Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TERRITORIO
L'alta valle del Savio, che comprende i distretti di Mercato Saraceno,
Sarsina e Bagno di Romagna, mostra nell'attuale struttura l'esito di un
lungo fenomeno orogenetico sviluppatosi nel corso di molti anni. Il
profilo geomorfologico della valle del Savio è indispensabile per
capire l'organizzazione del suo assetto topografico; agenti naturali
hanno infatti determinato la presenza di fratture e faglie, organizzate a
innescare incisioni vallive in una serie di pieghe con direzione nord –
ovest/sud – est, a loro volta rotte in senso sud – ovest/nord – est ad
alloggiare i corsi d'acqua, formando le valli. L'assetto del terreno ne ha
immediatamente condizionato i caratteri insediativi. Le zone migliori
per l'antropizzazione si sono rivelate essere quelle meno accidentate,
pianori e ripiani terrazzati, e le zone ricche di falde acquifere. Allo
stesso modo sono parsi più utili all'insediamento i terrazzi fluviali
posti a quote medie, per loro stessa natura più ampi e pianeggianti,
meglio serviti dalle sorgenti e aperti ad alloggiare le direttrici di
traffico di valle, variamente diramate ai lati del Savio (fig1). La
valutazione delle caratteristiche del paesaggio antico della valle del
Savio è subordinata al contesto montano che costringe a commisurare
le metodologie d'indagine all'esiguità delle aree disponibili alla
ricognizione; i contesti montani sono condannati alla marginalità dagli
studi scientifici e dalla conseguente scarsa consapevolezza della loro
storia. La valle del Savio rappresenta un'eccezione grazie alle sue
specificità geomorfologiche e storiche, che ne hanno fatto lo snodo
primario della viabilità di collegamento fra Italia centrale e Cisalpina
durante le fasi della romanizzazione.
Immagine 1: La viabilità nella Valle del Savio ( da Ortalli 1992 p 198)
Le condizioni geoambientali favorevoli all'insediamento e le attività
economiche connesse allo sfruttamento intensivo dei terrazzi fluviali
hanno favorito aggregazione sociale e propulsione economica, con
effetti benefici per la comunità locale. L'attivazione dei processi
insediativi e la costruzione del paesaggio antropizzato sono
direttamente proporzionali alla strutturazione della vallata in senso
socio – economico e istituzionale.
Un approccio coerente al popolamento della valle del Savio deve
rendere conto in senso diacronico di tutte le fasi di occupazione,
verificando luoghi e caratteri del popolamento antico. Occorre leggere
nel paesaggio i segni delle dinamiche ambientali, politiche e
economiche che ne hanno determinato l'assetto e le variazioni. Le
testimonianze dell'antichità sono scarne se legate al singolo sito e
1
acquistano significato solo all' interno della storia del territorio .
SARSINA
1.2
Sassina, l'odierna Sarsina, si colloca nella vallata del fiume Savio, nel
medio Appennino romagnolo, a monte della città di Cesena. L'ambito
territoriale risulta di notevole importanza nel quadro della geografia
antropica dell'Italia centro – settentrionale, in quanto nodale dal punto
di vista delle comunicazioni tra l'alto corso del Tevere e il Valdarno
aretino a sud, il bacino del Marecchia a est, la Pianura Padana e la
costa adriatica settentrionale a nord (fig 2).
A partire da questi presupposti appare evidente l'importanza che il
comprensorio territoriale sarsinate dovette assumere nell'antico
panorama insediativo, come del resto testimonia la precocità
dell'insediamento che vi sorse e che ancora adesso, dopo duemila anni,
permane nello stesso luogo.
Immagine 2: Sarsina, planimetria della città in epoca romana ( Da Morigi 2008 p 128)
1 Morigi 2008, pp. 19 – 23.
Le fonti letterarie di età romana consentono di delineare le
caratteristiche del più antico popolamento organizzato di chiara
matrice italica, attraverso il ricordo degli Umbri Sapinates da parte di
Plinio ( Nat. Hist. 3,114) e della tribus Sapinia da parte di Livio (31,2,
6): a questi si deve anche la menzione di Sassinates, da porre in
relazione con i Sarsinatoi citati da Polibio (2, 24,7), evidentemente
identificabili con gli abitanti del centro eponimo di Sassina, capoluogo
del valle del Sapis, del comprensorio appenninico che su di essa
convergeva e, almeno in un primo momento, di un settore della
pianura che si apriva verso l' Adriatico.
L'originaria appartenenza di queste terre a genti di stirpe umbra non
fu del resto non fu senza conseguenze nel tempo; non a caso
nell'ambito della ripartizione amministrativa dei territori italici operata
da Augusto i municipi romani di Sassina e della vicina Mevaniola,
nonostante la loro convergenza geografica verso la Pianura Padana,
furono attribuiti alla Regio VI, l'Umbria appunto, e non all' VIII, vale a
dire l' Aemilia.
Poche purtroppo sono le tracce che ci conservano una qualche
memoria delle più lontane origini dell'insediamento sarsinate, ma
sufficienti, a suggerire come nel corso del VI e V sec a. C. la valle del
Savio dovesse accogliere un tipo di popolamento sparso, costituito da
una serie di piccoli insediamenti distribuiti lungo le dorsali
appenniniche non ancora organizzati in comunità di una qualche
entità.
Alcuni scavi condotti nei primi anni Ottanta del Novecento nell'area
dell' ex Seminario, del centro storico di Sarsina, hanno fornito
informazioni sul periodo successivo.
A partire dal IV sec a. C. abbiamo documentate strutture seminterrate
affiancate da buche di palo, dotate di focolari, muri divisori in
pietrame a secco e pozzetti per l'inserimento di doli per la
conservazione dei cibi. L'immagine che se ne ricava è quella di una
tipologia relativamente arcaica, di forma rettangolare, con pareti in
legno e argilla e coperti in materiali deperibili, talora associati a coppi
fittili che potevano proteggere i tetti.
In diversi punti della città sono emersi, sempre riferibili alla fase pre –
romana, materiali riconducibili a impianti di tipo abitativo; nei
sobborghi meridionali si segnalano resti attribuibili a una sepoltura;
poco a nord dell'attuale piazza Plauto, lungo le prime pendici del colle
che sovrasta l'abitato, è stata recuperata una serie di reperti collegati
alla sfera religiosa. La distribuzione topografica e la natura di tutte
queste testimonianze documentano l'esistenza di un primitivo centro
abitato risalente alla fase umbra suggerendone anche l'articolazione in
zone diversificate a seconda delle funzioni di tipo residenziale,
produttivo, cimiteriale e pubblico – sacrale.
I fondamentali connotati del centro abitativo di Sarsina risultano
quindi già delineati nello scorcio del IV a.C; l'epoca induce a ritenere
che il processo sinecistico che portò alla costituzione della città possa
dipendere dalla discesa dei Galli a sud del Po, verificatasi appunto
nella prima metà del IV a. C.; fu forse la minaccia rappresentata dagli
invasori transalpini che indusse le popolazioni umbre a concentrarsi in
un unico luogo facilmente difendibile.
Dopo questo primo momento costitutivo un'ulteriore fase storica di
grande rilievo per la città di Sarsina si verifica con la colonizzazione
dell'Italia settentrionale a opera dei Romani a partire dalla prima metà
del III sec a.C. Se la tappa iniziale di questa espansione fu la
fondazione della colonia latina di Ariminum (Rimini), dedotta nel 268
a. C., il secondo significativo intervento romano in tal senso riguardò
il vecchio insediamento umbro, ritenuto di interesse nodale dal punto
di vista strategico, soprattutto per i controlli che poteva garantire su
importanti valichi dell'appennino nord – orientale. Il primo contatto
dei romani con gli umbri della valle del Savio fu allora di tipo
conflittuale e decisamente impegnativo: furono necessarie ben due
campagne militari per consentire ai consoli Fabius Pictor e Iunius
Pera di sottomettere la compagine sarsinate e entrare definitivamente
2
nell'orbita romana . L'estensione del comune di Sarsina romana era
limitata di fronte a quella del precedente territorio sarsinate: il limite
orientale era costituito dai municipi di Caesena e di Ariminum che
piegando a sud veniva a formare quello meridionale, oltre il quale
stavano i municipi di Pitinum Pisaurense e Sestinum; a ovest si
chiudeva l' Appennino, a nord il comune di Mevaniola, originato
2 Ortalli 1999, pp. 317 – 332.
dall'antico comune umbro di Sarsina, era contiguo all'estremità
settentrionale del municipio di Sarsina: così il Bidente (Bedesis) a
nord e la Conca (Crustumius) a sud circondavano il territorio
3
Sarsinate .
1.3 PERCORSO DELLA VIA SARSINATE
Si impone a questo punto il problema dell'origine della via sarsinate,
che prende il nome dall'antica città umbra di Sarsina che sorge a metà
4
circa della valle del Savio , e quello del rapporto fra la via romana e i
precedenti più antichi. L'abbondanza di ritrovamenti preromani, che
ha consentito di avanzare l'ipotesi di un importante tracciato di
collegamento tra Cesena e Ravenna già in età preromana lungo la via
del Dismano, induce a immaginare anche per la Sarsinate un archetipo
antecedente al 266 a. C. Alfieri infatti ha avanzato l'ipotesi che
Cesena, già in epoca preromana, fosse collegata tramite la bisettrice
della valle del Savio con il centro umbro di Sassina (Sarsina) e con la
5
Toscana . Continuazione di questa arteria nella pianura può dirsi oggi
la via del Dismano: un perfetto rettilineo da sud a nord, costituito
probabilmente in funzione di Ravenna, prima del tracciato della via
Popilia. Per quanto riguarda lo sviluppo urbano e suburbano della via
sarsinate l'andamento strutturale dell' Appennino settentrionale ne ha
evidentemente condizionato lo sviluppo. La forte asimmetria delle
valli rispetto allo spartiacque principale si traduce in quelle formazioni
marnoso – arenacee responsabili di pesanti condizionamenti per la
viabilità di fondovalle. Terrazzi fluviali drenati e asciutti, utili a scopo
insediativo, sono infatti collocati a sinistra dei corsi d'acqua, e qui
preferibilmente si snodano anche i percorsi viari. Il primo punto di
3 Solari 1926, p. 731.
4 Mansuelli 1941 – 1942, p. 40.
5 Alfieri 1982, p. 41.
transito obbligato (al centro di un quadrivio di fondamentale
importanza costituito dai valichi di Serra, Mandrioli, Montecoronaro e
6
Carnaio) è Bagno di Romagna, l'antica Balneum . Due notevoli
impianti di età romana si collocano a breve distanza dal fiume, dove
dobbiamo immaginare corresse anche l'antico percorso viario
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.