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CAPITOLO III

APPROCCI TERAPEUTICI

3.1 LE STRATEGIE DI COPING

Quando cparliamo di coping “ci si riferisce all’insieme degli sforzi

cognitivi e comportamentali attuati per controllare specifiche richieste

interne e/o esterne che vengono valutate come eccedenti le risorse della

“ 51

persona (Lazarus 1966).

Lazarus distingue due tipi di valutazione:

La valutazione primaria: qui l’individuo classificano

- un evento

come minaccia per il proprio Sè

- La valutazione secondaria: qui si tiene conto delle delle risorse

disponibili per affrontare il danno reale o potenziale.

La riuscita delle stretegie di coping, dipende sia dalla situazione in

cui l’individuo si ritrova.

Brown e Nicassio (1987) descrivono le strategie attive di coping ,

queste vengono utilizzate con lo scopo di poter affrontare il dolore. Viene

fatta questa distinzione tra strategie attive o passive.

Endler e Parker , individuano tre tipi di coping:

Coping centrato sul compito, qui l’individuo cerca di affronare il

- problmea in modo diretto andando a ricercare soluzione per

sconfiggere la crisi

- Coping centrato sulle emozioni : qui si tenta di mantere uno spirito

positivo e di riuscire a mantenere un focus positivo nella situazione

di disagio e crisi

Coping centrato sull’evitamento : qui l’individuo cerca un modo per

- distrarsi la sua attenzione dal problema.

Per valutare il coping, lo strumento che viene utilizzato è il Coping to

Problems Experienced( Carver et Al, 1989). Lo studio che

51 Barlotti, C., Di Pietro, C., Uras, C., & Tabolli, S. (2009). Strategie di coping

negli infermieri e negli studenti d'infermieristica. Giornale di psicologia, 3, 255-64.

49

prenderemo in considerazione di seguito , aveva come scopo lo

studio delle strategie coping che vengono messe in atto gli infermieri

e gli studenti di infermierisitca,prendendo in considerazioni anche le

variabile sociodemografiche di ciascun gruppo.

Gli infermieri, sono stati valutati tramite la somministrazione di un

questionario , anonimo, nei mesi di Gennaio e Febbraio 2009. Il

campione coinvoltona di 326 studenti infermieri del Centro di

di Sanitari “Padre Luigi Monti” (università di Tor

Formazione e Studi

Vergata ) e 298 infermieri afferenti all’ IDI-IRCCS (ospedale generale

san carlo) di Roma.

Agli studenti di infermieristica il test veniva consegnato a loro prima

dell’inizio delle lezioni e ritirare alla fine di queste, mentre agli

infermieri il questionario fu consegnato tramite il caposala e ritirato

entro una settimana.

Le variabili sociodemografiche prese in considerazione sono : età,

sesso, cittadinanza, residenza, scolarità, stato civile, numero figli,

anni di servizio. Si valuta , tramite Visual Analogical Scale, VAS,

questo veniva utilizzato per misurare lo stato attuale di salute e lo

stato di salute dell’anno precedente. La scala era graduata da 0 a 10,

qui si andava a ricercare l’uso di farmaci/psicofarmaci. Il Questionario

Coping to Problems Experienced, si compone di 60 item che vengono

raggruppati in 17 scale, ciscuna composta da 4 item per ogni scala ,

si valuta quanto l’operatore mette in uso le sue strategie di coping

nelle situazioni che sono per lui più stressanti. Quello che possiamo

ottenere da questo questionario sono tre categorie

- Meccanismi focalizzati sul problema : utilizzati dal soggetto in

situazioni che lui guida suscettibili al cambiameto

Meccanismi focalizzati sull’espressione emotiva: queste vengono

- fuori quando l’individuo giudica un cambiamento immutabile

- Meccanismi potenzialmente disadattivi : qui il soggetto cerca die

vitare le situazioni che pososno creare dei problemi.

50

Quello che viene richeisto al soggeto è di non pensare a uno stress

specifico ma deve pensare al suo comprotamento applicato a una

situazione stressante. Il risualto fu che il 69,5% degli infermieri compilò il

questionario (298 infermieri) e 81.3% di studenti( 326). Le caratteristiche

demografiche e professionali sono riportate nell’immagine qui sotto.

52

Nella realtà sono stati analizzati I questionari di 289 infermieri e 325

studenti perchè alcuni non potevano essere utilizzati perchè erano

risultati incompleti. Nella tabella possiamo notare come la percentuale

che ha parteciapto ai test è per la maggiorparte popolazione femminile,

si puo dedurre che il 50% degli infermieri è coniugato e che il 73% degli

L’uso degli psicofarmaci ha interessato

stundenti invece è celibe/nubile.

circa il 10% mentre la percentuale sale al 52% per gli eventi stressanti

vissuti nell’ultimo anno, questo dato è simile sia per gli studenti che per

gli infermieri. “Nella Tabella 2 sono riportati i valori medi e la Deviazione

Standard per ciascuna scala e per ciascuna delle categorie del Coping

52 Barlotti, C., Di Pietro, C., Uras, C., & Tabolli, S. (2009). Strategie di coping

negli infermieri e negli studenti d'infermieristica. Giornale di psicologia, 3, 255-64.

51

Orientation to Problems Experienced nei due gruppi in osservazione. La

significatività delle differenze è espressa a margine (t test).”

53

Nella tabella 3 e 4 , sono riportati I risualti della scala del Coping

Orientation to Problems Experienced.

53 Ibidem 52

53

54

Quello che possiamo dedurre da questo studio è che gli infermieri e gli

studenti di infermieristica sono più simili di quanto si potesse pensare.

in maniera maggiore negli studenti come l’età

Fattori che sono riscontrati

più giovane, una minore scolarità e essere single. I dati che sono risultati

possiamo considerare sovrapponibili sono l’uso di psicofarmaci o lo stato

di salute nell’ultimo anno.

di salute percepito e la valutazione dello stato

Quello che poteva essere ipotizzato è che il lavoro in ospedale avrebbe

potuto creare delle stretegie di coping rispetto agli studenti di

infermieristica, le differenze che vengono evidenziati sono nelle scale di

: Negazione , distacco comportamentale e il distacco mentale. per quanto

54 Ibidem 54

riguarda il genere (Sica et Al,1997) dove nei maschi si riscontrano le

maggiori condotte disadattive, come l’uso di droghe o alcool. Le femmine

usano in maniera maggiore rispetto agli uomini meccanismi focalizzatti

sull’espressione emotiva( Geridal e Dahl, 2008). Quuello che possiamo

dire in conclusione sulle strategie di coping è che il loro uso dipende dalle

aspettaive che le persone di pongono per raggiungere I loro obbiettivo

rispetto ai propri bisogni. Gli studenti di infermieristica e gli infermieri

hanno simili strategie di coping. Per gli studenti e gli infermiemi maschi

si utilizza molto spesso l’uso di meccanismi potenzialmente disadattivi.

Le studentesse sono quelle che di fonte alle situazioni stressanti usano

in maniera maggiore meccanismi focalizzati sull’espressio emotiva.

Quindi quello che si deve fare è potenziare le risorse indivisuali e

ottimizzare le risorse socio-ambientali può orientare verso strategie di

coping adattive.

55

.

3.2 MINDFULNESS “un

La mindufulness è tipo di consapevolezza, senza giudizio, centrato

sul presente in cui ciascun pensiero, emozione o sensazione che giunge

all’attenzione è riconosciuto e accettato per quello che è ” (Bishop, Lau,

56

Shapiro, & Carlson, 2004)

Nella sua traduzione dall’inglese questo termine significa “sati “ovvero

“attenzione consapevole “ o “ attenzione nuda”. 57 Con questa pratica

impariamo a porre la nostra attenzione a ciò che accade dentro e attorno

a noi valutando le esperienze nel qui e ora cioè senza modificarne la loro

natura.

56 V.Salvarani Ph.D. Burnout nelle professioni sanitarie e strategie di

prevenzione e promozione del benessere, Università degli studi Milano-Bicocca,

Dipartimento di Medicina e Chirurgica. ASST Monza, SSD Psicolgia Clinica

il burnout nelle professioni d’aiuto,

57 S. LAGONA (2020), In&Burnout: Paesi

Edizioni, p.765 55

L’origine del termine deriva dalla tradizione Buddista e dalla psicologia

orientale, grazie alle quali è stato possibile identificare il Mindfulness

come strumento fondamentale per la riduzione di disturbi quali stress,

ansia , depressione e Burnout.

Jon Kabat-Zinn, fondatore della Mindfulness-Based Stress Reduction

(MBSR), si pose come obbiettivo quello di rendere disponibile la

meditazione in ambito medico occidentale. Egli ideò due tipi di

meditazioni diverse:

Meditazione formale : è quel momento in cui l’individuo prende per

- se stesso svolgendo attività di meditazione.

- Meditazione informale: è quel tipo di meditazione con la quale

impegnamo la nostra mente sulle attività che svolgiamo

quotidianamente ad esempio mangiare , cucinare ecc.

Praticare la Mindfulness apporta vari benefici quali migliorare il sonno ,

ridurre lo stress e il dolore fisico e combattere ansia e depressione. Il suo

uso in medicina fa si che l’individuo impari a gestire il suo atteggiamento

e la promozione di se stesso e degli altri in modo positivo.

La pratica prevede due mesi di corso, otto incontri settimali dalla durata

di due ore e mezza e un incontro di sette ore.

Possiamo affermare che dal 1979 ad oggi il protocollo MBSR ha subito

un’evoluzione. Inzialmente esso è stato applicato in contesti puramente

clinici mentre ad oggi il campo d’azione si è espanso ed ha coinvolto

anche i contesti sociali quali ambiti educativi, carceri, sport

professionistici, aziende.

Sono stati eseguiti vari studi per cercare di capire al meglio i benifici della

pratica Mindfulness, uno tra questi è di Arredondo et.al (cit) (2017). Egli

per ridurre il rischio di Burnout sviluppò un programma basato su pratiche

brevi (M-PBI) di consapevolezza.

Lamothe e altri invece , tramite i loro studi sull’empatia , notarono che

fosse possibile attuare un intervento diretto sugli operatori, insegnando

56

loro a riconoscere i propri stati emotivi e utilizzare questa capacità per

prevenire il Burnout.

Dopo aver accolto un insieme di dati qui di seguito prenderemo in esame

gli effetti psicofisiologici dell’individuo che pratica la Mindfulness. Essi

possono individuati in diverse aree:

- Livello fisico: chi pratica la Mindfull-based riscontra un profondo

rilassamento e sollievo dallo stress

- Livello cognitivo: si percepiscono miglioramenti in ambito attentivo

e la diminuzione di pensieri ansiosi e avvilenti

Livello emotivo: l’individuo impara ad affrontare gli eventi negativi

- che la vista gli presenta migliorando la sua stabilità emotiva.

- Livello relazionale: si

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
74 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giubbi22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Rosato Gabriele.