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OPPORTUNITA’ MINACCE
1. L’aumento dell’informazione e della 1. Possibili problematiche organizzative tra
consapevolezza delle donne potrebbe il personale dell’U.O. Neonatologia e
ridurre gli accessi in P.S.O. dell’U.O. Ostetricia degenze per la
2. Trascorrere più tempo con le condivisione del counselling tra ostetrica e
neomamme può consentire all’ostetrica di puericultrice
accorgersi precocemente di situazioni 2. Difficoltà nel distribuire i questionari e
psicologiche e sociali complesse e quindi gli opuscoli senza avvalersi di personale di
di segnalare un rischio di DPP, supporto allo studio
incrementando la continuità assistenziale 3. Necessità di ostetriche durante il
3. Esiste già un momento dedicato al colloquio con le donne
colloquio con le mamme in dimissione, 4. Nel caso in cui tale esperienza divenisse
per cui potrebbe essere sfruttato senza una reale attività del reparto servirebbe
stravolgere le abitudini di reparto probabilmente un’unità dedicata (fattore
4. Un colloquio informativo può sostituire economico)
in modo economico, anche se solo in
parte, la carenza di assistenza territoriale
Tabella 10: Swot analysis per discriminazione di criticità e fattibilità del progetto di studio.
63
3.7. Obiettivi generali e specifici
Qualora risultino fondate le ipotesi sostenute riguardanti l’importanza di
informare e assistere correttamente le puerpere durante i giorni di degenza
ospedaliera, l’obiettivo diverrebbe quello di modificare l’attuale organizzazione
dell’assistenza nel reparto di degenza con l’introduzione del colloquio informativo
ostetrico, la distribuzione dell’opuscolo informativo e l’incremento delle
attenzioni che l’ostetrica deve rivolgere alla puerpera in caso di dubbi o
problematiche particolari.
Si ipotizza inoltre l’introduzione della scheda di valutazione del rischio ostetrico
in puerperio, che l’ostetrica dovrebbe compilare prima della dimissione di ogni
donna e inviare al consultorio di riferimento.
Valutando nello specifico quelli che sono gli obiettivi dello studio ideato, i punti
principali sarebbero i seguenti:
• Migliorare la qualità dell’assistenza erogata in degenza
• Aumentare la soddisfazione della puerpera per il trattamento ricevuto
• Ridurre il più possibile ansie, paure, dubbi prima della dimissione
• Informare la donna sui normali processi di modificazione psico-fisica del
puerperio
• Favorire un facile e naturale contatto madre-neonato
• Migliorare la preparazione e la capacità comunicativa del personale
ostetrico
• Individuare in modo più agevole e veloce i casi a rischio di depressione
postpartum
• Creare una continuità assistenziale ospedale-territorio
• Sottolineare la centralità dell’ostetrica come professionista del puerperio
• 42
Ridurre gli accessi delle puerpere in P.S.O. per motivazioni spesso futili,
ma causa di grande preoccupazione
42 P.S.O.: pronto soccorso ostetrico. Nella realtà di Rimini viene più correttamente chiamato
“Ambulatorio delle urgenze-emergenze ostetrico-ginecologiche”.
64
• Portare l’attenzione su un periodo della vita della donna spesso
dimenticato e vissuto in solitudine.
3.8. Materiali e metodi
Per la realizzazione di questo studio ho utilizzato principalmente cartelle cliniche
cartacee e informatizzate, registro dei parti e opuscolo informativo sul puerperio
già ideato dalle ostetriche dell’ospedale di Rimini nei primi mesi dell’anno 2014,
ma mai distribuito alle pazienti.
Oltre a questi materiali già disponibili ho introdotto l’utilizzo di un questionario,
del colloquio informativo, della telefonata a casa e della scheda di valutazione del
rischio che ho ideato personalmente.
Per quanto riguarda le cartelle cliniche e il registro dei parti, questi documenti si
sono rivelati utili per raccogliere tutti i dati necessari al mio studio e per avere
un’idea veloce ma esauriente della storia ostetrica di ciascuna donna.
L’opuscolo informativo da distribuire è risultato di facile accessibilità e
realizzazione perché al momento dell’inizio dello studio era già stato in parte
ideato dall’ostetrica Maria Ferrara (U.O. Sala Parto, Ospedale “Infermi” di
Rimini) in collaborazione con la coordinatrice ostetrica dell’U.O. di Ostetricia,
Dott.ssa Silvia Pasetti.
Gli argomenti trattati sono preceduti da un titolo, in modo che la puerpera abbia
accesso in modo veloce e schematico al paragrafo che le interessa. Ci sono
informazioni relative a che cos’è il puerperio, le lochiazioni, i morsi uterini, il
rientro a casa, l’alimentazione, la sutura perineale, l’igiene intima, i rapporti
sessuali e la ginnastica perineale. L’ultima parte è poi dedicata all’elenco dei
numeri e degli indirizzi utili dei consultori della provincia.
43
La realizzazione del questionario invece è iniziata con la ricerca in letteratura di
un esempio già validato, ma con risultato negativo. Tutti i questionari utilizzati in
campo sanitario sono per lo più di stampo infermieristico o psicologico, mentre
nessun risultato si addiceva allo studio in questione. Per questo motivo ne ho
43 Allegato 7: questionario utilizzato all’interno dello studio sperimentale.
65
realizzato uno ex-novo composto da venti domande totali, suddivise in tre facciate
che possono essere riassumibili in tre differenti caratteristiche di domande. Nella
prima facciata infatti troviamo domande che riguardano principalmente la
valutazione da parte della puerpera dell’informazione ricevuta durante la
gravidanza, il parto e la degenza. Le viene chiesto se ha mai avuto informazioni
sul puerperio, se le è stato detto che esiste un ambulatorio consultoriale al quale
rivolgersi, se durante il travaglio-parto ha sempre avuto la situazione sotto
controllo ed è stata correttamente informata di qualsiasi azione intrapresa. Alla
puerpera è domandato in quali occasioni abbia eventualmente sentito parlare di
puerperio, da quale professionista sanitario ritiene di aver avuto maggiori
informazioni utili, in che modo le sono state fornite tali indicazioni e quale ritiene
essere per lei il metodo migliore di somministrazione di nozioni tra quelle più
comunemente utilizzate. Per quanto riguarda la qualità dell’assistenza ricevuta, la
donna è chiamata a valutare in una scala da ottimo a insufficiente l’allattamento al
seno, l’aiuto nella gestione del neonato, le informazioni sulla cura personale e le
strategie di controllo del dolore perineale.
La seconda facciata del questionario è quella strutturata in maniera maggiormente
didattica; alla puerpera viene richiesto di rispondere a un quiz a risposta multipla
sulle principali modificazioni psico-fisiche del puerperio per valutare il grado di
informazione di base da cui partire. Le domande spaziano dalla fisiologia o meno
di lochiazioni, morsi uterini, sbalzi d’umore, al metodo migliore per la
riabilitazione perineale, l’igiene intima, la contraccezione postpartum e
l’alimentazione in allattamento.
L’ultima parte del questionario è prettamente personale e contiene due domande
aperte nelle quali si chiede alla donna di descrivere il suo stato d’animo nei
confronti dell’imminente rientro a casa e il suo giudizio (ed eventuali consigli) nei
confronti dell’assistenza ricevuta. Si chiede poi di ipotizzare il suo
comportamento nel caso in cui venisse implementato nel percorso nascita un corso
o degli incontri dopo parto e di valutare in modo molto rapido e schematico,
attraverso una scala visiva, quello che è il suo stato d’animo attuale.
66
Gli argomenti delle domande poste alle donne si basano sulle raccomandazioni
dell’OMS sull’assistenza al puerperio, già citate nel capitolo precedente, che
indicano il secondo giorno come quello giusto per un primo follow-up con
l’ostetrica.
Per quanto riguarda il colloquio invece ho individuato come argomenti principali
gli stessi che vengono esplicitati nell’opuscolo informativo e ho scelto di
eseguirlo in seconda giornata sia per dare alle neo-mamme il tempo di realizzare
l’evento nascita, sia per far coincidere a livello temporale quanto raccomandato
44
dalle linee guida WHO . Anche se approfittare del gruppo di puerpere che
incontrano la puericultrice sarebbe molto più semplice a livello organizzativo e
temporale e sicuramente sarebbe da preferire in caso di un’eventuale
implementazione del servizio, ho scelto di eseguire dei colloqui individuali nelle
camere delle donne, poiché numerosi studi e le linee guida sulla gravidanza
45
fisiologica dicono che il colloquio individuale è da preferire all’incontro di
gruppo. In questo modo ovviamente viene però a meno tutta la parte del confronto
tra le puerpere, dello scambio di esperienze e saperi e della possibilità di portare
all’interno del gruppo crescita comune. Il colloquio è sempre partito da una
valutazione insieme alla donna delle informazioni dell’opuscolo, per poi
continuare con eventuali domande o dubbi.
Ultimo strumento ideato per il mio studio, ma non implementato nella realtà
clinica per motivi di tempistiche ristrette, è la scheda di valutazione del rischio in
puerperio, che ho creato partendo da uno schema validato e già utilizzato presso la
ASL di Brescia all’interno del progetto di dimissione concordata e protetta dopo il
parto, già descritto nel secondo capitolo di questo elaborato.
La scheda che ho ideato richiede all’ostetrica di reparto di valutare una serie di
parametri con un numero da zero a due, allo stesso modo del punteggio di Apgar o
del Bishop score. Tale scheda permette di fare una sorta di valutazione
predimissione della puerpera che ha avuto in osservazione per i giorni di degenza
e questo rientra nelle competenze dell’ostetrica, come afferma il quinto capitolo
44 World Health Organization “WHO recommendations on postnatal care of the mother and
newborn” October 2013
45 SNLG “Linee guida gravidanza fisiologica” Linea guida 20/2010; aggiornamento 2011
67
46
della Legge 533/2008 . Al termine dell’assegnazione dei vari punteggi, la loro
somma darà un risultato da 0 a 10 che corrisponderà a un codice colore per la
valutazione del rischio di complicanze fisiche o psicologiche in puerperio.
In base al codice colore ottenuto da ciascuna puerpera in dimissione, l’ostetrica
del consultorio, per la quale la scheda sarà visibile tramite invio di fax o cartella
informatizzata, saprà creare un piano assistenziale relat