentali.
È noto che con il declino della dinastia Ming, ultima dinastia “ nazionale “ nel
1644 , i rappresentanti della stirpe dei Nuzhen , originari della regione nord
orientale della Manciuria , assunsero il controllo del paese , fondando la Grande
Dinastia Qing, sotto la guida , prima di Shunzhi (1661) e poi dell’imperatore
Kangxi (r.1661-1722). Il consolidamento del potere mancese, presentò all’inizio
9 Spiazzi ,.Tavella 2008:405. 11
delle difficoltà di natura sociale. La prima difficoltà riguardava la legittimazione
del potere, poiché La dinastia Qing all’inizio fu considerata “Forestiera”, cioè
non era stata fondata da sovrani di etnia Han, da cui discendeva la maggioranza
della popolazione. Dopo l’insediamento di Shunzhi, una minoranza della classe
dirigente cinese fedele alla precedente dinastia, non accettò passivamente i
nuovi sovrani . I lealisti Ming reagirono all’occupazione della nuova dinastia o
con la resistenza passiva (alcuni togliendosi la vita, altri trasferendosi nelle
regioni meridionali ) o organizzando piccoli movimenti di resistenza armata .
Nonostante fossero considerati estranei, i mancesi si differenziarono dagli altri
barbari che vivano ai confini del Celeste Impero, perché come precedentemente
spiegato, avevano attraversato un processo di "sinizzazione" iniziato con
Nurhaci(1559-1626) quando ancora i manciù non erano insorti al governo Ming.
Il Capo Jurchen, considerato fondatore della dinastia mancese crebbe nella casa
del Generale Ming Li Chengliang nel Fushun . Questo gli permise di apprendere
10
non solo la lingua cinese, ma anche le tradizioni, le tattiche militari e governative
del popolo che i suoi successori avrebbero conquistato e che il figlio Hong Taiji
adotterà, insieme a diverse istituzioni politiche Ming nel suo stato mancese . La
Dinastia Qing, inoltre non fu stabilita attraverso una pura e semplice invasione.
Traendo vantaggio dall'instabilità politica e dalle ribellioni popolari che
sconvolgevano la dinastia Ming, l’esercito mancese si alleò con quello imperiale
che gli diede man forte durante l’insediamento nel nord della Cina mentre una
notevole porzione della classe dirigente li considerava dei pacificatori. Gli
imperatori mancesi divennero sostenitori del neoconfucianesimo (accentuandone
gli aspetti autoritari e conformistici) e diedero un forte impulso all'elaborazione
culturale e scientifica, facendo comporre vaste opere storiografiche e numerose
enciclopedie . La popolazione sostanzialmente non si ribella ai nuovi invasori,
11
permettendo di stabilire una politica di pacificazione, nei primi anni di regno e il
consolidamento economico e del potere della corte, mediante l’attivismo
amministrativo di Qianlong.
10 http://en.wikipedia.org/wiki/Nurhaci03/06/2011
11 http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/q/q000.htm03/06/2011 12
Il controllo dei Qing iniziò a indebolirsi nel XIX secolo, compromettendo la
prosperità sociale