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INTEL CORP

NOKIA Oyl

NOVARTIS

ROYALBANK SCOTL

BP PLC

CITIGROUP

HSBC HOLDING

PFIZER

BANK OF AMERICA

GLAXOSMITHLINE

JOHNSON & JOHNSON

VODAFONE GROUP 0 2 4 6 8 10 12

Tabella 3.12 I primi 10 titoli detenuti in portafoglio 67

68

 Capitolo 4 Analisi empirica

Negli ultimi anni il nome dei fondi socialmente responsabili è divenuto sempre più presente

nell’offerta degli intermediari finanziari, affiancandosi ai fondi comuni d’investimento tradizionali.

Senza entrare nel merito delle motivazioni etiche che possono indurre gli intermediari a proporre

investimento di questo tipo, la loro offerta rientra nella logica di segmentazione del mercato finaliz-

zata a riconoscere e a soddisfare nuove esigenze della domanda. Queste sono dettate da una cre-

scente sensibilità nei confronti di tematiche sociali, ambientali e di governance, elementi che si in-

contrano nella teoria degli stakeholder. I sottoscrittori di questa tipologia di fondi manifestano biso-

gni contraddistinti da una duplice natura: economica e non economica. Nonostante si attendono

dall’investimento un rendimento, sono disponibili a investire solo in fondi il cui patrimonio sia allo-

cato dal gestore in valori mobiliari emessi da imprese, settori o stati socialmente responsabili.

Un dibattito centrale in gran parte della letteratura riguarda la relazione tra la performance

finanziaria e performance sociale, ovvero se l’attenzione per queste tematiche possa ripagare il

fondo in termini di rendimento. Lo scopo in questo lavoro è misurare la relazione tra performance

sociale e finanziaria per quanto riguarda i fondi comuni che praticano l’investimento socialmente

responsabile. Combinando le moderne teorie di portafoglio e le teorie degli stakeholder, si ipotizza

che la perdita finanziaria generata da un fondo SRI con una povera diversificazione è

controbilanciata da una intensificata attività di screening sociali perché si suppone che le imprese

inserite nel portafoglio siano meglio gestite e più stabili. Per fare ciò è stato preso un campione di

riferimento di 68 fondi; di cui 34 SR e 34 tradizionali. Nella creazione del campione si è cercato di

abbinare a ciascun FSR un fondo tradizionale tenendo in considerazione la dimensione, i costi e la

categoria di gestione. I FSR sono stati selezionati tra quelli proposti dal “Forum per la finanza

sostenibile” (maggiore luogo di incontro e fonte di informazione per quanto riguarda questa

tipologia di investimenti), tenendo conto solo dei fondi appartenenti alla zona Euro.

Nella prima parte del lavoro si mettono a confronto le caratteristiche economiche delle due tipologie

di fondi su cui l’investitore pone maggiormente l’attenzione: le commissioni di gestione e la

performance. L’adozione dei criteri etici nella selezione degli investimenti può avere un’ effetto

sulle commissioni applicate dai gestori, è probabile che queste siano più elevate rispetto a quelle dei

più complessa

non etici. Le possibili ragioni sono che i FSR presentano un’organizzazione dal

ad adottare i “classici” criteri di

punto di vista organizzativo e gestionale. Oltre allocazione del

patrimonio sono necessari anche quelli extra-finanziari, che spesso vengono adoperati da figure 69

come il Comitato etico interno o da un advisor esterno. In un secondo momento si confrontano le

performance tra i FSR e i convenzionali per il periodo che va dal 2007 al 2015, suddiviso in quattro

L’intenzione

sotto periodi che tengono conto delle diverse fasi della crisi. è di verificare se le

limitazioni poste dalla presenza dei criteri etici alterano l’ allocazione ottimale rischio-rendimento.

Infine si va a studiare la relazione tra performance sociale e finanziaria. Nei modelli si considera il

rendimento aggiustato per il rischio essere una funzione lineare per le diverse politiche di screening

Ciò che si vuole testare è se l’adozione della teoria degli

e per le componenti economiche.

stakeholder, limitandosi alla sfera dell’ ESG, possa impattare favorevolmente al rendimento del

fondo. Una relazione positiva supporterebbe la stakeholder view, ovvero che gli FSR siano in grado

di avere una performance migliore rispetto a quelli che possono adottare una diversificazione più

ampia proprio perché selezionano i titoli da un sotto campione migliore. Una relazione negativa

andrebbe a supportare la teoria che l’adozione di screening sociali abbiano un effetto negativo sulla

performance finanziaria, a causa della limitata capacità di diversificazione.

Più nel dettaglio si ipotizza che :

1) i Fsr che selezionano le imprese attraverso dei criteri che tengono conto delle politiche sociali

hanno rendimenti maggiori rispetto a coloro che non lo fanno

2) i Fsr che selezionano le imprese attraverso dei criteri che tengono conto delle politiche ambientali

hanno rendimenti maggiori rispetto a coloro che non lo fanno

3) i Fsr che selezionano le imprese attraverso dei criteri che tengono conto delle politiche di rispetto

per i lavoratori (corporate) hanno rendimenti maggiori rispetto a coloro che non lo fanno

l’adozione di criteri che escludono le società irresponsabili migliora il rendimento dei FSR

4) Inoltre, dato che nelle spese di gestione degli FSR sono comprese anche i costi di ricerca, i costi

legati alla presenze dei comitati e/o alla consulenza degli advisor, mi attendo che tanto maggiori

siano le commissioni tanto maggiore sarà la performance del fondo proprio perché la presenza di

questi organi aggiuntivi permette di andare a selezionare un target migliore, più stabile e più

Quindi un’ulteriore ipotesi sarà:

efficiente.

5) Le spese di gestione hanno un impatto positivo sul Rap

Per quanto riguarda la performance ci si chiede se un FSR presenti differenziali di rendimento sta-

70

tisticamente significativi rispetto a un fondo tradizionale; da un risultato non significativo si può

concludere che è indifferente investire in uno o nell’altro, mentre da un risultato significativo si può

affermare che la combinazione di scelte di investimento finanziarie ed extra finanziarie abbia effet-

tivamente avvantaggiato gli FSR.

4.1 Vantaggi economici legati all’adozione dei comportamenti etici

dall’adozione di

Trai i numerosi vantaggi che si hanno politiche socialmente responsabili si possono

il miglioramento dell’immagine aziendale; l’arricchimento dei rapporti di fiducia,

evidenziare

l’ampliamento ed il rafforzamento del capitale relazionale (Sciarelli, 2006). Affiancare i principi

stakeholderista. Questa

etici alle decisioni aziendali trova legittimazione nell’impostazione non li-

l’orizzonte

mita aziendale alle sole relazioni contrattuali tra la proprietà e il controllo ma estende i

dell’impresa

suoi obbiettivi anche al soddisfacimento degli interessi di tutti i partecipanti alla vita

un’entità con lo scopo di creare

(Freeeman, 1984). In tal modo questa non si limita solo a essere

valore economico, ma crea anche un valore sociale in grado di coinvolgere le comunità alle quali

viene ad acquisire un proprio “diritto ovvero il grado

deve dare conto. In tal caso di cittadinanza”,

di legittimazione che ne permette la sopravvivenza tra le popolazioni organizzative. Scrive Sciarelli

(1998,p 58).

“Quando un’organizzazione da reddito a centinaia di famiglie, crea problemi urbani per la siste-

mazione e la mobilità di queste persone, sviluppa rapporti d’affari con varie migliaia di interlocu-

tori, determina effetti ambientali di rilevante impatto, come si possono delimitare i suoi obiettivi so-

lo all’area economica e disconoscere il ruolo sociale che essa sostanzialmente è chiamata ad eser-

citare?”.

Le imprese entrano a far parte della società di individui che la ospita, diventa un elemento essen-

ziale della stessa, per queste ragioni conviene che tra le due parti si venga a creare un dialogo favo-

l’impresa avrà meno “ostacoli” nella catena pro-

revole a vantaggio di entrambe. Una volta creato

duttiva e avrà un notevole vantaggio competitivo di natura immateriale che la porteranno ad avere

maggiori guadagni(Barnett e Salomon 2006). Elemento chiave è la coesistenza tra una responsabili-

tà economica e una sociale; la prima consiste nella creazione di valore per tutti i partecipanti, la se-

conda si riferisce alla distribuzione di tale valore tra gli stakeholder. A differenziare questi due ele-

menti non sono solo i destinatari, ma anche il tempo necessario affinché i diversi valori, si vengono

a creare. La creazione economica viene generata in un tempo rapido (esigenza di chiudere il bilan-

71

cio di esercizio in utile e di potere distribuire i dividendi) mentre per quella sociale è necessario un

tempo più lungo. È necessario che si venga a creare una coesione tra i gruppi sociali legati

all’impresa e “se l’impresa è

una propizia immagine aziendale. Non a caso è stato affermato che

destinata a durare nel tempo, un buon rapporto con il personale e un’immagine favorevole nei con-

fronti degli altri stakeholder possono agevolare il conseguimento del profitto nel lungo periodo”

(Vallance 1995 pp 50-51) .Le ragioni sono che i dipendenti hanno un interesse al buon stato di sa-

dell’impresa ; sia

lute economica e finanziaria garantirsi il posto di lavoro; si per la possibilità di

Analogamente i clienti sono interessati a intrattenere con l’azienda un rap-

carriera che ne deriva. l’impresa possa porre maggiore attenzione

porto fiduciario così che ai loro bisogni, creando un pro-

Infine la società civile è interessata alla salvaguardia dell’impresa perché da essa

dotto migliore.

possono dipendere il benessere e la qualità di vita della comunità (Saulle R. 2011). Da ciò si chiari-

sce non solo la coesistenza tra responsabilità economica e responsabilità sociale, ma la complemen-

tarità tra le due in un’ottica di lungo periodo. In altre parole, l’adempimento della responsabilità so-

ciale risulta strumentale al raggiungimento di finalità economiche, perché è in grado di concorrere

e allo sviluppo dell’impresa. Il tema dell’equilibrio tra economia e responsabilità

alla sopravvivenza

sociale negli ultimi anni è divenuto sempre più un esigenza fondamentale, che uno strappo alla re-

gola. Le ragioni possono essere:

“a) il compimento del processo di ricostruzione e di sviluppo economico con

l’affermarsi di esigenze ambientali prima meno sentite a causa dell’emergenza

economica da superare;

b) la maturazione di una cult

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A.A. 2014-2015
101 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fabio09 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia mobiliare dei mercati internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Palmucci Fabrizio.