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2- IPOTESI DI MIGLIORAMENTO DELLA GESTIONE DEGLI
SPAZI E OTTIMIZZAZIONE DEL CICLO PRODUTTIVO
Dopo aver descritto nel primo capitolo le caratteristiche distributive e dimensionali della
cantina ed averne esplicato il ciclo produttivo, si passa ora ad effettuare delle analisi e
delle osservazioni propedeutiche alla riprogettazione dell’edificio e dei suoi ambienti. Si
riporteranno dunque in primo luogo i dati di produzione dell’azienda al fine di poter
riprogettare correttamente le aree di stoccaggio. Poi verranno eseguiti degli studi relativi
agli ingombri e agli spazi d’uso degli elementi presenti nella cantina: in questo modo si
potranno ottenere dei moduli funzionali che verranno utilizzati per ridimensionare i vari
locali. Per ultimo verrà analizzato il ciclo produttivo individuando i punti critici e
verranno formulate proposte per ottimizzare l’organizzazione delle lavorazioni.
2.1-DATI DI PRODUZIONE DELL’AZIENDA
Per procedere nell’analisi dimensionale e funzionale della cantina, allo scopo di
verificare che gli ambienti di lavoro siano adeguati ad ospitare l’attività produttiva
dell’azienda, è necessario considerarne i dati di produzione, in modo da verificare la
congruenza tra la capacità della cantina e la quantità di vino prodotto. L’azienda
vitivinicola Montecavallo prevede infatti nel suo piano di miglioramento aziendale un
aumento della produzione con la coltivazione di tre diversi tipi di vigneto: il vigneto
DOC Orvieto bianco, il vigneto IGT bianco e rosso e il vigneto DOC rosso orvietano.
Per il primo è prevista un’estensione di circa 4 ettari, per il secondo di 8 e per il terzo di
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3. La superficie totale dei vigneti risulta quindi essere di circa 15 ettari. A questi vanno
aggiunti circa 3 ettari destinati alla coltivazioni di olivi che però non influenzano le
caratteristiche della cantina in quanto l’olio viene prodotto da un frantoio esterno
all’azienda. Assumendo una rendita media dei vigneti pari a 70 hl/ha si ricava la
produzione totale di vino che risulta essere circa di 1000 hl. Tale dato risulterà
importante nel corso dell’analisi soprattutto nelle osservazioni riguardanti i locali di
stoccaggio del prodotto finito. Bisogna poi specificare che i dati relativi alla quantità di
vino destinato ad invecchiare in botti o in bottiglia, sono variabili e dipendono
strettamente dalle scelte produttive dell’azienda che, di anno in anno, può cambiare le
proprie metodologie di lavorazione adattandole al mercato. Per quanto riguarda invece il
numero e la capacità dei tini presenti nella cantina, questi dipendono, oltre che dalla
quantità, dai tipi di uva coltivati e dalla capacità di raccolta in fase di vendemmia. In
assenza di tali dati nelle proposte di modifica si farà sempre riferimento allo stesso
numero e tipologia di tini impiegati nel progetto originale. Di seguito si riporta una
tabella di sintesi dei dati produttivi dell’azienda e del numero di elementi e macchinari
necessari per le varie fasi di lavorazione.
SUPERFICIE [ha] PRODOTTO [hl]
VIGNETI
DOC Orvieto bianco 4 280
IGT bianco e rosso 8 560
DOC rosso orvietano 3 210
Totale 15 1050
ELEMENTO NUMERO DIMENSIONI [cm]
Tini fermentazione [100 6 D=240
hl]
Tini fermentazione [75 hl] 6 D=210
Tini conservazione [75hl] 6 D=190
Tini conservazione [50 hl] 6 D=130
Tini conservazione [40 hl] 6 D=130
Tini refrigerazione [25 hl] 2 D=190
Barriques [2,25 hl] 216 95 x 70
Diraspatrice 1 280 x 80
Tavolo di selezione 1 300 x 80
Nastro trasportatore 1 300 x 60
Pressa 1 480 x 150
Pompe 3 120 x 30
Muletto 1 320 x 110 18
2.2-MODULI FUNZIONALI
L’analisi svolta fino a qui del ciclo produttivo e dei suoi punti critici ha portato
all’individuazione di possibili proposte da applicare alla distribuzione e al collegamento
tra i vari ambienti della cantina. Tali osservazioni hanno però al momento escluso uno
studio specifico sulla gestione delle dimensioni di ogni singolo locale. Per poter
condurre un’analisi di questo tipo è necessario considerare, locale per locale, gli
ingombri degli elementi che si trovano al loro interno e i relativi spazi d’uso; in questo
modo sarà possibile organizzare ambienti di lavoro adeguati alle mansioni da svolgervi
senza però sovradimensionarne gli spazi. Tale analisi è dunque propedeutica allo
sviluppo di proposte volte ad ottimizzare il ciclo produttivo tramite una corretta gestione
delle aree di lavoro e a calibrare in modo più specifico superfici e volumi dei locali in
funzione delle attività che vi si svolgono. Si procederà quindi a considerare ciascun
ambiente, individuandone le macchine e gli elementi presenti all’interno. Per ognuno di
questi verrà realizzato un modulo funzionale, considerandone l’ingombro, lo spazio
d’uso minimo, l’eventuale spazio di manutenzione e i percorsi da lasciare liberi durante
l’esecuzione dei lavori. Tali moduli quindi forniranno una base per verificare il corretto
dimensionamento dei locali. Nel caso in cui la superficie degli ambienti eccedesse
rispetto a quella ritenuta sufficiente a partire dallo studio dei moduli, si procederà in due
modi: prima verrà individuata una disposizione degli elementi che rispetti il più
possibile le caratteristiche dei relativi moduli, senza quindi dover modificare le
dimensioni del locale, successivamente invece si riporterà uno schema di come lo stesso
locale avrebbe dovuto presentarsi se fosse stato progettato a partire dai moduli,
ottenendo dunque il minor impiego di superficie possibile (conservando nel locale lo
stesso numero e tipo di elementi indicati nel progetto originale).
Il primo locale a essere preso in considerazione è quello di fermentazione. Gli elementi
presenti al suo interno sono 6 tini di acciaio da 100 hl e 6 da 75 hl. Il modulo base per il
dimensionamento dell’ambiente viene dunque ricavato prima di tutto dall’impronta in
pianta del tino, che è data da un cerchio di diametro 240 cm per i tini da 100 hl e 210 cm
per i tini da 75 hl. Davanti al tino si considera uno spazio d’uso di 60 cm, necessario per
l’apertura dello sportello e per consentire all’operatore le manovre di attacco e stacco
della pompa. Inoltre bisognerà prevedere che dietro all’operatore ci siano almeno 90 cm
di spazio per far sì che anche durante la lavorazione sia consentito il passaggio di
transpalllet e il posizionamento delle pompe. Assumendo valide questi dimensionamenti
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e ipotizzando di disporre i tini uno di fronte all’altro si può ottenere un ulteriore
risparmio osservando che nel ciclo produttivo del vino non è mai necessario dover
lavorare contemporaneamente su due tini di fermentazione. Pertanto, considerando che
se un operatore lavora su un vaso vinario non si avrà nessuno che lavora su quello di
fronte, si può stabilire che lo spazio di 150 cm tra due tini contrapposti sia il minimo
sufficiente per garantire delle adeguate manovre lavorative. E’ necessario precisare che
questo dimensionamento è fatto in base alle pompe impiegate nel caso in esame e può
subire variazioni in cantine dove vengono utilizzati mezzi di lavoro più ingombranti. A
tali osservazioni bisogna aggiungere la necessità di lasciare dello spazio anche sul retro
del tino evitando che questo sia attaccato alle pareti; ciò per rendere possibili su tutta la
superficie del tino operazioni di manutenzione e pulizia, che non sarebbero eseguibili se
non si lasciassero almeno 60 cm tra il tino e la parete. La lunghezza totale del modulo
base per quanto riguarda i tini sarà data dalla somma dei diametri dei tini stessi più 150
cm di spazio tra i due più 120 cm per la manutenzione ( 60 dietro a ciascuno dei due).
La larghezza totale minima da considerare per progettare un generico ambiente di
questo tipo è dunque di (270 cm + D1 + D2) , dove D1 e D2 sono i diametri dei tini
impiegati e messi di fronte l’uno all’altro. Bisogna a questo punto specificare che nello
studio del modulo la scelta di disporre i tini di fronte anziché affiancarli è dovuta al fatto
di voler mantenere lo spazio per la passerella in acciaio che garantisce un accesso in
sicurezza alla sommità dei vasi vinari. L’installazione di tale struttura risulta infatti più
agevole e meno onerosa se si va ad interporla tra i tini, sfruttando come appoggi i tini
stessi. Si ritiene dunque utile riadottare tale soluzione, presente anche nel progetto
originale. La larghezza complessiva del modulo sarà invece data dal diametro D del tino
più due fasce di rispetto, una a desta e una a sinistra, di 10 cm in modo che lo spazio tra
due tini affiancati risulti infine essere di 20 cm. Questo per agevolare sempre le
operazioni di lavaggio e manutenzione. La larghezza totale del modulo in esame sarà
dunque di (20 cm + D) dove D è il diametro del tino più largo. La superficie
complessiva del modulo sarà quindi costituita da un rettangolo (immagine 20) di area
(270 cm + D1 + D2) x (20 cm +D).
44 45 20
Immagini 44 e 45-moduli funzionali per la disposizione dei tini per due diverse disposizioni: faccia a
faccia o affiancati.
Una volta ottenuto il modulo a cui far riferimento per il dimensionamento del locale di
refrigerazione è possibile, a partire dallo stato attuale, formulare ipotesi alternative di
progetto. Nelle tavole allegate vengono infatti riportati due tipi di proposte: la prima è
volta a sfruttare meglio l’ambiente di fermentazione senza però intaccarne le
caratteristiche dimensionali e costituisce una variante da poter adottare anche in corso
d’opera senza un’eccessiva spesa. Questa soluzione consente, spostando i tini, di
ricavare lo spazio di manutenzione dietro alla fila di tini da 75 hl, che attualmente si
trova troppo a ridosso della parete. In questo modo pur non andando a incidere sulle
dimensioni del locale si ha comunque un miglior sfruttamento della superficie a
disposizione (immagine 46).
46 21
Immagine 46-Schema di una più idonea disposizione dei tini all’interno dell’ambiente.
La seconda proposta invece consiste in una vera e propria riprogettazione dello spazio,
una soluzione alternativa rispetto a quella del progetto iniziale, ottenuta adottando per
l’ambiente una superficie utile minima, ricavata a partire dai moduli relativi ai singoli
tini. Tale soluzione (immagine 47) avrebbe consentito un risparmio di superficie di circa
il 10 %, a parità del numero e del tipo di tini impiegati, continuando a garantire la
funzionalità del locale e gli spazi d’uso necessari alle lavorazioni riportati nello studio
dei moduli.
47 Immagine 47-Superficie risparmiata (in verde) ridimensionando il locale tram